Destiny 2 La Maledizione di Osiride: I primi dettagli e i Raid Lair

Partiamo insieme alla scoperta di tutti i dettagli della nuova espansione di Destiny 2: La Maledizione di Osiride.

Destiny 2 La Maledizione di Osiride: I primi dettagli e i Raid Lair
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Stadia
  • Poche ore fa si è concluso il primo appuntamento con il trittico di eventi in streaming che, come da tradizione, anticipano l'uscita delle espansioni di Destiny. Il team di Bungie aveva per le mani l'occasione perfetta per riaccendere la fiducia di una fetta consistente del pubblico, delusa dalla debolezza di un endgame che, nelle ultime settimane, aveva mostrato tutti i suoi limiti. E invece no, visto che il live event si è mosso sulle note di una strategia comunicativa tutt'altro che incoraggiante, titubante a toccare i punti caldi accesi dal fuoco a ripetizione del feedback comunitario. Un vero peccato, perché il clima glaciale ha finito con il mettere in ombra alcuni dei punti più interessanti dell'espansione, narrativa in primis.
    Ma andiamo con ordine.

    Il ritorno dello stregone

    Le vicende de La Maledizione di Osiride si svolgono ad appena due mesi di distanza dalla conclusione - pirotecnica - della Guerra Rossa, culminata con la definitiva sconfitta del dominus Ghaul. Una collocazione temporale interessante, che sottolinea l'intenzione di Bungie di imprimere dinamicità al mondo di Destiny 2 con una continuità narrativa "credibile", scandita dalla programmazione dei contenuti post lancio.
    D'altronde una delle prerogative di Destiny 2 è proprio la presenza di una dimensione narrativa più definita e accessibile, e non è certo sulla progressione della storia che nutriamo dei dubbi. Ma di questo parleremo meglio più avanti. Osiride è riemerso dal suo esilio con uno spaventoso monito: il risveglio del Viaggiatore ha permesso ai Vex di fare un passo avanti verso la realizzazione del loro "grande piano". Un proposito che potrebbe portare all'estinzione dell'umanità.

    Il veicolo di questo oscuro avvertimento è Sagira, lo spettro che ha accompagnato Osiride nei suoi viaggi tra le maglie della Foresta Infinita, una macchina collocata nel cuore di Mercurio che i Vex utilizzano per simulare tutte le diramazioni probabilistiche della realtà. Il ritrovamento dello spettro, caduto in stato di "incoscienza" tra le sabbie di Mercurio, spinge la pupilla prediletta di Osiride Ikora Rey a incaricarci di seguire le tracce del suo maestro, per scoprire tutto il possibile sulla minaccia in agguato.

    La campagna de La Maledizione di Osiride dovrebbe essere composta da 8 missioni principali (tre delle quali ambientate nella Foresta Infinita), per un totale di due ore di gioco. Da questo punto di vista, la proposta contenutistica del DLC non si allontana molto da quella delle espansioni del primo Destiny. Il nodo più intrigante è senza dubbio quello legato ai diversi "alberi" della Foresta Infinita, in grado di proiettare il nostro Guardiano in diverse versioni di Mercurio, temporalmente collocate a secoli di distanza le une dalle altre. Nel corso del live event abbiamo potuto vedere il presente di Mercurio, giocato in diretta, e dare una sbirciatina a un futuro oscuro, devastato dal dominio dei Vex.

    Sebbene non del tutto chiare, le meccaniche legate alla multidimensionalità della Foresta Infinita sembrano decisamente interessanti, così come le dinamiche di "assemblaggio intelligente" che dovrebbero rendere sempre diverse le sfide offerte da questa ambientazione. Senza considerare il plus valore garantito dalla promessa di poter finalmente svelare molti dei segreti legati a questa peculiare razza di macchine senzienti. Inoltre, l'idea di avere nel mirino Vex appartenenti a diverse epoche "simulate" ci titilla non poco, sebbene, conoscendo Bungie, si tratterà per la gran parte di semplici rielaborazioni estetiche. Uscendo dai confini della Foresta Infinita, accessibile attraverso un portale, Mercurio offrirà poi la solita pletora di attività planetarie, tra avventure, settori perduti, pattuglie ed un nuovo evento pubblico. Sì, uno solo. Il tutto orbiterà attorno al Faro, una location quasi mitica per gli appassionati di Destiny, l'hub gestito dal caro vecchio Fratello Vance, presentato dagli uomini di Bungie come un vero fanatico di Osiride.
    E in fondo come dargli torto: il design dello stregone canuto appare meravigliosamente ispirato, così come quella della nuova ambientazione, semplicemente abbacinante.
    D'altronde le forza della direzione artistica di Bungie è ormai una certezza.
    I dubbi, lo ripetiamo, sono ben altri.

    Sì, tutto bello, ma l'endgame?

    Chiusa la parte dell'evento dedicata alla storia e al comparto artistico de La Maledizione di Osiride, cambia la formazione degli ospiti sul divano di Deej. Via la narrative lead Christine Thompson e l'art director Dave Matthews e dentro i senior designer Brendan Thorne e Stuart Monske, mentre nella stanza comincia a farsi pressante l'urgenza di un domanda cui nessuno sta rispondendo: ma l'endgame? Deej ha già annunciato l'arrivo di una playlist eroica per gli assalti (sebbene il requisito di potere fermo a 270 lasci più di qualche perplessità), e ora è giunto il momento di svelare il mistero nascosto dietro le parole "new raid activity".

    Come previsto, La Maledizione di Osiride non introdurrà nessuna incursione nuova di pacca, optando invece per quello che viene definito "raid lair". Si tratta in sostanza di una nuova attività simil-raid ambientata sempre all'interno del Leviatano ma in una zona separata, "la pancia" del Divoratore di Mondi. Non è chiaro quanto la nuova zona divergerà stilisticamente dall'incursione esistente, ma sappiamo che offrirà sfide ed enigmi differenti, culminanti in una boss fight inedita.
    Il livello di sfida e il numero dei giocatori ammessi saranno gli stessi di un'incursione "regolare", ma la durata risulterà nettamente più contratta. Il livello di difficoltà potenziale soddisfa (il requisito è fissato a 300 punti potere per la versione base, e probabilmente 330 per l'autorevole), così come la promessa di nuovi pezzi d'equipaggiamento di alto livello, sfide e oggetti estetici, mentre il concetto stesso di "raid lair" suona un po' come una supercazzola.
    Nell'etere si sento l'eco dell'insoddisfazione comunitaria, anche perché si parla di una politica contenutistica "al risparmio" destinata a mantenersi nel tempo, come conferma lo stesso Deej anticipando l'arrivo del secondo raid lair con la prossima espansione di Destiny 2.

    Anche su questo punto la delusione è palpabile, dato che il sottotesto recita "non vedrete una nuova incursione fino alla fine dell'anno uno". L'impressione è che Bungie voglia velocizzare i tempi di sviluppo dei contenuti post lancio, aumentando di conseguenza il numero delle espansioni pubblicate durante il ciclo vitale di Destiny 2. La quantità però costa, e raramente è amica della qualità. Il problema di fondo, poi, è sempre il medesimo: una volta raggiunti il livello 25 e la quota di 330 punti potere, nuovi cap dell'espansione, cosa resterà da fare ai Guardiani? Anche la prospettiva, per il momento solo accennata, di una reinterpretazione delle "weapon quest" per ottenere equipaggiamento speciale, seppur interessante, finisce per essere messa in ombra dalla crescente sfiducia della community. Sfiducia che il primo dei tre live event dedicati a La Maledizione di Osiride manca di a fugare, a causa di una strategia comunicativa che proprio non riesce ad entrare in risonanza con le necessità del pubblico. Non si parla delle playlist in PvP. Non si parla dell'inutilità cosmica dei frammenti leggendari. Non si parla delle necessarie revisioni a un sistema di progressione decisamente scricchiolante. Insomma, non si parla di tutto quello che la community ha trasmesso allo sviluppatore come feedback delle ultime settimane. Tra l'altro è curioso notare come i due capitoli di Destiny risultino quasi speculari dal punto di vista contenutistico: il primo con una storia frammentaria ed evanescente ma con un endgame in grado di reggere botta; il secondo con una storia chiara e godibile ma caratterizzato da contenuti di alto livello tutt'altro che esaltanti. A questo punto non possiamo che sperare nell'arrivo di buone notizie negli streaming a seguire, anche se abbiamo la forte sensazione che l'elefante abbia già lasciato la stanza.

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