Call of Duty WWII: l'avanzata degli alleati nel cuore dell'Europa occupata

Call of Duty torna a riproporci i drammatici giorni sul fronte occidentale. Vediamo alcune delle operazioni alleate che aprirono la strada verso Berlino.

Call of Duty WWII: l'avanzata degli alleati nel cuore dell'Europa occupata
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Il 1944 ha segnato uno spartiacque fondamentale per il corso della guerra, decretando la definitiva lacerazione dell'imponente macchina bellica nazista. In difficoltà su tutti i fronti, i tedeschi si sono trovati a indietreggiare abbandonando anzitutto i territori occupati a est a causa della rinnovata spinta bolscevica e la pesante disfatta delle divisioni impegnate nella campagna russa. A sud, invece, gli alleati che avevano già il controllo della costa africana e si erano attestati in Sicilia, stavano risalendo con non poche difficoltà la penisola italica. A ovest al contrario, nonostante la propaggine francese della vecchia Europa fosse pervasa da una quiete quasi irreale, quel fronte si sarebbe presto trasformato in uno dei più sanguinosi teatri bellici della storia moderna.
    I videogiochi, così come ogni altro medium, hanno spesso e volentieri voluto prendere spunto proprio dagli orrori commessi sul fronte occidentale (forse per il fatto che siamo un po' tutti pesantemente influenzati dalla visione "americana"?) per raccontare sempre nuove storie legate al conflitto. E Call of Duty WWII, ovviamente, non fa alcuna eccezione a tale assunto. Dalle grandi operazioni sino agli scontri più ridotti, dalle vittorie ai fallimenti alleati nella corsa verso Berlino, tutto è stato passato al setaccio, ricostruito, mitizzato, glorificato. E la lunga marcia delle truppe alleate verso la capitale del Reich ebbe inizio in quello che verrà ribattezzato "il giorno più lungo".

    Il D-Day

    Previsto inizialmente per il 5 giugno le avverse condizioni meteo impedirono agli alleati, almeno per le ventiquattro ore successive, di procedere con una delle più grandi e complesse operazioni militari anfibie mai tentate prima d'allora. Dopo un'abile e prolungata azione di depistaggio che portò i tedeschi a ritenere impossibile uno sbarco in quella parte della Francia e grazie alla buona sorte, l'operazione Overlord ebbe finalmente luogo nelle prime ore della mattina del 6 giugno. In realtà la notte precedente lo sbarco venne preceduto da un fitto bombardamento e dal lancio dei paracadutisti della 101esima Aviotrasportata dietro le linee nemiche. Il tutto, però, si risolse in un sostanziale fallimento: i paracadutisti furono sparsi su una linea di decine di chilometri, fatti prigionieri o uccisi; mentre i bombardamenti furono talmente inefficaci da lasciare intatte le batterie di difesa sulla costa.

    Il Vallo Atlantico, dunque, accolse gli alleati con tutto il suo carico di piombo e morte l'indomani, sulle spiagge di Utah, Omaha, Juno, Sword e Gold. Gli statunitensi pagarono forse il prezzo più grande in termini di vite umane e mezzi, in quanto si trovarono a dover sbarcare nel settore maggiormente fortificato dell'intero Vallo. Lo sbarco è uno dei momenti più drammatici del conflitto e, allo stesso tempo, ne è divenuto il simbolo per antonomasia. Per la sua vastità e importanza, certo, ma anche per esser un sinonimo di eroismo e di riscatto sull'oppressione nazista. Call of Duty (come altri hanno fatto prima, basta ricordare Company of Heroes e Medal of Honor: Frontline) non può che prendere le mosse proprio da qui, per raccontare l'ora migliore di individui comuni capaci di attraversare l'inferno per decapitare il Lupo nazista.

    La Sacca di Falaise

    Dalla sabbia della Normandia, impregnata del sangue di migliaia di uomini, gli alleati iniziarono faticosamente ad avanzare, paese dopo paese, combattendo quasi casa per casa nel tentativo di scardinare la resistenza tedesca. I deliziosi paesini dell'entroterra francese, ridotti praticamente a un cumulo di macerie, costituirono la prova più dura per i soldati sparsi su una linea di centinaia di chilometri. La battaglia (o, meglio, l'operazione d'accerchiamento) avvenuta in agosto, conosciuta come Sacca di Falaise, rappresenta uno degli episodi conclusivi degli scontri in Normandia e l'inizio di una nuova fase dell'avanzata alleata. La Sacca era una zona compresa tra le quattro città di Trun, Argentan, Vimoutiers e Chambois nei pressi, appunto, di Falaise.

    Gli Alleati cercarono di circondare in una morsa e distruggere la 7ª Armata e la 5ª Armata corazzata tedesche che, con una strenua resistenza e nonostante le ingenti perdite, furono comunque in grado di ritirarsi al di là della Senna. L'obiettivo successivo, infatti, fu la capitale francese, la cui presa da parte delle truppe alleate rappresentò la fine dell'occupazione tedesca. In seguito alla disfatta di Falaise, i nazisti in ritirata non seppero opporre grande resistenza, addirittura disobbedendo agli ordini diretti del Fuhrer e permettendo agli alleati di entrare a Parigi senza subire grosse perdite. I giocatori più navigati, probabilmente, si ricorderanno di Medal of Honor Underground, storico secondo episodio del franchise che ci permise di vestire i panni di una partigiana francese e di partecipare all'insurrezione di Parigi dell'agosto 1944. Ad ogni modo, una volta attestata una solida testa di ponte, i vertici militari iniziarono a pianificare le successive operazioni, non sempre coronate da successo.

    Operazione Market Garden

    L'operazione, il cui scopo era quello di aprire un fronte a nord e liberare le terre olandesi, si rivelò forse la più improvvisata e maldestra dell'intero conflitto. Gli alleati erano troppo ottimisti per le grandi vittorie e decisamente obnubilati dalla convinzione non solo che la guerra sarebbe finita entro l'anno, ma anche che sarebbero riusciti a giungere a Berlino prima dei russi che sul fronte orientale avanzavano con la potenza di una schiacciasassi.

    L'Olanda, però, nonostante il suo territorio pianeggiante, presentava non poche insidie: paludi, canali e tanti, tantissimi ponti. Tutti da conquistare. I prodromi della disfatta si palesarono immediatamente, quando i paracadutisti della 101esima e di altre unità alleate, lanciati al di là della linea del fronte non riuscirono a impadronirsi dei ponti (l'obiettivo era farcela in un'unica volta, contando sull'effetto sorpresa) a causa della feroce resistenza tedesca. Nonostante gli avvertimenti dell'OSS, i paracadutisti statunitensi furono comunque mandati incontro a due divisioni d'elite delle SS di stanza ad Arnhem, tutte pesantemente armate, rifornite e ben addestrate. Seguirono giorni di intensi combattimenti ma, ormai, il destino dell'operazione era segnato. L'offensiva si arrestò con un enorme numero di morti da entrambe gli schieramenti. La guerra, come ben sappiamo, non finì quel Natale.

    Campagna della Linea Sigfrido

    La Campagna della Linea Sigfrido conta un'innumerevole quantità di scontri logoranti che tennero impegnati gli alleati lungo tutta la linea del fronte occidentale sino al dicembre del 1944. La Campagna, a nord prevedeva l'avanzata in territorio olandese (con l'Operazione Market Garden), mentre nei territori centrali gli obiettivi erano le grandi città al confine, alcune delle quali molto importanti per il loro simbolismo. Aquisgrana, antica capitale del Primo Reich (come amava definirla Hilter), era ovviamente una di queste e fu il teatro di una delle battaglie urbane più sanguinose che la storia ricordi.

    I tedeschi dovettero esser stanati casa per casa e la conta dei morti raggiunse in breve tempo cifre quantificabili in migliaia di unità. Lo stesso accadde nella Foresta di Hurtgen, quando un'operazione di "pulizia" del territorio che doveva durare poche settimane, si protrasse sino ai primi mesi del 1945 a causa degli errori tattici alleati e della tenacia dei tedeschi che, in un ultimo anelito di resistenza, furono quasi in grado di spaccare la linea d'avanzamento alleata nel dicembre del 1944.

    Ardenne

    L'offensiva delle Ardenne fu il momento di maggior difficoltà per il comando alleato che, sorpreso dall'attacco nazista, vide la propria linea incrinarsi e quasi spezzarsi. I tedeschi penetrarono in profondità; il loro obiettivo era dividere gli schieramenti inglese e americano per accerchiarli e distruggerli. L'attacco fu portato su un fronte di oltre cento chilometri e, inizialmente, i tedeschi riuscirono a sfruttare il vantaggio tattico fornito dall'effetto sorpresa e dalla conformazione del territorio. Dopo un primo momento di totale panico e spaesamento (dovuto anche a un reparto di SS infiltrato tra le fila dell'esercito statunitense), gli alleati riuscirono a riorganizzarsi tenendo testa alle divisioni tedesche, frenandone l'avanzata e impedendo il raggiungimento dell'obiettivo a cui l'esercito del Fuhrer puntava: Bastogne. Le mutate condizioni climatiche e, soprattutto una rinnovata organizzazione in seno alle forze alleate permisero di metter in campo tutta la superiorità aerea che martellò i nazisti sino a costringerli alla definitiva ritirata. L'epilogo, per il Reich millenario e per la visionaria follia di Hitler, stava per essere scritto: dalla controffensiva, i tedeschi non riuscirono più a tenere le posizioni e lentamente aprirono la via verso Berlino.

    Call of Duty WWII Le vicende del fronte occidentale occupano migliaia di pagine di storia. Molte delle storie degli uomini, di entrambi gli schieramenti e non, che vissero quei giorni in prima linea probabilmente non le conosceremo mai. A esser rimaste intatte sono le cronache delle battaglie, i fallimenti e le vittorie, i molti episodi di puro eroismo e di grande crudeltà. Ancora non sappiamo quale suolo ci troveremo a calcare con gli scarponi del nostro alter ego digitale, quali saranno le battaglie che combatteremo e quale linea del fronte seguiremo. Sappiamo per certo, però, che i pericolosi scontri e le amene cittadine francesi ridotte a un cumulo di macerie, brulicanti di nazisti fermamente intenzionati a resistere, rappresenteranno lo sfondo perfetto e spettacolare su cui adagiare il volto "umano" del conflitto. Storie di uomini comuni chiamati, nell'ora più buia, a compiere imprese straordinarie.

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