Da Dragon Ball FighterZ ad AOT 2: i migliori videogiochi tratti dagli anime

I tie-in videoludici tratti dagli anime sono sempre più numerosi: abbiamo selezionato quelli che, secondo noi, sono i migliori degli ultimi anni.

Da Dragon Ball FighterZ ad AOT 2: i migliori videogiochi tratti dagli anime
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Di recente, la rivista Weekly Shonen Jump ha spento cinquanta candeline: un traguardo fondamentale per quello che rappresenta di certo il caposaldo della cultura otaku dell'ultimo mezzo secolo. Per festeggiare l'avvenimento non solo è stato realizzato un numero speciale del settimanale nipponico, ma addirittura una versione esclusiva del NES Mini, commercializzata - attualmente - solo nelle terre del Sol Levante, che contiene al suo interno ben 20 giochi ispirati ai manga più celebri di ogni tempo, tra cui Dragon Ball ed Hokuto No Ken. Sono tutti prodotti d'antan, pezzi di archeologia videoludica diffusi nel periodo che va dal 1986 al 1995, a testimonianza di come il connubio videogiochi/anime abbia partorito un florido numero di opere sin dagli albori del medium interattivo.
    Questo longevo rapporto di amicizia prosegue - chiaramente - anche al giorno d'oggi, con un quantitativo di tie-in in continuo aumento: benché molte produzioni siano qualitativamente altalenanti (con picchi di debolezza accentuati da trasposizioni piuttosto pigre come The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia) il mercato non accenna a fermarsi: entro la fine del 2018 giungeranno infatti sui nostri scaffali due adattamenti assai promettenti, quali My Hero One's Justice, tratto dall'acclamato My Hero Academia, e Fist of the North Star: Lost Paradise, mentre il prossimo anno è atteso anche il picchiaduro dell'eccentrico Kill la Kill. In mezzo a questa selva di vecchie glorie e nuovi arrivi, dopo aver sognato quali serie animate vorremmo venissero tradotte in cel shading, abbiamo deciso di stilare una piccola lista di quelli che sono - secondo la nostra opinione - i cinque migliori tie-in degli ultimi anni. Nonostante la loro diversità, i titoli in elenco sono accomunati da un minimo comun denominatore: in ognuno di essi, del resto, ci sarà da menare le mani.

    Naruto Shippuden: Ultimate Ninja Storm 4

    I ragazzi di CyberConnect 2 sembrano conoscere la saga di Naruto anche meglio del sensei Kishimoto. Forte di innumerevoli episodi dedicati al ninja goloso di ramen, il team è riuscito ad accumulare così tanta esperienza da realizzare un adattamento eccellente: Naruto Shippuden: Ultimate Ninja Storm 4 - oltre ad essere un solidissimo picchiaduro - incarna la quintessenza videoludica dell'anime e del manga, nonché il punto d'arrivo della carriera dello studio giapponese.

    Quanto di buono visto all'interno della Ultimate Ninja Storm Trilogy trova la sua piena maturazione artistica in questo quarto capitolo dopo anni di intensivo allenamento. Spettacolarità e ricchezza di contenuti si affiancano ad un fanservice di proporzioni inusitate, dinanzi al quale ogni appassionato dell'epopea di Kishimoto non può certo rimanere indifferente. Pur con i suoi limiti ludici, Ultimate Ninja Storm 4 è una delle migliori trasposizioni digitali mai realizzate: fedelissima, densa ed imperdibile. Un titolo di culto in cui scorre un chakra simile a quello dell'anime. Peccato soltanto che il futuro del brand di Naruto, al momento, sia alquanto incerto: del resto, non ci vuole certo lo sharingan per prevedere che l'imminente Shinobi Striker (sviluppato dal team Soleil) non sia affatto all'altezza del suo illustre predecessore.

    Gundam Breaker 3

    Gundam non ha bisogno di presentazioni: è infatti uno dei nomi più altisonanti dell'animazione giapponese, che induce riverenza al solo sentirlo pronunciare. Enorme la sua espansione nella cultura di massa sia orientale che occidentale: la creatura nata dalla fantasia di Yoshiyuki Tomino negli anni '70 ha dato vita a produzioni appartenenti a qualsiasi tipologia di media, dagli anime ai magna, passando per romanzi e - ovviamente - videogames. L'immensa diffusione di Gundam, sotto il profilo videoludico, ha generato una mole incalcolabile di tie-in, di cui Gundam Breaker 3 incarna una delle vette più elevate.

    Terzo capitolo di una saga che si è evoluta nel tempo, episodio dopo episodio, questo peculiare action game non segue le vicende delle serie animate, bensì fa leva sul gusto per il modellismo ed il collezionismo, invogliandoci a costruire i nostri personali mecha ed intervallando frangenti narrativi simili alle visual novel con sequenze di gameplay frenetiche, dinamiche ed indubbiamente adrenaliniche. Fortuna che la presenza dei sottotitoli in inglese nella versione asiatica ha permesso una piena fruizione dell'opera anche al pubblico poco avvezzo ai kanji. La quarta incarnazione del brand, New Gundam Breaker - la prima ad essere giunta ufficialmente in Europa - compie disgraziatamente qualche passo indietro rispetto agli standard della saga: ora come ora, la speranza è che in futuro questi iconici robottoni orbitino nuovamente intorno ai territori occidentali con "componenti" più efficienti.

    JoJo's Bizarre Adventure: All Star Battle

    C'è da ammettere che quando CyberConnect 2 si mette d'impegno il risultato è garantito. Prendendosi una pausa dalla sua ossessione per Naruto, il team del Sol Levante ha scelto di cimentarsi nel 2013 con un altro manga dalla fama spropositata: parliamo ovviamente de Le Bizzarre avventure di JoJo di Hirohiko Araki, che lo scorso anno ha celebrato il suo trentesimo compleanno. Un'opera longeva come poche altre, che nel panorama dell'intrattenimento interattivo non ha però mai conosciuto un grandissimo successo.

    A donare piena dignità ludica al lavoro di Araki ci hanno pensato gli autori della serie Ultimate Ninja Storm con JoJo's Bizarre Adventure: All Star Battle: in questo picchiaduro (disponibile solo su PS3) si palesa a chiare lettere tutta la maestria di uno studio capace di giocare col fanservice in modo magistrale, equilibrando a dovere il citazionismo con il gameplay, senza che nessuno prenda il sopravvento sull'altro. Lontano dai tecnicismi dei fighting game più impegnativi, CyberConnect 2 bilancia a meraviglia la semplicità d'esecuzione con l'appagamento visivo, sulla scia di quanto fatto con la saga di Naruto: in questo modo, i fan de Le Bizzarre Avventure di JoJo si ritrovano finalmente tra le mani un titolo degno del nome che porta. Nonostante l'indubbia bravura dei ragazzi nipponici, tuttavia, il successivo capitolo, Eyes of Haven, uscito nel 2015 anche su PS4, si è rivelato una prova piuttosto svogliata e deludente, se rapportata alle vette raggiunte dal precedente episodio. Un passo indietro decisamente "bizzarro", non trovate?

    Attack on Titan 2

    Con il tie-in del manga di Hajime Isayama, Omega Force ha dato il via ad un'avanzata inarrestabile: allontanandosi dalle meccaniche tipiche dei musou, il team confeziona un prodotto dalle logiche di gameplay molto più ragionate e diversificate. AOT 2 è l'omaggio videoludico che Attack on Titan meritava, pienamente in grado di riproporre in forma digitale l'atmosfera di tensione, violenza e disperazione che permea la serie animata: qui il sistema di lotta si fa pertanto più ragionato e tattico, grazie alla necessità di tenere sempre sotto controllo le riserve di gas e la durevolezza delle lame dopo ogni fendente.

    Accanto ad un'anima quasi da "life sim", in cui occorre socializzare con i propri compagni al fine di aumentare l'intesa con loro durante le battaglie, AOT 2 inscena lo stesso dinamismo visivo che contraddistingue gli episodi dell'anime, da poco giunto alla terza stagione. Merito di un'eccellente regia virtuale e di un ottimo stile narrativo, che rendono il titolo di Omega Force un action game sviluppato con competenza, cervello e passione. Inoltre, il gioco funge persino da "ampliamento" all'opera di partenza, poiché riesce a delineare più nel dettaglio la personalità di alcuni personaggi di contorno, che tra le pagine di Isayama non hanno, di contro, trovato molto spazio. Insomma, per tutti gli appassionati delle disavventure di Eren, Mikasa ed Armin, si tratta di un tie-in davvero "titanico".

    Dragon Ball FighterZ

    Spicchiamo il volo come se ci trovassimo a bordo della nuvola Kinto, pronti a raggiungere le più alte vette mai toccate da qualsiasi altra trasposizione: Dragon Ball FighterZ, dai maestri di Arc System, è il "guerriero" più forte di questa breve rassegna, nonché uno dei più grandi fighting game della storia recente del videogioco. Prescindendo dal semplice fan service, il tie-in dello shonen di Toriyama è un capolavoro di tecnicismo e bellezza visiva, in equilibrio quasi perfetto tra immediatezza e complessità. Un titolo capace di mandare in visibilio i fan del manga ed anche di irretire qualsiasi appassionato di picchiaduro competitivi.

    Un mix quasi "leggendario", insomma, che nella storia dell'intrattenimento interattivo ha conosciuto pochi paragoni. Forte di un comparto grafico superlativo, di un combat system calibrato a puntino e di un roster di lottatori in progressivo aumento, FighterZ incarna tutto ciò che dovrebbe essere un tie-in: l'amore per la materia originale trasuda da ogni pixel, da ogni mossa speciale, da ogni finisher esplosiva, e si "fonde" con l'abilità tecnica di un team di veterani in stato di grazia. Quel che nasce da questa fusione è un'opera con un livello di potenza incalcolabile, dinanzi alla quale tutti gli altri agguerriti rivali non possono far altro che esclamare: "Vai, FighterZ, sei tu il numero uno!".

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