Destiny 2: per chi Destiny non lo ha mai amato

Avete snobbato o addirittura odiato Destiny? Questo seguito potrebbe farvi cambiare idea, grazie a una serie di interessanti novità...

Destiny 2: per chi Destiny non lo ha mai amato
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Stadia
  • Non ho mai avuto problemi con Bungie, che conosco dai tempi di Marathon e ho apprezzato tra alti e bassi anche lungo tutta la carriera di Master Chief. Appena presentato, Destiny è subito entrato nelle mie grazie, ma con qualche riserva: non ho mai amato questa approccio "liofilizzato" ai miei cari MMORPG, quelli di un tempo però, che non avevano nulla a che vedere con World of Warcraft e tutto ciò che è arrivato dopo. Al day one, come tanti altri mi sono lanciato nel meraviglioso mondo di gioco, salvo scoprire in poche ore che i contenuti non erano affatto all'altezza delle mie aspettative. Ciò che Destiny offriva al lancio si esauriva in una manciata di lampi di eccellenza, e poi non rimaneva che alzare il livello di difficoltà e ripetere il tutto, o gettarsi a capofitto nel PVP offerto dal crogiolo. Non ho problemi a dedicarmi a un po' di sano "grind", anche se non lo amo quando non è contestualizzato bene, e quello di Destiny non lo era affatto.
    Ammetto anche di aver provato un po' di tristezza nel vedere certi giocatori passare i giorni davanti a una caverna per "farmare" engrammi. Forse la mia sfortuna è stata quella di aver giocato su Dreamcast a Phantasy Star Online fino alla nausea, dove le cose da fare non erano poi di più, ma il gioco Sega aveva almeno una coerenza speciale nel loot, e sfruttava una serie di espedienti per attenuare la reiterazione dei medesimi schemi su cui inevitabilmente, anche lui, era costretto da un certo momento in poi a ripiegare. Poi Destiny ha iniziato finalmente a migliorare, arrivarono il primo, il secondo, il terzo raid, The Taken King, ma a quel punto mi ero trasformato da tempo in semplice spettatore, anche perché pure il crogiolo iniziò a dare problemi. Ci si mise pure la sfiga: nelle ultime dieci ore con Destiny, e me lo ricordo bene bene, non sbloccai una beneamata cippa. Dieci ore di nulla, in balia della sfiga e del pessimo RNG che governava i loot di Destiny in quel periodo. In seguito le cose, mi dicono e ci credo, migliorarono molto, ma in quel momento, dopo quelle dieci strazianti ore, mi alzai con grazia sfrontata e, mormorando "Ma chi me lo fa fare...", andai a togliere il disco dal tray della console, riponendolo per sempre nella custodia.
    Fece male, non posso negarlo, e fece male soprattutto perché, armi alla mano, Destiny era innegabilmente un capolavoro. Ciò che di buono c'era veniva però gettato alle ortiche da uno storytelling agghiacciante e da una staticità che non poteva che essere il risultato di seri problemi durante lo sviluppo, problemi che poi vennero alla luce grazie a un'ottima inchiesta, mai smentita dai diretti interessati, pubblicata dal sito Kotaku.

    Rocket Love

    Questa è la mia storia, e come me ce ne sono molti altri. Vista la popolarità del gioco, anche solo per avere una opinione al riguardo, non potevo però esimermi dal provare l'atteso Destiny 2. Le aspettative questa volte erano a zero o quasi, del resto durante gli eventi organizzati per presentare Destiny 2 al mondo, Bungie non ha mai parlato la mia e la nostra lingua, quella dei delusi insomma, ma ha preferito dialogare solo ed esclusivamente con quelli che il gioco lo aveva amato già nella sua grezza forma originaria. In un angolo del mio cuoricino da videogiocatore rimaneva però viva una speranza: che l'articolo di Kotaku fosse vero, e che ciò che mi ha allontanò dal primo gioco fosse davvero il risultato di uno sviluppo travagliato, non di scelte di design. La mia PlayStation 4 finisce di scaricare i file di Destiny 2 (su Everyeye.it trovate anche le prime impressioni sulla campagna) nel primo pomeriggio del cinque settembre, mando un messaggio di gioia a Fossetti e come risposta mi becco un "i server sono già aperti!". Oramai niente mi separava da Destiny 2, e allora click, click... sono partito.

    Il benvenuto non poteva che essere di primissima qualità, del resto parliamo sempre di Bungie
    La cura nei dettagli è subito fuori di testa, mi viene anche ricordata, tramite una schermata commemorativa, la battaglia più dura e i compagni con cui la affrontai nel primo gioco (non che ne abbia poi fatte così tante). Destiny 2 te la fa prendere proprio bene, se mi passate il modo di dire. L'intro è la stessa della beta, ma ora ha una sezione in più, molto efficace tra l'altro, anche per darci un ulteriore motivo per ridere in faccia a tutti quelli che lagnavano una grafica non così dissimile dal primo gioco. Destiny 2, da ogni punto di vista e nonostante i 30fps, è un gioco splendido da vedere e da ascoltare. Dimenticatevi i colori a volte slavati del capostipite, dimenticatevi le aree castrate e i piatti effetti di luce: anche solo per aver abbandonato il supporto alle vecchie console, su cui il primo Destiny si è ostinato a girare, ci si ritrova chiaramente una generazione avanti rispetto all'avventura precedente. E poi le musiche, i dannati colori: ieri a un certo punto ho pensato di essere davanti a uno schermo HDR, e io non possiedo uno schermo HDR, che tra l'altro non è ancora supportato.

    Do Like You

    Ancora più sorprendente è stato ritrovarmi davanti a sequenze d'intermezzo che finalmente hanno un senso, personaggi dai contorni molto più efficaci; e anche se è andato perduto un po' del delizioso mistero che aleggiava nei criptici stralci di trama del prequel, almeno ora si ha una direzione chiara, un canovaccio narrativo forte da seguire dall'inizio alla fine.

    Questo grosso cambiamento si ripercuote naturalmente anche nelle missioni, e trae un ulteriore forza dal nuovo sbalorditivo level design. Il risultato di queste novità e di questi cambiamenti è uno solo: nelle ultime cinque ore passate con Destiny 2, ho fatto e trovato più cose che in un mese di Destiny 1. C'è poi una sensazione che davvero non riesco a togliermi dalla testa: questo seguito è molto più Halo degli ultimi Halo, nella dinamicità delle mappe, nei colori, e persino nel gameplay, nel modo in cui subdolamente è stato modificato il feeling delle armi. Ma poi ve la ricordate la vallata di apertura della prima mappa di Destiny? Tre mostri a sinistra, sei a destra, due Guardiani che passano ballando e mestissimi vicoli ciechi, oltre a una totale assenza di sorprese. Sulla Terra di Destiny 2 sei quasi costantemente sotto tiro, enormi vascelli riversano continuamente nuove truppe nemiche sul campo di gioco, dove ci sono casse random da aprire, passaggi segreti e un'area esplorabile grande sette volte tanto, oltre che essere cento volte più dettagliata e complessa. Non dimentichiamoci poi della presenza delle cosiddette "Avventure", vere e proprie missioni secondarie con trama, boss e ricompense. I giocatori di passaggio sono tantissimi, quelli in pericolo a cui dare una mano ancora di più, e nella bolgia di questa infinita battaglia, ciclicamente, eventi pubblici che aumentano ulteriormente il livello di sfida e di spettacolarità. Un mondo di gioco vivo, dove anche lungo le strade più tranquille è possibile imbattersi in una ronda, magari a bordo di agilissimi Barracuda da rubare subito dopo l'inevitabile sparatoria.

    E mentre ci si diverte, tante nuove armi sempre o quasi diverse, tanti nuovi pezzi d'armatura, per una crescita costante e che al momento non ha conosciuto battute d'arresto, continuerà? Anche dal crogiolo quasi solo belle sorprese: ho storto il naso quando ho appreso che il numero di giocatori nell'arena sarebbe calato, ma questa nuova impostazione, unita alle nuove modalità, rende il PVP di Destiny 2 molto più strategico del precedente. L'unica modalità del crogiolo che non sembra funzionare con le nuove regole è proprio il vecchio Dominio, ma prima di sbilanciarmi devo approfondire meglio.

    As if You Read My Mind

    Dopo quindici ore di Destiny 2, la sensazione è quella di essere ancora agli inizi. Certo, è vero che lo sto centellinando, e questo dovrebbe sottolineare ulteriormente quanto io non sia il giocatore tipo di Destiny, ma non sono mai stato con le mani in mano, tranne che per un paio di partitelle a calcio nel nuovo, e decisamente più confortevole, campo base messo a disposizione dei giocatori. Certo, è ancora troppo presto per consigliare Destiny 2 ad altri che come me non hanno amato il titolo precedente, ma se queste impressioni iniziali verranno cementate anche dalle prossime ore di gioco, avremo finalmente la conferma che Bungie, nonostante il suo fare silenzioso e alle volte anche un po' musone, le critiche le ascolta eccome.

    Per certi versi io tendo a preferire in questi giochi una struttura più casuale, in modo da moltiplicare all'infinito la rigiocabilità, ma se un approccio studiato al millimetro concede tutto ciò che ho visto in Destiny 2 in queste prime ore di gioco, può andarmi benissimo così. Del resto ora la scelta fatta in fase di design appare chiara, ed è percorribile senza brutte sorprese anche da chi cerca semplicemente uno straordinario action game da giocare soli o in compagnia. Destiny 2, sembra proprio che io e te ci frequenteremo ancora un bel po'...

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