Dai campi di calcio al successo nell'eSport: la storia di Wendell Lira

Vi raccontiamo la curiosa storia del calciatore brasiliano Wendell Lira, passato dalla gloria del calcio giocato al gaming professionistico.

Dai campi di calcio al successo nell'eSport: la storia di Wendell Lira
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  • Non deve essere facile svegliarsi una mattina e scoprire di aver vinto uno dei premi più ambiti del calcio moderno. Soprattutto se non ti chiami Lionel Messi o Cristiano Ronaldo e non hai monopolizzato gli ultimi nove trofei del Pallone d'Oro. Soprattutto se non giochi nel Real Madrid, nel Barcellona, nel Bayern Monaco o a Manchester ma in un campionato brasiliano di secondo piano. Soprattutto se sei un attaccante ma segni poco, pochissimo: quattro gol in sette anni sono una media bassa anche per un difensore. Ancor di più se negli ultimi due anni collezioni sei presenze in gare ufficiali. Non deve essere stato facile, per Wendell Lira, vincere il FIFA Puskas Award per il gol più bello dell'anno.

    Il gol della vita

    Finale di Copa del Rey 2015. In Spagna è una serata calda e afosa come spesso accade alla fine di maggio. I tifosi dell'Athletic Bilbao, ufficialmente Athletic Club, sognano di riconquistare la coppa nazionale dopo l'ultimo trionfo datato 1984 con una vittoria di misura per 1-0 contro il Barcellona, ancora una volta avversario in finale. A frenare l'entusiasmo dei baschi è il solito sontuoso Messi che al ventesimo minuto prende palla sulla linea di centrocampo vicino il fallo laterale, supera più volte quattro avversari e segna il momentaneo 1-0, ripetendo quasi fedelmente uno dei suoi gol più belli della storia recente.
    La rete è immediatamente presentata al mondo come il migliore dell'anno, irripetibile nella sua semplicità e destinato a conquistare, senza ombra di dubbio, il FIFA Puskas Award. Voluto da Blatter e intitolato all'immenso giocatore ungherese protagonista dei successi del Real Madrid e della propria nazionale negli anni ‘50-'60, dal 2009 il premio Puskas assegna ogni anno il titolo di gol più bello fra tutti i campionati internazionali e gli incontri ufficiali riconosciuti dalla FIFA. Per oscurare la rete di Lionel Messi è necessario superare se stessi, andando oltre ogni limite e ogni canone di meraviglia: impossibile non pensare al gol di Florenzi. È la fase a gironi della Champions League 2015-2016 quando il tuttofare della Roma, proprio contro il Barcellona, inventa un tiro preciso e letale da posizione defilata, poco oltre il centrocampo. La palla supera il portiere Ter Stegen entrando non solo nella porta difesa dal tedesco ma nella storia del calcio moderno.

    Eppure, dall'altra parte dell'oceano nel Campionato Goiano del Brasile, due mesi prima un attaccante non particolarmente abituato alle realizzazioni compie uno dei gesti atletici più belli e complicati del calcio: la rovesciata che ha incantato intere generazioni con quel movimento fluido e dinamico che la contraddistingue. Wendell Lira non pensa nemmeno per un attimo che quella rete potrebbe significare la svolta della sua carriera, non solo professionale ma anche mediatica. Nell'era ipertecnologica in cui viviamo è facile acquisire notorietà, anche con un semplice gol. Immagini e video viaggiano quasi alla velocità della luce ma l'azione di Lira fa eccezione. Fatica a imporsi, annaspa tra le migliaia di video virali presenti su Youtube. I suoi sostenitori sono una goccia nell'oceano: d'altronde il Campionato Goiano non è certo una competizione di primo piano. I riflettori sono puntati altrove ma è sufficiente che quel video arrivi alle persone giuste. Il replay dell'azione inizia faticosamente a farsi largo su internet raggiungendo anche l'Europa e, ancor più importante, si presenta agli occhi di un selezionatore della FIFA per il Premio Puskas. La vita calcistica di Wendell Lira prosegue con la solita routine quotidiana fatta di allenamenti, sacrifici, uscite con gli amici, giocate alla Playstation e visite all'infermeria. Gli infortuni sono quasi all'ordine del giorno: a soli 26 anni ha probabilmente maturato più minuti fuori che dentro il campo a causa di una condizione muscolare fragile e precaria che non gli permette di spiccare il volo. Una situazione che Lira rifiuta di accettare, lottando quotidianamente per accelerare i tempi di ritorno al calcio giocato dopo ogni infortunio.

    Re per una notte, il premio Puskas è suo

    A dicembre 2015 sono resi noti i nomi dei tre finalisti per il Premio Puskas: Lionel Messi, Alessandro Florenzi e Wendell Lira. Il giocatore brasiliano è sorpreso, stupito, non avrebbe potuto immaginare che il suo gol fosse giunto ai vertici del calcio mondiale. Lui, un modesto calciatore di un modesto campionato, si ritrova a competere con uno dei migliori, se non il migliore, giocatori del calcio contemporaneo. Nonostante i pochi gol, i frequenti cambi di maglia e gli infortuni per Lira è arrivato il momento di raccogliere i frutti dei sacrifici di una vita intera. Cambia perfino espressione: da persona mite e asettica diventa sempre sorridente davanti ai giornalisti che corrono in Brasile per scoprirne di più sul calciatore sconosciuto dello stato brasiliano di Goias. Vincere il premio non è fondamentale: Lira ha già ottenuto quella notorietà che da tempo cercava per mettersi in mostra e che i suoi legamenti gli hanno sempre impedito di ottenere.

    Il destino, tuttavia, ha deciso di andare fino in fondo: la sera dell'11 gennaio 2016 Lira è insignito del trofeo per il gol più bello dell'anno con il 46,7% delle preferenze dei votanti, seguito da Lionel Messi con il 33,3% e dal romanista Alessandro Florenzi, distaccato con il 7,1% dei voti. Lira è il Re indiscusso del calcio, almeno per una notte.
    Per Wendell Lira sembra aprirsi un futuro da protagonista: innumerevoli porte pronte a spalancarsi, addirittura il Milan sembra essere pronto a portarlo in Europa. Sono mesi frenetici per Lira che non è abituato a fare i conti con la fama, con questo tipo di fama. Chiunque lo cerca, chiunque vuole conoscere tutto della sua vita, presente a passata. Sembra che la felicità non possa fare a meno di convivere con Lira. Già, sembra. Perché tutto ha un prezzo e prima o poi il fato torna a riscuotere. Nei mesi che seguono la rete più bella del mondo le presenze nelle competizioni ufficiali sono appena sei. Le quotazioni conquistate con il Premio Puskas scendono vertiginosamente così com'erano salite. I muscoli troppo fragili ancora una volta limitano l'esplosione di un potenziale talento, relegandolo regolarmente ai box.

    Per una persona che ha consacrato la sua intera vita al calcio alla ricerca della realizzazione dei propri sogni, lo sconforto è il primo passo verso la depressione. Un baratro autodistruttivo da cui è complicato, per alcuni impossibile, uscirne. Il Puskas Award sembra quasi una maledizione: avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi, anziché crearne di nuovi, più complessi e più difficili da affrontare. Tuttavia le situazioni cambiano se viste da un'altra prospettiva: è sufficiente stravolgere le apparenze e pensare fuori dagli schemi tradizionali: il destino potrebbe aver realmente voluto un futuro diverso dal calcio per Lira e il premio "maledetto" potrebbe essere stato uno strumento per indicargli la retta via. Diverso dal calcio giocato ma non troppo distante.

    Dal green reale a quello digitale, in un attimo

    Al termine della cerimonia di premiazione Wendell Lira ha avuto non solo l'occasione di conoscere i suoi colleghi più famosi e acclamati ma ha avuto l'opportunità di conoscere Abdulaziz Alshehri, atleta eSport campione del mondo di FIFA, il videogioco targato EA Sports più giocato tra gli appassionati. Non solo chiacchiere: Lira ha accettato la sfida davanti allo schermo con il controller in mano. Una partita amichevole, senza scarpini o maglie da competizione: uno showmatch tra i rappresentanti di due mondi, reale e virtuale, accomunati dalla passione per il calcio.

    L'incontro termina 6-1 per Wendell Lira tra lo stupore generale. Non il suo, però. La Playstation, e FIFA in particolare, sono tra i suoi hobby preferiti durante i periodi di convalescenza. Il brasiliano sa di non essere l'ultimo arrivato ma al tempo stesso per lui rimane un semplice passatempo mirato al divertimento. Eppure, all'ennesimo infortunio maturato in stagione, Lira decide di compiere uno sforzo immane, quasi insormontabile: arrendersi. Non è una resa alla vita. Significa arrendersi all'evidenza, accettare serenamente la propria fragile condizione muscolare e virare il proprio futuro altrove. A luglio 2016 Lira ha solo 27 anni quando annuncia al mondo intero la sua decisione di ritirarsi dal calcio giocato. Una scelta sorprendente per molti ma non per lui, unica persona al mondo a comprenderla appieno. Una prova di coraggio e di maturità che non termina con il suo ritiro dalla scena calcistica, almeno da quella reale. Contestualmente Wendell Lira annuncia il suo ingresso nella scena competitiva di FIFA come videogiocatore professionista.

    Un percorso che con costanza e dedizione lo ha condotto alla qualificazione al primo evento competitivo di FIFA18: la FUT Champions Cup di Barcellona. Grazie alle 152 vittorie su 160 partite nella Weekend League di novembre, Wendell Lira ha ottenuto la qualificazione al torneo catalano. In pochi avrebbero puntato seriamente sul videogiocatore brasiliano, ancora meno avrebbero creduto che passasse i gironi. Dopo un'estenuante lotta di due giorni contro sette differenti avversari, Lira recupera le tre sconfitte, a un passo dall'eliminazione, e chiude col punteggio positivo di 4-3. Supera anche i sedicesimi ma è fermato agli ottavi dal pluricampione colombiano Javier "Janoz CFI" Muñoz, appena prima di conquistare un posto tra i primi 8 e la conseguente qualificazione alle Global Series di giugno.

    Per Lira una scelta solo all'apparenza azzardata: in realtà è una carriera tutt'altro che irraggiungibile. Negli ultimi mesi Lira ha assistito a una crescita esponenziale del mercato degli sport elettronici che ha invogliato numerose realtà sportive a investire nel nuovo fenomeno mondiale. West Ham, Valencia CF, Wolfsburg, Fenerbahce, Besiktas, Sporting Lisbona, Manchester City, Schalke04: sono solo alcune delle società calcistiche che hanno inaugurato una sezione dedicata esclusivamente agli eSports. Chi ha scelto Hearthstone e chi League of Legends ma, soprattutto, chi ha deciso di non allontanarsi troppo dal proprio mondo e ha puntato su FIFA.

    Un nuovo inizio

    Anche in Italia, dove la Sampdoria dell'eclettico presidente Ferrero ha ingaggiato Mattia "Lonewolf92" Guarracino; la Roma ha stretto una collaborazione con i Fnatic, realtà dominante dell'eSport mondiale, ingaggiando tre giocatori tra cui l'italiano Nicolò "Insa" Mirra; l'Empoli con i singoli e le squadre di Pro Club 11v11; e poi ancora Genoa, Perugia, Pescara. A tutti gli effetti tesserato dei club di calcio con l'unica differenza che, invece di allenarsi sul campo, si allenano davanti a uno schermo con un controller tra le mani per poi indossare la maglia ufficiale agli eventi competitivi. Lo stesso Ronaldo, il Fenomeno, si è dichiarato entusiasta degli eSports rivelando il suo tifo per i CNB e-Sports Club, squadra di League of Legends della CBLoL, il campionato brasiliano.
    Wendell Lira ha espresso nella sua vita personale tutte quelle giocate che non ha potuto eseguire sul campo: ha dribblato gli infortuni passando dal calcio giocato a quello virtuale, ha superato lo sconforto e la depressione con un tunnel esemplare. Non è stato facile per Wendell Lira vincere il Puskas Award ma era l'unico modo che aveva il destino per indirizzarlo verso il futuro che gli era stato riservato.

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