A due mesi dal lancio, l'Endgame di Destiny 2 si dimostra ancora poco ricco di attrattive. Bungie promette nuovi contenuti in arrivo ma nel frattempo...
L'annuncio de La Maledizione di Osiride, primo contenuto aggiuntivo per Destiny 2, arriva in un momento molto turbolento per lo sparatutto Bungie. L'entusiasmo con cui questo secondo episodio è stato accolto all'uscita, poco più di due mesi fa, si è infatti drasticamente smorzato, e una discreta parte della community ha abbandonato i server di gioco. La colpa è di un Endgame che non è riuscito a saziare la fame dei giocatori, senza mezzi termini mal strutturato e povero di stimoli. Bungie promette interventi tempestivi, ma ad oggi la situazione non è delle più rosee. L'unica speranza è che il team di Seattle voglia operare un drastico cambiamento alla struttura della progressione, al pari di quello che fu messo in atto durante l'anno due del primo Destiny, e che preparò la splendida stagione del Re Dei Corrotti, ad oggi il contenuto più riuscito di tutta la cronologia della saga.
E adesso che faccio?
Alcune delle scelte che il team di sviluppo ha preso per Destiny 2 sono apparse fin da subito discutibili alla comunità dei giocatori. Inspiegabile, ad esempio, è il trattamento riservato al Crogiolo. Per avere le partite private nel primo Destiny c'erano voluti quasi tre anni, e l'aggiunta dei match personalizzati era considerata da tutti una grande conquista.
É inspiegabile quindi la decisione di rimuoverli, unita all'impossibilità di selezionare la propria modalità preferita, anche solo per allenarsi in previsione delle Prove dei Nove. Il sistema delle Playlist è semplicemente riduttivo e poco efficace, e di certo lesivo per la libera fruizione del PvP. Sebbene non fossero dei contenuti portanti per l'endgame, anche la sparizione delle gare con gli astori ha fatto storcere la bocca agli utenti: in fin dei conti, all'arrivo di un nuovo capitolo della serie ci si aspetta un aumento del numero di attività disponibili, e non una riduzione così evidente. La stramba decisione di limitare le possibilità di scelta dell'utente è stata applicata anche agli assalti, che adesso non possono più essere selezionati liberamente: per giocare quelli che preferiamo bisogna sperare nella sorte. Manca anche una difficoltà intermedia fra gli assalti regolari e i Cala la Notte, che nel primo Destiny era rappresentata dalle versioni Eroiche degli Strike. Anche in questo caso, insomma, una riduzione. Tutti i contenuti che sono stati aggiunti, come ad esempio le splendide Avventure e i Settori Perduti, diventano purtroppo inutili durante l'endgame, e quindi non sono una contropartita sufficiente per i giocatori più affamati.
Il Leviatano
La vittima più evidente di una progettazione poco attenta è stato il povero Raid. Abbiamo già detto che Il Leviatano non è la migliore delle incursioni che Bungie abbia progettato: né a livello di immaginario, né sul fronte del coinvolgimento emotivo. Se le dinamiche di gioco sono piacevoli e ben congegnate, manca l'idea di affrontare una minaccia forte e pericolosa, e la scelta di non puntare su boss fight tradizionali non è stata troppo lungimirante. La delusione maggiore è arrivata quando abbiamo scoperto che la difficoltà Autorevole non avrebbe portato con sé l'aumento del Level Cap, che in passato ha sempre rappresentato un traino importante.
A questo si può aggiungere che il set di armature del Raid non è caratterizzato da perk unici (magari pensati per aiutare i Guardiani durante le varie fasi dell'incursione). Un'altra "beffa" è che le sfide e l'Hard Mode droppano degli emblemi blu, mentre quelli caratterizzati dai colori leggendari si ottengono con attività ben meno impegnative. Sprecato anche tutto il potenziale del Labirinto, ovvero l'intrico di scorciatoie e cunicoli che corre nella pancia metallica dell'enorme nave di Calus. Al suo interno si possono trovare delle casse che sono purtroppo completamente inutili: il livello del drop è molto basso, e non c'è possibilità di trovare oggetti unici: solo in pochi, insomma, si addentreranno all'interno del Leviatano.
Questione di numeri
Ma il problema principale di Destiny 2, a conti fatti, è un sistema di progressione che durante l'endgame diventa davvero farraginoso. Mentre gli utenti hanno passato settimane ad alzare il livello di luce sfruttando le modifiche, i vendor continuano a droppare oggetti di livello molto inferiore rispetto a quello del giocatore, che spesso e volentieri finiscono smontati in un baleno. Sono solo le Pietre Miliari a regalare qualche soddisfazione, ma già al momento dell'uscita del gioco su PC, si era perso un bel po' di interesse per eventi pubblici, casse di Cayde e gloria da accumulare nel Crogiolo.
Il fatto che la progettazione di Bungie sia stata poco attenta è testimoniato, se non altro, dal numero imbarazzante di frammenti leggendari: come se l'esperienza negativa con le valute di gioco avuta negli scorsi tre anni non fosse servita, il team riempie i nostri inventari di elementi che non possiamo usare. Anche volendo acquistare tutti gli oggetti in vendita da Xur ogni settimana, il disavanzo sarebbe semplicemente soverchiante. Come colpo di grazia, non ha funzionato neppure il sistema di attribuzione del drop durante l'insipido Stendardo di Ferro, che ormai, senza i benefici di livello, rimane una variante delle partite classiche, senza nessuna caratterizzazione. Allo stato attuale dei fatti, insomma, Destiny 2 si tiene in piedi con fatica, più che altro grazie alla passione dei giocatori di lungo corso, che ancora si ostinano a ritrovarsi sui server ogni Martedì, in occasione del reset settimanale. Anche la convinzione di chi sembrava incrollabile, tuttavia, vacilla. Bungie continua a fare scelte discutibili, come ad esempio quella di interrompere per settimane un'attività importante come le Prove dei Nove, a causa di un bug legato ad un'emoticon: non sarebbe stato meglio limitare l'uso di quella particolare gesture? Neppure il tradizionale evento di Halloween è stato concesso alla community, che giustamente recalcitra e chiede di più.
Vedremo se La Maledizione di Osiride saprà dargli quello che cerca, anche se l'assenza di un Raid classico (il team parla di generici "raid content") farà storcere la bocca a molti giocatori. Speriamo quindi che la nuova area sia sufficientemente estesa, e soprattutto che i ragazzi di Seattle mantengano le loro promesse: dandoci più libertà di scelta, valorizzando pattuglie e avventure, e soprattutto offrendoci un meccanismo di progressione più attento e stimolante.
Destiny 2: tutti i problemi dell'Endgame
A due mesi dal lancio, l'Endgame di Destiny 2 si dimostra ancora poco ricco di attrattive. Bungie promette nuovi contenuti in arrivo ma nel frattempo...
L'annuncio de La Maledizione di Osiride, primo contenuto aggiuntivo per Destiny 2, arriva in un momento molto turbolento per lo sparatutto Bungie.
L'entusiasmo con cui questo secondo episodio è stato accolto all'uscita, poco più di due mesi fa, si è infatti drasticamente smorzato, e una discreta parte della community ha abbandonato i server di gioco. La colpa è di un Endgame che non è riuscito a saziare la fame dei giocatori, senza mezzi termini mal strutturato e povero di stimoli.
Bungie promette interventi tempestivi, ma ad oggi la situazione non è delle più rosee. L'unica speranza è che il team di Seattle voglia operare un drastico cambiamento alla struttura della progressione, al pari di quello che fu messo in atto durante l'anno due del primo Destiny, e che preparò la splendida stagione del Re Dei Corrotti, ad oggi il contenuto più riuscito di tutta la cronologia della saga.
E adesso che faccio?
Alcune delle scelte che il team di sviluppo ha preso per Destiny 2 sono apparse fin da subito discutibili alla comunità dei giocatori. Inspiegabile, ad esempio, è il trattamento riservato al Crogiolo. Per avere le partite private nel primo Destiny c'erano voluti quasi tre anni, e l'aggiunta dei match personalizzati era considerata da tutti una grande conquista.
É inspiegabile quindi la decisione di rimuoverli, unita all'impossibilità di selezionare la propria modalità preferita, anche solo per allenarsi in previsione delle Prove dei Nove.
Il sistema delle Playlist è semplicemente riduttivo e poco efficace, e di certo lesivo per la libera fruizione del PvP.
Sebbene non fossero dei contenuti portanti per l'endgame, anche la sparizione delle gare con gli astori ha fatto storcere la bocca agli utenti: in fin dei conti, all'arrivo di un nuovo capitolo della serie ci si aspetta un aumento del numero di attività disponibili, e non una riduzione così evidente.
La stramba decisione di limitare le possibilità di scelta dell'utente è stata applicata anche agli assalti, che adesso non possono più essere selezionati liberamente: per giocare quelli che preferiamo bisogna sperare nella sorte. Manca anche una difficoltà intermedia fra gli assalti regolari e i Cala la Notte, che nel primo Destiny era rappresentata dalle versioni Eroiche degli Strike. Anche in questo caso, insomma, una riduzione.
Tutti i contenuti che sono stati aggiunti, come ad esempio le splendide Avventure e i Settori Perduti, diventano purtroppo inutili durante l'endgame, e quindi non sono una contropartita sufficiente per i giocatori più affamati.
Il Leviatano
La vittima più evidente di una progettazione poco attenta è stato il povero Raid. Abbiamo già detto che Il Leviatano non è la migliore delle incursioni che Bungie abbia progettato: né a livello di immaginario, né sul fronte del coinvolgimento emotivo. Se le dinamiche di gioco sono piacevoli e ben congegnate, manca l'idea di affrontare una minaccia forte e pericolosa, e la scelta di non puntare su boss fight tradizionali non è stata troppo lungimirante.
La delusione maggiore è arrivata quando abbiamo scoperto che la difficoltà Autorevole non avrebbe portato con sé l'aumento del Level Cap, che in passato ha sempre rappresentato un traino importante.
A questo si può aggiungere che il set di armature del Raid non è caratterizzato da perk unici (magari pensati per aiutare i Guardiani durante le varie fasi dell'incursione). Un'altra "beffa" è che le sfide e l'Hard Mode droppano degli emblemi blu, mentre quelli caratterizzati dai colori leggendari si ottengono con attività ben meno impegnative.
Sprecato anche tutto il potenziale del Labirinto, ovvero l'intrico di scorciatoie e cunicoli che corre nella pancia metallica dell'enorme nave di Calus. Al suo interno si possono trovare delle casse che sono purtroppo completamente inutili: il livello del drop è molto basso, e non c'è possibilità di trovare oggetti unici: solo in pochi, insomma, si addentreranno all'interno del Leviatano.
Questione di numeri
Ma il problema principale di Destiny 2, a conti fatti, è un sistema di progressione che durante l'endgame diventa davvero farraginoso. Mentre gli utenti hanno passato settimane ad alzare il livello di luce sfruttando le modifiche, i vendor continuano a droppare oggetti di livello molto inferiore rispetto a quello del giocatore, che spesso e volentieri finiscono smontati in un baleno.
Sono solo le Pietre Miliari a regalare qualche soddisfazione, ma già al momento dell'uscita del gioco su PC, si era perso un bel po' di interesse per eventi pubblici, casse di Cayde e gloria da accumulare nel Crogiolo.
Il fatto che la progettazione di Bungie sia stata poco attenta è testimoniato, se non altro, dal numero imbarazzante di frammenti leggendari: come se l'esperienza negativa con le valute di gioco avuta negli scorsi tre anni non fosse servita, il team riempie i nostri inventari di elementi che non possiamo usare. Anche volendo acquistare tutti gli oggetti in vendita da Xur ogni settimana, il disavanzo sarebbe semplicemente soverchiante.
Come colpo di grazia, non ha funzionato neppure il sistema di attribuzione del drop durante l'insipido Stendardo di Ferro, che ormai, senza i benefici di livello, rimane una variante delle partite classiche, senza nessuna caratterizzazione.
Allo stato attuale dei fatti, insomma, Destiny 2 si tiene in piedi con fatica, più che altro grazie alla passione dei giocatori di lungo corso, che ancora si ostinano a ritrovarsi sui server ogni Martedì, in occasione del reset settimanale.
Anche la convinzione di chi sembrava incrollabile, tuttavia, vacilla. Bungie continua a fare scelte discutibili, come ad esempio quella di interrompere per settimane un'attività importante come le Prove dei Nove, a causa di un bug legato ad un'emoticon: non sarebbe stato meglio limitare l'uso di quella particolare gesture?
Neppure il tradizionale evento di Halloween è stato concesso alla community, che giustamente recalcitra e chiede di più.
Vedremo se La Maledizione di Osiride saprà dargli quello che cerca, anche se l'assenza di un Raid classico (il team parla di generici "raid content") farà storcere la bocca a molti giocatori. Speriamo quindi che la nuova area sia sufficientemente estesa, e soprattutto che i ragazzi di Seattle mantengano le loro promesse: dandoci più libertà di scelta, valorizzando pattuglie e avventure, e soprattutto offrendoci un meccanismo di progressione più attento e stimolante.
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