Dalle parte dei nonni: i videogiochi che ci portano avanti negli anni

In Watch Dogs Legion impersoneremo una dolce nonnina hacker, ma quali giochi ci hanno già messo nei panni di un anziano?

I nonni nei videogiochi
Speciale: Multi
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Alla conferenza Ubisoft di questo E3 2019 in molti si sono interessati alla serie Watch Dogs. Legion, capitolo ambientato in una Londra ipertecnologica dai tratti distopici, sembra un progetto decisamente ambizioso, ma durante lo show del publisher la vera protagonista è stata lei: la spia in pensione. Una nonnina, all'apparenza docile e pronta a sfornare dolci ed elargire sostanziose paghette, nel ruolo di un'hacker omicida. Inutile dire che la trovata ha conquistato i favori della rete, scatenando sorrisi e hype.

Proprio da questa "Signora in Giallo" tutta ragni robotici e pistole semiautomatiche ci giunge uno spunto curioso: quante volte abbiamo impersonato uomini e donne vetusti in un videogioco? Trovare del materiale non è stato semplice, perché sfidare artrosi e cataratte non rappresenta il massimo del coinvolgimento videoludico, ma in qualche modo ci siamo riusciti. È bene specificare che l'età dei personaggi selezionati influenza in parte o totalmente il gameplay del titolo d'appartenenza, e vecchie faine rapide e ancora in forma, come un certo Ezio Auditore, non sono state prese in considerazione nella nostra lista.

Altro disclaimer di vitale importanza: no, il pensionato che viaggia alla folle velocità di una lumaca con la sua vettura non vale come boss finale.

The Graveyard

Per aprire le danze, il nostro elenco inizia con The Graveyard: un'opera controversa, odiata dai più, in cui si vestono i panni di un'anziana donna a passeggio per un cimitero. Lo scopo è quello di attraversare un sentiero a passi lenti e strascicati, per riposare su una panchina e decidere se esalare l'ultimo respiro o ritornare da dove si è venuti.

Con i suoi ben dieci minuti di longevità, The Graveyard ha raccolto una serie di improperi così vasta da crepare le statue del camposanto virtuale, ma la nostra vecchina, con le sue movenze degne di un film francese in slow motion, ha tutte le carte in regola per guadagnarsi una posizione nella nostra lista.

The Way of Life

Restando nel mercato indipendente, troviamo una produzione italiana decisamente curiosa. In The Way of Life siamo chiamati a vivere diversi scenari, quotidiani e non, nei panni di un bambino, un adulto e di un anziano. Proprio i livelli dedicati al vecchio uomo, tra gli incontri casuali al mercato e qualche fuga dal tristo mietitore, sono quelli che ci interessano.

I movimenti di questo personaggio sono lenti, le mani tremolanti rendono difficoltosi anche i compiti basilari, e perfino risalire una scala per raggiungere il piano superiore della propria abitazione rappresenta una piccola sfida da vincere. Il tutto è stato rappresentato con estrema delicatezza, rendendo quest'opera un'eccezione nel panorama indipendente italiano.

Shadow Tactics: Blades of the Shogun

Se invece siete alla ricerca di un arzillo nonnino pronto a mandare i nemici al creatore, dovreste prendere in considerazione Shadow Tactics: Blades of the Shogun (qui la nostra recensione di Shadow Tactics).

In questo strategico in tempo reale in cui lo stealth la fa da padrone, tra i personaggi giocabili troviamo Takuma: all'apparenza un sereno vegliardo dalla barba candida che si diletta nei tornei di Mahjong, ma in realtà l'uomo è un letale cecchino, talmente efficace da dover essere limitato con una scarsa dotazione di proiettili ad ogni missione. Shadow Tactics è infatti un titolo che non perdona, e nonostante la sua mobilità compassata e claudicante, anche Takuma si dimostra tutt'altro che magnanimo con i propri nemici.

Killer 7

Quando si parla di assassini, è quasi impossibile non prendere in considerazione quella piccola perla che risponde al nome di Killer 7. Nel gioco di Suda 51 è possibile impersonare sette uccisori professionisti diversi, ma in realtà ognuno di essi è una personalità del vetusto Harman Smith, sicario settantenne accompagnato sempre dalla sua sedia a rotelle e da un fucile anticarro grosso come un bazooka: in poche parole, il prototipo del nonno ideale.

Nell'opera originale sono poche le sessioni a bordo delle rotelle di Harman, ma è indubbio che solo la creatività di Suda 51 sarebbe riuscita a dare così tanto carisma ad un assassino in pensione. Un risultato degno di nota, eppure qualcuno è riuscito a far di meglio.

Metal Gear Solid 4: Guns of Patriots

Abbiamo letto file pieni di informazioni sulla sua provenienza, ne abbiamo vissuto le gesta per generazioni intere, e infine lo abbiamo visto invecchiare un po' troppo velocemente. In Metal Gear Solid 4: Guns of Patriots quello che abbiamo davanti è un Solid Snake ormai raggrinzito, anche se questa sua condizione è dettata dalla sua natura di Enfant Terrible.

Nell'epilogo delle sue avventure, è ancora una spia che si rispetti, ma tra i dolori alla schiena, i colpi di tosse e l'odio verso i giovani d'oggi si nota il suo progressivo deterioramento durante il prosieguo del gioco. Cosa ne sia stato del buon David dopo il titolo per PlayStation 3 è ancora un mistero, ma qualcuno giura di averlo visto commuoversi davanti a un cantiere.