Da Dishonored a The Witcher 3: un viaggio nelle case di piacere dei videogiochi

Una raccolta dei migliori postriboli videoludici, luoghi dove avete passato alcuni dei momenti più "caldi" della vostra carriera digitale...

Da Dishonored a The Witcher 3: un viaggio nelle case di piacere dei videogiochi
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Quante volte vi è capitato di percepire, dopo una giornata passata a tagliuzzare o crivellare nemici, l'eco di un certo turbamento localizzato nei pressi dell'equatore poligonale del vostro eroe, sintomo di un sovraccarico intimo che chiede a gran voce un meritato sfogo? Sensibili a questo genere di necessità digitali, nel tempo gli sviluppatori hanno farcito i loro giochi con una gran abbondanza di luoghi dove i protagonisti potessero effondere i propri istinti primari, riflesso lascivo di quelli dei rispettivi controllori. Insomma, diciamo che i bordelli videoludici fanno bene al divertimento per un buon numero di motivi, non ultimo il fatto che hanno la tendenza a generare situazioni positivamente imbarazzanti, tutte da ridere. Tanto per intenderci, si tratta dell'evoluzione del senso di imbarazzo che, quattordicenni, provavate durante la visione di un film con la famiglia, quando sullo schermo balenava una scena in grado di titillare il vostro desiderio di diventare, per meriti sportivi, completamente ciechi. Ora, esiste la - remota - possibilità che la sovrabbondanza di postriboli ludici rappresenti per voi un cliché trito e noioso. In questo caso vi invitiamo a rispondere a una semplice domanda: ma secondo voi dove dovrebbe passare il suo tempo libero un antieroe col vizio del massacro indiscriminato? In biblioteca? Al cinema? In coda per un Happy Meal?
Sbrigate le necessarie formalità introduttive, andiamo ora a ripescare dalla memoria alcune delle migliori case di piacere della storia videoludica più o meno recente.
Fuori le mani dalle tasche.

Dishonored - The Golden Cat

Cosa c'è di meglio per rilassarsi, dopo una dura giornata di cospirazioni e omicidi, se non gustare un buon sigaro ammirando le curve di una professionista della libidine strette in un invitante corsetto? Fate molta attenzione, però, perché i vostri desideri "perforativi" potrebbero venir ribaltati in punta di lama da un brutto ceffo mascherato, e uno dei vostri organi principali tramutato - ironicamente - nell'umida alcova per il suo strumento. Però, oh, ci sono posti peggiori dove rimetterci la cotica, specialmente considerando come i ragazzi di Arkane Studios hanno provveduto a rendere il Golden Cat un meraviglioso concentrato di art deco e art nouveau, con piacevoli influenze neogotiche. Un crogiolo di stile ed erotismo burlesque che ospita, a ciclo continuo, festini toccherecci che al confronto quelli di Eyes Wide Shut sembrano le riunioni del circolo "Amici dell'anguilla" di Comacchio.

Duke Nukem 3D - Red Light District Strip Club

L'anno era il 1996, Walker Texas Ranger era il prototipo del maschio alfa con il vizio del calcio rotante e il concetto di "politicamente corretto" era, fortunatamente per noi, tanto evanescente quanto scarsamente applicato. Tempi più semplici, nei quali un paladino della "giustizia" interstellare come il buon Duke Nukem, un mix stereotipico tra la fisicità di Dolph Lundgren e la parlantina di Bruce Campbell, poteva tranquillamente omaggiare le grazie di un gruppo di spogliarelliste con il lancio di verdoni e commenti soddisfatti. Un bel pezzo di storia videoludica edificato tra le strade di una Los Angeles che, incurante della minaccia aliena, aveva il coraggio di fronteggiare l'invasione a colpi di copricapezzoli. Sprite licenziose che ci sono rimaste nel cuore, così come il debutto tridimensionale (più o meno) di un personaggio che, con la sobrietà del primo classificato a una gara di gorgheggi gastrici, rimane una vera e propria icona della storia del videogioco. Proprio per questo, se siete d'accordo, continueremo a far finta che Duke Nukem Forever non sia mai esistito.

Saints Row: The Third - Safeword

Venite ragazzi, ho per voi una storia colma di magia, corridoi pieni di fori gloriosi, lunghi stantuffi siliconici viola e signorine con una grande passione per l'elettrolocuzione degli altrui gingilli, guardiane di un reame fatato noto ai più come Safeword. Il bordello sadomaso di Saints Row: The Third ospita uno dei momenti più assurdi di un gioco che fa dell'assurdità uno dei propri cavalli di battaglia. Parlando di equini galoppanti, come dimenticare il folle inseguimento in carrozza che segue la liberazione del pappone Zimos, utilizzato come stallone da tiro in una delle fughe più disagevoli della recente storia videoludica. Le misure bombastiche di ognuna delle lavoranti, il codice d'abbigliamento da sagra del dildo e la grande morigeratezza dell'arredamento fanno del Safeword una base operativa eccezionale per la gang dei 3rd Street Saints, nonché una delle case di piacere più memorabilmente trash di sempre. In fondo, senza aver mai affrontato un'orda di malavitosi con il pennone al vento, si può dire di aver veramente vissuto?

The Witcher 3 - Passiflora

Si potrebbe dire che la presenza di postriboli e madame generose sia uno dei "trait d'union" dell'opera di CD Projekt RED, autori di una saga che non ha mai temuto di affidare il suo protagonista alle attenzioni licenziose di un discreto numero di donzelle in cerca d'affetto. Per "affetto", in questo caso, intendiamo ovviamente quello dispensato dalla terza spada che, come tradizione impone, completa la dotazione standard di ogni strigo. Sarà lo sguardo penetrante, sarà l'aura maschia che lo avvolge, sarà quell'odore di cuoio misto cavallo bagnato, ma Geralt continua a rappresentare l'ideale fantasy dell'uomo che non deve chiedere mai... il prezzo. Specialmente quando il witcher è in visita al Passiflora, la migliore casa di tolleranza di Novigrad, nelle cui stanze si muovono, soavi, alcune tra le bellezze più inturgidenti della Redania. L'assortimento comprende damigelle in maschera, elfe ammiccanti e voluttuose bellezze, all'interno di un edificio che, per gli standard della città libera, rappresenta l'apice dell'eleganza. Se non ci avete passato almeno un paio di notti, è probabile che non abbiate mai superato la prova delle erbe.

Fina Fantasy VII - Honey Bee Inn

Nel cuore di uno dei capitoli più nostalgicamente trascinanti della saga di Square Enix brillano le luci al neon dell'Honey Bee Inn, un locale di dubbia fama che ospita uno dei momenti più memorabili del gioco, se non altro per la straordinaria carica "weird" che ne riempe ogni disagevole anfratto. Questo bordello sui generis, localizzato nei bassifondi di Midgar, investe a tradimento il cerebro dei giocatori con una quota abbacinante di stranezza nippo style, inattesa come un la caduta di un vaso di petunie nel deserto del Wyoming. Nel tentativo di diventare una splendida fanciulla membro-munita, per attirare gli appetiti tantrici del malvagio Don Corneo e sottrarre le abbondanti grazie di Tifa alla sua presa, il buon Cloud si reca in questo luogo di perdizione nella speranza di procurarsi tutto il necessario per vincere il locale campionato di travestitismo. Un pian studiato con l'acume di uno sgabello ubriaco, che condurrà il nostro beniamino dai capelli a punta a dividere una vasca idromassaggio con una legione di nerboruti pornoattori anni ‘70, a mollo in una zuppa di lumaca sgusciata e brodo di virilità baffuta. Seguirà un risveglio traumatico a pochi centimetri dal pacco regalo di un culturista estremamente amichevole, di quelli in grado di segnare per sempre la psiche di un uomo. Speranze di vedere questa scena nel remake?
Meno di zero, ed è un peccato da scomunica.

Kingdom Come: Deliverance - Bagni

Aaaah, la Boemia del XV secolo, un luogo dove la vita di un uomo non vale più delle armi che porta con sé, e dove le allucinazioni da sifilide rappresentano il passatempo preferito dei giovani alla ricerca di emozioni forti. Se avete passato gli ultimi giorni tra le grinfie avvolgenti del meraviglioso titolo di Warhorse Studios, allora è piuttosto probabile che abbiate speso più di qualche groschen per accattivarvi le simpatie delle fanciulle dei bagni, vere esperte dello sfregamento basso-ventrale, capaci di offrire un gradito lieto fine a ogni sosta igienizzante. Malgrado la miseria fangosa che caratterizza questi postriboli improvvisati, i bagni di Kingdom Come: Deliverance sono eccezionali luoghi di piacere per una buona varietà di motivi. Tanto per cominciare, i servizi di queste talentuose benefattrici del tarallo comprendono il rifocillamento del buon Henry, evidentemente provato dall'umido tepore delle... vasche. Va inoltre detto che, con grande sfoggio di liberalità, queste professioniste non disdegnano di operare sotto l'attenta supervisione del vostro compagno equino.Ogni riferimento a strane situazioni verificatesi in live è, manco a dirlo, puramente casuale.

La lista riportata non rappresenta che una piccola fetta di un patrimonio esperienziale di ben altre dimensioni. Quindi, come di consueto, vi invitiamo a condividere con noi, nei commenti, i vostri luoghi di perdizione videoludici preferiti.
Andiamo gente, gli amici non giudicano.