A Painter's Tale: una nuova avventura ambientata in Italia

La vera e drammatica storia del campanile di della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria raccontata sotto forma di videogioco.

A Painter's Tale: una nuova avventura ambientata in Italia
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  • Di luoghi unici e suggestivi l'Italia ne è piena, ma pochi, forse nessuno, è paragonabile al Lago di Resia, in Val Venosta. No, non solo per via della purezza delle sue acque, o per le maestose montagne della Vallelunga che lo circondano: la particolarità la si nota a prima vista, perché difficilmente vi è già capitato di assistere a uno spettacolo simile, a un campanile che emerge da uno specchio altrimenti incontaminato, nel bel mezzo dei suoi quasi 7 chilometri quadrati. Uno scherzo? Una sofisticata manovra di marketing? Assolutamente no. La storia di quel campanile, parte integrante della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria è vera, drammatica, e ogni pietra di cui è composto resiste strenuamente da 7 secoli per raccontarla quella storia, ben più recente, ma vicina e affine a tante altre che hanno come protagonista l'uomo e le sue contraddizioni.

    Un videogame che racconta realtà e finzione

    La struttura è infatti l'unica superstite del borgo di Curon, la cui unica colpa fu quella di trovarsi a metà tra due laghi (quello omonimo e quello di Resia), sin dal 1910 nelle mire di grossi gruppi industriali legati all'energia e alle risorse minerarie: l'unificazione dei due tramite la costruzione di una diga avrebbe portato alla creazione di un enorme bacino, garantendo così una produzione di energia idroelettrica troppo ghiotta per chiunque. Poco male per i curonesi, che avrebbero solo dovuto abbandonare averi, ricordi e bestie, no? Perché attaccarsi ai beni materiali? E chi ci pensa ai poveri investitori continuamente assetati di profitto, che devono sostenere le spese per il terzo o quarto yacht da comprare? Da qualsiasi punto la si voglia guardare, è davvero difficile analizzare la storia di Curon restando imparziali: il sacrificio di pochi per il vantaggio di molti è sempre e comunque accettabile? E se ci fosse altro dietro il vil denaro, tanto più in una terra di confine dove le linee di demarcazione non combaciano con quelle del cuore e delle radici? Sono solo alcune delle domande, delle riflessioni che rimbalzano nella testa dopo aver indossato i panni di Tommaso, il protagonista di A Painter's Tale: Curon, 1950.

    Un pittore, come si evince dal titolo, la cui storia è però legata a doppio filo con quella del piccolo borgo altoatesino, che a metà tra realtà e finzione, tra immedesimazione e memoria storica, trascina il giocatore in un'avventura studiata per vivere e toccare con mano quanto accaduto nel 1950, quando vennero portati a termine i lavori sulla diga (iniziati nel 1939 ma interrotti dalla Seconda Guerra Mondiale) lasciando solo quell'ormai iconico campanile solitario.

    Una storia che vale la pena di essere conosciuta

    Il gioco, disponibile da fine gennaio su Steam (a circa 7 €) è firmato dai bolognesi Monkeys Tales Studio col supporto di IVIPRO, un progetto che ha come obiettivo la valorizzazione del medium videoludico in quanto non solo strumento di intrattenimento, ma anche di apprendimento e di scoperta delle bellezze culturali e naturalistiche del territorio italiano. Non brilla per longevità (basteranno poco meno di 3 ore per raggiungere i titoli di coda) o per meraviglie ludiche o tecnologiche (anche se qualche scorcio regalato dalla voxelart aiuta a chiudere un occhio su un sistema di movimento legnosetto e su alcune telecamere fisse), ma le sue qualità risiedono altrove, e non solo nell'indubbio valore culturale, o nell'importante testimonianza che custodisce: la finta storia di Tommaso, tra intrighi e viaggi nel tempo, è un modo convincente e appassionante per riscoprire quella vera e drammatica di Curon, che dimostra ulteriormente le potenzialità del videogioco come strumento non solo didascalico, ma anche di conservazione e di interazione storica.

    Un conto è leggere o sentire le testimonianze di chi ha vissuto quei terribili momenti, un conto è vivere in una trasposizione digitale che quelle testimonianze prova a concretizzarle, e venire trascinati nel Lago di Resia da una misteriosa luce, risvegliandosi 70 anni prima in una casa quella di Ida.

    Scoprire i luoghi iconici del defunto borgo, assaporarne alcuni scorci tramite veri dipinti e foto dell'epoca, scambiare quattro chiacchiere con i contadini o le signore del posto, tastare con mano la vana, iniziale speranza, quando i piani originali prevedevano un innalzamento dell'acqua solo di qualche metro, intaccando solo i masi e non il centro del paese, salvo poi ritrovarsi un comunicato, in un italiano incomprensibile per la popolazione interamente germanofona, che invitava a prepararsi a un trasloco forzato qualche metro più in là, in anonimi prefabbricati e in cambio di un indennizzo e ben poche spiegazioni.

    In un panorama fatto di videogiochi a base di guerra e terrorismo che rinnegano però qualsiasi intento politico, A Painter's Tale: Curon, 1950 non si fa problemi a schierarsi, in una storia, come detto, in cui è impossibile restare indifferenti o super partes. E va bene così, se si vuole che i videogiochi siano qualcosa "di più", e non solo semplici macchine del tempo (sia quando lo fanno passare in maniera spensierata, sia quando teletrasportano il giocatore in altri mondi e in altre epoche).

    Il sito ufficiale di A Painter's Tale recita che si tratta di "una storia di amore e resistenza", ma anche di testimonianza, di ricordo, di presa di coscienza di un passato che non va mai dimenticato. E perché no, di scoperta, anche e soprattutto nel mondo reale, perché quando ricapita di trovarsi davanti a un campanile che emerge dalle acque?

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