Rubrica Neon Bible - Vol 1

Call of Duty, il cinema e l’affermazione del medium videoludico

Rubrica Neon Bible - Vol 1
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Dall'idea che i videogiochi sono solo il punto di partenza è nata Neon Bible, la nuova rubrica di approfondimento che non si limita a parlare di divertimento interattivo ma ne esplora le ramificazioni, invadendo i territori della musica, del cinema, del fumetto e della letteratura, mettendo sullo stesso piano tutti i media, nessuno escluso.
Uno sguardo d'insieme che esplora la produzione di opere di intrattenimento a trecentosessanta gradi, andando a cogliere dettagli specifici per mettere a nudo connessioni e similitudini che, a prima vista, potrebbero sfuggire.
Si partirà quindi dai videogiochi, per approdare ai film, passando per un buon album e schivando una serie a fumetti, per poi tornare nuovamente ai videogame, in un viaggio poco convenzionale e decisamente ardito.
Buona lettura.

Call of Duty, il cinema e l’affermazione del medium videoludico

Primo fatto: Call of Duty è uno dei brand che è riuscito maggiormente a diffondere il proprio nome anche al di fuori della stretta schiera dei videogiocatori appassionati, trasformando in un evento mediatico di primissimo piano il lancio di ogni nuovo episodio. 

Secondo fatto: il dualismo tra cinema e videogiochi è sempre più stretto, con il primo che guarda con reverenza verso il secondo, mentre i principali franchise videoludici si ispirano sempre più spesso alle pellicole cinematografiche per ritmo, situazioni e stile. 
Terzo fatto: il videogioco sta procedendo in modo spedito verso l'accettazione da parte delle masse, come medium che possa essere considerato al pari di televisione, cinema, musica, letteratura.
Come si legano queste tre differenti affermazioni? Vediamolo insieme approfondendole singolarmente.

Call of Duty

La gallina dalle uova d'oro di Activision continua a macinare numeri impressionanti, garantendo introiti da primato nei primi giorni di commercializzazione, tramutando il lancio di ogni capitolo in un evento e generando a distanza di alcune settimane comunicati stampa entusiasti, che sottolineano il successo e la portata di una serie che si è ormai radicata nell'immaginario collettivo contemporaneo.
Eventi come il celebre scandalo provocato dalla missione "No Russian" inclusa in Modern Warfare 2, nella quale si partecipava ad una strage di civili in un aeroporto russo, hanno sicuramente contribuito ad avvicinare i media tradizionali al videogioco, prima in maniera miope, inneggiando alla censura, ma successivamente rivalutando la serie, arrivando quindi a celebrarla, con Black Ops, uscito l'anno successivo.
Anche il celebre caso Zampella - West, avvenuto nel periodo intercorso tra l'uscita dei due seguiti, ha contribuito a generare una forte copertura mediatica sulla serie, anche se probabilmente non ha raggiunto i media generalisti, troppo impegnati su fronti diversi, con una crisi economia ancora in atto e numerosi altri eventi di grande interesse avvenuti in quei mesi.
Dal punto di vista dei videogiocatori, comunque, Call of Duty continua ad essere un punto di riferimento, una delle saghe più seguite e stabilmente ai primi posti delle classifiche dei titoli più giocati online, costringendo la concorrenza, in questo caso DICE ed Electronic Arts, ad inseguire, seppur con risultati che vanno dall'ottimo all'appena sufficiente.

Cinema

Il cinema continua ad essere una grande fonte di ispirazione per il mondo dei videogiochi: Heavy Rain ha cercato di fare da ponte fra i due mondi e L.A. Noire promette un'esperienza cinematografica interattiva senza precedenti, grazie alla perfezione delle ultime tecnologie in ambito di motion e facial capture.
Tornando verso Call of Duty, però, va notato che il grande cinema di guerra ha cercato di proporre visioni alternative dei grandi conflitti contemporanei, con The Hurt Locker, nel quale Kathryn Bigelow ha voluto mostrare le gesta di un gruppo di sminatori in Iraq, e l'attualissimo L'altra verità, diretto da Ken Loach, che narra della morte di un contractor sulla Route Irish vicino a Baghdad.
L'approccio più classico è rimasto per film più semplici, a sfondo fantascientifico, come World Invasion, più vicino ai canoni di spettacolarità di Call of Duty, anche se il nemico, in questo caso, è tutt'altro che umano.
La conferma dell'avvicinamento al cinema della serie di Activision arriva a sorpresa, però, da un altro punto di vista: la recensione di Armadillo, straziante film verità danese girato in una base militare nel sud dell'Afghanistan, apparsa su Empire (una delle più celebri riviste di cinema al mondo) si chiude con un'affermazione che fa sicuramente riflettere: "chi ha visto Armadillo non potrà più guardare Call of Duty allo stesso modo".
Più che un film Armadillo rappresenta un reportage di guerra: il regista Janus Metz e il cameraman Lars Skree hanno trascorso sei mesi con le truppe danesi d'istanza al sud del paese in guerra, documentando la vita di tutti i giorni dei militari, tra momenti di battaglia e attimi di calma e di svago, necessari per scaricare la tensione.
Un film impressionante che proprio nei momenti più concitati, con telecamera a spalla e immagini di grande impatto, riporta alla mente le sezioni viste negli sparatutto bellici, dei quali Call of Duty rimane ancora il massimo esponente.

L’affermarsi dei videogiochi

Il videogioco, probabilmente grazie all'allargamento del mercato verso le fasce dei non giocatori, operato da Nintendo grazie a DS e Wii, ha sicuramente guadagnato terreno nel tentativo di raggiungere una piena dignità, proprio al pari del cinema.
E' però nuovamente il mondo della celluloide a dimostrare come una serie nota, come quella di Call of Duty, sia ormai entrata nell'immaginario collettivo, raggiungendo un pubblico eterogeneo di ogni età ed astrazione sociale.
In una recente intervista il regista Joe Cornish, parlando del suo nuovo film Attack The Block, ha nominato la serie di Activision in una maniera decisamente singolare.
Attack The Block parla di un gruppo di ragazzi di quartiere che, nella periferia sud di Londra, respingono un attacco alieno. A Cornish l'idea è venuta proprio camminando per i sobborghi della capitale britannica, che conosce molto bene, in seguito ad una rapina che ha subito da un ragazzino, molto probabilmente minorenne.
Cornish rimase stupito, quasi atterrito. E disse, riguardo al giovane rapinatore: "probabilmente è della zona, ci siamo già incontrati in questa strada e siamo dello stesso livello in Call of Duty".
E' la dimostrazione che la serie è ormai entrata nell'immaginario collettivo in maniera netta, diventando un punto di riferimento e un metro di paragone tra differenti generazioni, tutte comunque attirate dall'adrenalina del conflitto, dal coinvolgimento della battaglia, dal realismo delle situazioni.

Neon Bible Call of Duty è ormai sinonimo di videogioco, almeno quanto possono esserlo Mario, Gran Turismo o Final Fantasy. I passi fatti dalla serie sono impressionanti e, malgrado tutto, non si può non esser grati al franchise per aver attirato i riflettori della stampa mondiale verso quest’industria. Il dualismo con il cinema, poi, continua a contribuire alla spinta dei videogiochi verso le grandi masse, ormai a proprio agio nello scegliere tra l’ultimo blockbuster o la grande produzione videoludica di richiamo. Interessante notare, infine, che anche tra gli addetti ai lavori la situazione sta cambiando: basta leggere il curriculum di Alex Garland, ormai abituato a lavorare a sceneggiature di successo per il cinema, come 28 Giorni Dopo o Never Let Me Go, e per i videogiochi, come il recente Enslaved di Ninja Theory. Nelle prossime puntate andremo ad analizzare meglio questo fenomeno, anche dal punto di vista della letteratura, con il romanzo di Homefront ad opera di John Milius e Richard K. Morgan a tirare le fila della trama di Crysis 2.