Ogni possibile dubbio si è disintegrato nell'aria, come Kid Bu dopo essere stato colpito dalla Sfera Genkidama: Dragon Ball FighterZ è un capolavoro assoluto, capace di superare di diverse lunghezze tutte le passate trasposizioni videoludiche del manga di Toriyama. È stato proprio quest'ultimo, in aggiunta, ad aver offerto la sua preziosa collaborazione nella creazione del progetto, realizzando in prima persona il design dell'Androide N 21, lottatrice del tutto inedita che fa la sua comparsa all'interno del corposo e longevo Story Mode del gioco, per poi inserirsi in via definitiva nel roster degli altri eroi una volta portata a termine la campagna. Non si tratta, insomma, di una cornice single player di poco conto, aggiunta tra le modalità disponibili al solo scopo di offrire un po' di fan service agli utenti, bensì di uno dei capisaldi della struttura in singolo di FighterZ: una trama completamente nuova, del resto, ci accompagna lungo tre archi narrativi che sintetizzano, in modo alquanto peculiare, gran parte dell'immaginario della serie animata, sia di Z, sia di Super, allo stato attuale in corso d'opera in Giappone e prossima ormai alla conclusione. Nei mesi precedenti all'arrivo del gioco, in ogni caso, il team ci aveva confermato l'intenzione di proporre una Storia tanto ricca di eventi quanto appariscente nella messa in scena, in modo tale da illuderci di star giocando ad un vero "film" di Dragon Ball in cel shading. Nonostante qualche incertezza nello sviluppo del racconto, anche su questo fronte FighterZ ha saputo tener fede alle sue ambizioni: l'Androide N 21, infatti, è un personaggio che calamiterà, sequenza dopo sequenza, tutta la vostra curiosità.
Attenzione: l'articolo NON contiene spoiler sui risvolti narrativi di Dragon Ball FighterZ.
Il ritorno di Son Goku e dei suoi amici
L'incipit dell'avventura ci è parso fin da subito piuttosto intrigante, e sfrutta un intelligente espediente meta videoludico per coinvolgere attivamente il giocatore nello svolgimento degli eventi, tale da renderlo un "guerriero Z" a tutti gli effetti.
D'un tratto, infatti, i nostri amatissimi eroi iniziano a perdere i sensi, e con essi anche la loro forza combattiva: nello stesso tempo, i più grandi villain del franchise sono tornati in vita grazie al dio drago Polunga, da Nappa a Ginew, passando per Cell, Kid Bu e Freezer. Insieme a loro, una vastissima pletora di cloni dei protagonisti comincia a seminare il panico sulla Terra (e in particolare nella tanto bistrattata Città dell'Ovest): senza perdersi d'animo, Bulma prova a risvegliare Son Goku, scoprendo che nel suo corpo alberga un'altra anima, che ha il pieno controllo del potere del saiyan. Questa entità estranea non è altri che l'utente stesso, inspiegabilmente "connesso" allo spirito di Son-Kun, con il quale ha creato un fortissimo legame in grado di ridestare parte della forza sopita del nostro scimmione preferito. In poche parole, a causa di una strana potenza che ha inibito il suo ki, se non fosse per l'anima dentro di sé, Goku non riuscirebbe neppure a combattere. Non vi anticiperemo certo quali sono le ragioni dietro ad un simile mistero: vi basti sapere che nel misfatto sembrano coinvolti sia un redivivo Numero 16, sia la bella Numero 21. Sull'intera storyline campeggia, ancora una volta, l'ombra del Red Ribbon, uno dei primi e più pericolosi nemici del manga: con un sottile gioco citazionistico, Arc System Works ha dato forma ad una vicenda che racchiude in sé tutti gli stilemi più classici dell'universo di Dragon Ball, mescolandoli e rielaborandoli in un'unica soluzione. È come se nel villain principale fossero racchiuse le caratteristiche tipiche degli avversari più celebri della serie, dalla folle eleganza di Freezer all'insaziabile fame di Majin Bu. Senza correre il rischio di incappare in fastidiosi spoiler, ci limiteremo a dirvi che - nel corso dei tre archi narrativi di cui si compone lo Story Mode - il racconto verrà frazionato e scomposto, simile ad un piccolo mosaico, e spetterà ai giocatori rimettere insieme le fila della trama poco prima dei "veri" titoli di coda.
Una soluzione che, inizialmente lascia un po' spiazzati: l'andamento della sceneggiatura è infatti abbastanza lento, ed in apparenza può risultare anche inconcludente; eppure i nodi più affascinanti della vicenda giungeranno presto al pettine, stuzzicando nei fan un interesse francamente inaspettato. FighterZ tenta anche, a modo suo, di trovare un proprio posto nella timeline della serie Super, collocando gli avvenimenti dello Story Mode dopo la saga di Golden Freezer (raccontata, tra l'altro, nel lungometraggio La Resurrezione di F). Non ci troveremo dinanzi ad uno script particolarmente epico e coeso, sia chiaro: tuttavia questa nuova mini avventura conserva una propria dignità fino alla fine, come se fosse una sorta di OVA interattivo. L'unico rammarico consiste purtroppo in un ritmo un po' diluito e prolisso, che ci costringe a fronteggiare un gran numero di scontri prima di assistere a nuove cutscene che portano avanti la storia. Sul fronte strutturale, del resto, ognuno dei tre archi narrativi è suddiviso in vari capitoli, a loro volta composti da diverse "mappe". Al pari di come avviene nel gioco dell'oca (o nel titolo mobile Dragon Ball Z: Dokkan Battle), dovremo attraversare numerose caselle con l'obiettivo di giungere al boss finale. Avremo ovviamente a disposizione un numero limitato di spostamenti, e su quasi ciascun tassello ci attenderà una battaglia contro i cloni dei protagonisti.
Prima che i nostri turni finiscano, insomma, saremo chiamati a scegliere il percorso da seguire per arrivare sani e salvi alla meta. Di tanto in tanto, lungo il cammino, alcune caselle presenteranno vere missioni secondarie, nelle quali avremo l'opportunità di "salvare" i personaggi iconici della serie, tra cui Crilin, Vegeta e Tenshinhan dalle grinfie dei loro cloni. Una volta liberati, questi si uniranno al nostro party, e potranno essere alternati in battaglia. Al termine dei duelli verremo ricompensati sia con punti esperienza utili a salire di livello (ed incrementare così l'energia e la forza) sia con oggetti che garantiscono bonus passivi, da equipaggiare prima dei combattimenti, grazie ai quali aumentare la resistenza, la salute oppure il numero di Zeni (ossia la valuta in-game) ottenuti dopo ogni vittoria. È questa un'impronta quasi "ruolistica", molto elementare e all'acqua di rose (o rosé...), che tenta di fornire un pizzico di profondità e varietà alla progressione. Lo stimolo ad alternare costantemente i membri del party è utile per scacciare lo spettro della noia che, di tanto in tanto, fa capolino tra gli incontri, davvero poco impegnativi e stimolanti. Ma il tocco di genio dei ragazzi di Arc System si annida altrove: l'inserimento di parametri quali il livello di ogni guerriero non è un vezzo ludico fine a se stesso, ed anzi possiede una sua utilità "narrativa".
Anzitutto, tra una battaglia e l'altra, sarà possibile assistere a dei siparietti opzionali che variano in base ai lottatori che porteremo con noi ed alle differenti interazioni tra di loro: sono sketch semplicemente meravigliosi, stracolmi di riferimenti all'opera di base, nonché straordinariamente contestualizzati all'interno della mitologia di Dragon Ball, quasi come se Toriyama li avesse scritti di proprio pugno. Il loro numero, inoltre, è enorme, e provare a sbloccare tutte le combinazioni richiederà un bel po' di tempo extra, che si somma alle circa 11 ore necessaria a concludere lo Story Mode, e che ne acuisce persino il replay value. Infine, salire di livello con i personaggi permette di sbloccare le cosiddette "fasi", ossia delle scene d'intermezzo molto brevi in cui ogni eroe dialogherà con l'anima al suo interno, e quindi con il giocatore: nel caso di Numero 21, nello specifico, l'intensità della sinergia e l'attivazione delle varie "fasi" genera delle conversazioni che rivelano ulteriori dettagli sulla sua personalità e sul suo background narrativo, così da chiarire alcuni punti più oscuri della trama. Appare chiaro, pertanto, che il team Arc System abbia svolto un lavoro estremamente denso e sfaccettato, che cede sì il passo - di tanto in tanto - a qualche inciampo e lungaggine di troppo, ma che, nell'insieme, è in grado di dimostrarsi sorprendentemente profondo, per chiunque si prenda la briga di sviscerarlo nella sua interezza.
E fidatevi: ne varrà la pena, anche a costo di ripetere qualche duello un po' noioso (magari con un grado di sfida superiore, selezionabile dopo aver finito la Storia almeno una volta). Prima o poi, infatti, il gusto di scoprire "per caso" nuove e spassosissime cutscene annichilirà di colpo il flagello della ripetitività. Peraltro, il fascino di Dragon Ball è talmente inestinguibile che rivedrete volentieri le divertenti cinematiche in cel shading anche ad una seconda o terza run, un po' come quando - da ragazzini - guardavamo ad oltranza le puntate trasmesse sui canali Mediaset.
Dragon Ball FighterZ: alla scoperta dello Story Mode
Dopo aver pubblicato la recensione, analizziamo lo Story Mode di Dragon Ball FighterZ, il nuovo picchiaduro basato sulla saga di Akira Toriyama.
Ogni possibile dubbio si è disintegrato nell'aria, come Kid Bu dopo essere stato colpito dalla Sfera Genkidama: Dragon Ball FighterZ è un capolavoro assoluto, capace di superare di diverse lunghezze tutte le passate trasposizioni videoludiche del manga di Toriyama. È stato proprio quest'ultimo, in aggiunta, ad aver offerto la sua preziosa collaborazione nella creazione del progetto, realizzando in prima persona il design dell'Androide N 21, lottatrice del tutto inedita che fa la sua comparsa all'interno del corposo e longevo Story Mode del gioco, per poi inserirsi in via definitiva nel roster degli altri eroi una volta portata a termine la campagna. Non si tratta, insomma, di una cornice single player di poco conto, aggiunta tra le modalità disponibili al solo scopo di offrire un po' di fan service agli utenti, bensì di uno dei capisaldi della struttura in singolo di FighterZ: una trama completamente nuova, del resto, ci accompagna lungo tre archi narrativi che sintetizzano, in modo alquanto peculiare, gran parte dell'immaginario della serie animata, sia di Z, sia di Super, allo stato attuale in corso d'opera in Giappone e prossima ormai alla conclusione. Nei mesi precedenti all'arrivo del gioco, in ogni caso, il team ci aveva confermato l'intenzione di proporre una Storia tanto ricca di eventi quanto appariscente nella messa in scena, in modo tale da illuderci di star giocando ad un vero "film" di Dragon Ball in cel shading. Nonostante qualche incertezza nello sviluppo del racconto, anche su questo fronte FighterZ ha saputo tener fede alle sue ambizioni: l'Androide N 21, infatti, è un personaggio che calamiterà, sequenza dopo sequenza, tutta la vostra curiosità.
Leggi anche la guida di Dragon Ball FighterZ!
Attenzione: l'articolo NON contiene spoiler sui risvolti narrativi di Dragon Ball FighterZ.
Il ritorno di Son Goku e dei suoi amici
L'incipit dell'avventura ci è parso fin da subito piuttosto intrigante, e sfrutta un intelligente espediente meta videoludico per coinvolgere attivamente il giocatore nello svolgimento degli eventi, tale da renderlo un "guerriero Z" a tutti gli effetti.
D'un tratto, infatti, i nostri amatissimi eroi iniziano a perdere i sensi, e con essi anche la loro forza combattiva: nello stesso tempo, i più grandi villain del franchise sono tornati in vita grazie al dio drago Polunga, da Nappa a Ginew, passando per Cell, Kid Bu e Freezer. Insieme a loro, una vastissima pletora di cloni dei protagonisti comincia a seminare il panico sulla Terra (e in particolare nella tanto bistrattata Città dell'Ovest): senza perdersi d'animo, Bulma prova a risvegliare Son Goku, scoprendo che nel suo corpo alberga un'altra anima, che ha il pieno controllo del potere del saiyan. Questa entità estranea non è altri che l'utente stesso, inspiegabilmente "connesso" allo spirito di Son-Kun, con il quale ha creato un fortissimo legame in grado di ridestare parte della forza sopita del nostro scimmione preferito. In poche parole, a causa di una strana potenza che ha inibito il suo ki, se non fosse per l'anima dentro di sé, Goku non riuscirebbe neppure a combattere. Non vi anticiperemo certo quali sono le ragioni dietro ad un simile mistero: vi basti sapere che nel misfatto sembrano coinvolti sia un redivivo Numero 16, sia la bella Numero 21. Sull'intera storyline campeggia, ancora una volta, l'ombra del Red Ribbon, uno dei primi e più pericolosi nemici del manga: con un sottile gioco citazionistico, Arc System Works ha dato forma ad una vicenda che racchiude in sé tutti gli stilemi più classici dell'universo di Dragon Ball, mescolandoli e rielaborandoli in un'unica soluzione. È come se nel villain principale fossero racchiuse le caratteristiche tipiche degli avversari più celebri della serie, dalla folle eleganza di Freezer all'insaziabile fame di Majin Bu. Senza correre il rischio di incappare in fastidiosi spoiler, ci limiteremo a dirvi che - nel corso dei tre archi narrativi di cui si compone lo Story Mode - il racconto verrà frazionato e scomposto, simile ad un piccolo mosaico, e spetterà ai giocatori rimettere insieme le fila della trama poco prima dei "veri" titoli di coda.
Una soluzione che, inizialmente lascia un po' spiazzati: l'andamento della sceneggiatura è infatti abbastanza lento, ed in apparenza può risultare anche inconcludente; eppure i nodi più affascinanti della vicenda giungeranno presto al pettine, stuzzicando nei fan un interesse francamente inaspettato. FighterZ tenta anche, a modo suo, di trovare un proprio posto nella timeline della serie Super, collocando gli avvenimenti dello Story Mode dopo la saga di Golden Freezer (raccontata, tra l'altro, nel lungometraggio La Resurrezione di F).
Non ci troveremo dinanzi ad uno script particolarmente epico e coeso, sia chiaro: tuttavia questa nuova mini avventura conserva una propria dignità fino alla fine, come se fosse una sorta di OVA interattivo.
L'unico rammarico consiste purtroppo in un ritmo un po' diluito e prolisso, che ci costringe a fronteggiare un gran numero di scontri prima di assistere a nuove cutscene che portano avanti la storia. Sul fronte strutturale, del resto, ognuno dei tre archi narrativi è suddiviso in vari capitoli, a loro volta composti da diverse "mappe". Al pari di come avviene nel gioco dell'oca (o nel titolo mobile Dragon Ball Z: Dokkan Battle), dovremo attraversare numerose caselle con l'obiettivo di giungere al boss finale. Avremo ovviamente a disposizione un numero limitato di spostamenti, e su quasi ciascun tassello ci attenderà una battaglia contro i cloni dei protagonisti.
Prima che i nostri turni finiscano, insomma, saremo chiamati a scegliere il percorso da seguire per arrivare sani e salvi alla meta. Di tanto in tanto, lungo il cammino, alcune caselle presenteranno vere missioni secondarie, nelle quali avremo l'opportunità di "salvare" i personaggi iconici della serie, tra cui Crilin, Vegeta e Tenshinhan dalle grinfie dei loro cloni. Una volta liberati, questi si uniranno al nostro party, e potranno essere alternati in battaglia.
Al termine dei duelli verremo ricompensati sia con punti esperienza utili a salire di livello (ed incrementare così l'energia e la forza) sia con oggetti che garantiscono bonus passivi, da equipaggiare prima dei combattimenti, grazie ai quali aumentare la resistenza, la salute oppure il numero di Zeni (ossia la valuta in-game) ottenuti dopo ogni vittoria.
È questa un'impronta quasi "ruolistica", molto elementare e all'acqua di rose (o rosé...), che tenta di fornire un pizzico di profondità e varietà alla progressione. Lo stimolo ad alternare costantemente i membri del party è utile per scacciare lo spettro della noia che, di tanto in tanto, fa capolino tra gli incontri, davvero poco impegnativi e stimolanti. Ma il tocco di genio dei ragazzi di Arc System si annida altrove: l'inserimento di parametri quali il livello di ogni guerriero non è un vezzo ludico fine a se stesso, ed anzi possiede una sua utilità "narrativa".
Anzitutto, tra una battaglia e l'altra, sarà possibile assistere a dei siparietti opzionali che variano in base ai lottatori che porteremo con noi ed alle differenti interazioni tra di loro: sono sketch semplicemente meravigliosi, stracolmi di riferimenti all'opera di base, nonché straordinariamente contestualizzati all'interno della mitologia di Dragon Ball, quasi come se Toriyama li avesse scritti di proprio pugno.
Il loro numero, inoltre, è enorme, e provare a sbloccare tutte le combinazioni richiederà un bel po' di tempo extra, che si somma alle circa 11 ore necessaria a concludere lo Story Mode, e che ne acuisce persino il replay value. Infine, salire di livello con i personaggi permette di sbloccare le cosiddette "fasi", ossia delle scene d'intermezzo molto brevi in cui ogni eroe dialogherà con l'anima al suo interno, e quindi con il giocatore: nel caso di Numero 21, nello specifico, l'intensità della sinergia e l'attivazione delle varie "fasi" genera delle conversazioni che rivelano ulteriori dettagli sulla sua personalità e sul suo background narrativo, così da chiarire alcuni punti più oscuri della trama.
Appare chiaro, pertanto, che il team Arc System abbia svolto un lavoro estremamente denso e sfaccettato, che cede sì il passo - di tanto in tanto - a qualche inciampo e lungaggine di troppo, ma che, nell'insieme, è in grado di dimostrarsi sorprendentemente profondo, per chiunque si prenda la briga di sviscerarlo nella sua interezza.
E fidatevi: ne varrà la pena, anche a costo di ripetere qualche duello un po' noioso (magari con un grado di sfida superiore, selezionabile dopo aver finito la Storia almeno una volta). Prima o poi, infatti, il gusto di scoprire "per caso" nuove e spassosissime cutscene annichilirà di colpo il flagello della ripetitività. Peraltro, il fascino di Dragon Ball è talmente inestinguibile che rivedrete volentieri le divertenti cinematiche in cel shading anche ad una seconda o terza run, un po' come quando - da ragazzini - guardavamo ad oltranza le puntate trasmesse sui canali Mediaset.
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