Da Pokemon Challenge a Far Cry 3 Blood Dragon: i pesci d'aprile diventati realtà

Da Pokemon Challenge a Far Cry 3 Blood Dragon: una serie di progetti nati come divertenti pesci d'aprile e diventati realtà.

Da Pokemon Challenge a Far Cry 3 Blood Dragon: i pesci d'aprile diventati realtà
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Ahhh, il primo di aprile. Quel fantastico momento dell'anno in cui sviluppatori, publisher e siti specializzati (noi no, noi siamo brava gente) fanno a gara per turlupinare l'utenza videoludica al motto di "Vedi questo? Ti piace? Non esiste e non lo avrai mai".
Una crudeltà che al confronto le SS sono la gang del fantabosco.
Ma allora, se già sappiamo come andrà a finire, ovvero male, perché non possiamo fare a meno di investire almeno una stilla di speranza nell'idea che alcuni di questi magnifici "scherzoni" vedano effettivamente la luce?
Semplice: perché è già successo e, con tutta probabilità, succederà ancora. La storia del nostro passatempo preferito è costellata di casi in cui una brillante beffa aprilina si è in seguito trasformata, in un modo o nell'altro, in un progetto concreto, destinato prima o poi a fare il suo esordio sul mercato.
Ed è quindi su queste note di - malriposta - speranza che vi proponiamo una breve raccolta di pesci d'aprile diventati, in barba alle regole dell'infame tradizione, prodotti più che reali.

Goat Simulator

Malgrado una discreta quantità di preview e un paio di trailer sembrassero indicare il contrario, al momento del lancio una parte consistente della comunità videoludica era più che convinta che Goat Simulator non fosse altro che un articolato pesce d'aprile messo in piedi dagli svedesi di Coffee Stain Studios, già autori degli interessanti shooter ibridi Sanctum e Sanctum 2. Per questo motivo, quando il titolo venne pubblicato su Steam, per l'appunto, il primo aprile del 2014, accompagnato da un trailer modellato sulla falsariga di quello - decisamente più drammatico - del primo Dead Island, furono in molti a stupirsi del fatto che il "simulatore di capra" fosse effettivamente un gioco reale, concreto. Beh, relativamente parlando.

Con un gameplay a metà strada tra Tony Hawk's Pro Skater e un trip da LSD sciolta nel Tavermello, Goat Simulator ha negli anni raggiunto quasi ogni piattaforma di gioco, e ricevuto una manciata di espansioni che ne hanno ulteriormente accentuato, se possibile, la natura parodistica.
Lezione imparata. Accoglieremo l'annuncio del probabile seguito con molta meno diffidenza... e sarà allora che finalmente scatterà il pesce d'aprile che Coffee Stain Studios prepara da oltre tre anni.
Manigoldi.

Far Cry 3: Blood Dragon

Nel 2013 Ubisoft decise di far esplodere le teste dei videogiocatori cresciuti a cavallo tra gli anni ‘80 e i ‘90 con l'annuncio di Far Cry 3: Blood Dragon, un'espansione per il suo acclamato shooter open world caratterizzata da un'estetica neon-cyberpunk da urlo. Il primo teaser, sganciato come una bomba proprio il primo di aprile, catalizzò il desiderio collettivo della gaming community in un'unica direzione: "Per la barba di Chuck Norris, vogliamo che sia vero e che esca al più presto". Il fatto che l'annuncio fosse stato anticipato, a qualche mese di distanza, dalla classificazione del titolo in territorio brasiliano contribuì a offrire credibilità a quello che sarebbe potuto diventare uno dei pesci d'aprile videoludici più crudeli di sempre.

Fortunatamente così non fu, e a poco più di una settimana dal primo teaser un gruppo di hacker russi fece emergere online un filmato di gioco che confermava non solo l'esistenza del progetto, ma anche il suo eccezionale stile da "action flick" sci-fi anni ‘80. Dopo altri tre giorni arrivò, finalmente, la conferma definitiva da parte di Ubisoft, con un trailer di gameplay che definire epico sarebbe vergognosamente riduttivo.
Il resto è storia: Far Cry 3: Blood Dragon è una piccola gemma iper-citazionista colma di momenti da pura estasi nostalgica, assolutamente imperdibile.

Pokémon Challenge

"Il test più rigoroso conosciuto dall'uomo per individuare il miglior Pokémaster del mondo". Con queste parole, nel 2014, il colosso di Mountain View annunciava - goliardicamente(?) - Pokémon Challenge, una feature di Google Maps che avrebbe arricchito la celebre app con una modalità pensata per i poké-maniaci. Tramite un'interfaccia in realtà aumentata, Pokémon Challenge avrebbe permesso agli utenti di catturare pokémon ovunque nel mondo reale, dagli altopiani solitari alle strade affollate delle metropoli.
Suona familiare?

Un anno dopo Niantic abbandonò definitivamente l'ala protettiva di Google, e il mese successivo un trailer confermò l'esistenza di Pokémon GO, per la gioia di tutti i fan del brand. Le tempistiche fanno pensare che più di un pesce d'aprile, il trailer di Pokémon Challenge sia stato un brillante "stunt pubblicitario" per tastare il terreno e valutare le reazioni del pubblico davanti a un'evoluzione tematica di quello che, di base, era il medesimo concept di Ingress, la precedente hit mobile di Niantic. Una "mossa Kansas City" che ha permesso allo sviluppatore californiano di stracciare ogni precedente record di download e di incassi, con un'app che, nel bene e nel male, ha dato il via a un vero e proprio fenomeno sociale.
Alla faccia del pesce d'aprile.

The Legend of Zelda: The Wind Waker Remake

Tra le pagine del numero di aprile 2005 dell'ormai defunta rivista statunitense EGM (Electronic Gaming Monthly) c'era un articoletto che anticipava - a sorpresa - l'arrivo di una versione rimasterizzata di The Legend of Zelda: The Wind Waker, creata con il motore di Twilight Princess e inclusa nel preordine dell'allora nuovo capitolo della saga di Link. L'annuncio, attendibile come la storica correlazione cecità-onanismo, venne accolto con grande entusiasmo dal pubblico dei lettori di EGM, in estasi all'idea di poter mettere le mani su un pacchetto tanto ricco.

Avete presente, no? Panico nelle strade, abbracci di gruppo, episodi di ictus da hype e via discorrendo. Questo fino a quando Nintendo, con un comunicato ufficiale, corresse il tiro dichiarando: "Hahahaha, no".
Crudeltà estemporanee a parte, probabilmente nessuno al tempo sospettava che la burla si sarebbe, nel tempo, rivelata profetica. Otto anni dopo, il 4 ottobre del 2013, arrivò infatti sugli scaffali The Legend of Zelda: The Wind Waker HD, remake per Wii U di uno dei migliori capitoli della serie nata dalla mente geniale di Shigeru Miyamoto.

The Witcher 3: Rutilia DLC

Un anno fa, in questo stesso giorno, quei simpatici bontemponi di CD Projekt RED annunciavano, con un "serissimo" diario di sviluppo, l'arrivo di un nuovo DLC dedicato a Rutilia, lo storico compagno equino dello strigo Geralt di Rivia. Al modico prezzo di 4,99 dollari, il contenuto scaricabile avrebbe finalmente permesso ai giocatori di scambiare quattro chiacchiere con l'amabile quadrupede, grazie anche agli sforzi del doppiatore ufficiale di Rutilia, il sobrissimo Wojciech.

Allora non sapevamo che i ragazzi di CDPR avevano realmente intenzione di infilare in Blood & Wine, la seconda espansione di The Witcher 3: Wild Hunt, una quest con protagonista un Rutilia (scusate la dissonanza di genere, ma il cavallo in questione è senza dubbio un maschio) insolitamente ciarliero e saggio. Fantasmi Equini è probabilmente una delle sottomissioni più divertenti dell'ultima avventura di Geralt (chissà se è veramente l'ultima), e offre agli sviluppatori la possibilità di scherzare su alcuni degli aspetti meno riusciti delle interazioni - a volte disastrose - tra il witcher e il suo prode destriero.

Riportati alla mente questi esempi di pesci d'aprile diventati magicamente realtà, quali sono i vostri preferiti e su quali vorreste assolutamente posare, prima o poi, gli artigli?