Back 4 Blood: un gioco a metà tra tradizione e innovazione

Back 4 Blood ha il potenziale per raccogliere la pesante eredità di Left 4 Dead, ma questo non vuol dire che il titolo non offra qualche intrigante novità.

Back 4 Blood vs Left 4 Dead
Speciale: Multi
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Dopo aver passato un po' di tempo a benedire col piombo le fameliche orde di Back 4 Blood, approfittando delle sessioni Beta delle ultime settimane (ecco la nostra prova della Beta di Back 4 Blood), risulta ancor più facile riconoscere nella creatura di Turtle Rock Studios la sanguinosa eredità di una delle serie più iconiche dell'ultimo ventennio, di una coppia di titoli che a partire dal 2008 contribuirono a definire l'alfabeto di un intero filone. Se è vero che il canone degli shooter cooperativi deve moltissimo all'opera del team californiano, e che il loro nuovo titolo punta chiaramente a raccoglierne il retaggio, è altrettanto evidente come Back 4 Blood non sia semplicemente un Left 4 Dead con una pompatina alla conta poligonale.

    D'altronde l'obiettivo di Turtle Rock Studios è quello di proporre al pubblico "lo sparatutto a base di zombie migliore di sempre", e questo risultato non può essere ottenuto limitandosi a rimestare tra le vecchie idee alla base del franchise originale. Si tratta in effetti di una duplice sfida, perché l'evoluzione del gameplay deve muoversi sul confine sottile tra tradizione e innovazione, arricchendo una formula "storica" con elementi inediti senza snaturare i suoi cardini ludici. Un obiettivo che, stando alla nostra esperienza finora, sembra davvero a portata di mano.

    Un nuovo Direttore

    Uno dei punti di forza di Left 4 Dead era la sua capacità di offrire ai giocatori un'esperienza caratterizzata da una buona dose di caotico dinamismo, che riservava qualche sorpresa ad ogni nuova run. Questo grazie alla supervisione dell'onnipresente AI Director che, di partita in partita, si occupava di "muovere le pedine" sul campo di battaglia per tenere alta la tensione e aggiungere un pizzico di imprevedibilità ad ogni sessione di gioco.

    Il buon "Direttore" alterava dinamicamente la posizione, la quantità e la composizione delle schiere nemiche in base alle azioni dei sopravvissuti, cercando di mantenere un buon equilibrio tra grado di sfida e godibilità dell'azione. Parliamo di uno degli aspetti che hanno fatto la fortuna del franchise, amplificando considerevolmente la rigiocabilità della proposta di Turtle Rock Studios. Back 4 Blood ospita un sistema del tutto simile a quello del suo "predecessore spirituale", che di base è semplicemente una versione potenziata della AI Director di Left 4 Dead. Oltre a gestire le orde degli Infestati in risposta alla condotta degli Sterminatori, questa entità digitale si occupa di alterare alcuni elementi di ciascun livello per arginare la prevedibilità del gameplay, ad esempio cambiando la collocazione delle fonti di rumore (come allarmi o stormi di uccelli) in grado di attirare le attenzioni di un branco di nemici. L'innesto più intrigante è però rappresentato dal nuovo sistema delle Carte Corruzione, una dinamica pensata per aggiungere spessore alla componente "roguelike" in seno all'impianto ludico. All'inizio di ciascun livello, infatti, l'IA presenterà ai giocatori un numero variabile di carte (l'assortimento varia in base a diversi fattori, compreso il livello di difficoltà) con modificatori capaci di alterare ulteriormente il corso della partita.

    Questi potrebbero innestare nel flusso del gameplay obiettivi secondari, condizioni ambientali problematiche, mostruosità potenziate e perfino dinamiche aggiuntive, come legioni d'Infestati pronte ad assaltare la squadra ogni due minuti. Dal punto di vista concettuale, si tratta di una sovrastruttura coerente con la visione creativa "in continuità" di Turtle Rock Studios, progettata per accrescere la varietà complessiva dell'offerta e accordarsi con la particolare identità di Back 4 Blood.

    I protagonisti del gioco non sono infatti un drappello di sopravvissuti alla disperata ricerca di un rifugio sicuro, ma uno squadrone della morte in piena regola, determinato a strappare ciò che resta del mondo dalle grinfie degli infetti. Se in Left 4 Dead i giocatori non avevano alcun genere di controllo sulle manovre dell'IA, Back 4 Blood non solo offre all'utenza un quadro più completo delle sfide proposte dal "Direttore", ma concede loro dei validi strumenti per adattarsi ai rigori del campo di battaglia.

    Progressione d'assalto

    Il Card System di Back 4 Blood non si limita a rimpinguare l'arsenale a disposizione dell'AI Director, ma permette agli utenti di sfruttare le carte per potenziare e personalizzare il proprio brutale alter ego. All'inizio di ogni livello, subito dopo l'assegnazione dei modificatori, ai giocatori viene infatti data la facoltà di selezionare una fra cinque carte pescate a caso da un mazzo di quindici, per ottenere vantaggi, capacità aggiuntive o modificatori statistici utili ad avere la meglio contro gli avversari, anche in relazione alle variabili imposte dall'intelligenza artificiale.

    Questo sistema rappresenta il punto d'intersezione di due diversi meccanismi di progressione, strettamente interconnessi: da una parte le carte scelte dai giocatori andranno man mano a definire le build dei personaggi - e di conseguenza il loro ruolo in squadra e le sinergie cooperative - per quella specifica sessione, e dall'altra i Punti Rifornimento guadagnati sul campo permetteranno agli utenti di sbloccare nuove carte per rifinire il mazzo in vista delle partite successive. Vale la pena di precisare che, durante le nostre scampagnate sanguinarie, non abbiamo mai sentito più di tanto il peso dell'elemento aleatorio insito nel sistema, poiché il rapporto tra il numero di carte messe a disposizione all'inizio di ogni livello e le dimensioni massime del mazzo concede un buon livello di controllo sulla propria build.

    Sebbene la solidità generale del sistema sia ancora da verificare, anche in termini di bilanciamento, è facile riconoscere il potenziale di una meccanica che non solo promette di accrescere - e non poco - la varietà complessiva del gameplay, ma tende anche a valorizzare il carattere cooperativo dell'esperienza, stimolando i giocatori a seguire percorsi di personalizzazione complementari e a mettere in atto strategie più articolate.

    Parliamo insomma di un'evoluzione davvero intrigante rispetto al canone della saga ispiratrice, che tra l'altro interessa lateralmente anche la caratterizzazione di base degli Sterminatori. A differenza dei protagonisti di Left 4 Dead, gli Sterminatori di Back 4 Blood possono contare su un discreto assortimento di capacità di base (armi personali, bonus e modificatori) pensate per offrire buone fondamenta alle diverse build.

    Un'altra novità importante è la presenza di una barra della stamina che, per forza di cose, spinge gli utenti a ponderare con maggiore attenzione il proprio corso d'azione, anche per quel che riguarda il percorso di progressione. Considerando che gli attacchi corpo a corpo consumano stamina, potenziare questo valore potrebbe ad esempio rivelarsi essenziale per modellare un "tank" da prima linea pienamente efficace.

    Le armi dello Sterminatore

    L'elenco delle diversioni rispetto alla formula di Left 4 Dead comprende anche un sistema d'equipaggiamento nuovo di pacca, almeno per gli standard curricolari di Turtle Rock Studios. Addentrandoci nel territorio degli Infestati, potremo infatti mettere le mani su armi di qualità crescente (la rarità di ciascun pezzo segue le logiche "cromatiche" tipiche degli gdr), dotate di statistiche che contribuiscono a definire il suo valore di "potenza" complessivo. Nel caso delle bocche da fuoco, questo valore dipende anche dagli accessori intercambiabili (ottiche, caricatori, calci, canne e proiettili) montati sull'arma, che possono alterare in maniera consistente l'efficacia letale degli Sterminatori.

    Pur non brillando per originalità, il sistema in questione ci è parso coerente e ben integrato con le dinamiche di progressione modellate dal team di sviluppo (le carte possono influire sulle prestazioni di alcune categorie di armi), nonché bilanciato per evitare che l'elemento statistico abbia la meglio sulla pura fisicità del gunplay. Allo stato dei fatti, l'unica nota stonata è rappresentata dai difetti di un'interfaccia utente non particolarmente chiara, che richiede qualche intervento sul fronte della leggibilità. Di nuovo, sebbene al momento sia difficile valutare la qualità corale dell'offerta composta da Turtle Rock Studios, la profondità e l'assetto sinergico dei sistemi messi a punto dal team lasciano ben sperare circa l'esito di questa nuova avventura produttiva, e al contempo delineano in maniera piuttosto chiara l'identità di un titolo che non punta semplicemente a capitalizzare sul successo dei suoi nobili antenati. Back 4 Blood punta a stabilire un nuovo gradino evolutivo per un intero sottogenere, e dal canto nostro non possiamo fare a meno di sperare che l'impresa si riveli un clamoroso successo.

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