E3 2014, il futuro di Xbox One: analisi della conferenza di Microsoft

Microsoft apre l'E3 2014 con uno show tutto incentrato sui giochi e sul futuro di Xbox One.

Conferenza Microsoft E3 2014
Speciale: Xbox One
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Quando Phil Spencer sale sul palco per inaugurare la conferenza Microsoft dell'E3 2014, ha stampato in faccia quel suo solito, americanissimo sorriso. Ostentando una presenza che Don Mattrick non ha mai avuto, il nuovo capo della divisione Xbox viene a presentarci, in buona sostanza, un'altra visione dell'home entertainment targato Microsoft. Tagliare i ponti con un'annata fatta di disastri comunicativi e ripartire dopo una spinta propulsiva non certo eccezionale era un'impresa veramente titanica. Ma, anche al netto di un evento in cui è mancata la rivelazione luminosa di un nuovo messia videoludico, crediamo che Microsoft ce l'abbia fatta.
La conference dell'azienda di Redmond è stata una delle più dense degli ultimi anni, vetrina indispensabile in cui non solo la casa madre, ma anche tutti i publisher più importanti hanno sfoggiato la loro intera Line-Up. Tralasciando le incertezze della prima parte, e pure mettendo in conto la presenza di troppi trailer in Computer Grafica, Microsoft ha in buona sostanza mostrato una quantità smisurata di titoli, è tornata all'assalto di Sony sul fronte delle produzioni indipendenti, ed ha rimarcato la sua priorità per quel che riguarda le esperienze multiplayer. Accettando di disinteressarsi in parte di quel filone emotivo e narrativo del videogioco, che invece va alla grande sulla console rivale, Microsoft ha parlato al suo pubblico di riferimento, ha carezzato i giocatori americani e i maniaci dell'online, ed ha dato al pubblico una serie di titoli da attendere con trepidazione.
Col senno di poi, l'abbattimento del prezzo della console grazie alla defenestrazione di Kinect è stato il preludio ad una nuova strategia comunicativa, e dopo l'evento di oggi è abbastanza probabile che Microsoft riuscirà a riprendersi l'America nel giro di un anno o poco più. C'è anche da dire che troppe novità erano trapelate nei giorni scorsi, che i multipiattaforma, agli occhi dei "giocatori di professione", non fanno sostanza, e che da solo il nuovo Crackdown non è stato in grado di reggere il peso mediatico dell'evento. Ma insomma: ben tenuto e ricchissimo, senza tempi morti né quisquilie, lo show ha saziato il grande pubblico, che può guardare con nuova fiducia alla presenza di Xbox One sul mercato.

Call of Duty: Advanced Warfare, Sunset Overdrive e Ori and The Blind Forest

L'apertura dell'evento con Call of Duty: Advanced Warfare, spiace doverlo ammettere, è di quelle da far cadere le braccia. Sulle prime, sembra quasi che la strategia di Microsoft sia quella di abbracciare il peggior conservatorismo e restare arroccata sui baluardi di una generazione ormai sfiorita. L'FPS di Activision ritorna sempre uguale a sé stesso, con armi più futuristiche ed un setting urbano di un certo fascino, ma ancora disperatamente aggrappato ad un modello ludico (e narrativo) dannatamente superato. Più esplosioni, più particellari, e la solita sguaiata esaltazione del militarismo, in uno stralcio di Single Player che davvero non convince.
Alla luce del fatto che buona parte della conferenza sia stata dedicata a titoli con una fortissima componente multiplayer, spiace constatare che la strategia comunicativa di Activision debba ancora cominciare mostrando la parte evidentemente meno ispirata di uno dei suoi prodotti di punta.
A tutta la mezz'ora iniziale dell'evento, a onor del vero, manca il nerbo, la verve. C'è un trailer di Evolve, ed uno, veramente disastroso, su Dragon Age: Inquisition, che sembra essersi trasformato nell'ombra di quel grande gioco che fu Origins, figlio di una software house in evidente crisi creativa. C'è anche un lungo spezzone di Gameplay di Assassin's Creed Unity, che lascia a bocca aperta sul fronte della grafica di gioco ma non brilla in termini di gameplay: i combattimenti non convincono (nuove animazioni ed un ritrovato amore per la violenza non bastano a ristrutturare le dinamiche degli scontri), ed il multiplayer, piuttosto che aprire nuove opzioni tattiche, sembra dare ai giocatori la possibilità di avanzare in stile "squadrone della morte".

Per fortuna che ci sono due esclusive belle forti a ringalluzzire gli animi: da una parte Forza Horizon 2, con le sue riflessioni forse un po' troppo plasticose ma con quell'atmosfera europea che manda in visibilio i maniaci del racing: la seconda iterazione di questo spin-off corsistico ha le carte in regola per andare alla grande, sfrecciando nelle classifiche di vendita. E poi c'è pure Sunset Overdrive, titolo con cui Insomniac Games esce dal pantano in cui il team era finito con Fuse e con gli ultimi Ratchet & Clank: Sunset Overdrive, con le sue onomatopeiche che emergono dagli schizzi di sangue, con i suoi colori acidissimi ed i suoi ritmi indiavolati, ha stile da vendere, mescolando amore per l'esibizionismo e fluidità, e iniettando nel suo cuore da shooter una siringona di adrenalina in salsa Jet Set Radio.

Basterebbero questi de titoli per chiudere l'anno in bellezza, ed in effetti la loro carica è tale da lasciare in un angolino oscuro buona parte di quello che viene dopo. Fino alla comparsa di Master Chief, insomma, la conferenza entra in una fase di stanca: c'è il DLC di Dead Rising 3 che diverte solo per il titolo assurdo (per il resto, arriva a tentare di rinfrescare un'esclusiva che è invecchiata precocemente), c'è Dance Central (unica parentesi "casual" della conferenza), e ci sono anche Fable Legends e Projct Spark.
Il primo si è trasformato in una sorta di Tower Defence sul modello di Orcs Must Die, con un giocatore che gestisce le armate dei cattivi ed un quartetto di eroi che combina le proprie abilità per resistere all'assalto dei nemici. Il secondo sembra essersi avviato in una direzione pericolosissima, la stessa che ha sfaldato il "collega" Little Big Planet: lasciando ai giocatori troppa libertà, fino a permettergli di creare puzzle game e platform bidimensionali, il gioco rischia di perdere la sua identità, finendo pure per spaventare i creativi più pigri degli altri.
Meno male che poi arriva, subito prima di Halo, Ori and The Blind Forest, titolo pienamente collocato in quel filone di riscoperta del platform bidimensionale, che sembra mescolare le suggestioni di Child of Light con i ritmi di Limbo. E' forse questo il primo momento della conferenza in cui anche i cuori più marmorei si sciolgono: lo rifaranno poi fronte a Inside, nuova creatura di Playdead che riprende estetica e impostazione del precedente lavoro della software house. Non si tratterà probabilmente di un'esclusiva, come non lo sono i giochi che rientrano nel programma ID@Xbox, ma questa parentesi indipendente diluita all'interno dell'evento era dovuta e largamente attesa dal pubblico, che aveva ormai associato a Steam e Ps4 tutto quel gorgogliante mondo di titoli in digital delivery che rende il mercato così vario e vivace.

Halo: The Master Chief Collection, la beta di Halo 5 e Rise of Tomb Rider

L'ultima parte della conferenza, in ogni caso, si dedica tutta alle grosse produzioni. Viene annunciata ufficialmente la raccolta di Halo, ed agli appassionati del franchise brillano gli occhi. Dentro non c'è solo Halo 2 Anniversary, ma anche il suo multiplayer in versione originale, assieme al terzo e quarto capitolo ed alla beta di Halo 5: Guardians. The Master Chief Collection è prodotta con l'intento abbastanza evidente di fare cash-in sugli entusiasmi dei fan, ma è davvero un pacchetto onnicomprensivo, indispensabile compendio di una saga storica e porta d'accesso per il futuro del franchise (che passa anche dalla serie in Live Action Nightfall).
Tocca poi alle terze parti, in quella che sembra una vera e propria dichiarazione d'amore nei confronti di Xbox One. CD Project RED fa vedere una lunga sequenza dello smisurato The Witcher 3, e Square-Enix sceglie il palco di Microsoft per annunciare ufficialmente Rise of the Tomb Raider, con un trailer veramente ben diretto, che segna per altro l'inizio di una nuova moda nella titolazione dei seguiti e conferma la smisurata influenza che il Batman di Nolan ha avuto sul mondo dell'entertainment. 

Anche Ubisoft, dopo Assassin's Creed Unity, torna sul palco con The Division, potenzialmente privandosi di un solidissimo contenuto per la sua conferenza: lo sparatutto di Massive, del resto, sembra rappresentare per davvero quello che sarà il futuro del genere, sconvolgendone i tratti come solo Gears of War aveva saputo fare. Qui però c'è un'estetica tipicamente europea, una "Destroyed Beauty" più urbana, ed una dimensione finalmente umana, intima, del conflitto e della sopravvivenza. Ci sono anche dinamiche cooperative che sembrano funzionare meglio rispetto a quelle di tutti gli altri titoli online mostrati fino ad adesso, ed un colpo d'occhio veramente eccezionale.
La conferenza si chiude poi con un terzetto di esclusive, di cui purtroppo si può dire ben poco. Quasi nulla su Phantom Dust, salutato dal pubblico più per amore del marchio che per effettivi meriti del nebusolo trailer in CG.Anche lo Scalebound di Platinum resta misteriosissimo: è più chiaro il concept di gioco, incentrato sugli scontri (anche co-op) con creature gargantuesche, ma ancora nulla sul fronte del gameplay.
E persino il nuovo Crackdown, rivendicando il suo amore per l'esagerazione e questo stile carichissimo da Comic americano, è inaspettatamente timido e decide di mostrarsi solo con un target render e nessuna sequenza giocata. La colpa di Microsoft è forse proprio questa: perdonato il "rinvio" al 2015 della prossima avventura di Master Chief, gli utenti non hanno sopportato che dei nuovi titoli annunciati non si sia visto proprio nulla. In effetti, per chi si professa hardcore gamer ed ha la possibilità di giocare tutti i titoli multipiattaforma su Ps4, è davvero difficile entusiasmarsi di fronte ai contenuti esclusivi per Xbox One di Evolve o The Division. Anzi, questa strategia dei DLC ad accesso anticipato non può pagare, di fronte allo scotto tecnico che la console ha pagato fino ad adesso e continuerà a pagare nell'immediato futuro (poi, vedremo cosa succederà coi nuovi SDK). Inquadrato da questo punto di vista, lo show di Microsoft sarà sembrato sicuramente meno galvanizzante, più regolare, fatto di conferme più che di novità. C'è anche da considerare, però, che il ritrovato supporto dei publisher e delle terze parti è importantissimo per il colosso di Redmond, in un momento in cui le vendite restano globalmente inferiori rispetto a quelle di Ps4, e che insomma Microsoft ha lanciato un segnale forte. Conducendo per altro un evento che, in termini di spazio dedicato al software, non ha precedenti nella recente storia delle fiere losangeline.
Non tener conto di questi elementi sarebbe un errore abbastanza corrivo, fatto in nome di una voracità e di un'impazienza sicuramente comprensibili, visto il "digiuno controllato" degli ultimi mesi, ma che possono far perdere il polso della situazione. Del resto, proprio quel Sunset Overdrive di cui l'anno scorso si vide solo il nome, oggi è una delle esclusive di punta della Line-Up: e insomma, ogni tanto a quest'industria ipertrofica bisogna pure concedere i tempi che le servono.

Scheda Xbox One Nel suo discorso d'apertura, Phil Spencer ha salutato in maniera molto distesa Sony e Nintendo. E', anche questo, il segnale che il colosso americano ha definitivamente cambiato la sua strategia comunicativa, cercando di attenuare gli attriti per rivolgersi in maniera limpida e diretta alla platea di giocatori, sicura della propria strategia. Il messaggio che Microsoft ha voluto comunicare è che oggi è nata una “nuova Xbox One”, concentrata in primis sui titoli, ed in grado di conquistare la fiducia delle terze parti nonostante gli inciampi della dirigenza Mattrick. Microsoft ha anche chiarito una volta per tutte quale sia il suo concetto di Home Entertainment: l'idea cioè di un media concentrato soprattutto sull'online, competitivo ma soprattutto cooperativo. Da Fable Legends a The Division, dal ritorno del multiplayer “puro” di Halo 2 ad Assassin's Creed Unity, per arrivare infine a Crackdown e Scalebound, il leitmotive della line-up mostrata sul palco era uno solo. In questo, anche grazie alla presenza di server dedicati sparsi in tutto il mondo, Xbox One può davvero primeggiare, riconfermando la validità dell'infrastruttura Live. Certo, sarebbe stato bello vedere sequenze di gioco dei nuovi titoli annunciati, e magari un'esclusiva più forte a livello comunicativo (Gears of War?). Considerando però che anche la Gamescom è alle porte, e tenendo in debito conto il numero di produzioni e publisher che hanno ribadito la loro fiducia nel progetto Xbox One, lamentarsi sarebbe davvero eccessivo.