Chiquita Evans è la prima donna dell'NBA 2K League

Chiquita Evans entra nei Warriors Gaming come prima donna mai messa sotto contratto da una squadra di NBA 2K League.

Chiquita Evans è la prima donna dell'NBA 2K League
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  • Il primo atto della seconda stagione dell'NBA 2K League ci consegna dopo tre ore il nome di Chiquita Evans, scelta dai Warriors Gaming come videogiocatrice della propria squadra. Così come nell'NBA, anche nel suo campionato esport parallelo giocato su NBA 2K la stagione inizia con il draft, ovvero il momento in cui le squadre partecipanti, salite quest'anno a 21 con l'aggiunta delle rappresentanti di Atlanta, Brooklyn, Los Angeles e Minnesota, scelgono i nuovi giocatori da inserire nelle proprie formazioni.
    Evans, così come tutti gli altri candidati presenti, si è qualificata per il draft 2019 tramite i risultati ottenuti online e invitata, pertanto, a presenziare alla cerimonia sperando di essere scelta da una delle squadre del campionato. Desiderio esaudito: il suo nome è stato pronunciato dalla squadra detenuta dai Golden State Warriors come 56esima scelta, diventando la prima donna in assoluto della NBA 2K League. Meno fortunata è stata l'altra donna presente, Brianna Novin, non selezionata ma disponibile come free agent in qualsiasi momento della stagione.

    La storia

    Chi era presente alla cerimonia racconta di come l'applauso che l'ha accompagnata sul palco sia stato, senza sorprese, il più fragoroso della serata: "Adesso per me cambia tutto." Ex-giocatrice di basket collegiale e semi-professionistico, fino a qualche ora fa lavorava come personale trainer in una palestra: da oggi Evans avrà un contratto tra i 33.000 $ e i 37.000 $ a stagione. Senza considerare i benefit, gli eventuali premi delle vittorie dei tornei e l'alloggio nella gaming house della squadra.

    L'arrivo di Evans soddisfa inoltre gli auspici del commissario NBA Adam Silver che aveva fatto notare, quasi con rimprovero, la mancanza di diversità di genere tra i giocatori della competizione. Un aspetto che è stato immediatamente preso in considerazione dalla Lega che negli scorsi mesi aveva avviato un programma che coinvolgesse maggiormente le migliori giocatrici al fine di superare preconcetti e barriere. Come ha raccontato Evans: "Ho ricevuto commenti sessisti inappropriati in passato dagli altri giocatori. Alcuni mi intimavano di tornare in cucina, altri mi scrivevano che NBA 2K non è per donne." Un problema confermato anche dai dati statistici: prima del draft 2018, la Lega aveva monitorato la situazione scoprendo che i giocatori di genere maschile evitavano di passare la palla alle loro compagne di squadra.

    Le reazioni

    Nemmeno i social si sono risparmiati, come tristemente spesso accade in questi casi. Quando lo scorso mese, il giorno del suo trentesimo compleanno, aveva annunciato la qualifica per il draft, i commenti ricevuti non erano stati dei migliori, anzi. "È stato un periodo in cui mi sono sentita decisamente sconfortata e delusa. Per me la qualifica rappresentava uno dei migliori momenti della mia vita, rovinato dalle persone che senza alcun motivo apparente mi denigravano sui social."

    Adesso, invece, i complimenti arrivano anche dal mondo dell'NBA e del basket professionistico. Steve Kerr, coach dei Warriors sul parquet reale, ha risposto prima della partita contro Boston che "dovrebbe essere d'ispirazione per tutti e tutte: inseguendo la sua passione ha infranto una barriera."
    Non si è tirato indietro nemmeno una leggenda vivente come Kevin Durant, il giocatore preferito di Evans che da oggi sarà suo compagno di squadra: lei nei Warriors Gaming, lui nei Golden State Warriors. "Gli esports sono ormai qualcosa di grande e presente nella vita quotidiana. Più persone hanno l'opportunità di intraprendere una carriera da professionisti e di guadagnare adeguatamente giocando a ciò che preferiscono." Ovvero il sogno di ogni sportivo.

    I precedenti

    Non mancano certo i precedenti delle donne nell'esport professionistico. La fortuna degli sport elettronici, d'altronde, è di non avere barriere in tal senso: la quasi totalità delle competizioni prevede l'eventuale partecipazione di rappresentanti del gentil sesso o, in ogni caso, non la esclude. L'esempio più conosciuto è quello di Geguri, all'anagrafe Se-yeon Kim, giocatrice sudcoreana degli Shanghai Dragons. Nel campionato russo di League of Legends attualmente in corso un'intera squadra è composta da donne: la Vaevictis Esports, al momento con nove sconfitte su altrettante partite disputate.

    Anche in questi casi, tuttavia, le protagoniste non godono di ottima considerazione da parte dei loro colleghi maschi. Se Geguri ha addirittura dovuto dimostrare pubblicamente in streaming di essere lei l'autrice delle belle giocate viste dai suoi colleghi, salvo poi le scuse di Blizzard, Le Vaevictis sono state vittime dello stereotipo secondo cui le giocatrici utilizzano solo campioni di supporto. Gli avversari hanno quindi eliminato dalla scelta cinque campioni in quel ruolo, costringendo la direzione disciplinare di Riot Games ad ammonirli per comportamento antisportivo.

    Una piccola, ultima, curiosità: sul videogioco attualmente non sono presenti personaggi giocabili femminili, essendo totalmente ispirato all'NBA. Una questione su cui 2K ha dichiarato di stare già lavorando con la futura introduzione di personaggi femminili.

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