Anthem: progressione ruolistica, loot abbondante, EndGame

L'ultima tornata di live stream di Bioware ci ha permesso di chiarirci le idee su alcuni aspetti essenziali dell'offerta ludica di Anthem

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  • Mancano ormai un paio di mesi al fatidico 22 febbraio, quello che avrebbe dovuto essere un giorno campale per l'utenza videoludica, con un terzetto di titoli caratterizzati da risonanze tantriche di un certo livello: Days Gone, Metro Exodus e Anthem. Dopo il rinvio del primo e l'inaspettato anticipo del secondo, il figlioletto tecnopotenziato di Bioware è stato automaticamente incoronato come il titolo più atteso per l'ultima settimana di febbraio. Una corona pesante, che dà corpo tanto ai dubbi e alle aspettative dei fan di Bioware, quanto alle responsabilità legate a un andamento non proprio eccellente degli affari di Electronic Arts. La buona notizia è che, man mano che la data di lancio si avvicina, Anthem sembra un titolo sempre più promettente, merito soprattutto di una campagna di comunicazione che sembra finalmente aver imboccato la strada giusta.

    Ruolismi tecnopotenziati

    Malgrado le titubanze comunicative iniziali, che rendevano difficile delineare un quadro chiaro di molte delle meccaniche cardinali di Anthem, l'ultima tornata di live stream ha segnato un gradito cambio di marcia, offrendo al pubblico una gustosa abbuffata di dettagli circa alcuni punti chiave del gameplay dell'ultimo nato in casa Bioware, in particolar modo per quel che riguarda loot e progressione.

    Si tratta di elementi d'importanza cruciale per la solidità dell'offerta ludica di Anthem, un titolo che ambisce mantenere una solida presa sulla community ben oltre l'orizzonte dei mesi immediatamente successivi al lancio. Come anticipato a più riprese, l'avanzamento dei giocatori in Anthem seguirà due strade parallele e complementari, legate rispettivamente alla progressione del pilota (o Freelancer), ovvero l'avatar dell'utente, e dei diversi Strali a sua disposizione. Per quanto riguarda il primo aspetto, il titolo sembra intenzionato ad offrire un sistema di crescita di stampo tipicamente ruolistico con livelli progressivi e abilità da sbloccare, i cui effetti si applicheranno orizzontalmente a tutti i possibili loadout, offrendo ad esempio bonus ai tempi di volo dei diversi esoscheletri. La progressione degli Strali invece definita dal pregio dei pezzi d'equipaggiamento montati su ciascuna armatura, dotati di un valore di "Potenza" la cui sommatoria determina l'efficacia combattiva del giocatore, e di conseguenza gli incarichi cui potrà accedere, il livello di sfida del mondo di gioco e, ovviamente, la qualità del loot ottenibile. Per quanto il sistema in questione condivida diversi elementi con quello di Destiny 2, più volte accostato al titolo di Bioware, molte delle connotazioni più squisitamente ruolistiche di Anthem lasciano intravedere una profondità potenziale ben più significativa, almeno per quanto concerne la varietà delle build.

    Di base ogni Strale può essere personalizzato intervenendo su ognuno dei cinque slot in dotazione: due dedicati alle abilità d'attacco (con cinque tipologie di equipaggiamento ciascuno), uno a quelle di supporto (due tipologie), uno dove collocare i Componenti raccolti (accessori con una grande varietà di effetti) e infine quello per l'arma principale. Tutti gli elementi collocabili negli slot in questione sono suddivisi per livelli di rarità (da Comune a Leggendario), con conseguenze significative sulle statistiche di ciascun pezzo d'armamentario, che si tratti del danno inflitto da armi e abilità, con annessi tempi di ricarica ed effetti elementali, oppure dei bonus percentuali garantiti da componenti in grado, tanto per dirne una, di aumentare il danno base delle esplosioni.

    Ad ogni livello di rarità oltre il Comune corrisponde anche un numero crescente di "Iscrizioni", ulteriori bonus statistici assegnati in maniera totalmente casuale ai diversi oggetti raccolti o creati, che possono ad esempio accrescere il numero delle munizioni trasportabili o la resistenza agli impatti di uno specifico Strale. Facendo un rapido calcolo, al livello massimo di rarità parliamo di un totale di 25 bonus aggiuntivi da prendere in considerazione per definire la propria build, con una componente aleatoria che già promette di eliminare la quota "socialità" dalla vita dei maniaci del loadout perfetto, intrappolati in un ciclo di loot senza fine. Su queste note, in tutta onestà, avremmo gradito l'aggiunta di una meccanica di reroll per i buff delle "Iscrizioni" (per averne altre è necessario craftare o raccogliere nuovamente un oggetto), tesa ad ammorbidire l'imperativo del grinding.

    Resta il fatto che la gamma delle opzioni, per quanto riguarda la personalizzazione operativa degli Strali, pare raggiungere livelli decisamente stimolanti. Vale la pena di aggiungere che tutti gli oggetti Masterwork e Leggendari, che siano armi, moduli abilità o componenti, garantiscono all'esoscheletro un effetto aggiuntivo unico, ideato per integrarsi con specifiche strategie d'approccio. Il cannone d'assalto "Argo's Mace", ad esempio, è capace di scatenare esplosioni elettriche a partire dal corpo di un nemico appena abbattuto, innescando eventualmente combo con gli altri effetti attivi sul campo di battaglia (una delle meccaniche distintive di Anthem). Il componente Airborne Advantage aumenta invece la velocità di ricarica delle abilità del 50% quando il giocatore è in volo stazionario. Il quadro dipinto da Bioware mostra quindi meccaniche di progressione piacevolmente stratificate, per un titolo che, almeno da questo punto di vista, pare ereditare molto dal passato curricolare dello studio canadese.
    Per valutare appieno l'efficacia di questo sistema sarà però necessario testare più approfonditamente l'effettivo impatto della "matematica" sulle dinamiche di shooting, che non dovranno mai arrivare compromettere il ritmo degli scontri, un po' come succedeva con i nemici "spugna" nei primi mesi di The Division. Una sensazione che però, vale la pena di precisarlo, non abbiamo mai avuto durante i nostri incontri col gioco di EA.

    Non si vive si solo grinding

    Un altro grande interrogativo riguarda l'assetto dell'endgame che, per quanto la progressione "loot based" garantisca decine di ore di massacri agonistici, non può chiaramente basarsi sul solo grinding, ma offrire un complesso ben articolato di attività ragionevolmente impegnative e premianti. In questo senso, l'ultimo live stream di Bioware ci ha permesso di dare un'occhiata a una delle Roccaforti che, stando agli sviluppatori, comporranno una parte consistente del pacchetto contenutistico anche per i giocatori di alto livello.

    Strutturalmente parlando, si tratta di un'attività istanziata piuttosto simile agli Assalti di Destiny, composta da una serie di aree colme di nemici da abbattere, generalmente intervallate da piccole incombenze legate all'avanzamento, come la necessità di recuperare e posizionare ordigni esplosivi. Nel caso specifico, "The Temple of the Scar" non ci ha particolarmente colpito per la qualità complessiva del suo design, né per il livello di sfida generale, sebbene entrambe le considerazioni manchino al momento di basi sufficientemente solide, quelle garantite dalla più classica delle "prove su strada". Durante lo stream, tra l'altro, il team ha preferito non mostrare la battaglia contro il boss finale, per evitare di strappare al pubblico un frammento importante dell'esperienza di gioco. Gli sviluppatori hanno anche specificato di essere alle prese con una Roccaforte a livello normale, lasciando quindi supporre che i gradi successivi riserveranno all'utenza sfide ben più ardue, almeno in termini di numero e resilienza dei nemici. Questi dungeon, da affrontare in compagnia di altri tre giocatori, saranno legati a doppio filo a un classico sistema di matchmaking, a meno che il gruppo non sia già composto da quattro Strali. Per quanto riguarda il resto dell'endgame, gli uomini di Bioware hanno confermato che Anthem non offrirà, al lancio, istanze definibili come "raid", sebbene la roadmap già preveda attività dedicate ai Freelancer di alto livello, che dovrebbero arrivare poco dopo l'esordio del gioco.

    Parliamo di un nodo assolutamente essenziale per il successo di un titolo che aspira a trovare una posizione nel difficile mercato dei "game as a service", specialmente considerando quanti sviluppatori, anche nel recente passato e con una maggiore esperienza nello specifico segmento, abbiamo clamorosamente mancato "l'obiettivo endgame".

    Sulle sorti del gioco di Bioware gravano anche le aspettative dei fan storici del team, legate a una dimensione narrativa il cui peso nel bilancio dell'esperienza risulta ancora difficilmente quantificabile. Inutile ricordare che Anthem rappresenta una vera e propria prova del fuoco tanto per Bioware quanto per EA, specialmente dopo l'ultima batosta segnata dai risultati deludenti di Battlefield V. Rimane il fatto che, con l'intensificarsi degli appuntamenti comunicativi legati al gioco, la formula ludica di Anthem ci è sembrata sempre più a fuoco e promettente, sensazioni che speriamo trovino piena conferma il prossimo 22 febbraio.

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