Rubrica SoundSteps - The Last of Us

Dietro all'induscusso vincitore del Game of the Year di Everyeye c'è la chitarra del compositore argentino Gustavo Santaolalla

Rubrica SoundSteps - The Last of Us
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Per noi, per voi e per una caterva di testate sparse per il pianeta è il miglior gioco dell'anno. Per i lettori di Everyeye dappoi è anche il simbolo dell'ormai passata generazione di console, il videogioco paradigma delle conquiste tecnologiche, ludiche e narrative dal 2005 ad oggi. E scusate se è poco!
Naughty Dog con The Last of Us ha trionfato sopra l'agguerrita concorrenza di Grand Theft Auto V, staccando di misura l'esagerato free roaming Rockstar sopratutto nelle categorie artistiche: ambientazione, design dei personaggi e - quello che ci interessa maggiormente in questa sede - colonna sonora.
Il compositore argentino Gustavo Santaolalla ne è l'autore principale. Un virtuoso della chitarra, le cui corde pizzica con frenetici sussulti in deliziosi accenni musicali, prestatosi per lungo tempo al cinema prestando la propria musica sofferta a lunghi racconti introspettivi.
The Last of Us subisce inevitabilmente il fascino di Santaolalla: il suo modo di suonare si presta ai tempi più dilatati di un videogioco, i suoi echi acustici arrivano da un passato lontano, contemplano l'isolamento di Joel ed Ellie, cambiano direzione all'improvviso e crescono gradualmente come si farebbe in un thriller hollywoodiano.
Ecco perchè prima di ascoltare qualche brano significativo di The Last of Us, ci è sembrato opportuno presentare alcune colonne sonore cinematografiche composte da Santaolalla negli ultimi anni!

Brokeback Mountain

I cow-boy omosessuali del film Brokeback Mountain, diretto da Ang Lee nel 2005, non hanno vinto solo innumerevoli premi tra Oscar e Leone d'Oro, ma hanno spinto un'intera cultura a domandarsi senza pre-concetti se l'amore tra persone appartenenti allo stesso sesso possa essere tanto profondo e solido quanto quello tra sessi biologicamente diversi. La risposta è ovviamente sì, ma oggi come dieci anni fa persone, associazioni e religioni faticano a riconoscere la possibilità di tale legame...
Tra le montagne del Wyoming nel 1963, Heath Ledger e Jake Gyllenhaal si innamorano l'uno dell'altro quando vengono ingaggiati per condurre al pascolo un gregge di pecore nella località di Brokeback Mountain (un luogo fittizio) durante l'estate. I due poi si separeranno ed entrambi convoleranno a nozze e diverranno padri, ma quei tre mesi di forzato isolamento non saranno mai dimenticati.




Per la colonna sonora del film di Ang Lee, Gustavo Santaolalla si aggiudicò il premio Oscar, replicando l'anno successivo con Babel. Il compositore argentino si ispira alla musica country nord-americana, lasciando però che siano sopratutto le sue amatissime chitarre ad accompagnare l'intero film: l'esecuzione solitaria e gli echi lontani della cassa che risuona ben si adattano al tono del racconto, alla sceneggiatura sospesa e al crescendo emozionale dei due cow-boy!

I Diari della Motocicletta

Il Che prima del Che! Ne I Diari della Motocicletta di Walter Salles si prende spunto dai diari di Ernesto Che Guevara "Notas de viaje" per ricostruire il viaggio che il laureando in medicina fece nel 1951 visitando l'America del Sud.
Tra bighellonate, disavventure in moto ed incontri galanti, il Che maturerà un forte desiderio di riscatto nei confronti dei più deboli e contro lo sfruttamento delle multinazionali nord-americane. Dal film emerge chiaramente il suo pensiero panamericano e terzomondista, mentre non si fa alcun accenno al successivo accoglimento del socialismo e della rivoluzione armata.




Santaolalla interpreta a suo modo la concitazione della partenza, l'eccitazione per il lungo viaggio e l'apprensione dei genitori che lo vedono partire ad appena un paio d'esami dalla laurea.
Il tema introduttivo de I Diari della Motocicletta riflette tutti questi sentimenti, equilibrandosi sapientemente con le prime righe del resconto tenuto dal Che.
"Il piano: percorrere 8000 km in 4 mesi. Metodo: l'improvvisazione. Obiettivo: esplorare il continente latino-americano fino ad ora conosciuto solo attraverso i libri"




Specularmente vi proponiamo la musica che accompagna i titoli di coda del film, dove attraverso fotografie si racconta del vero viaggio compiuto negli anni '50. Da Usuahia a La Quiaca, la punta estrema della Terra del Fuoco e il paese argentino dove è nato e cresciuto il Che: un percorso circolare, a ridosso delle Ande, la colonna vertebrale del Continente, su fino in Venezuela e poi ritorno a casa. Un viaggio in mezzo a popoli tra loro molto simili, accomunati dalla lingua spagnola, ma che il resto del Mondo vuole divisi ed in guerra tra loro.

The Last of Us

Il cinguettio degli uccellini ed il fruscio delle onde ci rasserenano fino a quando gli strumenti a fiato si sgonfiano e lo schermo cozza contro una finestra sporca. Sin dallo schermo del titolo The Last of Us, il capolavoro per Playstation 3 di Naughty Dog, ci sbatte contro la sua essenza decadente e la sua colonna sonora malinconica, fatta di cambi repentini ed eseguita in punta di chitarra.
Sarebbe quasi errato parlare di colonna sonora, visto che le musiche di The Last of Us sono qaunto di più lontano dai temi orchestrati dei Final Fantasy o anche dell'irruento Uncharted: l'orecchio del giocatore è sempre teso verso le minacce che lo circondano, è molto più interessato all'impercettibile spostamento di un vetro di bottiglia che all'udire una piacevole melodia. Ne va della sua sopravvivenza!




Forse solo il Main Theme è una melodia fatta e finita, che Santaolalla concepisce secondo quel crescendo di note e strumenti già ascoltato in Brokeback Mountain e nei Diari della Motocicletta. Ma la comunanza tra i film da premio Oscar e l'esperienza con la musica nei videogiochi finisce qui per l'artista argentino: Naughty Dog lo obbliga a poche note, che echeggiano da un passato in cui ancora si poteva vivere al sicuro nelle sterminate pianure d'America.
E così Santaolalla amplia la sua gamma musicale riservandosi per sé un ruolo di conduzione d'orchestra pizzicando la chitarra che non ha praticamente più segreti per lui, ma accordandosi con altre fonti di rumore molto importanti per il gameplay di The Last of Us come caricatori scarichi di fucile, sbavate infernali dei Licker, impercettibili rifrazioni di una pozzanghera e da ultimo il silenzio, l'agghiacciante silenzio!




All Gone è senza dubbio il bravo più malinconico e raggelante dell'intero gioco. Accompagna la cut scene più struggente dell'intera avventura ed addossa gran parte della commozione musicale ai violini, che in questi casi facilitano sempre la lacrimuccia. Una performance degna di nota per la Nashville Scoring Orchestra, che dietro la bacchetta di Santaolalla ha suonato tutti quei brani che il compositore argentino non era in grado di campionare da sé nel proprio studio...




La tensione cresce con facilità nel mondo marcio di The Last of Us. I sopravvissuti non si faranno affatto intimidire dalla giovane Ellie e si coalizzeranno per accoppare Joel, ipotizzando favolosi tesori contenuti nel suo zaino da Scout. Al pizzicorio degli strumenti a corda di quando in quando si impone la durezza dei tamburi come in I know what you are, una cattiveria che stordisce e avvolge il giocatore di un ulteriore strato emotivo, quello della bestialità e crudeltà dell'uomo.
Sentite il vostro, sentito il suo battito forte forte mentre la membrana vibra e la quiete si destabilizza!