Alone in the Dark: il ritorno del padre di tutti i survival horror

Abbiamo assistito a una lunga presentazione di Alone in The Dark e provato la demo prologo gratis: ecco le nostre impressioni!

Alone in the Dark
Anteprima: Multi
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Disponibile per
  • Pc
  • PS5
  • Xbox Series X
  • SteamDeck
  • Prima del fenomeno virale degli horror cooperativi, prima dell'ascesa di Outlast e Amnesia e delle reaction su YouTube, prima del terrore psicologico di Silent Hill di Konami e prima anche degli albori dell'immortale Resident Evil di Capcom, c'è stata un'altra serie che ha saputo trasporre il genere dell'orrore nel medium videoludico dando i natali all'intera dinastia dei Survival Horror interattivi e ispirando poi tutti i più grandi esponenti della categoria. Nato nel lontano 1992 dalla penna del designer Frédérick Raynal per l'allora celeberrima Infogrames e distribuito sulle principali piattaforme dell'epoca tra cui MS-DOS, Mac OS e 3DO, Alone in the Dark è stato un autentico precursore dei tempi, che portava in dote tutti i canoni stilistici che, di lì a poco, sarebbero diventati i principi fondanti su cui costruire la stragrande maggioranza degli incubi digitali pubblicati in seguito.

    Purtroppo però, col passare del tempo, la serie non ha ottenuto il successo che avrebbe meritato e, al netto dei tre capitoli originali e di un quarto sequel che è divenuto un piccolo cult tra gli estimatori, tutti i progetti più recenti legati al brand (tra cui il terrificante lungometraggio targato Uwe Boll) non hanno rispettato le aspettative in termini qualitativi e di vendite, facendo finire questo blasonato nome in un ingiusto dimenticatoio. Tuttavia, oggi, a oltre trent'anni di distanza dall'uscita del capostipite, il publisher THQ Nordic e lo sviluppatore Pieces Interactive si apprestano a rilanciare una nuova visione di Alone in the Dark, una reinterpretazione delle tematiche e delle atmosfere alla base della trilogia classica declinate secondo un gusto più fresco, più moderno e adatto a una nuova generazione di videogiocatori. Non si tratta di un remake fedele, quindi, quanto piuttosto di un nuovo inizio per la saga che potrà essere fruito sia dagli appassionati della prima ora sia da chi è in cerca semplicemente di un brivido lungo la schiena.

    Conosciamo il team

    Recentemente abbiamo assistito a una presentazione dedicata alla nuova incarnazione di Alone in the Dark che ci ha permesso di approfondire sia gli ingredienti della ricetta ludica sia l'interessante curriculum del team che si sta occupando di questo oneroso compito.

    Sotto quest'ultimo aspetto, la prima figura che salta subito all'occhio è quella di Mikael Hedberg, già noto ai fan del genere per il suo lavoro in Frictional Games come scrittore della serie Amnesia e dell'eccellente SOMA: la presenza di un autore di questo calibro alle prese con gli argomenti di Alone in the Dark potrebbe essere garanzia di qualità. Altrettanto notevole è l'inclusione nel progetto, come designer delle creature che ci troveremo a affrontare, dell'illustratore statunitense Guy Davis, storico collaboratore del poliedrico regista Guillermo del Toro in film acclamati come The Shape of Water e Pacific Rim ma anche dell'affascinante serial a base di vampiri The Strain. Chiude questo trittico ideale un altro artista che si sta occupando della composizione delle musiche che faranno da accompagnamento alle varie situazioni che si susseguiranno nel gioco, il leggendario musicista Doom Jazz Jason Köhnen, i cui brani si sposano perfettamente con il tipo di narrativa proposta dalla saga. E anche sotto il profilo attoriale Pieces e THQ Nordic sembrano aver fatto le cose in grande: i due storici protagonisti del brand, il detective privato Edward Carnby e la misteriosa ereditiera Emily Hartwood, infatti, saranno interpretati da due volti noti della Hollywood dei giorni nostri, rispettivamente David Harbour (il Jim Hopper di Stranger Things) e Jodie Comer (apprezzata in The Last Duel di Ridley Scott ma anche nella serie TV Killing Eve).

    Insomma, pare che ci siano tutte le carte in tavola per un'esperienza cinematografica a tutto tondo, impreziosita dal lavoro di uno dei più affermati scrittori del panorama dei videogiochi horror moderni nonché dalla consulenza attiva dell'autore dell'opera uscita nel 1992, Frédérick Raynal.

    Ritorno a Derceto Manor

    La storia di questo nuovo Alone in the Dark riprende un incipit molto simile a quello del primo episodio nonostante, a detta di Pieces, l'intreccio procederà in direzioni piuttosto diverse rispetto a quanto siamo abituati a conoscere. Ci troviamo nei ruggenti anni '20, quando l'enigmatica Emily Hartwood, nipote del noto artista Jeremy Hartwood assume il ruvido detective privato Edward Carnby per indagare sulle sorti dell'amato zio, ormai scomparso da qualche giorno. Un macabro sogno della donna potrebbe aver anticipato un destino funesto per il pittore, pertanto è necessario investigare su quale sia la verità dietro a questa improvvisa sparizione.

    Questo viaggio porterà entrambi i comprimari alle porte di Derceto Manor, un imponente istituto per persone affette da disturbi mentali al cui interno si starebbero verificando fenomeni inspiegabili, tra inquietanti presenze e l'avvento di un misterioso culto esoterico. Proprio come nell'originale, il giocatore potrà decidere di vestire i panni di Edward o di Emily per l'intera durata della campagna e, secondo quando comunicato dalla software house, ottenere reazioni diverse dagli NPC e pezzi di dialoghi unici che andranno ad espandere la lore nonché assistere a uno sviluppo differente delle vicende narrate per via dei tratti caratteriali unici dei due personaggi e del coinvolgimento emotivo degli stessi negli avvenimenti trattati.

    In sostanza, per conoscere tutte le sfaccettature della storia, sarà importante guardarla da entrambe le prospettive, fattore che incrementerà sensibilmente la rigiocabilità del titolo. Resta da valutare quanto l'inedita direzione narrativa intrapresa da Pieces si rivelerà vincente ma, dati i nomi coinvolti nei lavori, possiamo dirci già da ora cautamente fiduciosi.

    I tre pilastri del gameplay

    L'impianto ludico imbastito per la rinascita di Alone in the Dark si basa su alcuni concetti fondamentali che ricalcano da vicino quelli della più classica tradizione dei Survival Horror, sebbene adattati alle evoluzioni più moderne del genere.

    In tal senso, ad esempio, è stata eliminata la telecamera fissa delle prime iterazioni in favore di un'impostazione a tre quarti dietro le spalle dei protagonisti, molto simile a quanto visto nei recenti remake di Resident Evil; è stato adottato un sistema di combattimento più dinamico con tanto di schivate e attacchi corpo a corpo e sono stati introdotti complessi enigmi ambientali da risolvere per proseguire nella campagna (e la cui difficoltà può essere regolata a piacimento tramite un comodo selettore dedicato agli aiuti). Il tutto nell'ottica di offrire all'utenza un'atmosfera cupa, pressante e claustrofobica, ideale per produzioni di questo tipo. Combattimento, Enigmi e Mistero, dunque, sono i tre pilastri su cui Pieces Interactive sta ricostruendo l'eredità di Alone in the Dark e, se per poter giudicare la bontà degli ultimi due dovremo necessariamente attendere la distribuzione di versioni giocabili più complete, sul primo possiamo iniziare a fare qualche considerazione. In effetti, dai video che abbiamo potuto visionare finora, le animazioni durante gli scontri coi nemici ci sono apparse poco convincenti e, ad eccezione di qualche buona trovata come uno spiccato accento sull'interazione con gli scenari o sulla gestione parsimoniosa delle risorse, crediamo che il gioco abbia bisogno di qualche cura in più sotto questo profilo.

    Le armi non sembrano dotate del giusto feedback, gli avversari non reagiscono sempre come ci si aspetterebbe ai colpi ricevuti e la realizzazione delle mosse melee non restituisce ancora il giusto impatto.

    Sappiamo che il team di sviluppo ha ancora a disposizione diversi mesi per ripulire e migliorare il prodotto e speriamo di ricrederci una volta messe le mani sul codice definitivo ma, allo stato attuale, possiamo dire che si tratta dell'unico aspetto del progetto che ancora non ci ha pienamente soddisfatti.

    La prova della demo Prologo: Grace in The Dark

    Contestualmente all'evento di presentazione, è stata pubblicata anche una piccola demo gratis di Alone in the Dark slegata da ciò che troveremo nel pacchetto finale al lancio del gioco, una sorta di brevissimo assaggio delle atmosfere e delle insidie che saremo chiamati a fronteggiare nei panni di Edward o Emily. Per questo prologo impersoniamo l'undicenne Grace Saunders, già vista in azione nel secondo episodio della trilogia classica, alle prese con un compito a prima vista piuttosto semplice: consegnare una lettera per conto di Jeremy Hartwood.

    Incontriamo l'uomo, vistosamente spaventato da qualcosa, timoroso addirittura di spedire la missiva in prima persona perché "qualcuno potrebbe intercettarla". La piccola Grace, però, sembra conoscere a menadito i corridoi della magione e anche i sinistri rumori che provengono dall'oscurità non sembrano turbarla poi molto: c'è qualcosa di maligno che si muove nell'ombra, la sua presenza è alquanto tangibile ma la bambina mette in mostra un invidiabile coraggio e si lancia nell'esplorazione della struttura.

    Questa build di prova ci ha consentito di iniziare a respirare l'aria sinistra che permea le ambientazioni costruite da Pieces Interactive, nonché di apprezzare alcuni brillanti giochi di luce che contribuiscono non poco alla creazione di un clima tutt'altro che confortante.

    A causa della natura pesantemente scriptata di questa limitata esperienza e della giovane età della protagonista, non sono state incluse le sequenze di azione che ci sarebbe tanto piaciuto saggiare ma per quello, ovviamente, ci sarà tempo in futuro. Per adesso, il lavoro svolto dallo studio svedese, almeno sotto il punto di vista artistico, ci ha entusiasmato e non vediamo davvero l'ora di poter vedere il quadro completo.

    Orrore in Unreal Engine 4

    Alone in the Dark è in sviluppo sulla base del sempreverde Unreal Engine 4 che, grazie anche ad una direzione artistica ispirata, sembra riuscire a muovere un mondo tetro ma allo stesso tempo dannatamente affascinante, visibilmente ispirato alle atmosfere dell'America degli anni '20.

    I modelli poligonali dei personaggi appaiono fin da ora curati e ricchi di dettagli così come anche l'effettistica e l'illuminazione globale che sembrano poter contribuire parecchio alla resa scenica delle varie circostanze in cui ci troveremo coinvolti. Anche il doppiaggio sembra poter contare su una recitazione di assoluto valore da parte dei due protagonisti, nella speranza che gli altri comprimari si assestino sulle medesime qualità interpretative. In definitiva, il nostro nuovo incontro con Alone in the Dark ci ha restituito sensazioni generalmente positive, al netto di qualche piccola perplessità. Pieces Interactive e THQ Nordic sono sulla strada giusta per offrire ai giocatori un horror psicologico con tutti i crismi, arricchito da performance interpretative di ottimo livello e da una buona scrittura, affidata all'autore di prodotti di successo come Amnesia e SOMA.

    Alone in the Dark arriverà su PC e console a partire dal 25 ottobre, giusto in tempo per il periodo di Halloween: sarà lui il re del terrore nel periodo più spaventoso dell'anno?

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