Aeon Must Die!: un fallimento spaziale

Cronaca di un disastro fatto di accuse, speculazioni, strani giri e soprattutto di tanto, tanto potenziale sprecato: la storia di Aeon Must Die.

Aeon Must Die!: un fallimento spaziale
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Xbox Series X
  • Difficile dimenticare il folgorante primo contatto con Aeon Must Die!, avvenuto durante lo State of Play del 6 agosto 2020: nel bel mezzo di un evento non proprio memorabile ecco spuntare, completamente dal nulla, un trailer di quelli che lasciano effettivamente il segno. Martellanti musiche sythwave alla Carpenter Brut, toni squisitamente enfatici da stramba Odissea intergalattica e un pregevolissimo stile da graphic novel in movimento con una palette cromatica alla TRON sono soltanto alcuni degli elementi che fanno subito balzare all'occhio un titolo sconosciuto fino a qualche istante prima, calamitando immediatamente l'attenzione verso un action bidimensionale che promette di alternare feroci combattimenti corpo a corpo a teatrali passaggi narrativi da pomposo anime.

    L'impatto di Aeon Must Die! è francamente davvero degno di nota: così sopra le righe che dopo il sincero e genuino "wow" inizia a serpeggiare l'impressione che tutto sembri quasi troppo bello per essere vero. A maggior ragione considerando sia la storia altalenante del publisher, quella Focus Home Interactive di A Plague Tale: Innocence ma anche di diversi passaggi a vuoto, sia soprattutto il team di sviluppo, ovvero uno studio indipendente estone di illustri sconosciuti che rispondono al nome di Limestone Games.

    Per carità, non che non si sia mai assistito a strabilianti exploit - la recensione di Kena: Bridge of Spirits è in questo senso assai indicativa - eppure la sensazione che qualcosa non torni del tutto è lì, in qualche misura palpabile. Niente che però possa neppure lontanamente preparare alla baraonda destinata a emergere nel giro di letteralmente mezz'ora.

    Controversie spaziali

    Concluso lo State of Play non c'è infatti nemmeno il tempo di riguardarsi a dovere il trailer che esplode un vero e proprio scandalo: ex dipendenti di Limestone Games accusano la compagnia di abusi, appropriazione indebita di proprietà intellettuale e mancati pagamenti. In rete trapela un gigantesco archivio contenente materiale raccolto nel corso del tempo, a supporto di pesantissime insinuazioni rivolte all'apparato dirigenziale di un'azienda che viene descritta come promotrice di un trattamento "inumano" a base di crunch insostenibile, stipendi da fame e sfruttamento del lavoro altrui. Uno sprezzante sabotaggio dall'interno durato mesi e mesi, che porta gli ideatori originali e molti dei creativi effettivamente al lavoro su Aeon Must Die! ad abbandonare lo studio ben prima dell'annuncio del gioco stesso.

    Segue l'immancabile vespaio di polemiche e accuse reciproche, che ovviamente non può non coinvolgere in un modo o nell'altro anche il publisher. Il ruolo di Focus Home Interactive nella vicenda risulta in effetti assai poco chiaro, ed è impossibile stabilire dall'esterno se l'azienda francese abbia

    peccato di colpevole superficialità nel non essere andata a fondo della questione - perché gli esuli sostengono di aver avvisato il publisher della situazione attraverso una lettera all'epoca dei fatti - o se ancora peggio sia stata tentata una manovra molto oltre il limite. Al di là di tutto, quasi con la medesima rapidità con cui Aeon Must Die! balza agli onori della cronaca, in poche settimane ci si dimentica della questione: sul progetto cala un velo di silenzio, e la sensazione è che al di là del tristissimo episodio non ci siano più i margini per riparlare in futuro di questo promettente action game previsto inizialmente per il 2021. Eppure, ancora una volta, la storia di Aeon si rivela foriera di ulteriori, incredibili colpi di scena.

    Chi non muore si rivede

    Il 18 agosto 2021, a un anno di distanza dalla controversa world premiere, Focus Home Interactive ricarica sul suo canale YouTube lo stesso identico trailer dello State of Play 2020, etichettandolo come "Reveal trailer". Anche la data è la medesima, un generico 2021. Un'indicazione che però si fa assurdamente concreta il 14 ottobre, quando Aeon Must Die! viene pubblicato sostanzialmente senza preavviso su PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch e PC.

    Ad accompagnare la perentoria dichiarazione d'intenti una serie di domande & risposte con cui il publisher cerca di chiarire il suo punto di vista, sommerso dalla critiche di un'utenza inferocita: secondo Focus l'IP del gioco sarebbe condivisa dalla stessa compagnia francese e da Limestone Games a seguito di

    un accordo sottoscritto a inizio 2019 e regolarmente valido. Il publisher, che sostiene di aver messo a disposizione un budget extra per lo sviluppo per far fronte alle difficoltà, si dichiara completamente estraneo a qualsiasi forma di straordinari obbligatori e sottopagati, e anzi dice di non aver in nessuna misura interferito con l'iter creativo della produzione. Al contrario, a seguito della lettera di dimissioni del team originale, Focus Home Interactive fa presente di essersi avvalsa dei report di due studi legali indipendenti (uno internazionale e uno estone) assoldati per l'occasione: secondo la compagnia di Vampyr non sarebbero state riscontrate irregolarità di nessun genere, come confermato anche da un'ulteriore indagine svolta dal ramo estone dell'IGDA, ovvero l'International Association of Video Game Developers.

    Insomma, tutto risolto? Nient'affatto, perché nel frattempo le menti dietro Aeon Must Die!, che continuano a sostenere di non essere mai state pagate a dovere nonché di essere state defraudate della loro creatura, fondano proprio a metà ottobre un team da zero, Mishura Games. Oltre ad annunciare per il 2025

    Immortal: And the Death that Follows - una nuova IP senza legami con l'universo di Aeon che tuttavia dovrebbe raccogliere l'eredità spirituale del titolo, perché a loro avviso nel frattempo la loro opera originale sarebbe stata trasformata in qualcosa di molto diverso e fuori dal loro controllo - il neonato studio passa al contrattacco, rispondendo colpo su colpo a Focus ed anzi esortando il publisher a rivelare pubblicamente gli esiti delle fantomatiche investigazioni (mentre pure l'IGDA afferma di non aver affatto avvallato quanto sostenuto dall'azienda transalpina). Un caos senza precedenti, che lascia lo spiacevole retrogusto di un'operazione quantomeno discutibile, se non apertamente sbagliata su più fronti.

    Un logorante ciclo di morte e rinascita

    Sensazioni peraltro confermate in pieno da quel che è possibile giocare oggi, al prezzo di 19.99€. A ben vedere, Aeon Must Die! partirebbe pure abbastanza alla grande: la gagliarda direzione artistica e un'innegabile ricercatezza di fondo in termini estetici si dimostrano un eccellente biglietto da visita per confermare,

    almeno sulle prime, le convincenti impressioni suscitate dal trailer. L'impostazione è a tutti gli effetti quella di una sorta di accattivante fumetto interattivo che segue, con tanto di dialoghi in stile balloon, le vicende di Aeon, imperatore dell'Armata del Vuoto per qualche ragione tradito dai suoi stessi generali e dato erroneamente per morto. La fusione in extremis con un potentissimo organismo parassita salva il sovrano, dandogli modo di inscenare la più classica delle vendette: una faida personale in cui toccherà al giocatore scegliere se rimanere umano oppure se soccombere a una forza incontrollabile, alimentata da un ardore potenzialmente in grado di sconvolgere un'intera galassia.

    I roboanti toni da anime sono esattamente quelli che ci si aspetta, e, al netto di una verbosità un po' troppo pronunciata e di premesse narrative non certo inedite, Aeon Must Die! sembra scorrere senza problemi. Anche in termini di gameplay la prima mezz'ora abbondante tutto sommato funziona: un lungo tutorial ti guida pazientemente per mano, per farti metabolizzare le dinamiche di un peculiare picchiaduro bidimensionale a schermate fisse in cui si succedono incontri uno contro tutti alquanto particolari. L'idea alla base di un sistema di combattimento che si articola grossomodo come quello di un action in terza persona alla Devil May Cry, con mosse sempre più letali da sbloccare accumulando esperienza, è quella di un precario equilibrio su una doppia polarità.

    Aeon non ha infatti una vera e propria barra della vita a schermo: usare gli attacchi associati al tasto Triangolo o al Quadrato accumula rispettivamente gelo o calore, spingendo lo stato interiore dell'eroe verso uno dei due estremi. Una volta arrivati a quel punto si innesca uno stato di furia che da un lato permette di eseguire mosse più potenti e senza vincoli, ma dall'altro permette agli avversari di uccidere Aeon con un singolo colpo. Se a tutto ciò si aggiunge un numero di continue limitato, con un approccio vagamente roguelike, diventa possibile capire quanto Limestone Games abbia comunque provato a concepire una formula diversa dal solito.

    Il problema è che, senza mezzi termini, al di là delle lodevoli intenzioni Aeon Must Die! non si comporta affatto come dovrebbe. Nel giro di un'ora emergono infatti impietosamente tutte le crepe di un impianto ludico inconsistente e

    strutturato male, devastato da una cronica ripetitività di fondo, da un ritmo soporifero (l'azione si interrompe sistematicamente non appena sembra stia per ingranare) e da una piattezza irreale. A mancare è in tutto e per tutto il senso di sfida, il brivido dell'adrenalina, quell'alchimia di riflessi e tecnica che di solito rende irresistibile il genere. Poco importano allora alcuni spunti non banali disseminati qua e là, dalle interazioni con gli avversari sullo sfondo ai nemici che dovrebbero apprendere il tuo modo di combattere per adattarsi e far crescere il loro senso di minaccia: tutto risulta inevitabilmente compromesso da un gameplay peggio che scadente, in cui una forma niente male prova a nascondere una sostanza mai pervenuta.

    Ed è proprio questa palese vacuità di fondo a gettare un alone assai sinistro sull'intera operazione, perché è sinceramente difficile non pensare che la versione di Aeon Must Die! che ci è stato proposta altro non sia che un collage di suggestioni ancora in sviluppo, messe assieme in maniera maldestra - se non apertamente disonesta - e sbattute sul mercato per provare a farla sporca, cercando di cavarne comunque qualcosa.

    Un antipaticissimo sospetto peraltro alimentato anche dalla totale assenza di supporto marketing da parte del publisher (basti dire che le redazioni non hanno neppure ricevuto il codice per recensire il prodotto, come testimoniato dalla surreale assenza di valutazioni a livello globale su Metacritic).

    Il consiglio diventa allora più spassionato che mai: evitate di supportare un progetto partito con le migliori intenzioni ma collassato sotto responsabilità difficili se non impossibili da stabilire. E, al limite, tenete d'occhio quel che potrebbe accadere dalle parti di Mishura Games.

    Aeon Must Die! Inutile girarci attorno: così come viene proposto oggi, Aeon Must Die! è un disastroso fallimento in cui una coltre di fumo al neon tenta di celare - assolutamente senza riuscirci - un arrosto che non esiste nemmeno per sbaglio. Dietro all'opera di debutto di Limestone Games c'è una storia complicatissima e triste, difficile se non impossibile da decifrare per davvero: l'unica certezza è che alla fine ci hanno perso in modi diversi letteralmente tutti, dagli sviluppatori originali al publisher, passando per l'etichetta e in ultima misura il pubblico. Che peccato, per non dire che vergogna.

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