Anatomia di Mortal Kombat 11: i migliori Fatal Blow

In attesa dell'uscita di Mortal Kombat 11 diamo uno sguardo ai migliori Fatal Blow del gioco in ordine di letalità...

Anatomia di Mortal Kombat 11: i migliori Fatal Blow
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Stadia
  • Xbox Series X
  • Mancano ormai meno di tre settimane al lancio di Mortal Kombat 11, l'ultima sinfonia sanguinaria di Ed Boon e dei suoi NetherRealm Studios. Un titolo la cui virulenza è già entrata nella leggenda, quella narrata dalle gesta efferate di un roster da sogno, ammesso che le vostre peregrinazioni oniriche includano una buona dose di squartamenti e mutilazioni. In caso positivo, vi consigliamo caldamente il supporto di uno specialista. Incuranti dei nostri stessi consigli, e reduci dalla recente Beta del titolo, abbiamo pensato di stilare una classifica dei Fatal Blow più letali visti durante la prova del gioco, analizzando nel dettaglio gli effetti anatomici di ognuno di questi assalti cruenti.

    Per questa graduatoria dai tratti psicotici abbiamo deciso di non tenere in considerazione lo spettro completo delle morti da shock, prendendo in esame le conseguenze emorragiche dei soli attacchi al cuore. Vi invitiamo quindi a considerare quanto segue come una divagazione semiseria sullo sport del massacro indiscriminato. Si consiglia la lettura lontano dai pasti e nelle vicinanze di un buon atlante anatomico.

    Le tre morti di Skarlet

    Frutto del più funesto dei sortilegi, Skarlet è stata creata da Shao Kahn per diventare la più mortale dei suoi servitori, sanguigna manifestazione del suo inappagabile desiderio di conquista. Una premessa che rende la temibile ninja un vero spasso alle feste, specialmente quando il programma include anche un impalamento vecchio stile. Da dietro.

    All'amabile donzella mutante spetta di diritto la corona per il Fatal Blow più letale in assoluto, visto che la combinazione messa insieme da Skarlet comprende almeno un paio di colpi indubbiamente ferali. L'antipasto è una serie di stilettate che prepara il campo a un'ipossia da pneumotorace, scatenata dal collasso dei polmoni - plurilesionati - in seguito alla perforazione della pleura.

    La successiva pugnalata al basso ventre segna quindi l'inizio di una lacerazione ascendente che, vista la lunghezza della lama, finisce con l'interessare organi di una certa rilevanza vitale, arrivando a straziare il muscolo cardiaco. Già qui, come potete facilmente intuire, le possibilità di sopravvivenza sono le stesse di un astemio all'Oktoberfest. A seguire c'è poi un colpo di falce che presumibilmente genera una lesione spinale compresa tra le vertebre lombari e toraciche, ma è l'attacco finale a guadagnarsi l'oscar per l'infamia. La traiettoria della lancia scagliata da Skarlet lascia supporre la distruzione del tronco encefalico che, in ambito medico, equivale al game over con tanto di rage quit.

    Baraka colpisce dritto al cuore

    Il secondo posto di questa classifica dell'annichilimento anatomico va al nostro tarkata preferito, il sempre sorridente Baraka. Campione di una razza di mutanti dell'Outworld, il nostro amicone può contare su una coppia di rostri ossei che si rivelano alleati preziosi tanto in cucina quanto sul campo di battaglia. Due contesti che, nel caso di Baraka, risultano perfettamente sovrapponibili. Il primo colpo del tarkata si fa spazio attraverso la mano destra dell'avversario, dilaniando almeno due metacarpi e diversi muscoli lombricali, e si guadagna l'accesso al torace.

    Il posizionamento della lama fa pensare che la successiva spinta provochi poi una profonda lacerazione del cuore nei pressi del ventricolo destro, compromettendone il funzionamento e decretando la morte nel giro di una manciata di minuti.

    Prima che il cervello cominci ad accusare la repentina interruzione del flusso di ossigeno, l'appendice affilata del buon Baraka si fa strada attraverso il palato fino ai lobi parietali. A questo punto i danni alle capacità primarie sono incalcolabili, a maggior ragione se si tiene conto delle lesioni a carico del corpo calloso, ovvero il punto di raccordo tra le funzioni dei due emisferi cerebrali. Il vessillo piantato tra le viscere nel nemico assume quindi la rilevanza calorica del dolcificante dopo il cenone di Capodanno: la situazione è chiaramente irrecuperabile.

    Lo stealth secondo Scorpion

    Si colloca in terza posizione uno dei combattenti più iconici di Mortal Kombat, nonché la cotta giovanile di molti feticisti della serie targata NetherRealm: il caro vecchio Scorpion. Questo spettro fiammeggiante, dotato dell'ambiguità morale di un vegano alla sagra del cinghiale, ha sempre calcato le arene del picchiaduro con una dose di brutalità tanto devastante quanto spettacolare, come testimoniato dal terribile Fatal Blow sfoggiato in Mortal Kombat 11.

    Dopo un paio di fendenti d'apertura, probabilmente bloccati dalla barriera naturale della gabbia toracica, il passaggio ai kunai scandisce la nota d'apertura di un concerto di devastazione encefalica in tre tempi, scanditi da altrettanti affondi nei due emisferi cerebrali.

    Sebbene la letteratura clinica offra diversi casi di recupero da notevoli lesioni monolaterali, lo sfacelo causato da questo attacco simmetrico ci porta ad escludere un ritorno in battaglia dell'avversario. La forma dei pugnali suggerisce poi un rovinoso assalto ai danni del telencefalo, lungo la traiettoria segnata dai nervi ottici, fino al cervelletto. Un'intrusione dal potenziale dirompente, specialmente se si tiene in considerazione l'effetto "spezzatino" innescato dalle diverse stilettate. Un vero disastro in termini di funzionalità residue, cui contribuiscono anche le fratture multiple subite dal cranio. Sì, non ti rialzi neanche se di nome fai Lazzaro.

    Jade contro il sistema nervoso centrale

    Sul quarto - e inesistente - gradino del podio troviamo una Jade in forma come non mai, almeno per i canoni dei revenant. Un tempo assassina al servizio di Shao Kahn, la guerriera si muove sul campo di battaglia con l'agilità di una libellula e l'esuberante possanza del regionale Salerno - Caserta. Il terrificante menu della combattente prevede un'atroce coltellata che, lungo il suo percorso, divide a metà la colonna vertebrale dall'inizio del tratto toracico fino alla zona lombare, travolgendo anche un buona quantità di organi interni.

    Pur escludendo - ed è difficile - un diretto coinvolgimento del cuore nella corsa della lama, un simile danno al midollo spinale è perfettamente in grado di interrompere il flusso degli ordini impartiti dal sistema nervoso centrale ai vari apparati, con conseguenze alquanto funeree. Il taglio inferto a giugulare e carotide, così come la stoccata al lobo temporale sinistro assumono dunque un'importanza relativamente marginale, considerando che le probabilità di portare a casa la cotenna rasentano comunque lo zero assoluto.

    Lo spezzatino di Kabal

    In fondo a questa classifica provvisoria ci sentiamo di piazzare un'altra vecchia conoscenza proveniente dall'Earthrealm, ovvero il cattivissimo Kabal. Lo spietato mercenario del Dragone Nero, pur accompagnandosi a una coppia di letali spade uncinate, merita l'ultimo posto per l'interesse dimostrato nei confronti di un'area anatomica meno mortifera rispetto a quelle predilette dai concorrenti: l'addome.

    Dopo aver inferto al nemico un turbine di ferite superficiali (sempre in termini relativi), il suo Fatal Blow comporta la penetrazione armata degli intestini, maciullati fino a un'esplosione scarlatta che libera le lame tirando in ballo, con tutta probabilità, anche i reni.

    A seguire uno spaventoso colpo alla mandibola, con l'estremità acuminata di una delle armi che vediamo viaggiare oltre il muscolo miloioideo, attraverso pavimento orale e lingua. Uno spettacolo raccapricciante. Per quanto più dolorosa del reboot de I Fantastici 4, la combo di Kabal rimane la meno funesta di questo macabro quintetto, anche se non ci sentiamo di augurarla a nessuno.

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