Days Gone: tutto quello che sappiamo sul survival game di Sony Bend Studio

Mancano circa tre mesi all'uscita di Days Gone: riassumiamo tutte le informazioni diffuse fino a questo momento sulla nuova esclusiva PlayStation 4.

Days Gone per PS4: tutto quello che sappiamo sul gioco
Speciale: PlayStation 4
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • PS4 Pro
  • Sono trascorsi 963 giorni dall'annuncio di Days Gone sul palco dell'E3 nel lontano 13 giugno 2016, e ne restano ancora 86 prima di poter salire in sella alla nostra motocicletta e sfrecciare tra le terre dell'Oregon il prossimo 26 aprile. Nel frattempo, Sony Bend ha iniziato a diffondere sempre più informazioni sul progetto con l'obiettivo di aumentare la nostra curiosità, continuando anche a perfezionare al meglio la struttura ludica della produzione, in modo tale che si dimostri pienamente degna di rientrare nella line-up di esclusive a marchio PlayStation 4. Poco alla volta, Days Gone sta prendendo forme sempre più definite, delineando il profilo di un survival game "on the road" caratterizzato da un'importante impronta narrativa, che non vediamo l'ora di sviscerare fino in fondo. Per ingannare l'attesa, riempire di hype i serbatoi dell'utenza e far riscaldare i motori del nostro fidato bolide su ruote, facciamo un attimo "marcia indietro" e ripercorriamo la strada intrapresa fino ad ora da Days Gone, riassumendo tutto quello che sappiamo dello zombie game di Sony Bend. Ma sbrighiamoci, perché i Furiosi potrebbero raggiungerci da un momento all'altro...

    Un mondo e le sue insidie

    Occorre prestare molta attenzione, nel mondo di Days Gone: sotto la scocca di panorami mozzafiato, lande naturali immerse nel verde e cascate che rinfrescano l'orizzonte, si annida un'aria di morte e putrefazione, con intere distese di cadaveri lasciate a marcire in preda agli avvoltoi.

    L'Oregon è un luogo tanto bello quanto pericoloso, probabilmente la minaccia più terrificante del gioco: le sei regioni in cui si divide la mappa proporranno differenti biomi, ognuno dei quali, a seconda dei cambiamenti climatici, diverrà sempre più difficile da visitare. Il meteo dinamico, d'altronde, influisce considerevolmente sulle possibilità di spostamento, a piedi o a cavalcioni sulla moto. Come si evince dai trailer distribuiti fino a questo momento, in caso di temporale il terriccio si farà più umido, fino a trasformarsi in fango, rendendo così più ardua la manovrabilità della motocicletta; e lo stesso vale per le zone innevate, dove i Furiosi - in preda al freddo - incrementano la loro aggressività.

    Simili specificazioni sulla variabilità del mondo di Days Gone servono a mettere in guardia i giocatori: l'opera di Bend Studio non va considerata alla stregua di qualsiasi altro open world, nel quale muoversi in totale libertà, senza eccessive limitazioni. Nell'Oregon non potrete compiere un giro turistico per il solo piacere di ammirare un paesaggio lontano e, se deciderete di abbandonare la Safe House, dovrete farlo unicamente per un obiettivo ben preciso.

    La vita

    La morte

    I rumori dei motori, il sibilo degli spari, le urla degli uomini trafitti dal nostro coltello sono tutti fattori di rischio, capaci di attirare in men che non si dica orde di infetti, pronte a ghermirci senza pietà. Non sappiamo quanto grande sia la mappa di Days Gone, ma è certo che, per visitarla nella sua interezza, dovremo armarci, oltre che di un ampio quantitativo di risorse, anche di una notevole dose di coraggio. All'apparenza, insomma, pare proprio che la natura rappresenti un ostacolo arduo da sormontare: nella sua dimensione ferina e brutale, che sembra rigettare la presenza umana, l'Oregon sarà al contempo un nemico, un rifugio ed un cimitero.

    Un western a base di zombie

    A tratti, Days Gone ci dà l'impressione di assomigliare ad un western a tema zombie, dove il selvaggio prende il posto dell'artificiale: iconograficamente, del resto, i biker sono spesso assimilati ad una sorta di "cowboy moderni", che al nitrire del cavallo hanno preferito il rombo della moto. Le terre del Pacifico Nord-Occidentale, nella reinterpretazione di Sony Bend, sono zone che hanno riconquistato la verginità naturale, sottomettendo la mano dell'uomo.

    Per attraversarle avremo a disposizione soltanto il nostro pezzato di metallo, una motocicletta la cui "stamina" sarà chiaramente incarnata dalla quantità limitata di benzina a disposizione. Rimanere a secco durante le nostre visite oltre i confini degli accampamenti, piantati in mezzo ad una strada desolata, in attesa di essere sbranati da lupi o Furiosi, sarà dunque un rischio assai probabile, se non si presta dovuta cautela ad ogni viaggio. Un po' come avviene per la cavalcatura di Red Dead Redemption 2, ci toccherà prenderci cura del mezzo, ripararne le componenti danneggiate dall'assalto degli infetti, aumentare le capacità del serbatoio, modificare l'intelaiatura ed apportare all'insieme una serie di upgrade che dovrebbe semplificarci la vita nel corso dell'esplorazione.

    Il bolide fungerà inoltre da deposito per munizioni, ed anche come punto di recupero in caso di morte prematura: un coprotagonista a tutti gli effetti, l'alleato più prezioso contro un ambiente intenzionato a divorarci alla minima distrazione. Avventurarsi tra le sei regioni in compagnia della nostra moto sarà indispensabile per recuperare le risorse utili con cui migliorare il nostro equipaggiamento: all'interno dei campi base, infatti, troveremo banchi da lavoro, cucine ed officine, nei quali riportare le materie prime raccolte e rifornirci di provviste per un nuovo viaggio.

    L'anima survival di Days Gone, in sostanza, non tarda a mostrarsi, suggerendoci costantemente quanto limitate siano le nostre chance di sopravvivenza. Più volte il team ha ribadito che la moto non è un'arma da utilizzare contro i nemici che popolano la mappa: accelerare nel tentativo di travolgere ondate di Furiosi sarà una scelta talmente azzardata da equivalere ad un suicidio, sia perché gli infetti non sono così facili da eliminare, sia perché la loro tenacia li indurrà ad aggrapparsi alla carrozzeria del mezzo e - conseguentemente - ad arrecarle profondi danni. Siccome trovare i pezzi di ricambio non si rivelerà certo una passeggiata di salute, forse sarà meglio tenere la moto lontana dai mostri come un cavallo dai lupi.

    Uomini e mostri

    Lo spirito di conservazione e di adattamento è uno degli istinti primari dell'essere umano: pur di sopravvivere, l'uomo cerca disperatamente di dar fondo a tutte le sue forze, per adeguarsi all'ambiente circostante. E se il mondo è diventato una terra di bestie assetate di sangue, allora le strade da percorrere sono due: accettare il cambiamento e comportarsi come un mostro, oppure lottare con le unghie e con i denti per preservare gli ultimi scampoli di ciò che ci rende umani.

    Ci sono superstiti che hanno scelto la via più facile, dando sfogo a tutta la violenza sopita, alla cattiveria repressa, al desiderio omicida: sono diventati predoni, assassini, saccheggiatori; si arroccano in qualche accampamento o nelle torri di guardia, armati fino ai denti e sempre pronti ad uccidere a vista. E ci sono invece quei sopravvissuti che provano a ricostruire la civiltà, senza necessariamente dover ricorrere alla forza bruta. In mezzo a questi uomini che reclamano il loro posto in un mondo che non li vuole più, si muovono rapidi i Furiosi, infetti velocissimi, sempre in preda ad una smania animalesca. Agiscono in gruppi più o meno nutriti, alle volte sono così numerosi da generare orde di dimensioni incalcolabili, e per annientarli dovremo ricorrere a tutti gli strumenti che l'Oregon ci offre con scarsa generosità. Eliminando i predoni ed i non-morti ridurremo le minacce sul territorio, e sbloccheremo nuove Safe House in cui trovare momentaneo ristoro.

    Oltre alla crudeltà, uomini e mostri hanno in comune anche la passione per i presidi della NERO (National Emergency Response Organization), un'organizzazione che avrebbe dovuto preoccuparsi di contenere l'infezione: nonostante il palese fallimento, i suoi laboratori sono solitamente pieni zeppi di unità mediche ed altri preziosi strumenti, da arraffare in gran quantità, a patto, ovviamente, di aver liberato l'area dalle presenze ostili. A quanto sembra, di notte i Furiosi saranno più feroci del solito, mentre di giorno non mancheranno trappole ed imboscate accuratamente piazzate dai predoni.

    Mostri...

    ...e Bestie

    Per far fuori i cannibali potremo muoverci di soppiatto, aggirare le loro ronde, oppure riversagli addosso vagonate di piombo; quando ci troveremo faccia a faccia con masse spropositate di non-morti, ad aiutarci ci sarà lo scenario stesso, tramite il quale avremo modo di eliminarne grandi quantità in un colpo solo: spetterà quindi solamente a noi agire con prontezza, rapidità ed un pizzico di fantasia. Anche i campi base degli altri esseri umani potranno essere assaltati con approcci ben diversificati, che varieranno in base alla conformazione del luogo nel quale ci infiltreremo.

    Data la scarsità di munizioni, in alcune istanze dovremo sgattaiolare in silenzio, privilegiando l'azione in stealth: scegliere in che modo liberarsi dalle minacce sarà presumibilmente a totale discrezione del giocatore, che potrà acuire i talenti del protagonista grazie ad un albero delle abilità suddiviso in tre rami, ossia il combattimento ravvicinato, quello a distanza e le capacità di sopravvivenza, tra cui spicca l'utilissima "survival vision", con la quale individuare più facilmente le risorse sparse intorno a noi. Separato da quello del personaggio principale c'è poi un sistema di upgrade della motocicletta, amica inseparabile di qualsiasi biker che si rispetti come il nostro Deacon St. John.

    I giorni già trascorsi

    Deacon ha una buona memoria: ricorda quando la società è crollata, quando le città e le case si sono trasformate in cimiteri, quando i treni hanno smesso di muoversi, ed il mondo è piombato nell'oscurità. Molti uomini hanno perso la testa non appena l'epidemia ha iniziato ad espandersi, e tanti altri hanno perduto qualcosa di più importante della sanità mentale.

    Il nostro motociclista apparteneva ad una banda di biker, il club di Mongrel, nella quale agiva seguendo un codice d'onore, ed in cui la parola "fratellanza" aveva ancora un significato. Di ciò che appartiene al passato, però, non gli importa nulla: quello che gli manca più di tutto è viaggiare sulle ampie strade dell'Oregon, con la moglie Sarah seduta accanto a lui, con il soffice tocco della sua pelle e con l'odore dei suoi capelli biondi che si diffonde nel vento. Eppure, i giorni in sua compagnia sono ormai finiti, consumati dagli anni, divorati dalla morte.

    Dopo la scomparsa della donna, Deacon si è reinventato mercenario e cacciatore di taglie: la sua storia, e quella degli altri sopravvissuti nell'universo di Days Gone, dovrebbe tenerci impegnati per circa 30 ore di gioco. Il team promette che nel corso dell'avventura nessuna quest secondaria sarà un semplice riempitivo, ma aggiungerà nuovi dettagli sul background narrativo dell'Oregon.

    "The smell of your hair, the touch of your skin"

    Il percorso finale di Deacon, inoltre, non sarà "a senso unico", e sul sentiero potremo compiere alcune deviazioni, sotto forma di scelte morali, che ci condurranno verso finali diversi. Non sappiamo molto altro della cornice narrativa di Days Gone, né della personalità del suo protagonista: lo conosceremo meglio il 26 aprile, in groppa alla sua moto da randagio, pronto ad imboccare l'unica direzione che gli resta: quella che inizia e finisce lungo una "strada morta".

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