Dishonored: The Peeress and The Price, la serie a fumetti di Titan Comics

Dopo le serie a fumetti dedicate a The Evil Within e Wolfenstein, Titan Comics lancia la miniserie (due volumi) dedicata a Dishonored.

Dishonored: The Peeress and The Price, la serie a fumetti di Titan Comics
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • L'universo narrativo di Dishonored si è espanso ben oltre i due capitoli principali ed i contenuti aggiuntivi dedicati a Daud e Billie Lurke: il mondo di Arkane ha trovato posto anche in una serie a fumetti intitolata "The Wyrmwood Deceit" e in una trilogia di romanzi (ancora in fase di scrittura) firmata da Adam Cristopher. Sebbene l'intrigante realtà tratteggiata dalle mani di Arkane sia estremamente evocativa - basti pensare alla diversità climatica, politica e culturale di ogni isola dell'arcipelago -, nessuno, se non i creatori originali, è riuscito a concretizzare un potenziale così grande.

    Forse è perché fuori da un contesto ludico l'Impero delle Isole non riesce ad apparire così vivo e ricco di sfaccettature, o magari si tratta banalmente di opere fuori fuoco, che non danno il giusto peso all'ambientazione e alla sua caratterizzazione. Pure con la consapevolezza di dove risiedono i reali valori del lavoro di Arkane, tuttavia, è comunque praticamente impossibile trasmettere, attraverso media in cui la componente interattiva è completamente assente, quelle emozioni filtrate dall'esperienza del giocatore.
    Di conseguenza qualsiasi riadattamento rischia di precipitare nel baratro della trivialità, anche se alla base ha una proprietà intellettuale che, invece, sguazza in una miscela originale e creativa. Date le premesse è facile capire come possa esser classificata la nuova serie a fumetti dedicata a Dishonored ed edita da Titan Comics, ma ci teniamo ad aggiungere che The Peeress and The Price (questo il nome con cui è stata pubblicata) si è rivelata molto più sottotono rispetto a The Wyrmwood Deceit, che invece introduceva nuovi personaggi interessanti e innestati in una continuity narrativa legata molto più strettamente a quella dei videogiochi.

    Tagliagole e magia nera

    I due episodi di The Peeress and The Price si situano immediatamente dopo le vicende di Dishonored 2: Emily ha liberato Corvo dall'incantesimo di Delilah ed ora regna su Gristol al suo fianco. Nel tentativo di risollevare le sorti di una Dunwall provata dalla pestilenza, dal malgoverno e funestata da una spirale sempre viva di caos e violenza, l'imperatrice scopre l'esistenza di un gruppo di dissidenti che vuole rovesciare il suo regno e gettarlo tra le fiamme dell'anarchia.

    I membri di questa gang indossano tutti delle maschere di ratto e rispondono unicamente a Luella Price, una donna che non esita a compiere omicidi brutali pur di attirare l'attenzione e fomentare una rivolta. Come nel più classico dei plot, Emily e Corvo si mettono all'opera per rintracciare Luella e i suoi tagliagole: la storia di Michael Moreci avanza senza guizzi e sulla cresta della banalità e culmina lasciando un grosso senso di insoddisfazione. Fortuna vuole che le tavole dell'italiano Andrea Olimpieri riescano a riprodurre gli scorci più sordidi dell'oscura Dunwall in maniera degna, nonostante le "pure" raffigurazioni degli ambienti siano molto rare. Il peculiare tratto di Olimpieri è evidente anche nella realizzazione dei volti e nelle scene di combattimento, che spezzano lunghe sequenze dialogate fatte per lo più di primi piani molto ravvicinati. Le differenze nelle "inquadrature" producono un fluire di immagini molto dinamico, in cui spesso le figure sono rappresentate di sbieco o in una serie di posizioni che restituiscono quasi una sensazione di confusione. Interessante, poi, la modalità in cui sono stati riprodotti i poteri di Emily: la rapidità nei movimenti e la brutale efficienza nelle esecuzioni è stata tradotta in una serratissima trafila d'immagini quasi senza cornice, quando l'imperatrice fa uso della Visione Oscura, invece, tutto assume una colorazione violacea e le sagome dei nemici vengono evidenziate da un alone brillante, proprio come avviene nel gioco.

    Il buon vigore espressivo dei disegni potrebbe rappresentare un valido motivo per recuperare la serie di fumetti, in particolar modo per tutti quelli legati profondamente all'iconografia dei giochi di Arkane. Peccato che l'abilità di Olimpieri non sia supportata da una scrittura dei dialoghi e della trama altrettanto buona, e che anzi ogni nuova comparsa si riveli del tutto dimenticabile. Inoltre dispiace persino constatare che, in questo breve nuovo filone narrativo, non c'è niente che provi almeno a chiarificare gli anfratti più oscuri dei due Dishonored: ogni scelta fa riferimento a soluzioni già esplorate, a parte per un piccolo dettaglio che non vi anticipiamo.

    La decisione è vostra, dopotutto si tratta di una lettura poco dispendiosa di tempo e denaro (se acquistata in formato digitale), ma se non avete ancora letto nessun fumetto ambientato nella grigia capitale di Gristol vi conviene prima recuperare The Wyrmwood Deceit e poi, eventualmente, puntare anche su The Peerless and the Price.

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