E3 2018: Death Stranding e TLOU Parte 2 tra i most wanted di Tommaso Montagnoli

L'E3 di Los Angeles è alle porte: scopriamo quali sono i giochi più attesi della fiera dalla nostra redazione.

E3 2018: Death Stranding e TLOU Parte 2 tra i most wanted di Tommaso Montagnoli
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Voglio un E3 spericolato. Voglio un E3 romantico e ingenuo come quello del 2010, con Gabe Newell che stavolta rovescia una scrivania, picchia tutti e alla fine annuncia Half Life 3, scaricabile da subito. E poi ci troveremo come le star, a bere Mescal al Santa Monica Pier. Un tantino irrealistico, lo ammetto, però alzi la mano chi non vorrebbe vedere una scena del genere sul palco di una qualsiasi conference. Perché di sicuro sarà una fiera strepitosa anche quest'anno, piena zeppa di trailer end-gen che ci faranno esplodere l'ipotalamo, però diciamocelo: il romanticismo da "sorpresa allo sbaraglio" è venuto a mancare, soppiantato lentamente dalle flebo di hype, dagli annunci pre-fiera e dagli share a tavolino. Sia chiaro che quell'epoca manca pure al sottoscritto e chi si lamenta un po' di ragione ce l'ha, ma vogliamo dunque rovinarci il periodo più bello dell'anno videoludico facendo i conservatori tipo restaurazione francese? Anche no, suvvia.
E allora basta con le apologie nostalgiche, stappiamo due birre in piscina con gli amici e godiamoci Death stranding e i deliri di Kojima-san, la violenza assetata di realismo del secondo The Last of Us e i punkabbestia imbenzinati di Rage 2, perché per quanto questi titoli siano stati ampiamente "telefonati", alla fine ci faranno sognare lo stesso. Ma non siamo qui per parlare dei tempi che cambiano; siamo qui per buttare giù una classifica, ovvero i miei personalissimi most wanted dell'edizione 2018 della fiera Losangelina. I quattro titoli che non posso fare a meno di bramare, i fanta-trailer che riguarderò fino allo sfinimento e che senz'altro mi porterei sull'isola deserta, in più ci metto un desiderio segreto e proibito, di quelli che esprimi sotto le stelle di San Lorenzo e non riveli mai a nessuno (finché non passano gli anni e finisce che te lo scordi). E allora signore e signori, prima dell'inizio ufficiale dei festeggiamenti, eccovi la mia letterina: perdonatemi i sentimentalismi e le ovvietà di circostanza, ma sapete com'è: divento piuttosto emotivo sotto il periodo dell'E3...

4) Gengis Khan nun te temo!

Strano ma vero, Ghost of Tsushima rientra fra i miei most wanted, battendo di qualche piccola lunghezza In The Valley of Gods dei miei amati Campo Santo (ma solo perché sto diventando vecchio). Ad ogni modo, non si è capito bene cosa sia, non si è visto praticamente nulla in quell'unico trailer mostrato lo scorso anno, ma per citare il giovane Han Solo: "Ho un gran bel presentimento". E poi dei Sucker Punch mi fido, li ho sempre considerati uno studio talentuoso, con enormi margini di crescita, eppure tenuti al guinzaglio dalla loro stessa IP (leggasi: Infamous). Perciò credo fermamente che questa sia la loro occasione per puntare all'eccellenza, sia estetica che meccanica.

Mi piace l'idea di un gameplay action ambientato all'epoca dei Samurai, però declinato all'americana, della serie "veloce ma non troppo", soprattutto se mescolato con le dinamiche stealth melee-based. Fra le altre cose, sono estremamente incuriosito dal periodo storico (1274), dalla tematica dello scontro fra culture orientali e ancora di più da un nemico carismatico come l'impero Mongolo. Perciò sì, se di open world dobbiamo perire, almeno che sia un setting inedito, e visto che in Giappone manco da un po', l'isola di Tsushima sembra il posto ideale per passare le vacanze. Piccola riflessione a margine: qualcuno sostiene che sia addirittura scomparso l'elemento sovrannaturale (o comunque legato alla sfera dei poteri), che dite ci vogliamo credere?

3) Kojima portami via

Lo ammetto, all'inizio volevo fare il figo e dribblare Kojima-san. Volevo spararvi a bruciapelo qualche indie sconosciuto, realizzato da qualche studio cileno ancor più sconosciuto, che lavora esclusivamente con macchine alimentate a fotosintesi clorofilliana. Ma non ce l'ho fatta. Death Stranding doveva esserci, e se l'ho messo in questa posizione potete già immaginarvi cosa viene dopo. Volete anche il perché di questa scelta? Facile: il nuovo titolo targato Kojima Production rappresenta per me l'ignoto, la messa in scena di un immaginario inedito, la sovranità assoluta dell'autore.

Ovviamente mi aspetto una tecnica registica di prima scelta, talmente estrosa, audace e infarcita di dettagli che un'inquadratura te la riguardi almeno venti volte prima di coglierne appieno il senso, e dopo anni ancora sa smuoverti le viscere. E poi voglio il colpo d'occhio da grande cinema, come se un Emmanuel Lubezki prendesse in mano la telecamera e realizzasse un videogioco interamente in piano sequenza. Magari a raso terra, senza stacchi e senza respiro. Altro? Sì: da Death Stranding mi aspetto un design scenografico davvero inedito, la sintesi suprema fra oriente e occidente, ma più di ogni altra cosa voglio che nessuno mi spieghi nulla. Proprio così, niente spiegoni o didascalie chilometriche. Voglio un mistero "frustrante", per specularci sopra con gli amici al bar senza mai trovare una soluzione. Forse qui sto sognando troppo, ma a che servono i most wanted sennò?

2) Polonia non fa la stupida stasera

Questo è imprescindibile. Non importa in che posizione lo metti o quanti dei tuoi colleghi faranno la stessa cosa; Cyberpunk è sempre obbligatorio, qualunque sia la classifica, punto. Seriamente, non ricordo più nemmeno da quanto tempo lo sto aspettando, tanto che oramai conosco a memoria ogni singolo pixel animato di quel famoso trailer, e tuttavia brancolo ancora nel buio. Meglio, perché forse quest'anno è la volta buona che vediamo qualcosa, ed io ci voglio rimanere seco in prima fila (anzi lo esigo!).
Vogliamo essere più pragmatici? Proviamoci, anche se si tratta di un salto nel vuoto cosmico. Mi aspetto un mondo inevitabilmente gigantesco, del resto i CD Projekt hanno una reputazione da mantenere, e per quanto difficile spero anche nella stessa -sterminata- quantità di ambienti interni vista in The Witcher 3.

Un multiplayer senza fine alla GTA Online e un vagone di minigame. Poi ci metto anche trama e storytelling, ovviamente, e sì: pretendo uno standard alto, almeno quanto quello della quest secondaria del Barone (se non la citi non sei nessuno). Scherzi a parte, datemi un personaggio principale scritto come si deve, umano o macchina che sia purché sia vivo, e per favore niente cliché ultra-abusati sulla rivolta degli androidi. Andiamo avanti. Parliamo del vero uomo del futuro, perché i neon da soli non mi bastano più, e su questo fronte so di poter contare sui Polacchi, perché col PEGI +18 quelli ci vanno a nozze. Poi magari mi sbaglio e non lo vediamo neanche questa volta, e a dirla tutta un po' di paura ce l'ho. Vero signor Fossetti?

1) Only Lovers Left Alive

Poteva forse mancare The Last of Us: Part II fra i miei candidati? Certo che no, e qui salto a piedi pari nel fiume del mainstream, ma non me ne vergogno affatto. Cosa voglio da Naughty Dog? Semplice, che continui per la meravigliosa strada già intrapresa con il primo capitolo, perché è lunga e c'è ancora molto da raccontare. È cosa nota ch'io non ami particolarmente i sequel, figuriamoci ove c'è già un finale (inarrivabile) a chiudere la partita, eppure questa volta è diverso. Sono talmente affezionato al primo The Last of Us che, forse per la prima volta, ne voglio ancora.

Ellie e Joel hanno avuto un percorso completo, un ciclo narrativo praticamente perfetto, eppure non si sono affatto esauriti; c'è spazio per una grande narrazione propria del rito di passaggio, quello che va dall'adolescenza all'età adulta e poi ancora dalla maturità al decadimento della vecchiaia, ed io voglio esserci quando accadrà. Mi aspetto una brutalità senza sconti, più vera del reale, fino alla spogliazione pubblica della violenza stessa. Lì, nascosto in mezzo alla lotta per la sopravvivenza della razza umana, c'è anche il delicatissimo tema dell'amore. Ma non un amore qualsiasi, uno di quelli che si mescola con l'egoismo, in altre parole un punto che il primo capitolo aveva magnificamente sfiorato, e che non mi dispiacerebbe veder approfondito in questa nuova incarnazione del brand. "E il gameplay?". Come dite? non vi sento benissimo da quaggiù...

Bonus track: Il segreto di Pulcinella

Dimenticate tutte quelle smancerie dette in apertura sulla notte di San Lorenzo e sui segreti taciuti, perché il mio desiderio proibito sono mesi che lo urlo ai quattro venti, e se avete seguito una qualsiasi live con il sottoscritto probabilmente sapete di già cosa parlo, perciò addio plot twist. Sarò dunque breve a conciso: un nuovo Fable. Gigantesco, ambizioso, rivoluzionario. Chiamatelo come volete, persino "Fable va in vacanza", ma datemi ancora una volta quel piccolo mondo antico che profuma di old gen. Li ho amati tutti, con le dovute riserve certo, ma ad Albion c'ho lasciato il cuore.

Pagherei qualsiasi cosa per quell'umorismo dannatamente British, per leggere ancora una volta gli epitaffi idioti dalle lapidi, per riempire di piombo i Balverini, persino per studiare una scassatissima speding review come in Fable III. Anzi, già che ci sono voglio alzare la posta e sperare addirittura nel vecchio team ricostituito, voglio credere in una nuova alba per i Lionhead, perché non può esistere un vero Fable senza di loro (giusto?). Lo so che dopo la tragica diaspora sono tutti indaffarati altrove, che la vecchia formula oggi risulterebbe ingenua e bisognerebbe sfigurarla prima di ammodernarla, però chissà: magari i rumor erano veri e all'E3 2018 ci sarà davvero spazio per un miracolo. Ad ogni modo, se dovesse succedere sul serio, il pazzo che urla e corre nudo sul palco sono io. Passo e chiudo, ci si vede da LA.