Diablo 3 Anniversary Dungeon: Blizzard festeggia i 20 anni di Diablo

Continuano le celebrazioni per il ventesimo anniversario di Diablo: Blizzard ha reso finalmente disponibile per tutti il nuovo Anniversary Dungeon.

Diablo 3 Anniversary Dungeon: Blizzard festeggia i 20 anni di Diablo
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Che il ventesimo anniversario di Diablo avrebbe portato con sé una carica nostalgica non indifferente c'era da aspettarselo, ma il fatto che Blizzard abbia deciso di festeggiare riproponendo per intero la campagna originale, lo ammettiamo, ha colto di sorpresa un po' tutti. L'entusiasmo per il ritorno del primo Diablo all'interno del terzo capitolo, tuttavia, si è spento forse troppo presto, data la mancanza effettiva di una pianificazione contenutistica che potesse tenerci davvero compagnia per tutto l'arco del 2017. È quindi con un po' di curiosa malinconia che ci siamo avvicinati all'Anniversary Dungeon, consapevoli di vivere un'esperienza a modo suo unica proprio perché circoscritta a una manciata di settimane.

    Un accordo di chitarra inconfondibile...

    ...è quello che ci catapulta in una città che in fondo non abbiamo dimenticato. Tristram è la quintessenza della disperazione, un luogo maledetto che -già lo sappiamo- non riuscirà mai a risollevarsi completamente dall'empia corruzione delle forze del male che abbiamo imparato a conoscere in questi vent'anni. Tutto è come l'avevamo lasciato: le case, la piazza, persino la fontana è ancora al suo posto, eppure la desolazione è ancora maggiore di quel che ci ricordavamo. Gli antichi protagonisti del capitolo originale sono infatti accasciati a terra nelle loro postazioni storiche, ormai privi di vita tra le abitazioni in fiamme che crollano al nostro passaggio. Anche la cattedrale è ancora al suo posto, con l'inquietante ingresso pervaso di una luce vibrante e innaturale, quasi a dissuaderci dalla follia che consiste nel varcarlo.

    Entrando al primo piano del labirinto iniziamo anche a cogliere i restauri sul fronte visivo: assieme all'interfaccia anche il look di Diablo 3 è cambiato, per adattarsi allo stile di due decadi fa, abbassando virtualmente la risoluzione e adottando una palette cromatica decisamente più spenta. Le stesse animazioni di qualsiasi cosa si muova su schermo sono state oggetto di un trattamento "vintage": il team ah limita ad otto le direzioni in cui è possibile spostarsi, impedendo di compiere movimenti che vadano al di là della semplice camminata. Insomma, entrare nell'Anniversary Dungeon è un tuffo al cuore per chiunque sia in qualche modo legato alla saga di Diablo, e l'effetto nostalgia che scaturisce dai pochi ma indovinati accorgimenti tecnici è innegabile.
    La scelta di attraversare i 16 piani con un personaggio nuovo, suggerita dal team di sviluppo stesso, è probabilmente quella in grado di rendere maggiore giustizia a un contenuto che punta più su una rievocazione che sul concept odierno di hack ‘n slash. Abbiamo deciso di seguire questa direzione ed effettivamente i primi livelli hanno acquisito un sapore retrò, dovuto per lo più alla nostra impotenza di fronte alle orde di demoni che ci hanno attaccati. Questa sensazione è purtroppo andata scemando man mano che percorrevamo i freddi corridoi della cattedrale, poiché, per quanto si sia tentato di tarpare le ali al nostro eroe, le sue capacità distruttrici sono emerse inevitabilmente, ricordandoci senza troppi mezzi termini che non ci trovavamo di fronte al vero capitolo originale. Se escludiamo il Macellaio, unica sfida degna di nota e arrivata prima di quanto ci aspettassimo (lo spavento è stato quasi paragonabile a quello del 1997), praticamente nulla è in grado di impensierire chiunque non esageri troppo con la difficoltà. Di tutto questo finisce per risentirne poi la longevità, che ne esce massacrata con una durata totale del contenuto che si attesta sull'oretta abbondante anche utilizzando un nuovo eroe.Sul piano strettamente contenutistico, quindi, c'è ben poco da scoprire o apprezzare: scendere nelle profondità dell'inferno è un'impresa che di poco si distacca da una qualsiasi esplorazione in modalità avventura. Si può incappare in eventi specifici o che ricordino aree del primo Diablo, ma si tratta di piccole oasi felici in un deserto fatto di mostri e livelli già visti, che non riescono a offrire nulla di nuovo nonostante l'alleggerimento grafico.

    Anche sul fronte delle ricompense, se escludiamo la gemma leggendaria di fine dungeon, che si tratti di oggetti a tema o della mini-quest da affrontare a Tristram non si avrà mai a che fare con elementi che rendano pienamente giustizia ai festeggiamenti di un brand così famoso, che si trova a compiere 20 anni. Una volta spezzato l'incantesimo nostalgico dell'Anniversary Dungeon, insomma, tutto torna come prima, quasi si trattasse di un'avventura onirica che, peraltro, non potrà più essere affrontata a partire da febbraio.
    Intendiamoci: il contenuto offerto da Blizzard è lungi dal risultare frettoloso o di pessima fattura, ma si tratta comunque di un segmento irrisorio, che apre l'anniversario nel modo giusto, ma lo lascia in balia di sé stesso, specialmente a fronte di una Stagione 9 che sembra (ancora una volta) avere ben poche novità da proporre ai giocatori.
    Per quanto la nostra analisi si sia infatti concentrata sui nuovi contenuti le migliorie apportate dalla patch 2.4.3 sono pressoché nulle, nonostante anche la stagione precedente soffrisse di problemi ormai noti.
    Bilanciare qualche abilità o cambiare una manciata di effetti agli oggetti leggendari, al di là dei profondi stravolgimenti che questi mutamenti possono generare nelle build più estreme, diventa irrilevante per i giocatori meno attenti e ricettivi nei confronti di modifiche così sottili.

    Diablo III è un titolo che necessita di un continuo e cospicuo aggiornamento, tanto più se la politica è quella di evitare delle vere e proprie espansioni, mantenendo una struttura stagionale che offra una microevoluzione costante.
    Iniziare il 2017 con un solo dungeon, e che per giunta sarà limitato temporalmente a poche settimane, non fa sperare bene per il futuro della saga, che non ci pare troppo roseo nemmeno in prospettiva dell'arrivo del Negromante (che avrebbe invece portato una ventata d'aria fresca se fosse uscito in questa stessa finestra temporale). Blizzard aveva promesso che il sistema stagionale avrebbe superato la fase di rodaggio, diventando sempre più stimolante e convincente anche per i meno avvezzi al farming compulsivo, ma allo stato attuale delle cose ci sembra che le promesse non solo non siano state mantenute, ma che manchi proprio la volontà di inseguirle per il futuro. Una scelta che fa ancor più male nell'anno che, più d'ogni altro, dovrebbe essere quello del riscatto per l'intera saga.

    Diablo III Per essere un contenuto gratuito l’Anniversary Dungeon merita sicuramente l’attenzione di qualsiasi fan votato alla causa di Sanctuarium, catapultando i nuovi eroi in un incubo che è ancora vivido nella nostra memoria. Purtroppo tutto questo non è sufficiente a risollevare le sorti di un titolo che sta davvero faticando negli ultimi tempi a ritrovare un proprio spazio. È vero che questo 2017 è ancora lungo, ma sarà necessario uno sforzo decisamente superiore per invogliare i giocatori a tornare alla routine fatta di varchi e bounty, e il Negromante potrebbe arrivare in ritardo per salvare la situazione. Senza un impegno costante da parte di Blizzard, del resto, persino il signore dei non-morti potrebbe faticare a resuscitare “il cadavere” di Diablo III.

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