Assassin's Creed Valhalla: storia dei Vichinghi, guerrieri e viaggiatori

Aspettando Assassin's Creed Valhalla, partiamo per un viaggio alla scoperta della storia e della cultura norrene, a cavallo tra VIII e XI secolo.

Assassin's Creed Valhalla: i Vichinghi
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  • Guerrieri e razziatori, viaggiatori e mercanti, coltivatori e allevatori: come ogni popolo, i Vichinghi celarono in sé molteplici identità. Difficile ricondurne dunque l'essenza a una sola di queste componenti senza scadere in estreme semplificazioni: del resto, nell'affascinante storia nei Norreni nulla è stato facile e quasi tutto è stato estremamente complesso.

    Le ambivalenze e i contrasti si manifestano sin dal primo sguardo negli occhi di coloro che cercano di scalfire la corazza che ne avvolge l'identità collettiva: che cosa significa "Vichingo"? Nemmeno su questo primo, apparentemente banale aspetto vi è totale concordanza tra gli studiosi. Le potenziali risposte sono molte, ma tra le più affermate ne figurano essenzialmente due: "coloro che vengono dai fiordi", secondo l'interpretazione del norreno vikingr (da vik, "fiordo/insenatura" e il suffisso -ingr, che indica appartenenza); "predoni", dal norreno vikingar.

    Se la prima espressione conduce alla dimensione del viaggio e dell'esplorazione, la seconda rievoca immediatamente un tratto violento e aggressivo. La natura della storia dei Vichinghi si colloca in verità esattamente tra questi due estremi, in una linea di continuità sfaccettata e affascinante. Un'ambivalenza che sembra occupare il nucleo stesso delle intenzioni narrative di Assassin's Creed Valhalla, nuovo capitolo della saga Ubisoft che si prepara a immergerci nel cuore della lunga era che li vide dirigere le proprie vele in direzione di, letteralmente, mezzo mondo. Prima di calarci nei panni di Eivor, proviamo dunque a ripercorrere le rotte solcate dai vichinghi, a cavallo tra VIII e XI secolo.

    Scandinavia: tra clima, agricoltura e imbarcazioni

    Rimaste per secoli le aree più remote dell'intera Europa, le attuali Svezia, Norvegia e Danimarca, prive di alcun contatto con l'Impero Romano, accolsero la pratica della navigazione a vela solamente intorno al 600 d.C. Contestualmente, anche nuove tecniche agricole, in particolare un tipo di aratro più efficiente, si affermavano in Scandinavia, mentre una congiuntura climatica particolarmente favorevole consentiva un'espansione della resa agricola. Questi tre elementi si unirono nell'andare a porre le basi per quella che sarebbe stata la successiva grande ascesa vichinga.

    La crescita della produttività agricola determinata dalle mutate condizioni ambientali e dalle nuove tecnologie generò infatti un'inedita situazione di benessere tra le popolazioni norrene. Questo, a sua volta, condusse ad un improvviso e significativo incremento della popolazione: le aree abitabili, in virtù della conformazione dei territori scandinavi, restavano tuttavia pressoché invariate, così come i terreni coltivabili. Una situazione particolarmente complessa in Norvegia, area di origine del protagonista di Assassin's Creed Valhalla, dove si stima che le aree adatte alla pratica dell'agricoltura fossero solamente il 3% del totale.

    Parallelamente, in un contesto in cui i caratteristici fiordi rendevano particolarmente convenienti le comunicazioni via mare, i popoli norreni, abili artigiani, svilupparono rapidamente le vele giunte dal Mediterraneo. Ben presto, le coste scandinave videro nascere le Drakkar ( i "Dragoni"), le caratteristiche imbarcazioni che avrebbero condotto i Vichinghi dal mar Caspio all'odierno Canada. Le navi, straordinariamente veloci per l'epoca, erano dotate sia di vela sia di remi ed erano in grado di muoversi tanto in acque poco profonde quanto tumultuose, risalendo fiumi navigabili e affrontando mari e Oceano Atlantico.

    L'imponenza delle creazioni scandinave può ancora oggi essere ammirata nel Museo delle Navi Vichinghe di Oslo. Qui sono infatti conservate la Nave di Oseberg e la Nave di Gokstad, imbarcazioni che furono utilizzate come tombe per importanti esponenti della civiltà vichinga. Eccezionalmente ben conservate, risalgono rispettivamente a 820 d.C. e 900 d.C. circa.

    Le nuove possibilità offerte dalle Drakkar andarono rapidamente a rappresentare una valvola di sfogo per una situazione interna sempre più complessa, con l'esplosione di un trend migratorio che non aveva precedenti per i popoli dell'estremo nord dell'Europa.

    L'avvento dell'Era Vichinga

    Il Il biologo ed antropologo Jared Diamond (Premio Pulitzer nel 1998 per Armi, acciaio e malattie) suggerisce per questo fenomeno un'interessante definizione. Nel suo Collasso. Come le società scelgono di vivere e morire descrive l'espansione vichinga come un processo autocatalitico, capace cioè di autoalimentarsi tramite una reazione a catena. Da una parte, infatti, gli Scandinavi vedevano nell'emigrazione la prospettiva di un futuro migliore e la possibilità di trovare casa in terre maggiormente ospitali, dall'altra, i resoconti di coloro che rientravano da razzie o missioni di colonizzazione accrescevano e stimolavano ulteriormente la propensione a mettersi in viaggio in coloro che ancora non lo avevano fatto.

    A segnare una svolta decisiva in questo quadro fu una data ben precisa: l'8 giugno 793 d.C. A questo giorno viene fatto convenzionalmente risalire l'inizio dell'Era Vichinga, in seguito alla razzia compiuta ai danni del monastero di Lindisfarne, isola al largo delle coste inglesi nordorientali.

    Il successo dell'impresa dà infatti il via ad una prima ondata di assalti all'Europa Occidentale, condotti dai Vichinghi principalmente in estate, quando le acque dei mari erano più calme. Scarsamente difesi e ricchi di beni preziosi, non da ultimi oro e argento, i centri religiosi divennero in breve tempo frequente destinazione degli attacchi dei popoli norreni, che si guadagnarono ben presto l'appellativo di "pagani".

    Nell'Europa Occidentale, dove ormai gli Scandinavi erano noti come Normanni ("Uomini del Nord"), l'impero di Carlo Magno riuscì a porre un argine alla loro avanzata, ma gli sforzi di resistenza si fecero meno efficaci con i suoi successori. La Francia occidentale divenne così metà sempre più frequente di razzie vichinghe, sino a che nell'845 d.C. una flotta di Drakkar guidata dalla leggendaria figura del condottiero Ragnar Lodbrok non risalì la Senna, raggiungendo Parigi. L'esercito di Carlo il Calvo, nel tentativo di difendere la città, commetterà tuttavia l'errore di cercare di difendere entrambe le sponde della Senna, dividendo così le forze militari, travolte dall'assalto vichingo. Per riottenere il controllo su Parigi, messa ormai a ferro e fuoco, il sovrano decise di offrire ai Normanni un ricco tributo in argento. La libertà dalle razzie veniva quindi acquistata, tramite il versamento di un compenso che divenne sempre più frequente e assunse il nome di "soldo danese".

    Da razziatori a conquistatori

    La vera svolta giunse quando i popoli scandinavi non si accontentarono più di compiere razzie in un eterno viaggio tra le terre di origine e la destinazione di turno. Attirati da prospettive di crescente benessere, i Vichinghi si insediarono progressivamente lungo le coste delle stesse aree in cui erano soliti compiere scorrerie, ma non solo: i nuovi insediamenti diventavano punti di partenza per ulteriori esplorazioni, che li avrebbero condotti ad esplorare un'incredibile molteplicità di luoghi.

    Nel corso dell'intero IX secolo, i Vichinghi imperversano indistintamente tra l'intera Britannia e il Mediterraneo, colpendo città spagnole e italiane e raggiungendo persino Costantinopoli. Dalla penisola scandinava, gli avventurieri iniziarono a calcare diverse rotte. I Vichinghi di Svezia, noti anche come "Variaghi", si diressero ad esempio ad est, attraversando il Mar Baltico, risalendo il Volga e arrivando persino a fondare il Principato di Kiev. Nel frattempo, dalla Norvegia proseguivano gli assalti nell'area britannica, dove i Vichinghi iniziarono ad imbattersi in terre adatte a fondare vere e proprie colonie d'oltremare: è in quest'epoca che i Norreni si insediano nelle Isole Orcadi, nelle Shetland e nelle Fær Øer, crearono alcuni insediamenti in Irlanda e stabilirono una base commerciale a Dublino. In questo stesso secolo ebbe inoltre inizio l'opera di colonizzazione dell'Islanda.

    Con l'avvento del X secolo, la presenza vichinga si espande ulteriormente lungo due direttrici: l'Europa Occidentale e l'Oceano Atlantico. La prima rotta è battuta principalmente dai Normanni di Danimarca, che nel 911 danno il via ad un nuovo grande attacco in direzione della Francia. Il sovrano Carlo il Semplice decise di trattare con gli invasori, concedendo loro il controllo dell'area in cui si erano insediati, a patto che la difendessero da ulteriori razzie. Come lascia facilmente intendere il nome, questi eventi plasmarono la regione francese ancora oggi nota come Normandia.

    Insediatisi nell'area, i Vichinghi si integrarono progressivamente con la popolazione locale, intrattenendovi proficui scambi commerciali e culturali. I Norreni si convertirono addirittura al Cristianesimo ed adottarono la lingua francese: nell'XI secolo avevano ormai perso pressoché completamente le proprie radici. La seconda direttrice sarà invece esplorata principalmente dai Vichinghi originari della Norvegia. Dall'Islanda, questi ultimi si dirigeranno infatti ancora più ad ovest, sino ad insediarsi in Groenlandia e raggiungendo, in seguito, persino il Canada, negli attuali Labrador e Terranova.

    La conquista della Britannia

    Le vicende che vedremo narrate nella nuova opera Ubisoft, come testimoniato dal primo suggestivo trailer di Assassin's Creed Valhalla, sembrano però essere destinate a concentrarsi su di un preciso contesto storico: l'avanzata vichinga nel cuore della Britannia. Iniziata nel corso del IX secolo, quest'ultima è culminata nell'865 d.C., con le imprese di un esercito vichingo passato alla storia come la Grande Armata Danese.

    Composta da oltre 2.000 guerrieri, quest'ultima è poderosa ed accoglie al suo interno non solo Vichinghi originari della Danimarca, ma anche Norvegesi e Svedesi. Le leggende norrene pongono alla guida dell'assalto tre fratelli, giunti in Inghilterra per vendicare l'uccisione del padre. Sfruttando le numerose divisioni interne che caratterizzavano i regni britannici, i Norreni riuscirono a farsi facilmente strada sino all'attuale York, attorno alla quale sorse il regno vichingo di Jorvik.

    Nei dieci anni successivi, l'avanzata nel cuore del dominio britannico prosegue inarrestabile, sino allo scontro con l'esercito guidato da Alfredo il Grande, sovrano del Wessex. Il confronto si risolve in una situazione di stallo, che costringe le due parti a scendere a patti. Col Trattato di Wedmore veniva di conseguenza concesso agli Scandinavi il controllo su tutte le terre al nord del Tamigi. Soggetta alla legge danese, l'area assunse il nome di Danelaw e divenne una roccaforte della cultura norrena, che si preserverà qui in maniera nettamente più marcata rispetto a quanto accaduto in Francia. Questo non impedirà comunque un continuo e fruttuoso scambio culturale tra i popoli, testimoniate anche dall'origine vichinga di molti termini inglesi ancora oggi di uso comune. I matrimoni misti diventarono in breve tempo la regola e l'adozione di elementi della mitologia nordica si fecero sempre più frequenti.

    Progressivamente, i Vichinghi si convertiranno al Cristianesimo, soprattutto per motivazioni politiche, mentre i rapporti con la madrepatria si faranno sempre più labili. Nel 1066, sarà l'invasione normanna francese a sconvolgere nuovamente gli equilibri britannici. Con la Battaglia di Hastings, Guglielmo di Normandia assunse il controllo dell'Inghilterra, che progressivamente acquisì una struttura politica maggiormente centralizzata, secondo il modello francese. Con questi eventi, viene fatta convenzionalmente coincidere la fine dell'Era vichinga.

    Vichinghi: non solo guerrieri

    Questa rassegna della storia delle popolazioni norrene, per quanto forzatamente sintetica, ne evidenzia le molteplici nature. I Vichinghi furono certamente feroci guerrieri e invasori, ma una volta insediatisi in nuove terre furono in grado di integrarsi con le popolazioni locali. Abili artigiani e commercianti, seppero dare vita a un continuo interscambio culturale e linguistico, in grado di offrire un significativo contributo nel forgiare l'identità delle regioni e degli Stati in cui imposero la propria presenza. I popoli, grazie ai sempre più frequenti matrimoni misti, poterono fondersi e trasformarsi in qualcosa di nuovo.

    Ma i Norreni non erano solo abili combattenti e intraprendenti navigatori: i popoli scandinavi erano caratterizzati da una marcata ed autonoma identità culturale. Forte era ad esempio la struttura sociale che regolava i rapporti interni ai clan: al vertice c'erano i jarl, membri della classe nobiliare, in grado di distinguersi per autorità e potenza. Gli uomini liberi costituivano invece la nutrita schiera della classe intermedia, al di sotto della quale si collocavano invece gli schiavi, ultimo gradino della piramide sociale. I conflitti intestini venivano regolati secondo norme elaborate, che non escludevano il ricorso alla violenza, ma contribuivano comunque a regolare la vita interna degli insediamenti.

    Abili fabbri e artigiani, come detto, i Vichinghi plasmarono le imponenti Drakkar, navi mai viste in Europa, in grado di solcare tanto i fiumi quanto l'Atlantico settentrionale. Numerosi i manufatti realizzati in ferro, tra i quali figuravano ovviamente le armi, tanto spade quanto asce e lance, ma anche strumenti di uso domestico e agricolo. In effetti, per quanto spesso passi in secondo piano, i Norreni erano innanzitutto agricoltori, peraltro molto abili. Nel loro percorso di colonizzazione d nuove terre, questi ultimi portarono con sé le proprie pratiche di lavorazione della terra, che non sempre si rivelarono tuttavia adatte alle nuove aree, in particolare nelle lontane terre atlantiche raggiunte dai Norvegesi.

    I Vichinghi erano inoltre grandi allevatori, sia di suini sia di bovini, equini e ovini. Se le mucche erano usate per la produzione di carne e latticini, i cavalli rappresentavano soprattutto una fonte di prestigio sociale. Particolare era inoltre il rilievo assegnato ai maiali, per molteplici ragioni tra le quali figurano anche le elaborate credenze religiose scandinave.

    Secondo quanto narrato dalle saghe norvegesi, infatti, i guerrieri ritenuti degni di fare il proprio ingresso nel Valhalla vi avrebbero banchettato ogni giorno proprio con carne di maiale. L'aldilà norreno era accessibile solo ai prescelti di Odino, che si erano dimostrati valorosi guerrieri in vita, e che avrebbero continuato ad esserlo anche nella morte. Il complesso Pantheon nordico includeva moltissime divinità, tra le quali possiamo citare, oltre al dio della guerra, il potente Thor, dio del cielo, o Frey, dio della fertilità.

    Le credenze religiose dei Vichinghi ne regolavano moltissimi aspetti della vita quotidiana, dalla celebrazione dei matrimoni sino alle pratiche funebri. Proprio queste ultime ci consentono di chiudere questo nostro viaggio nel mondo norreno con un percorso circolare: ricordate le imponenti navi di Oseberg e Gokstad di cui abbiamo parlato in apertura? Ebbene, in entrambe furono rinvenuti i corredi funebri di coloro che vi erano stati sepolti (rispettivamente due donne e un uomo di classe abbiente), che includevano tanto semplici utensili da cucina, quanto slitte finemente intagliate.

    Assassin's Creed Valhalla "Sono senza cuore. Selvaggi senza Dio. Massacrano e uccidono senza pietà. Devastano le terre d'Inghilterra. Terre che non proteggeranno, né ameranno mai. È arrivato il momento di parlare loro nell'unica lingua che sono in grado di comprendere: la guerra": queste sono le parole pronunciate da Alfredo il Grande nel trailer di presentazione di Assassin's Creed Valhalla. Ma, lo abbiamo ormai ribadito più volte, dietro a un popolo di grandi e feroci guerrieri si celava anche una civiltà ricca e affascinante, composta di agricoltori, artigiani e allevatori. Una cultura intrisa di convinzioni religiose, in cui le divinità norrene rappresentavano un elemento onnipresente nella vita quotidiana. Il nuovo capitolo della celebre saga Ubisoft saprà rappresentare la complessità di un popolo che ha impresso, in un modo o nell'altro, un segno profondo in interi secoli di storia europea? Le premesse sono più che intriganti e, in attesa di scoprire nuovi dettagli, non possiamo che volgere uno sguardo sognante ai panorami britannici, aspettando il momento in cui potremo vestire i panni di Eivor e percepire il favore di Odino al nostro fianco.

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