ROM OK: Rampage, la furia di George, Lizzie e Ralph

Dalle sale giochi e gli home computer degli anni '80 al grande schermo: ripercorriamo la storia di Rampage, uno dei videogiochi arcade più amati di sempre.

ROM OK: Rampage, la furia di George, Lizzie e Ralph
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"Io prendo il dinosauro, Marco il lupo gigante e tu che non hai mai monete ti becchi lo scimmione. Andiamo!"

Della miriade di videogame che hanno fatto la loro comparsa in sala giochi, pochi si possono vantare di essere brutali, divertenti ma soprattutto sinceri e spontanei come Rampage, di Bally Midway. Era il 1986, due anni più tardi la software house americana, da sempre legata al mondo degli arcade (e flipper!), avrebbe cambiato volto e assetto societario (acquistata da Williams Electronics, abbandonò il nome Bally per essere soltanto Midway), concentrandosi quasi totalmente nello sviluppo di videogiochi per console casalinghe, ma non prima di aver sganciato un'ultima (che poi non sarà davvero l'ultima ma ci vorranno molti anni per dimostrarlo) bomba mangia gettoni.

Mostri immortali

Il merito va a Brian Colin, l'artista che con il suo lavoro aveva dapprima regalato alla compagnia uno stile grafico da subito riconoscibile, per poi successivamente provare la strada del game design firmando successi che da Rampage portano fino a un altro mito del passato chiamato ArchRivals (non fatevi ingannare dal nome: si tratta di un gioco di basket due contro due molto fisico, una sorta di NBA Jam prima di NBA Jam, con tiri speciali e mosse come pugni e calcioni essenziali per rubare palla all'avversario). La lista dei giochi ideati da Colin non è molto lunga, e nonostante abbia anche collaborato alla nascita di una manciata di capolavori come Spy Hunter, il suo gioco più popolare rimane sempre e solo lui: questo strano action che irruppe in sala a metà degli 80' e che con il suo cabinato da tre giocatori fece faville per oltre quindici anni, venendo convertito per più di 25 piattaforme differenti e assicurandosi un posto in ogni collection Midway degna di questo nome. Rampage è da sempre ovunque e in nessun posto, amato alla follia eppure quasi mai presente nella lista degli indispensabili.

Ciò non toglie nulla al suo straordinario successo che lo ha portato nel 2015 ad essere nascosto all'interno di LEGO Dimension, e nel 2018 a trasformarsi in Rampage Furia Animale, ovvero uno dei grandi successi della stagione cinematografica dell'anno (oltre 400 milioni di Dollari di incasso), con tanto di Dwayne "The Rock" Johnson come protagonista. Impossibile ma quasi vero: il film ha meno trama del gioco.

Semplicemente bestiale

Il segreto di questo immortale successo è, come spesso accade con i coin-op, la sua estrema semplicità. Lo scopo dei tre mostri selezionabili dai giocatori è il più elementare e primordiale possibile: distruggere la città facendo crollare tutti i grattacieli presenti sullo schermo. Per riuscire nell'intento, è necessario scalare gli edifici e massacrarne le pareti a colpi di potentissimi pugni, cercando nel frattempo eventuali aiuti nelle sorprese nascoste nelle numerose finestre, da cui possono affacciarsi anche piccoli umani che le enormi bestie possono afferrare e sgranocchiare per recuperare un po' di energia. I nemici dei giocatori sono due: il tempo a disposizione, più o meno stringente a seconda di come viene tarato il cabinato, e l'esercito, il quale cercherà di ripristinare l'ordine prima con della timida fanteria e successivamente attaccando con carri armati ed elicotteri. Quando il countdown termina o l'energia di una delle bestie presenti in gioco raggiunge lo zero, questa riprenderà sembianze umane per trasformarsi nuovamente se inserita un'altra moneta. Mentre un giocatore è umano gli altri possono mangiarlo, resettando così il suo punteggio. Si tratta essenzialmente di distruggere ed uccidere tutto, da soli o ancora meglio in compagnia di altri due amici o anonimi passanti.

In Rampage non bisogna salvare la terra dagli alieni, consegnare giornali o liberare una donzella in pericolo, non ci sono nemmeno boss di fine livello e il gioco è a tutti gli effetti infinito (dopo una città ce ne sarà sempre un'altra), inoltre al giocatore viene concesso l'inedito ruolo del cattivo, per un concentrato finale che non poteva non spiccare tra gli altri cabinati in modo deciso e rivoluzionario. La possibilità di poter giocare in tre contemporaneamente ha dato un'ulteriore slancio a un coin-op su cui magari non spendevi tutte le monete che avevi in tasca, ma con il quale molto probabilmente aprivi e/o chiudevi ogni visita il sala giochi, quasi fosse un rito magico. La sensazione di potenza che trasmettevano i colpi delle tre creature selezionabili era impareggiabile (ma si è affievolita inevitabilmente nel tempo), mentre la breve biografia che ne descriveva la storia apriva le porte a galoppate di fantasia che al primo tocco di joystick creava mondi narrativi diversi per ogni partita.
George la scimmia è lo scienziato, Lizzie il dinosauro l'ignara bagnante, mentre Ralph il lupo un cuoco: tutti e tre entrano contemporaneamente in contatto con i pericolosi scarti industriali della Scumlabs e si trasformano per seminare il panico in città (e poi nel mondo intero). Non sappiamo perché nel film abbiano scelto di non dare un'origine umana ai tre bestioni; non crediamo che ci sia un solo appassionato del videogioco originale che sia favorevole a questo cambiamento perché donava ai tre un'empatia necessaria e nient'affatto secondaria, la stessa che a distanza di 32 anni dall'arrivo in sala di quel cabinato continua a far parlare di loro.