Dragon Ball Project Z: cosa aspettarsi dal nuovo videogioco di DB

Nei piani di Bandai Namco rientra un nuovo e misterioso progetto videoludico legato a Dragon Ball: cosa aspettarsi da Project Z?

Dragon Ball Project Z: cosa aspettarsi dal nuovo videogioco di DB
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Stadia
  • Xbox Series X
  • Diamoci la verità: immaginari come quello di Dragon Ball, votati principalmente al combattimento, hanno sempre avuto con la formula del picchiaduro (e tutte le sue derivazioni) una sintonia perfetta. Ciononostante il brand di Akira Toriyama, più di altri, è riuscito negli anni a sfruttare la sua immensa eco mediatica per dar vita a progetti di vario genere. L'aura di Son Goku e soci ha raggiunto, insomma, tanti sottogeneri differenti: è proprio la situazione attuale a fare da specchio riflesso a questa affermazione, se pensiamo che al momento il franchise conta un fighting game competitivo (Dragon Ball FighterZ) e una sorta di MMORPG (Dragon Ball Xenoverse 2) senza dimenticare Super Dragon Ball Heroes con le sue carte virtuali, che si appresta finalmente a popolare il territorio occidentale su Nintendo Switch la prossima primavera.

    A questa panoramica così variegata si aggiungerà, presto o tardi, un titolo del tutto nuovo e potenzialmente rivoluzionario: presentato, almeno per adesso, con il nome in codice di Dragon Ball Project Z, si tratterà di un action RPG pronto a esplorare a fondo l'universo imbastito nella serie Z, dove hanno esordito i Super Saiyan. Cerchiamo di delineare insieme, dunque, quali sono le prospettive di questo inedito progetto.

    Chi sei, Goku non lo sai?

    È doveroso specificare che, nel momento in cui scriviamo queste riflessioni, Bandai Namco non ha ancora svelato interamente le carte che compongono il misterioso puzzle chiamato Dragon Ball Project Z. Tutto ciò che sappiamo finora è il titolo e il genere di appartenenza, mentre le pagine del magazine nipponico Weekly Shonen Jump ci hanno fornito una prima e suggestiva immagine: Son Goku e il suo figlioletto Gohan, entrambi con indosso abiti che richiamano chiaramente gli episodi iniziali di Dragon Ball Z.

    Il protagonista, infatti, indossa il Gi con il simbolo della Scuola della Tartaruga e porta in braccio il suo pargolo di appena 4 anni, con tanto di coda saiyan, veste gialla e un vistoso cappello rosso con la sfera del drago a quattro stelle posizionata sulla sua punta: con queste sembianze i due personaggi animano proprio le prime avventure dell'anime in cui Kakaroth, qualche anno dopo la vittoria al Torneo Tenkaichi, ha messo su famiglia con Chichi e vive un periodo di tranquillità prima che Raddish, suo fratello perduto, giunga sulla Terra per svelargli le sue origini segrete e raccontargli del popolo saiyan.

    Una serie di eventi che innesca un racconto che porterà alla morte di Son-kun, all'arrivo di Vegeta e al rocambolesco viaggio sul pianeta Namecc, sul quale i nostri eroi si ritrovano faccia a faccia con l'imperatore galattico Freezer. Un'immagine apparentemente così banale può dirci tanto sulle intenzioni di Bandai Namco circa il Progetto Z: l'action RPG permetterà di vivere il mondo di Toriyama da una prospettiva totalmente nuova. La comparsa di Goku e Gohan sulle pagine di Weekly Shonen Jump grida chiaramente che sarà proprio Dragon Ball Z il principale materiale di adattamento del videogioco, di cui attualmente ignoriamo persino lo sviluppatore.

    In tal senso, però, un interessante rumor ha scosso la rete in queste ore: al lavoro su Project Z potrebbe esserci niente di meno che CyberConnect2, talentuoso team di sviluppo che ha dato vita all'apprezzata saga di Naruto Ultimate Ninja Storm ed a JoJo's Bizarre Adventure: Eyes of Heaven. La software house ha addirittura preso parte alla realizzazione di Final Fantasy VII Remake, prima però di recidere i legami con Square-Enix diversi mesi or sono. CyberConnect2 ha svolto un lavoro eccelso con gran parte delle licenze anime che ha toccato e sapere che ci sono i creatori di Ultimate Ninja Storm dietro un gioco ispirato a Dragon Ball Z non potrebbe che tranquillizzarci: c'è da dire, inoltre, che l'immagine promozionale emersa da Shonen Jump sfoggia una cura artistica che ricorda molto da vicino gli artwork che CyberConnect realizzò a suo tempo per i giochi di Naruto.

    A prescindere dallo sviluppatore, in ogni caso, la scelta di utilizzare l'universo di Dragon Ball Z potrebbe far storcere il naso ai fan di ultima generazione, che si aspettavano magari un focus sui più recenti avvenimenti che popolano le avventure di Dragon Ball Super. Posto che l'ambientazione dovrebbe infine essere proprio quella che ha attraversato tutta la gioventù di Kakaroth, piuttosto che il multiverso costellato di divinità, un eventuale videogioco tratto integralmente da DBZ non ci sembra in fondo un'idea così assurda.

    Le scorribande dei Super Saiyan God, infatti, continuano ad animare il supporto post lancio dei vari FighterZ e Xenoverse, senza contare che - in termini puramente ludici - un action RPG come Dragon Ball Project Z troverebbe una progressione più avvincente e ragionata nell'evoluzione dal Super Saiyan al Super Saiyan 3 piuttosto che nelle versioni decisamente fuori scala del SSJ Blu o dell'Ultra Istinto.

    What's my Destiny

    Viene ora giustamente da chiedersi quali potrebbero mai essere le dinamiche di gameplay e la trama di un videogame che si basa su un racconto ampiamente inflazionato e già conosciuto ai più. Laddove, infatti, Dragon Ball Xenoverse ha ovviato a questo problema con una scrittura incentrata sul ‘what if' e provocata dalle distorsioni temporali, FighterZ ha invece optato per una storia inedita, e pensiamo che Project Z possa saggiamente intraprendere una strada simile. D'altronde sappiamo che il materiale promozionale comparso sulla rivista giapponese recita il seguente inserto: "L'Action RPG Project Z rappresenta un mondo di Dragon Ball mai espresso prima, nostalgico e nuovo".

    Parole che gridano con vigore la voglia di realizzare qualcosa di completamente diverso e slegato dall'assetto narrativo che tutti amiamo da oltre trent'anni a questa parte. A far scuola, in tal senso, potrebbe essere ONE PIECE: World Seeker, action adventure ispirato all'opera di Eiichiro Oda che arriverà sui nostri scaffali nel corso di quest'anno. L'avventura di Monkey D. Luffy porterà i Pirati di Cappello di Paglia a esplorare un'ambientazione del tutto nuova rispetto al manga e all'anime, ma pur sempre impreziosita di personaggi (sia buoni che cattivi) che invece hanno popolato le avventure più recenti dei nostri bucanieri preferiti.

    Una tale soluzione, seppur rischiosa, potrebbe unire i concept di Xenoverse e FighterZ in una sorta di ibrido: cercare nuove idee narrative riciclando, tuttavia, comprimari e antagonisti in un grande calderone. Al di là della storia, resterebbe il grande punto interrogativo nei confronti del gameplay e del mondo di gioco. Proporre un open world in stile World Seeker non sarebbe ragionevole: se nella lore di ONE PIECE un'intera isola rappresenta il fulcro del racconto e dei combattimenti, ciò non può dirsi alla stessa maniera per Dragon Ball, che fa delle battaglie esagerate, delle esplosioni planetarie e dei viaggi intergalattici uno dei suoi punti di forza.

    Un mondo aperto di dimensioni colossali, liberamente esplorabile in volo o a bordo della Nuvola d'Oro, soddisferebbe i sogni proibiti di tutti i fan del franchise, che da anni fantasticano su una versione estesa della modalità storia di Dragon Ball Z: Budokai 3 che possa unirsi alle potenzialità dell'impiego di un engine di ultima generazione, come dimostrano alcuni recenti esperimenti condotti da fan, e che hanno trovato un consenso piuttosto ampio in giro per la rete.

    Ben lungi dal pretendere che l'intero pianeta Terra diventi esplorabile, una riproposizione dei luoghi più iconici di tutta la saga che possa essere amalgamata in un'unica grande mappa non è in fondo un desiderio così impossibile: West City e la Capsule Corporation potrebbero rappresentare una sorta di hub centrale da cui spostarsi, ad esempio, verso i deserti rocciosi che hanno popolato i duelli tra Goku e Vegeta, mentre dal lato opposto non faremmo fatica a immaginare le verdeggianti colline e i monti su cui vive felicemente la famiglia Son. Il tutto si estenderebbe poi anche oltre il mare, tra la Kame House e i territori selvaggi che circondano la torre di Karin e il palazzo di Dio. A questo si aggiunge, poi, la possibilità di sfruttare viaggi rapidi e teletrasporti verso i mondi di Re Kaioh o di Namecc e via dicendo.

    Non è da escludere una meccanica di gioco che potrebbe mettere in scena una sorta di musou o picchiaduro a scorrimento con una struttura in livelli lineari, condendo l'insieme in una salsa ruolistica per impreziosire l'esperienza con la progressione dei personaggi giocanti. Come avviene nel metabolismo dei guerrieri saiyan, infatti, le battaglie portate a termine potrebbero permettere ai protagonisti di migliorarsi costantemente acquisendo abilità, tecniche e trasformazioni sempre più potenti.

    Potremmo poi ipotizzare un sistema di crafting à la Xenoverse, in cui portare a termine le varie missioni ci permetterebbe di acquisire mosse, abiti ed equipaggiamenti. Seguendo, peraltro, il filone dell'opera originale, simile progressione potrebbe ramificarsi in varie classi o specializzazioni con tanto di skill tree dedicati: in tal modo si potrebbe, ad esempio, seguire gli insegnamenti della Scuola della Tartaruga imparando colpi come la Kamehameha e la Mafuba, oppure quelli della Scuola della Gru con le varie Dodonpa, Kikoho e così via.

    Dovrebbe essere vivo, nella memoria dei fan, il ricordo di titoli come Dragon Ball Z: Sagas, risalente all'era PlayStation 2. Il gioco univa qualche timido meccanismo da musou con un combat system prettamente action, in cui pochi comandi votati all'inanellamento di combo pesanti e leggere si alternava all'utilizzo di una singola tecnica "suprema", connessa alla capacità di trasformarsi temporaneamente per usufruire di un effimero upgrade.

    Un gioco decisamente acerbo, con tante potenzialità inespresse che non trovò un riscontro particolarmente gradito da parte di pubblico e critica, ma che al tempo stesso potrebbe rappresentare una base di partenza (perlomeno concettuale) in cui andrebbero rivisti sia il combattimento che le dinamiche di progressione. Nascerebbe, in tal modo, un'esperienza che risulterebbe sì simile, ma anche estremamente più complessa e variegata in termini ludici e contenutistici.

    C'è inoltre grande curiosità nei confronti dei personaggi da controllare: da un action RPG non ci aspetteremmo mai la possibilità di giocare nei panni delle decine di guerrieri che compongono la lore di Dragon Ball. Più probabile che l'unico lottatore controllabile sia Goku, o al massimo un numero ristretto di protagonisti, ma non è neanche da escludere una possibilità che strizza nuovamente l'occhio a Xenoverse: creare, cioè, un combattente personalizzato partendo da zero, con un editor che risulti magari più ricco rispetto alla creatura di Dimps e con la possibilità di scegliere a sua volta tra le varie razze disponibili nell'immaginario di Akira Toriyama.

    Ed è infine proprio l'elemento della scelta che potrebbe rappresentare l'arma in più di Project Z: seppur per adesso sconosciuta, l'anima ruolistica della produzione potrebbe farsi sentire anche nella facoltà di modellare trama e personaggi, ad esempio tramite l'impiego di dialoghi a scelta multipla (altra caratteristica che, assai timidamente, Arc System ha proposto nella modalità storia di Dragon Ball FighterZ). È in fondo proprio il Maestro Muten ad averci insegnato che un grande guerriero si riconosce anche dalla sua mente e dalla serenità del suo animo.

    In tal senso, dare la risposta giusta ai propri compagni o ai propri avversari potrebbe determinare una svolta decisa del racconto sul piano narrativo, così come la possibilità di avere di fronte a sé delle vere e proprie scelte morali: decidere, ad esempio, se risparmiare un avversario o piuttosto eliminarlo senza pietà, una meccanica che potrebbe persino dar vita a un sistema di reputazione. Tale feature si tradurrebbe in un'intrigante ramificazione etica, nella quale il protagonista in questione - ammesso che la sua personalità sia effettivamente modellabile - potrebbe di conseguenza imboccare la via del male o, alla stregua di Son Goku, scegliere la strada della compassione e della positività.

    Dragon Ball Z: Kakarot Insomma, Dragon Ball Project Z resta in bilico: da un lato potrebbe essere un progetto potenzialmente rivoluzionario, mentre dall'altro corre il rischio di risultare un ibrido scialbo e dimenticabile. Al di là di ogni prospettiva, tutto sarà più chiaro nel giro di pochi giorni, quando le finali del Dragon Ball FighterZ World Tour permetteranno a Bandai Namco sia di confermare i prossimi DLC del picchiaduro di Arc System Works sia di presentare ufficialmente il misterioso Progetto Z. Non ci resta che armarci di pazienza e scrutare la situazione dall'alto del Palazzo di Dio...

    Che voto dai a: Dragon Ball Z: Kakarot

    Media Voto Utenti
    Voti: 139
    7.3
    nd