Demon's Souls PS5: 10 motivi per giocare il nuovo remake

Scopriamo quali sono i motivi principali per cui vale la pena (ri)tuffarsi nelle pericolose terre di Boletaria con lo straordinario remake di Bluepoint.

Demon's Souls: 10 motivi per giocarlo
Speciale: PlayStation 5
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  • PS5
  • Sembra un sogno finalmente diventato realtà. Dopo anni di speculazioni, speranze e fantasticherie d'ogni genere, il tanto agognato remake di Demon's Souls è arrivato sulle nostre Playstation 5 (qui la nostra recensione di Demon's Souls per PS5), pronto come non mai a ricordarci il piacere masochistico made in From Software (anche se in questo caso sarebbe meglio dire, "made in Bluepoint").

    Scelta coraggiosa, diabolica, quella di inserirlo come titolo di lancio dell'ammiraglia Sony: una decisione che non esiterà a spiazzare e demoralizzare una discreta fetta d'utenza, probabilmente fuorviata da qualche gameplay trailer fin troppo edulcorato. Qualcuno potrebbe pensare di demordere, sconfitto per l'ennesima volta dai primi soldati del regno di Boletaria, ma a nostro parere, al netto di qualche elemento che ne tradisce l'origine old gen, Demon's Souls rimane un prodotto imprescindibile per ogni giocatore curioso, che voglia quantomeno avvicinarsi ad uno dei radicali punti di svolta del gaming contemporaneo. Eccovi quindi 10 motivi per i quali dovreste buttarvi a testa bassa in uno dei titoli dark fantasy più famosi di sempre.

    L'aggiornamento grafico

    Partiamo subito dall'elemento più evidente di questo lifting operato da Bluepoint Games (lo sapevate? Secondo alcuni rumor, Sony potrebbe acquistare Bluepoint Games), sottolineandone la squisita fattura della reinterpretazione tecnico-visiva. Chiunque abbia solcato le desolate viuzze di Boletaria nel 2009 non faticherà a ricordarsi scorciatoie e panorami vari, eppure tutto è oggi così vibrante da sembrare una produzione completamente inedita.

    Demon's Souls (2009)

    Demon's Souls Remake (2020)

    Basta recuperare qualche video dell'esperienza originaria per rendersi conto di quanto l'aspetto visivo abbia fatto passi da gigante in questo lasso di tempo, trasformando una cornice grafica poco particolareggiata in un tripudio di effettistica e particelle. Sì, sappiamo tutti che il tanto pubblicizzato ray tracing non è infine stato inserito nel gioco finale, ma dopo aver assistito a ciò che le cinque arcipietre hanno da offrire ai loro sventurati visitatori, possiamo confermarvi che si tratta di un'assenza della quale non sentiamo la mancanza. I giochi di luce, uniti ad una gestione eccelsa della tessellation, contribuiscono a rendere elegante e opprimente ogni ambientazione, tramutandole in una continua sorpresa tanto per i neofiti, quanto per i veterani.

    I 60 fps

    In molti desideravano la next-gen per potersi finalmente dedicare ai propri titoli preferiti senza alcun compromesso sul versante del framerate. Memori delle prestazioni del titolo originario e al netto di quanto mostrato nei primi screenshots, ci sarebbero bastati 30fps stabili per poterci ritenere più che soddisfatti, ma anche in questo caso i ragazzi di Bluepoint si sono superati. I 60fps comportano una virata netta per il gameplay, soprattutto se non implicano variazioni avvertibili sull'impatto visivo generale. Interpretare l'azione, decidere con il giusto tempismo e sopravvivere all'ennesimo agguato sono ora attività decisamente più alla portata dell'utente medio, dato che il framerate non si aggiunge più all'elenco dei vostri avversari.

    La rotolata multidirezionale

    Parlando di nemici, non potevamo non citare l'evoluzione di uno degli ostacoli alla vittoria nel titolo originale: la rotolata quadridirezionale. Come se già non fossero stati sufficienti gli innumerevoli demoni di Boletaria, il nostro eroe poteva inizialmente contare su un'oltremodo legnosa rotolata a quattro direzioni.

    Ciò implicava, nella maggior parte dei casi, una lettura dell'azione perennemente impensierita dalla schivata, che non permetteva di direzionare al meglio la capriola evasiva. Oggi, fortunatamente, tutto è infinitamente più semplice: vuoi schivare leggermente sul fianco del nemico, visto che a destra hai un burrone? Puoi farlo, senza intoppi. Ammesso che miri nella direzione giusta, ovvio.

    La velocità nei caricamenti

    I mostri non sono l'unico pericolo che infesta Boletaria. Trappole, strapiombi, pavimenti rotti e distrazioni di ogni genere sono praticamente ovunque in Demon's Souls e, volenti o nolenti, la morte diventa una parte integrante del ritmo di gioco (per questo abbiamo creato per voi la nostra guida per sopravvivere in Demon's Souls). Un evento che si presenta fin troppo spesso, con annessa l'ira di chi si sente sconfitto nel profondo e non desidera altro che ritentare la fortuna, magari adottando un'altra strategia. Grazie al velocissimo SSD di Playstation 5, non si deve più attendere alcun caricamento tra i tentativi, e il gioco che assume una fluidità quasi innaturale, tanta è la rapidità con la quale ci ritroviamo nuovamente nel pieno della battaglia. Sì, un po' ci manca la lunga lettura delle descrizioni degli oggetti (che a dirla tutta fu inserita solo a partire da Dark Souls), ma ricominciare senza perdere minimamente né il ritmo, né la tensione è impagabile. Difficile tornare indietro.

    La cassa oggetti sempre disponibile

    Avete sfidato fiumi di lava e raggiunto la piattaforma che custodisce l'armatura che tanto desideravate, state per raccoglierla e scoprite solo allora che non potete portare con voi tutto quel peso.

    Una sensazione terribile, che solo i veterani potranno ricordare con angoscia. In Demon's Souls infatti anche gli oggetti trasportati e non equipaggiati gravano sulle nostre spalle, con il costante bisogno di fare visita a Thomas il collezionista. Una meccanica fortunatamente abbandonata con gli eredi spirituali e che è stata adeguatamente limata da Bluepoint Games. Non potremo infatti portarci dietro tutto ciò che vogliamo, ma qualora trovassimo comunque qualcosa di interessante, potremo inviarlo direttamente al Nexus per non perdere tali reliquie.

    L'editor dei personaggi

    Se c'è un aspetto dei titoli From Software che non ha mai brillato, di sicuro è l'editor dei personaggi. Siamo consapevoli che spesso ci si ritrova a giocare pieni di armature e in forme vuote che corrompono i nostri tratti somatici nel profondo, ma in questo caso anche la modalità spirituale ci permette di godere delle nostre fattezze, rendendo tanto più rilevante che corrispondano al nostro ideale di eroe.

    Sebbene sia stata mantenuta la possibilità di dare i natali a dei veri e propri mostri su due gambe, in molti proveranno piacere nel trascorrere quei 20 minuti iniziali a regolare ogni dettaglio del volto, magari nella speranza di ricreare la versione leggendaria di se stessi. Non dimentichiamoci poi che è possibile rimuovere, solo esteticamente, l'elmo dal nostro personaggio, così da averlo sempre in primo piano, senza però sacrificare le nostre difese.

    La photo mode

    Quale modo migliore per godere di tutte queste migliorie visive, se non riportarsi a casa qualche cartolina delle nostre disavventure a Boletaria? Demon's Souls è farcito di scorci mozzafiato e angoli putrescenti, che costituiranno il perfetto sfondo per la vostra vena artistica. Una quantità d'effetti e impostazioni vi invoglierà a fermarvi in più di un'occasione per immortalarvi trionfanti nel pieno della battaglia o sorridenti accanto ad un nemico caduto in una posa surreale. L'unico vostro limite sarà la fantasia. E non bisogna scordare che si tratta di un mezzo indiretto per mettere in pausa il gioco, qualora doveste averne l'urgenza.

    L'audio 3D

    È bello godersi la next gen sul proprio divano e con l'impianto sonoro dei nostri sogni, ma in questo caso potreste voler fare un'eccezione e passare almeno un po' di tempo utilizzando delle buone cuffie da gaming. La cura riposta nel comparto sonoro di questo remake è semplicemente maniacale, con un'esperienza talmente avvolgente da lasciare sconcertati alle volte, quando riuscirete a distinguere chiaramente la presenza di un nemico che si sta avvicinando alle vostre spalle. Un dettaglio non da poco, soprattutto se un aspetto simile può permettere di effettuare una rotolata preventiva e salvarsi dall'ennesimo agguato a tradimento. Un tocco di classe unico, che dona ad ogni partita un coinvolgimento senza precedenti.

    Le origini di una mitologia

    Per quanto non sia un capitolo effettivamente in continuity con le incarnazioni successive della saga, Demon's Souls contiene, sparpagliati per tutti i livelli, una notevole quantità di idee e concetti che hanno poi trovato compimento e riproposizione nelle future produzioni di Hidetaka Miyazaki.

    Vedere un drago che incendia un ponte o ritrovarsi in una densa palude avvelenata saranno elementi che accenderanno più di una lampadina nei giocatori di lunga data, assumendo le tinte di una piacevole scoperta e riscoperta delle basi di una saga leggendaria. E per tutti coloro che invece vi si avvicineranno per la prima volta, sarà probabilmente il punto da cui partire per poi recuperare tutti gli altri capitoli della serie.

    Il gusto del successo nell'accettazione del fallimento

    Godersi un'avventura in tranquillità è un diritto di ogni giocatore, ma guadagnarsi ogni centimetro con il sudore della fronte ha tutto un altro sapore. Non è un mistero che questa saga sia rinomata per la sua difficoltà smodata e a tratti scorretta, ma si tratta allo stesso tempo di una tipologia d'approccio che cambia radicalmente la prospettiva dei giocatori.

    La ponderatezza, il tempismo e la strategia sono solo alcune delle armi che dovrete affinare per sperare di uscire vivi da queste terre avvolte dalla nebbia. Potreste impiegarci poco tempo oppure settimane: la perseveranza in qualche modo darà i suoi frutti. Sarà in quel momento che vi sentirete appagati e ne vorrete di più. Ancora e ancora.

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