Call of Duty Black Ops 4 e il futuro degli eSport secondo Activision

Freschi della presentazione ufficiale del nuovo lavoro di Treyarch, facciamo un po' di previsioni sul futuro competitivo di Call of Duty...

Call of Duty Black Ops 4 e il futuro degli eSport secondo Activision
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  • Black Ops IIII è ciò che si può definire una ventata di aria fresca per quel che riguarda gli shooter su console. Il notevole lavoro di svecchiamento svolto dagli sviluppatori è più che evidente una volta provato il gioco. Come potrebbe tutto ciò influenzare il settore esport globale?
    Treyarch è ormai rinomata per il suo spirito di innovazione. Un team di sviluppo che guarda sempre al futuro, ascoltando le community, leggendo tra i trend, seguendo il corso del mercato. Le novità fanno spesso paura, in molti infatti hanno storto il naso guardando il trailer di presentazione di Call of Duty: Black Ops IIII. Se cerchiamo di guardare il quadro generale senza farci influenzare da gusti personali e pregiudizi, ci rendiamo conto che, potenzialmente, ci troveremo tra le mani un gioiello degli FPS, soprattutto a livello competitivo.
    Siamo ormai abituati a competizioni legate molto al fattore "run and shoot", dove spesso la skill dei singoli giocatori può decidere le sorti dei match. Sebbene in Call of Duty: WWII si sia notato un tentativo di riportare il fattore tattico come pilastro portante del gioco, la skill individuale ha comunque sovrastato la tattica. In Black Ops IIII ci prepariamo ad un reale cambio dello spirito competitivo del gioco, che in un primo momento metterà alla prova i giocatori e la loro memoria storica del titolo.

    Imparare a giocare in squadra

    Teamwork, un termine che spesso viene accantonato dai giocatori di Call of Duty, convinti di essere in grado di gestire i match da soli, dimenticandosi dei compagni di squadra e di quanto la gestione delle mappe sia fondamentale in questa tipologia di gioco. Il cambiamento più radicale in Black Ops IIII è la decisione di togliere il recupero della vita automatico e il conseguente inserimento di un comando ad hoc atto a ristabilire la salute.

    Questo è un fattore cruciale da tenere in considerazione, che modererà l'istinto di correre per la mappa cercando di farmare quante più uccisioni possibili, soprattutto considerando il fatto che l'abilità di recupero della vita ha dei cooldown sia nella fase di recupero, che per ricaricarsi. La mentalità tattica dei giocatori dovrà cercare di entrare in confidenza con questo nuovo meccanismo e, a questo fine, è aiutata dalla struttura delle mappe che in sé contiene numerosi punti di copertura utili per recuperare punti vita e rielaborare le tattiche del team. Non temete, una volta abituato il cervello a questa nuova dinamica, capirete di trovarvi di fronte un titolo davvero competitivo e stimolante.

    Call of Duty ha un...META?

    Non prendiamo questo termine nel suo senso più profondo. Non parliamo di un titolo che vanta al lancio ben 50 eroi giocabili, ma di un FPS storico che ha deciso di cambiare direzione inserendo i "ruoli".
    Per "meta" si intende infatti la strategia in gioco, la costruzione di un team attraverso i ruoli di ogni singolo giocatore, in grado di gestire la partita e le mappe.

    Ecco, dunque, il ritorno degli Specialisti da Black Ops III ma, in questo caso, sviluppati in maniera differente: ognuno di essi vanta ancora abilità speciali uniche, ma anche abilità utilizzabili in game dagli effetti differenti. Troveremo addirittura tra essi un medico che, grazie alla propria abilità è in grado di curare non solo sé stesso, ma anche il resto del team. Oltre ad esso sono presenti diversi specialisti dalle abilità specifiche che ogni giocatore può scegliere in base al proprio stile di gioco. Ma badate bene: a differenza di Black Ops III, la selezione degli specialisti è unica per ogni squadra, non sarà possibile dunque che due giocatori utilizzino lo stesso specialista.
    Così si compone un meta. In questo modo Call of Duty muta forma, mantenendo la sostanza. Sfida i giocatori e li stimola a giocare di squadra, ad aiutarsi a vicenda per riuscire a raggiungere la vittoria.

    Battle.net e un team dedicato alla versione PC

    Siamo ormai abituati a vedere Call of Duty come lo shooter numero uno su console, soprattutto a livello competitivo. Passando da Xbox a PlayStation, il settore è cresciuto molto su console. Il primo Call of Duty World Championship, tenutosi su Xbox, ha generato un entusiasmo irrefrenabile, che ha coinvolto e invogliato sempre più giocatori a competere e cercare di farsi strada nel settore professionistico.
    Ora cosa potrebbe succedere? Durante la presentazione ufficiale di Black Ops IIII sono stati spesi numerosi minuti nella spiegazione di ciò che è stato lo sviluppo dedicato alla versione PC del gioco, del fatto che sia stato assunto un team di sviluppo ad hoc, in grado di strutturare il titolo in maniera adeguata per mouse e tastiera.

    Oltretutto, per la prima volta, Call of Duty abbandona Steam come piattaforma di riferimento, appoggiandosi a Battle.net, una scelta che può lasciare a intendere e sperare che in futuro lo sparatutto di casa Activision ritroverà un suo spazio nel settore esportivo su PC. Del resto, il contratto di esclusiva con Sony è da poco decaduto e ancora non è dato sapere quali siano le idee per il futuro.
    Dopo un lavoro così approfondito per la versione PC, sarebbe sicuramente un enorme spreco non dare spazio ai giocatori "mouse e tastiera", innalzando in un certo qual modo l'opinione generale su Call of Duty, visto spesso dai pro player su PC come uno shooter di serie B giocato con il joypad.
    Ciò causerebbe sicuramente una rivoluzione nel settore, del resto la fanbase è affiatata su console, gli idoli videoludici sono dediti alle console per la maggior parte del loro tempo. Non è però detto che non si possa sviluppare un doppio circuito dedicato ad ogni piattaforma, sebbene ciò necessiterebbe di un investimento non di poco conto.

    BLACK OUT: la modalità battle royale di Treyarch

    Come anticipato prima, Treyarch è un team di sviluppo che sa seguire i trend di mercato e ciò che, al momento, coinvolge di più i giocatori. Questo li ha spinti verso lo sviluppo di una loro personale modalità Battle Royale, che verrà giocata in una mappa grande 1.500 volte la tanto amata Nuketown, dentro la quale i giocatori ritroveranno tantissimi elementi a loro affini, parte delle mappe più amate della saga Black Ops, insieme ai personaggi storici.

    In molti hanno inneggiato ad una copia spudorata di PUBG e Fortnite, dimenticandosi che lanciare un nuovo genere di gioco non significa mantenerne l'esclusiva, ma ipoteticamente ispirare altre case di sviluppo nel crescere il genere, a volte migliorandolo e variandolo. Del resto è proprio così che sono nati gli FPS e, senza il continuo spirito di crescita e cambiamento, saremmo ancora tutti fermi agli sparatutto come DOOM e Wolfenstein che hanno fatto la storia durante gli anni ‘90. Questa nuova modalità può nascondere molteplici novità, che magari invoglieranno la stessa Activision a continuare sotto questo punto di vista, evolvendosi e dando spazio nelle competizioni anche a Black Out.
    Insomma, le ipotesi sono molte, tante quante le speranze dei fan accaniti della saga. La varietà di gioco di questo nuovo Call of Duty lascia molto spazio all'immaginazione, nell'attesa di ricevere ulteriori dettagli, soprattutto per quel che concerne il settore esport e le sue diverse sfaccettature.

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