Another World di Eric Chahi: alla riscoperta di un capolavoro senza tempo

C'è stato un "prima" ed un "dopo" Another World: la straordinaria avventura di Eric Chahi non conosce età. Riscopriamola insieme.

Another World di Eric Chahi: alla riscoperta di un capolavoro senza tempo
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Disponibile per
  • PS3
  • iPhone
  • iPad
  • 3DS
  • PSVita
  • Wii U
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Da Centipede a Donkey Kong, da Galaga a Street Fighter, sono tanti, anzi tantissimi i videogiochi che hanno lasciato un segno indelebile nella storia. Eppure, a spiccare dal nutrito gruppo dei migliori, anche se usciti rispettivamente solo nel 1989 e nel 1991, sembrano esserci da sempre loro due: Prince of Persia e Another World. I due capolavori, simili ma poi nemmeno così tanto, hanno in comune un impianto di gioco e uno stile grafico capaci di imporsi sul presente e sul futuro del medium con una forza incontenibile, al punto da trasformarsi immediatamente in classici senza tempo. Senza tempo, esatto, e senza età: il primo Prince of Persia e Another World, a differenza di tanti esimi colleghi, sembrano non averne una, e oggi come allora risultano perfettamente godibili nonostante siano stati concepiti oramai quasi venti anni fa. Ma è soprattutto su Another World che vogliamo puntare il dito questa volta, visto che il gioco di Eric Chahi è disponibile gratuitamente nella Instant Games Collection di settembre per tutti gli abbonati PlayStation Plus.

    Ripetizioni

    Giocare ad Another World per la prima volta su PlayStation 4 è un'esperienza formativa e di conseguenza indispensabile se si vuole imparare a conoscere meglio i capisaldi di questo giovane medium. Poterlo fare in modo del tutto gratuito, a conferma di quanto di buono possono offrire questi servizi al loro pubblico: anche se sono i Tripla A a fare solitamente più rumore, sono i prodotti come Another World che contribuiscono a migliorare i gusti dell'utente medio, permettendogli oltretutto di guardare attraverso una nuova prospettiva anche i blockbuster più recenti.

    From DustEric Chahi non è un autore molto prolifico, tutt'altro, e il suo ultimo gioco intitolato From Dust risale al 2011. A differenza del resto dei suoi lavori, quest'ultimo è una sorta di strategico in tempo reale molto simile a un god simulator ma non per questo meno interessante. From Dust è un titolo molto particolare, con una grafica semplice ma una fisica robusta che permette terreni malleabili e liquidi dinamici in grado di rappresentare terrificanti calamità naturali. Provatelo e non ve ne pentirete!

    Come buona parte degli action game di quel periodo, anche Another World si basa sul classico "muori e riprova", ma tra salti e sparatorie il suo autore, Eric Chahi, ha aggiunto alcuni puzzle che infondono all'esperienza un coinvolgimento più intenso e un incedere ben più cinematografico di quanto si ritenesse possibile nel 1991. Parte di questa atipica ed accattivante alchimia deriva dal fatto che il suo unico sviluppatore ha costruito Another World strada facendo, puntellando la sua longevità con una serie di invenzioni che invece di ripetersi lungo tutto il gioco, come solitamente accade, si danno continuamente il cambio fino al gran finale. Questo spirito da avventura grafica mancata che pervade tutto il titolo nasce anche dal tentativo, ben presto accantonato, di trasformare il progetto in un punta e clicca di nuova generazione. Another World del resto ha avuto uno sviluppo lunghissimo, più del doppio della media del periodo, tanto che i due lunghi anni impiegati da Eric Chahi per finire il gioco sono stati utilizzati dal reparto marketing per la famosa tag line: "Ci sono voluti sei giorni per creare la Terra, due anni per fare Another World".

    Origini

    Alla base di Another World c'è un'improvvisazione tecnica e artistica che non ha nulla a che vedere con il tipico sviluppo di un videogioco, ma ricorda molto più da vicino quello che è l'iter creativo dello scrittore. La differenza è che nel caso di Chahi, lo scrittore si è dovuto inventare anche un altro linguaggio, una specie di Code Seraphinus fatto di linee di codice e intelligenti scorciatoie lessicali che infine hanno permesso ad Another World di diventare quello che è: un insuperabile immortale.

    Pochi giochi riescono del resto a imprigionarti nel loro mondo in trenta secondi, trenta poligoni e due giri di rotoscoping. Another World trasmette subito la sensazione che ci sia altro, una profondità non detta su cui il giocatore scivola senza mai poterne sapere di più ma che finisce per affascinarlo in modo particolare. Se ci pensate, è un approccio sorprendentemente simile a quello di Fumito Ueda del Team Ico. Lo sviluppatore giapponese si avvicina ad ogni progetto con la stessa coraggiosa intraprendenza del collega francese, e spesso la forza dei suoi giochi è composta dagli stessi ingredienti che hanno reso un classico Another World: animazioni superlative, sfide tecniche da vincere ad ogni costo e una trama intangibile come la nebbia. Le somiglianze sono talmente lapalissiane da non poter essere un caso, e infatti è lo stesso Fumito Ueda che cita Another World come gioco essenziale per la genesi di Ico. E del suo approccio allo storytelling, aggiungeremmo noi. Il lavoro dello sviluppatore francese è particolarmente apprezzato anche da Hideo Kojima che lo mette addirittura nella Top 5 dei più importanti, accanto a Super Mario e Xevious.

    Conferme

    E se poi non ci credete, provate a chiedere a chi c'era quando Another World arrivò per la prima volta nei negozi (e nei retrobottega delle ferramenta), e di quando infilarono quel floppy nei loro Amiga (o Atari St). Chiedete a loro cosa hanno provato quando hanno visto la Ferrari nera di Lester Knight Chaykin apparire sullo schermo, o di quando si sono ritrovati davanti a quella grossa bestia nera stramaledetta più e più volte, fino a batterla in velocità ed astuzia. Chiedetegli dei primi piani, della spettacolare mancanza di interfaccia su schermo e dei primi dettagli grafici in grado di mostrare se una pistola è carica o meno; chiedetegli delle orribili morti del protagonista, del pozzo senza uscita o dell'amico alieno, e loro sapranno rispondervi nell'unico modo possibile: da innamorati.

    Alcuni però faranno scena muta ma non fategliene una colpa: all'epoca certi giochi mica ti sentivi in obbligo di finirli, e bastava arrivare dove arrivavi per sentirsi soddisfatti del poco che si era in grado di vedere. Nel 1991 non c'era nemmeno Internet e dovevi quindi vedertela da te: se ti bloccavi in un gioco, potevi confrontarti con gli amici, sperare che qualche rivista ne pubblicasse la soluzione, o sbatterci il muso fino a trovare una soluzione soltanto con le proprie forze. Anche per questo avere tra le mani una copia di Another World oggi è particolarmente interessate per i tanti che, ai tempi troppo giovani o ingenui, pur possedendolo non riuscirono mai a portarlo a termine. Ricapitolando, da Dragon's Lair e Prince of Persia nasce Another World, da Another World nascono Ico e Metal Gear Solid: se amate i videogiochi e la loro storia, non potete non lanciarvi a testa bassa nel capolavoro di Eric Chahi, uno dei più importanti anelli di congiunzione tra il "prima" e il "dopo". Fondamentale.

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