Da Resident Evil 7 ad Outlast 2: i migliori giochi horror del 2017

Il 2017 è stato davvero ricco di novità per gli amanti dei giochi horror: da Resident Evil 7 a Observer, passando per The Evil Within 2 e Outlast 2.

Da Resident Evil 7 ad Outlast 2: i migliori giochi horror del 2017
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Stadia
  • Truci massacri cyberpunk, famiglie degenerate, orrori psicologici e segreti drammi scolastici: l'anno appena trascorso ha regalato, agli appassionati dell'horror videoludico, emozioni forti distillate in una discreta varietà di generi e contesti. Dopo il rilancio del genere avvenuto grazie alle produzioni indipendenti (con Amnesia e Outlast a rappresentare gli esponenti più in vista di un truce "rinascimento dell'orrore") anche le produzioni Tripla A sono tornate ad esplorare con convinzione i territori del gore, dello splatter e del terrore. Ecco quindi un elenco dei prodotti più interessanti dell'anno, magari da recuperare in attesa che il 2018 ci porti titoli del calibro di Scorn, Agony e Call of Cthulhu.

    Resident Evil 7

    Dopo un paio di capitoli accolti in maniera molto tiepida dai fan, il Survival Horror di Capcom ha deciso di voltare pagina. Abbandonata quindi la visuale in terza persona che ha sempre carattirzzato la saga, Resident Evil 7 ha abbracciato un'inquadratura in prima molto più ansiogena e immersiva.

    Il cambio di paradigma è servito non solo per segnare una storica apertura alla realtà virtuale, ma anche per incrementare la tensione percepita dal giocatore. Le prime ore passate in compagnia della famiglia Baker sono addirittura destabilizzanti, al punto da sembrare una diretta emanazione del concpet di Outlast. Più avanti Resident Evil 7 torna invece nel solco tracciato dai suvival horror degli anni '90, aggiungendo gradualmente azione e pallottole, in misura avvertibile ma mai preponderante. Le atmosfere rimangono comunque molto tetre, opprimenti e ripugnanti, per un titolo fortemente consigliato a tutti gli appassionati del genere.

    Outlast 2

    Non era facile sviluppare un sequel dell'eccezionale Outlast, il titolo che forse più di ogni altro ha contribuito alla rivalutazione dell'horror videoludico. Quattro anni fa la formula del primo episodio (e del suo destabilizzante DLC) diventò un "Instant Classic". Fughe al cardiopalma, ambientazioni claustrofobiche, un racconto intriso di follia ed una serie di nemesi davvero memorabili fecero la fortuna del titolo sviluppato da Red Barrels.

    Con il secondo capitolo era necessario cambiare: ed ecco allora che la storia abbraccia tematiche più complesse, trasformandosi in una discesa infernale alla scoperta delle bassezze umane; un viaggio terribile durante il quale riscoprire un orrore rimosso, per esorcizzare la tremenda colpa del protagonista. Una misteriosa setta di fanatici religiosi non sarà insomma l'unica minaccia che dovremo affrontare, in un capitolo che si focalizza meno sui classici jumpscare, per concentrarsi invece su un'orrore spesso esplicito e inumano.

    The Evil Within 2

    Si torna dalle parti del Survival Horror, con un titolo che recupera integralmente la formula di gioco dei classici Resident Evil. Del resto, anche se Shinji Mikami non è più alla direzione del progetto, in qualche maniera The Evil Within è nato proprio dalla sua testa (per chi non lo conoscesse, Mikami è proprio il papà di Biohazard).

    Rispetto ai due titoli appena citati, in The Evil Within 2 l'azione è tanta e sempre in bella vista, tra sparatorie e sezioni stealth in cui liberarsi da avversari che assomigliano molto a zombie inferociti. Per fortuna nel secondo The Evil Within c'è spazio anche per un orrore un po' più subdolo e psicologico, legato alle manifestazioni del subconscio di Castellanos ed alle frammentate memorie della sua precedente disavventura. Resta un titolo comunque leggero e poco introspettivo, fatto di enormi boss deformi, villain iconici e mega corporazioni spietate.

    Friday the 13th

    Il gioco è arrivato sugli scaffali (virtuali) di Steam e PlayStation 4 in pessimo stato, e la strada da fare per risolvere tutti i problemi (tecnici e concettuali) è ancora lunga. Eppure, in qualche modo, la comparsata di Jason nel mondo videoludico è di quelle da ricordare, se non altro perché è riuscita a sdoganare una formula di gioco diversa dal solito. Già sperimentata, ad onor del vero, da Dead By Daylight (titolo uscito su PC lo scorso anno, ma arrivato su console nel 2017), eppure portata alla ribalta proprio grazie al celebre assassino di Venerdì 13.

    Friday the 13th si presenta in buona sostanza come un horror multiplayer, in cui sette giocatori devono sfuggire al killer mascherato, interpretato a sua volta da un utente. Per quanto povera sia l'offerta contenutistica del prodotto, e nonostante un bilanciamento da rivedere, l'esperienza di gioco è a suo modo atipica e originale, e durante le partite si sviluppa un costante senso di tensione, strisciante e ineliminabile. Se cercate qualcosa di diverso dalle avventure con una forte componente narrativa, potrebbe essere il titolo giusto per voi.

    Observer

    I creatori del discreto Layers of Fear tornano sul mercato con il loro nuovo progetto: Observer. Il gioco recupera alcune delle trovate ludiche e narrative del precedente lavoro del team, in quelle che per altro restano le sequenze meno riuscite della produzione: lunghe fasi molto lineari, in cui al giocatore vengono proposti i deliri allucinati del protagonista. Quando il team mette da parte queste traballanti soluzioni espressive, Observer riesce però a brillare di luce propria, trasformandosi in un thriller quantomai intrigante.

    A colpire è anche e soprattutto l'ambientazione cyberpunk, distopica e inumana, che ragiona in maniera lucidissima di tematiche affascinanti come il transumanesimo e l'isolamento sociale.
    Soffocati dalla struttura labirintica del mondo di gioco ci troviamo ad indagare in diverse scene del crimine, riscoprendo un'efferatezza spesso cruda e brutale. Tra dialoghi surreali ed un finale da urlo, Observer rappresenta sicuramente una delle eccellenze del genere.

    Get Even

    Un'altra avventura in prima persona, un altro thriller che gioca con le certezze dell'utente e del protagonista. Get Even è un vortice di situazioni intense e destabilizzanti, un viaggio nei recessi della mente di protagonisti insoliti, cupi e colmi di disperazione.

    Vivacizzato dalla presenza di sparatorie non proprio esaltanti a livello di gameplay, il racconto di Get Even si muove agilmente tra diversi generi, alternando surreali viaggi menmonici tra ricordi frammentati e incompleti a sequenze tipiche dell'horror psicologico. Un esperimento che può dirsi più che riuscito: al netto di qualche problema di ritmo e di una componente ludica claudicante, Get Even convince sul fronte delle atmosfere e del racconto.

    Little Nightmares

    Recuperando in parte l'immaginario tetro e lugubre di Limbo e Inside, Little Nightmares si presenta come un platform dal look "burtoniano": un'avventura macabra, ambientata nelle cupe profondità delle Fauci. All'interno di questo complesso raccapricciante si muove la fragile Six, sfuggendo alle ritorte mostruosità che la abitano e ai voraci ospiti che lì si recano per saziare la propria fame.

    Avrete capito che quello di Little Nightmares non è mai un orrore esplicito, bensì un senso di repulsione obliquo e attenuato, legato alle atmosfere, ai rumori, alle sgraziate deformità che inseguono la protagonista. Perfetto per chi non vuole spaventi facili, ma un'esperienza comunque nera e funesta, come le anime perdute.

    2Dark

    Ideato dal creatore di Alone in the Dark, 2Dark è un altro dei progetti horror che ha saputo distinguersi nel corso dell'anno. Non fatevi ingannare dalla pixel art: la trama del gioco è un concentrato di orrori con pochi paragoni, in cui vengono perpetrate azioni di una ferocia immane ai danni di piccoli, innocenti pargoletti. Questa sciarada di follie e brutalità viene mostrata al giocatore senza alcuno sconto, generando un forte senso di repulsione ed angoscia.

    Peccato che le meccaniche di gioco siano meno riuscite. 2Dark si presenta come un titolo a metà strada tra il survival horror e lo stealth game, senza però brillare dal punto di vista del design e con una struttura molto votata al trial & error. Se siete appassionati del genere, tuttavia, potete chiudere un occhio e imbarcarvi in un turpe viaggio negli abissi più terrificanti dell'animo umano, inscenato con spietata lucidità.

    Detention

    Chiudiamo con una produzione decisamente atipica, che mescola l'orrore con il canone ludico delle avventure punta e clicca. Il titolo è ambientato durante il periodo del "terrore bianco" nella Repubblica di Cina degli anni ‘60, e riesce a raccontare in modo sublime un dramma intimo e allo stesso tempo universale, muovendosi con disinvoltura fra i disagi familiari e le difficoltà delle vite schiacciate dal regime.

    L'errore da evitare è quello di accostare Detention ad un horror classico, e aspettarsi jumpscare e orribili creature deformi che sbucano fuori dal nulla. Il terrore di Detention risiede nella desolazione dei corridoi, una volta gremiti di scolari, nella gelida sospensione di qualche riga di testo. Il punta e clicca di Red Candle ci delizia con una storia dall'enorme carica emotiva, affascina e terrorizza con una perfetta mistura di folklore e realtà storica, tiene il cervello impegnato quanto basta per reggere la tensione crescente, e chiude in bellezza con i finali multipli, uno più amaro dell'altro.  

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