Prince of Persia Le Sabbie del Tempo: un'avventura indimenticabile

Una delle serie Ubisoft più acclamate prima della nascita di Assassin's Creed: riscopriamo Prince of Persia Le Sabbie del Tempo.

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Se Assassin's Creed ha dato inizio alla serie simbolo di Ubisoft della settima generazione di console, Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo ha aperto una leggendaria epopea orientale che avrebbe incantato milioni di appassionati durante l'era PlayStation 2. Non è un caso tra l'altro che alla direzione creativa del viaggio del principe ci fosse nient'altri che Patrice Désilets, il geniale director che in seguito avrebbe partorito proprio le gesta di Ezio e Altair. Figlio d'uno sviluppo non esattamente agevole ma condotto da quel coacervo di gente ambiziosa che risponde al nome di Ubisoft Montreal, Le Sabbie del Tempo ha incantato i giocatori con le sue animazioni acrobatiche e un pool di soluzioni di design coraggiose ed efficaci, a partire dalla famosa abilità del principe di riavvolgere il tempo per rimediare agli errori commessi. Premiato senza riserve dal pubblico e dalla critica, il primo capitolo di Prince of Persia è diventato un classico dell'action adventure, al quale non avremmo potuto non dedicare una puntata di My Generation, la rubrica pensata per celebrare i videogiochi che hanno fatto la storia.

Nascita di un viaggio da "Mille e Una Notte"

Quando l'originale Prince of Persia di Jordan Mechner ha fatto il suo debutto nel lontano 1989, ha attirato l'attenzione dell'intera game industry, ed è da molti considerato uno dei primi veri action/adventure. Grazie a un setting ispirato e a un comparto animazioni decisamente avanzato per l'epoca, il gioco di Mechner ha settato nuovi standard tecnologici ed è diventato il capostipite di un'intera serie terminata con Prince of Persia 3D.

Nella primavera del 2001, in una scena traboccante di avventure contenenti mix di azione e platforming, Ubisoft ha deciso di acquisire i diritti di Prince of Persia per dar vita a un nuovo filone di giochi, affidando tale onore e onere al suo team di Montreal, la cui fama negli anni sarebbe cresciuta a dismisura. A capo di una squadra formata da meno di dieci persone c'erano il Producer Yannis Mallat e il giovane Creative Director Patrice Désilets, a cui finalmente era stata data un'occasione per "brillare". Dal canto suo Mechner non sapeva se tuffarsi nello sviluppo del reboot ma quando gli sono stati mostrati i concept e gli asset ha deciso di entrare a far parte del progetto in qualità di consulente. Nel giugno dello stesso anno il gioco è entrato in piena produzione e nel tempo il cosiddetto Prince of Persia Team è arrivato a ospitare ben 65 persone.

Jordan intanto ha assunto il ruolo di Game Designer e Writer, in modo da apporre sul prodotto una firma creativa più evidente. Ispirandosi ai racconti de Le Mille e Una Notte - che nel frattempo la quasi totalità dei developer stava studiando - e al poema epico Shahnameh, il papà della serie ha definito la personalità del carismatico principe e scritto una storia avvolgente e adatta ai neofiti. Nel creare il Pugnale del Tempo, un artefatto legato tanto alla trama quanto al gameplay, si è invece ispirato a Indiana Jones e i Predatori dell'Arca Perduta, come ben sottolinea la scena in cui il principe acquisisce il potente oggetto.

Detto questo, la primissima versione della trama era ben più estesa e ambiziosa di quella definitiva ma entrava in netto contrasto con alcuni obiettivi della produzione. Per evitare di cadere in un limbo creativo, Désilets e i suoi hanno deciso di ripartire dai quattro elementi chiave alla base del gioco. Parliamo de "l'unità di tempo e di spazio", perché il racconto doveva dipanarsi nel palazzo di Azad, delle "acrobazie", perché l'eroe doveva eseguire un gran numero di prodezze, del "combattimento" e del "riavvolgimento temporale". Strizzando l'occhio a Matrix, a La Tigre e il Dragone e perfino a Tony Hawk's Pro Skater, Ubisoft Montreal ha portato le centinaia di animazioni del protagonista al livello successivo, confezionando movenze spettacolari e aggraziate al tempo stesso.

Per quanto concerne il potere del riavvolgimento invece è stato Patrice a volerlo, perché - nel testare Paperino Operazione Papero - pensò che avrebbe voluto tornare indietro per rimediare agli errori commessi nelle fasi platform, invece di ricominciare daccapo l'intera sezione.

In realtà ogni volta che si dovevano integrare nuove abilità o animazioni all'interno del gioco c'era bisogno di effettuare diversi aggiustamenti, per evitare di aggiungere bug e problematiche a una lista piuttosto estesa. Lo stesso discorso si estendeva al comportamento dei nemici e all'IA del partner, che costituivano altri due aspetti critici per la riuscita dell'esperienza nel suo complesso. Tra la fase di debugging cominciata in netto ritardo e l'assenza di un vero Art Director, con Raphael Lacoste giunto nel team solo alla metà del 2002, la produzione navigava in un mare agitato, complice anche la necessità di produrre una demo di alta qualità in tempo per l'E3 2003. Grazie a una riorganizzazione del testing e all'entusiasmo del Prince of Persia Team, lo stato dei lavori è andato a migliorare non poco, sebbene Ubisoft Montreal abbia dovuto tagliare una serie di contenuti dal prodotto finito, si pensi alla boss battle contro un temibile grifone. Con un Jade Engine allo stato dell'arte e più di 150 versioni preliminari all'attivo, Désilets ha lasciato che la sua opera arrivasse sugli scaffali, riscuotendo un grande successo di critica e progressivamente anche commerciale.

Su questo fronte vogliamo citare uno spot di Prince of Persia dedicato a un atleta che correva sul braccio di una gru fino a saltare per raggiungerne un'altra. Sbagliata l'esecuzione del salto, l'uomo non poteva far altro che cadere nel vuoto e attendere una fine ingloriosa, o almeno questo era ciò che lo spettatore credeva.

Prima di toccare il suolo il runner attivava il riavvolgimento temporale per riprovare la stunt, ed è in questo momento che il filmato passava alle scene in-game. Grazie al potere di controllare il tempo, il principe poteva ribaltare le sorti di uno scontro o ripetere un'intera sequenza di parkour per salvarsi da morte certa, dando vita a momenti al cardiopalma che difficilmente s'erano visti nei videogiochi del tempo.

I prodigi del principe di Persia

"Molti credono che il tempo sia come un fiume che scorre in un'unica direzione. Ma si sbagliano. Il tempo è un mare in tempesta. Forse ti chiederai chi sono e perché io parli così. Siediti, e ti racconterò la storia più incredibile che tu abbia mai sentito".

Rivolte a un interlocutore sconosciuto, le parole del principe accompagnavano un prologo che lo vedeva correre nel bel mezzo d'una foresta immersa nell'oscurità. Giunto nei pressi del manipolo d'uomini guidato dal re di Persia Shahraman, il giovane guerriero assecondava la brama di potere del padre e l'affiancava in battaglia contro i difensori d'una potente città indiana.

Sconfitto il nemico e assetato di gloria, il principe si recava nelle sale del tesoro per saccheggiarle dietro consiglio dell'infido Visir Zervan, che tra l'altro aveva tradito il suo padrone consegnando la città ai persiani. Giunto nei sotterranei del palazzo, il figlio di Shahraman trovava uno strano pugnale e mentre gli uomini del re catturavano Farah, la figlia del Maharajah, il sovrano ammirava con stupore la lucentezza della Clessidra del Tempo.

Il Visir traditore e l'esercito persiano si recavano quindi dal Sultano di Azad, che riceveva in dono dal re di Persia proprio la clessidra luminescente. Spinto dal Visir a liberarne le sabbie col Pugnale del Tempo, il principe scatenava un potere che non aveva mai visto prima e non poteva far altro che assistere alla morte di suo padre e alla trasformazione degli astanti in orridi mostri. Protetto dal pugnale che gli aveva stravolto la vita, il combattente sopravviveva assieme alla sola Farah e al perfido Zervan, ormai divenuto una minaccia da eliminare a qualsiasi costo. Questo era nient'altro che il prologo di un racconto curato e avvincente, che si dipanava attraverso il gameplay e si fondava sulla redenzione di un principe intenzionato a rimediare agli errori commessi.

In un misto di azione, avventura e platforming, Prince of Persia Le Sabbie del Tempo non si perdeva in chiacchiere e mostrava sin dal principio le punte di diamante della sua offerta. Parliamo di un'impostazione registica dinamica e calzante coi toni dell'esperienza, che riprendeva al meglio le prodezze del principe durante i combattimenti e le intense fasi di parkour.

Irte di pericoli e pervase da un alone di mistero, le sale in rovina del palazzo di Azad erano piene di fossati con spuntoni acuminati, seghe e spade che fuoriuscivano da ogni superfice e tante altre diavolerie. Grazie al wall running e alle sue doti acrobatiche - che poggiavano su animazioni di qualità ben oltre la media del tempo - il principe poteva dondolarsi sulle corde o sui pali e utilizzava i muri per darsi la spinta e saltare sulle piattaforme. Oltre a risolvere diversi enigmi al fianco di Farah, che col suo arco si rivelava un'utile alleata anche in battaglia, il futuro re di Persia doveva affrontare le mostruosità delle sabbie, facendo largo uso dei poteri del pugnale. Questo infatti non si limitava a riavvolgere il tempo, bensì consentiva al possessore di "congelare" un singolo nemico o l'intera azione, in modo da infliggere gravi danni a più avversari. Il guerriero poteva combinare le sue abilità acrobatiche con i colpi della sua daga per inanellare una danza di morte tanto distruttiva quanto bella a vedersi, fatta di fendenti rapidi, brutali esecuzioni e dal costante assorbimento delle sabbie dai corpi dei nemici.

Varia e piacevole, la ricetta ludica era impreziosita da un'eccellente direzione artistica e un comparto grafico di sicuro impatto, ottenuto tra l'altro dal motore che ha dato vita al mai dimenticato Beyond Good and Evil di Michel Ancel. Dall'ottima colonna sonora dei combattimenti, fino all'incredibile illuminazione degli ambienti, la cornice audiovisiva vantava una personalità unica, che ha fatto guadagnare al titolo di Ubisoft un posto tra i migliori di quegli anni.

Diventato una pietra miliare, Le Sabbie del Tempo ha ricevuto alcuni sequel (citiamo ad esempio Spirito Guerriero) ma non ha mai smesso d'essere il preferito dei fan. Forse non è un caso che, stando ad alcune voci di corridoio attendibili, la compagnia di Guillemot abbia deciso di riavvolgere il tempo per farci apprezzare Prince of Persia Le Sabbie del Tempo sotto forma di remake.