Control e la letteratura New Weird: le bizzarre ispirazioni di Remedy

Alla base dell'immaginario di Control ci sono le suggestioni della corrente letteraria conosciuta come New Weird: scopriamola insieme.

Control e la letteratura New Weird: le bizzarre ispirazioni di Remedy
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  • "This is gonna be weirder than usual" - Sarà più strano del solito.
    Sono queste le prime parole con le quali Control si presenta ai giocatori: è un monito, una dichiarazione di intenti con cui vengono esplicitati i toni di un racconto che sin dall'inizio assume connotati ancora più folli ed articolati di quelli a cui Remedy Entertainment ci ha abituato in passato. Ma al di là delle premesse, ciò che balza immediatamente all'occhio è l'oculata scelta di termini: la parola "weird", d'altronde, non è certo usata a caso, dal momento che rimanda in maniera evidente alla primaria fonte di ispirazione del team finlandese per la creazione di Control.

    Ci riferiamo ovviamente alla letteratura New Weird, una corrente iniziata negli anni '90, contraddistinta da caratteristiche specifiche, che Remedy recupera, interiorizza ed amalgama, fino a trasformarle in storytelling, atmosfera e world design. Prima di comprendere in che modo il gioiello di Sam Lake reinterpreta e ridefinisce in formato videoludico i canoni della bizzarria letteraria, ripercorriamo l'origine del New Weird e scopriamo quali sono gli elementi distintivi da cui sono state erette le fondamenta del Federal Bureau of Control.

    Che cos'è il Weird?

    Per meglio inquadrare le caratteristiche di questa corrente è imprescindibile la conoscenza del manuale The New Weird, in cui lo scrittore Jeff Vandermeer, uno dei massimi esponenti del genere, cerca di tracciare una prospettiva storica del filone, di elencarne gli aspetti predominanti e di fornire un'antologia degli autori più rappresentativi.

    Jeff Vandermeer, autore di The New Weird

    Di per sé, il concetto di "bizzarro" in letteratura ha assunto varie forme, alcune talmente autoriali da essere ricondotte persino ai lavori ed al mito di H.P. Lovecraft, la cui penna è stata seminale per la fondazione del Weird moderno. Insieme al genio di Providence troviamo Clark Ashton Smith come progenitore del movimento, tra le cui opere si annoverano racconti dell'orrore e fantascientifici quali The Demon Of the Flower e The Gorgon - Weird Tales, composti intorno agli anni '30 del Novecento.

    Ed è proprio nel secolo scorso che vanno ricercate le radici del New Weird. Secondo Vandermeer sono due gli impulsi che distinguono simile corrente dal "vecchio" Weird: il primo è rappresentato dall'influenza della New Wave del 1960, durante la quale venivano realizzati testi che mescolavano i generi, testavano varie sperimentazioni formali, e spesso erano anche pervasi da un forte spirito politico. Questa "ondata" è definita da Vandermeer come il "cervello" del New Weird.

    Il secondo stimolo appartiene invece al reame del grottesco, nello specifico all'interno delle opere di Clive Barker negli anni '80, dove il focus era indirizzato principalmente verso la mutazione del corpo, dando forma ad un orrore di tipo viscerale. A differenza però di quanto accade nei capolavori di Lovecraft in cui l'ignoto è inspiegabile, nei testi di Barker si parte dall'assunto e dall'accettazione della mostruosità: ed è proprio da questo presupposto di "normale anormalità" che inizia a svilupparsi la storia.

    Ma è con Perdido Street Station di China Miéville che il New Weird inizia a rimarcare la sua presenza nel panorama letterario dando prova di avere una propria personalità, senza essere - come in molti sostenevano - un semplice collage di diverse influenze culturali.

    Nel racconto di Miévielle avviene infatti ciò che Vandermeer identifica come esemplificativo del genere: il fatto che l'autore si "arrenda al bizzarro" (Surrender to the Weird), accettando la materia della sua narrazione senza prenderne le distanze in modo ironico. Insomma, considerandola come parte della sua realtà. È un modo per aumentare ed al contempo diminuire lo straniamento, fornendo la percezione che esista qualcosa di innaturale eppure abituandosi ad esso. E se ci riflettiamo, è esattamente ciò che accade a Jesse Faden, protagonista di Control, la quale - nel corso della sua avventura - resta sempre meno perplessa di fronte agli assurdi avvenimenti della Oldest House, ed anzi sostiene esplicitamente di sentirsi del tutto a proprio agio tra le infinite, contorte ed inesplicabili mura del Bureau. In breve, ancora per citare Vandermeer, Miévielle è riuscito a creare un ottimo bilanciamento tra la scrittura pulp, le immagini surreali e le suggestioni letterarie più disparate.

    La definizione di New Weird

    A chiosa dell'introduzione all'antologia da lui curata, Jeff Vandermeer cerca di fornire una definizione piuttosto ben argomentata di cosa sia effettivamente il New Weird. Si tratta di una tipologia di racconto che imbastisce "mondi secondari", in cui viene sovvertito il concetto idealizzato di "luogo" come interpretato dalla narrativa fantasy.

    Questo cambio di paradigma avviene tramite l'uso di modelli verosimili e complessi, appartenenti al mondo reale, che vengono sfruttati come punto di partenza per creare ambientazioni che possano combinare elementi sia del fantasy che della science fiction. Stando alle parole di Vandermeer, il New Weird utilizza spesso aspetti dell'horror surreale e trasgressivo, sia per i toni, sia per lo stile.

    Queste sono dunque le basi concettuali di simile corrente letteraria, che lo stesso Vandermeer declina a suo modo in Trilogia dell'Area X (Southern Reach Trilogy, in originale), un trittico di romanzi composto da Annientamento, Autorità e Accettazione, che ha funto da modello ispiratore per l'ideazione di Control.

    La bizzarria secondo Control

    L'opera di Remedy è un compendio in formato videoludico del New Weird: in compagnia di Jesse Faden saremo testimoni di eventi inspiegabili, distorsioni spaziali, situazioni al limite dell'umana comprensione, sovrapposizioni dimensionali, leggi della fisica stravolte ed eventi paranormali.

    Dinanzi a televisori posseduti, frigoriferi indemoniati e siparietti con marionette profondamente inquietanti, la protagonista - neo direttrice del Bureau - resta impassibile il più delle volte: la stranezza fa parte della sua vita, ed è proprio in questo concentrato di follia che la ragazza si sente a casa. C'è dell'orrore in Control, prevalentemente di tipo fisico: "la trasformazione corporea" di tanta letteratura grottesca del 1980 si manifesta sotto le sembianze di uomini deformati in modo mostruoso, sia sul piano fisico che su quello psicologico.

    L'illusione diviene dunque indistinguibile dalla realtà, ed il fantasy assume connotati scientifici dallo squisito gusto rétro. In mezzo a tutta questa giostra di stramberie, Jesse Faden si muove con naturalezza, scoprendo poco a poco i segreti dell'architettura della Oldest House: il suo punto di vista è quasi analitico, si interroga sugli accadimenti più inspiegabili ma non si fa mai sopraffare dall'irrazionalità.

    L'asciutta, destabilizzante e surreale scrittura di Control assomiglia sotto certi aspetti a quella di Vandermeer. Anche nella Trilogia dell'Area X assistiamo a vicende illogiche calate in un contesto di apparente normalità, eppure la prospettiva è scientifica, rigida, mai troppo emotiva, specialmente in Annientamento.

    L'Area X citata nel titolo è una misteriosa dimensione in continuo accrescimento che sta inglobando progressivamente la Terra, con l'obiettivo di mutarla in maniera radicale ed irreversibile. Le spedizioni che ne hanno varcato i confini non hanno mai fatto ritorno senza pesantissimi contraccolpi: c'è chi si è disperso, chi è impazzito, chi non è mai riuscito ad uscirne. Anche il personale del Federal Bureau of Control, dopo la fuga di questa creatura anomala ed incorporea denominata The Hiss, ha finito per perdere il senno, per svanire nel nulla, per restare intrappolato tra le realtà. Il Piano Astrale da cui proviene il Sibilo, in fondo, non è troppo diverso sul versante concettuale dall'Area X di Vandermeer: un luogo-non luogo che si sovrappone al nostro mondo, e che lo cambia, lo trasforma. L'agenzia che si occupa di contenere, studiare e comprendere l'Area X ha sede nel Southern Reach, un centro che tanto assomiglia negli intenti al Federal Bureau of Control: entrambi posseggono infatti lo stesso obiettivo, incarnato dalla necessità di contenere l'avanzata di una realtà alternativa.

    Così come il Southern Reach, anche il FBC nasconde un quantitativo incalcolabile di segreti che, nei panni della direttrice Jesse Faden saremo chiamati a svelare. Il secondo atto della trilogia di Vandermeer, intitolato Autorità, si svolge proprio tra le mura del centro governativo, concentrandosi prevalentemente sul personaggio di John Rodriguez, nuovo direttore del Southern Reach, il quale si fa chiamare, guarda caso, "Controllo", "Control" in lingua inglese. Non sappiamo quale sia la vostra opinione, ma per quanto ci riguarda questa non è certo una coincidenza.

    Control Mescolando orrore, fantasy e sci-fi, il New Weird contamina l’immaginario di Remedy. Frutto di una commistione estremamente eterogenea, ma sempre pienamente coerente, Control è un cocktail di stranezze: c’è un’oncia di Lynch, una spruzzatina di X-Files e tantissimo New Weird. Persi nella mutevole architettura della Oldest House, ipnotizzati dagli Oggetti del Potere e desiderosi di scoprire i misteri del Piano Astrale, anche noi, come Jesse Faden, cominciamo ben presto ad avvertire una sensazione di familiarità tra le mura del Federal Bureau of Control. Immersi nel suo dedalo di suggestioni, insomma, ci abbandoniamo piano piano all’anormalità, fino ad “arrenderci al bizzarro”.

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