Dragon Ball Z secondo CyberConnect2: come rielaborare un mito

Vi raccontiamo come CyberConnect2 ha rielaborato e ampliato la mitologia di Dragon Ball Z, tra stile visivo e storie aggiuntive.

Dragon Ball Z secondo CyberConnect2: come rielaborare un mito
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  • Oltre ad un'opera di ricostruzione e adattamento dell'intera epopea di DBZ, c'è molto di più in Dragon Ball Z Kakarot: il lavoro svolto da CyberConnect2 rende omaggio all'opera di Akira Toriyama su più fronti, in alcuni casi revisionandone lo stile visivo o addirittura espandendone la mitologia. Dopo aver analizzato i riferimenti alla prima serie di DB e i rimandi alla soundtrack originale di Dragon Ball Z, in questo speciale vogliamo sottolineare come i creatori di Naruto Ultimate Ninja Storm abbiano messo la propria firma sull'universo partorito dalla mente del leggendario mangaka, riscrivendone la lore e l'estetica secondo lo stile della software house della scuderia Bandai Namco.

    Da Toriyama a Yamamuro a Shintani

    Partendo dal comparto grafico, è chiaro sin da subito che gli sviluppatori hanno voluto ricalcare l'evoluzione del design di Toriyama dalle origini fino alla fase più matura della sua carriera. D'altronde, già nel manga il sensei rappresentò la crescita di Son Goku e dei suoi compagni attraverso un lento ma insorabile processo di mutazione visiva: un tratto comune a molti mangaka le cui pubblicazioni si protraggono in un lasso di tempo molto dilatato, mostrando una naturale trasformazione dello stile artistico e visivo. Così come nel fumetto o nella serie televisiva, dunque, la fisionomia di Son Goku passa dal tratto più morbido e tondeggiante dei primi anni all'aspetto più massiccio e squadrato dell'ultima fase del manga, ma anche in questo lento cammino CyberConnect2 ha tentato di omologare il suo design per gran parte dell'avventura. Unendo la propria verve all'inattaccabile impronta estetica di Toriyama, quindi, il team giapponese ha creato modelli un po' diversi rispetto alla controparte animata, alleggerendone e semplificandone il tratto senza mai abbandonare la cura per i dettagli. Per intenderci, diversi frame dell'avventura di Kakarot potrebbero ricordare a molti lo stile di Naohiro Shintani, un nuovo character designer entrato recentemente nelle grazie di TOEI Animation in qualità di supervisore dell'animazione di Dragon Ball Super: Broly.

    Un film che, non a caso, ha proposto un'apparato estetico molto più vicino al Toriyama delle origini, con un disegno molto più morbido rispetto a quello del pragmatico Tadayoshi Yamamuro (che in DB Super ha dimostrato di non essere più al top) e di colui destinato a diventarne il successore: Yuya Takahashi, deus ex machina dei migliori episodi del Torneo del Potere. Insomma, fedele all'autore originale, ma nel segno di una certa continuità grafica con le iterazioni più recenti del brand, che a loro volta hanno provato a svecchiare il comparto estetico di tutta la saga.

    Questo è Dragon Ball Z secondo CyberConnect2, che non ha lesinato una certa libertà creativa in occasione di alcune delle sequenze video più iconiche della storia di DBZ: se pensiamo alle cut più spettacolari, come l'arrivo di Goku dinanzi a Nappa e Vegeta, il soccorso di Kakarot sul pianeta Namecc per sconfiggere la Squadra Ginew, o ancora l'incredibile duello tra Vegeth e Super Bu, ci è chiaro quanto gli sviluppatori abbiano attinto dalle animazioni impiegate in opere come Ninja Storm: inquadrature ricercate, espressioni distorte, primissimi piani, acrobazie contorte e affusolate. Un'animazione del tutto peculiare, in grado di donare un certo grado di autorialità all'apparato visivo di DBZ Kakarot.

    Quante avventure fantastiche

    Lo sguardo revisionista di CyberConnect2 sulla parentesi di vita adulta di Son Goku, però, non si limita alla semplice estetica. Potremmo anzi affermare che i principali "interventi" sull'opera primaria sono avvenuti a livello narrativo, con storie secondarie o intermezzi che hanno espanso la mitologia dragonballiana.

    Nella maggior parte dei casi parliamo di personaggi e vicende opzionali che hanno ampliato le conoscenze finora note sull'universo dedicato ai Guerrieri Z, molto spesso scavando fino alle radici del manga stesso. Durante la saga dei saiyan (ma anche più volte negli archi successivi al primo) nei panni di Son-kun incontriamo diversi comprimari appartenenti alla prima serie con Goku bambino: Nam e Ottone sono i più frequenti e, come abbiamo detto più volte, le loro quest strizzano l'occhio alle prime avventure del saiyan. In questa fase del racconto sono presenti anche un paio di missioni dedicate interamente a Yajirobei che, tolto il suo ruolo determinante nella sconfitta di Vegeta, ha avuto molto più spazio durante la battaglia contro il Grande Mago Piccolo, circa 6 anni prima l'avvento dei saiyan. Stando a quanto ci ha proposto CyberConnect2, Yajirobei fu mandato da Bulma in cerca di Gohan, che intanto fu rapito da Piccolo per essere addestrato alla battaglia contro i potenti alieni, e insegnò al bimbo come sopravvivere nel deserto cacciando e raccogliendo cibo. Nei panni di Piccolo abbiamo poi modo di incontrare non solo Yajirobei, ma anche Crilin, Yamcha, Tenshinhan e Jiaozi: gli allievi di Muten, terminato l'allenamento al Palazzo di Dio, hanno deciso di proseguire la preparazione sulla Terra. In quel lasso di tempo, secondo la campagna di Kakarot, chiesero proprio a Piccolo di confrontarsi con loro per testare i propri miglioramenti.

    Dopo la prima saga, Dragon Ball Z: Kakarot ci propone il primo Intervallo: si tratta di fasi in cui l'avventura principale si mette in pausa finché non decidiamo di proseguire nella storia, e nel frattempo i giocatori hanno la possibilità di esplorare il mondo di gioco. In questo frangente il gioco ci permette di sapere cosa faceva Lunch in assenza del suo amato Tenshinhan: ignara della sua morte, infatti, la donna si mise sulle tracce del guerriero, abbandonando la Kame House e viaggiando in lungo e in largo.

    Anche Bulma, nelle settimane precedenti al viaggio verso Namecc, non rimase con le mani in mano: la scienziata ci chiede, nei panni di Gohan, di recuperare i rottami della navicella di Radish, strumenti che in seguito le saranno essenziali per i suoi progressi tecnologici. Prima di partire verso il pianeta dei namecciani, inoltre, una quest opzionale ci permette di sapere che Crilin insegnò al piccolo Gohan l'allenamento mentale, che consiste nel creare proiezioni illusorie dei propri nemici per allenarsi anche stando fermi.

    Nell'anime e nel manga vediamo che i due guerrieri ricorrono a questo stratagemma durante la traversata verso Namecc, per evitare di arrecare danni alla navicella sulla quale viaggiano insieme a Bulma.

    La Saga di Freezer ci permette poi di conoscere personaggi del tutto inediti, sia per il manga sia per l'anime. C'è ad esempio Necke, un piccolo namecciano che viene salvato da Gohan e che insegna al saiyan tutto ciò che c'è da sapere sull'alimentazione del suo popolo: gli alieni verdi non hanno necessità di assimilare cibo, poiché si nutrono soltanto d'acqua. Un'informazione che i fan conoscevano già, ma che in Kakarot viene utilizzata per introdurre un personaggio nuovo, il quale peraltro farà il suo ritorno nella fase endgame dell'avventura.

    Altra interessante new entry è Melone, il cuoco dell'esercito di Freezer: a differenza dei suoi commilitoni, Melone è un individuo pacifico, interessato soltanto a scovare ingredienti sempre nuovi per affinare la propria arte culinaria. Il suo ingresso ci permette di capire che, tra i ranghi dell'imperatore galattico, si trovavano anche personalità del tutto innocue e per nulla inclini alla violenza. L'ennesimo spunto interessante ci arriva dal Secondo Intervallo, subito dopo la Saga di Freezer: sempre nei panni di Gohan saremo chiamati a indagare per conto di Oolong sui segreti relativi alla coda dei saiyan. Vi siete mai chiesti perché a Goku, Vegeta e Gohan non è mai più ricresciuta? Dopo aver interpellato il principe dei saiyan, il figlio di Kakarot giunge ad una conclusione. È infatti possibile che, una volta superato il limite di forza di uno scimmione Oozaru, un saiyan perda automaticamente la facoltà di sviluppare la coda, poiché il suo livello di combattimento va ormai ben oltre quello di una Grande Scimmia.

    Arrivati alla Saga degli Androidi e di Cell, invece, le narrazioni opzionali di Kakarot approfondiscono moltissimi retroscena legati soprattutto ai cyborg. Scopriamo, ad esempio, che il vero nome di C-16 era Gebo, era il figlio del Dr. Gelo e di Androide 21 (che fa la sua comparsa in qualità di ricercatrice della Capsule Corp.) ed era un alto ufficiale del Red Ribbon, un soldato spietato conosciuto col nome in codice "Gold".

    Il gioco, poi, approfondisce il legame tra Numero 16 e Gohan, che nei 9 giorni di pausa prima del Cell Game ha l'occasione di passare del tempo da solo con l'Androide. Qui i due scoprono di essere caratterialmente molto simili, riluttanti a qualsiasi forma di violenza ed entrambi amanti della natura. Un dettaglio che ci permetterà di capire meglio la rabbia e il dolore che Son Gohan proverà dinanzi alla morte di Numero 16 per mano di Cell.

    Sempre Gohan, a quanto pare, fu "artefice" della nascita del suo fratellino, Goten: prima di affrontare Cell nella battaglia finale, infatti, il giovane suggerì ai suoi genitori di passare del tempo da soli, tra pic-nic ed escursioni romantiche. È abbastanza logico che, in quei frangenti, la coppia abbia reso possibile il concepimento di Goten, venuto alla luce successivamente alla morte di Goku.

    Da non dimenticare un altro dettaglio che emerge nell'intermezzo prima del Cell Game e che si rivolge niente meno che alla prima serie: veniamo infatti a conoscenza del perché, nelle fasi conclusive dell'opera di Toriyama, viene a mancare gran parte della popolazione composta da animali antropomorfi. Scopriamo infatti che, molti anni fa, esisteva una medicina chiamata animorfalina, che diventò così popolare al punto che moltissimi esseri umani la assunsero, trasformandosi in uomini-bestia. Ben presto, però, questa tendenza passò di moda e, di conseguenza, la maggioranza dei terrestri tornò alla forma originale.

    Pochi ma importanti gli spunti che espandono la mitologia di Dragon Ball nella Saga di Majin Bu: poco prima di approcciare la battaglia contro Babidy e Darbula, infatti, i Guerrieri Z hanno occasione di scoprire che il livello di combattimento di Kaioshin è di poco superiore a quello di Freezer: impersonando Gohan, infatti, Shin proietterà un'immagine mentale di Freezer a massima potenza, e ci è toccato battere nuovamente l'imperatore dimostrando alla divinità di essere ben più forti di lui.

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