E3 2018: Spider-Man e Bayonetta 3 tra i giochi più attesi di Giuseppe Arace

A pochi giorni dall'inizio della fiera di Los Angeles, scopriamo quali sono i most wanted della redazione di Everyeye.it.

E3 2018: Spider-Man e Bayonetta 3 tra i giochi più attesi di Giuseppe Arace
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L'E3 è un grosso negozio di dolci. Ci entri e trovi tutti i gusti che un golosone potrebbe desiderare. Ed io, personalmente, ho una fame insaziabile. Se solo avessi più tempo o potessi moltiplicarmi, visiterei in lungo ed in largo ogni padiglione, assisterei ad ogni conferenza, parlerei con ogni singolo sviluppatore, e scriverei fiumi di caratteri per descrivervi tutte le infinitesime emozioni. Ma il rischio di coma iperglicemico è dietro l'angolo, e quindi occorre mettere un freno alla propria ingordigia: per questo, quando mi è stato chiesto di elencare una mia personale lista di "most wanted", invece di pescare dal mucchio con gli occhi chiusi, ho preferito selezionare quei dolciumi che potrebbero avere un sapore familiare, ben consapevole che, nei giorni di fiera, non mancheranno sorprese decisamente invitanti a stuzzicarmi il palato, capaci - insomma - di tenermi sveglio la notte con il loro adorabile retrogusto. E saranno proprio queste "caramelle" videoludiche a darmi la carica sufficiente per affrontare l'enorme mole di lavoro che mi (e ci) attende. Come avvenuto anche lo scorso anno, del resto, sono certo che ne varrà assolutamente la pena. Perché è vero che durante l'E3 ci si dimentica di dormire, ma - fidatevi - ci si ricorda come sognare.

Spyro Reignited Trilogy: La fiamma della nostalgia

Sono un tipo tendenzialmente nostalgico. Al caro Fossa piace definirmi "crepuscolare". E dunque non vedo l'ora di poter tornare a planare insieme al mio adorato draghetto viola, esibirmi in qualche manovra spericolata sugli skate, prendere a incornate quell'odioso Ripto ed infuocare il sedere rigonfio della Maga. E recuperare poi tutte le uova arruffate dal ladruncolo maledetto, la cui risata perfida e sghignazzante ha riecheggiato per molte notti nella mia testa. Similmente a come fatto dalla N.Sane Trilogy di Crash Bandicoot un anno fa, anche il ritorno di Spyro, in questa rivisitazione grafica pressoché integrale, mi travolge con un fiume di sensazioni molto difficili da trasmettere a parole.

In casi del genere, non aspetto altro che stringere il pad tra le mani e riprovare gli stessi, meravigliosi sussulti di vent'anni fa. So bene che si tratta di una revisione del passato, della trasposizione in alta definizione di un ricordo lontano che, com'è ovvio, non possiede la portata mediatica di produzioni potenzialmente rivoluzionarie quali Death Stranding, ma è davvero difficile per me resistere al richiamo rassicurante dell'infanzia, in grado di "riaccendere" emozioni mai dimenticate.

Assassin's Creed Odyssey: Il canto delle Sirene

In Origins ha brillato apertamente la scintilla del cambiamento: un capitolo di rottura per la saga degli Assassini, del quale Odyssey seguirà probabilmente le orme. In molti anelavano il Giappone Feudale come sfondo per le nuove peripezie degli Assassini. Per quanto mi riguarda, invece, sono contento che, al momento, il team francese abbia optato per una location differente. Tra Nioh ed il prossimo Ghost of Tsushima, d'altronde, di suggestioni nipponiche, per ora, ne abbiamo già abbastanza. L'antica Grecia come "teatro" delle gesta della Confraternita rappresenta, a mio avviso, un palcoscenico ideale per l'opera di Ubisoft: un luogo estremamente affascinante, dove la storia si mescola col mito, culla di civiltà e decadimento, di guerra e diplomazia, di dèi e uomini.

E siccome è sempre stata l'ambientazione una delle colonne portanti della serie, per quanto mi riguarda Odyssey parte già col piede giusto, complici soprattutto tanti anni di liceo classico trascorsi sui testi omerici e sulle pagine della mitologia greca. Non nutro alcun dubbio sul fatto che il setting sarà ricostruito a regola d'arte: all'E3 si alzerà quindi il sipario sul nuovo esponente dell'epopea, ed io sarò in prima fila per assistere allo spettacolo. Al di là dell'esplorazione delle polis (le città-stato della Magna Grecia), mi piacerebbe poi tornare a salpare tra le onde del mare, veleggiando tra i flutti, seguendo rotte sconosciute, e lasciandomi irretire dal seducente canto delle sirene di Ubisoft che, ad ogni nuovo Assassin's Creed, riesce sempre ad incantarmi come fossi un novello Odisseo.

Bayonetta 3: Dancing in the moonlight

Bayonetta è una diva: ammaliante, seducente, bellissima. E quale cornice migliore se non quella della Città degli Angeli per ammirarla mentre passeggia per il Red Carpet del Nintendo Direct? Difficile prevedere ciò che possiamo aspettarci da questo capitolo: più azione, più dinamismo, più esagerazione, più stile, più longevità, più profondità narrativa? I primi due capolavori di Platinum Games, del resto, erano ad un passo dalla perfezione, grazie, tra l'altro, ad un combat system inarrivabile per qualsiasi altro action game.

I virtuosismi della Strega di Umbra non conoscono eguali: pertanto, allo stato attuale, mi basterebbe soltanto guardarla mentre volteggia, con il suo solito, ammiccante savoir-faire, al chiaro di luna, smembrando tutte le creature del Paradiso e dell'Inferno. E mi andrebbe bene anche solamente scrutarla da lontano, mentre si cimenta in torture selvagge ed in pirotecniche movenze da sterminatrice: il classico "guardare, ma non toccare". Certo, se potessi, allungherei volentieri le mani, per tastare in prima persona tutte le meraviglie ludiche che ci attendono nel terzo episodio della serie. Eppure, ansioso come sono di rivederla in azione, mi accontenterei anche di osservare, con gli occhi innamorati, la sua esibizione in un lungo video di gameplay, mentre nelle mie orecchie e nella mia testa risuonano le note di Fly me to the Moon...

Spider-Man: Falli secchi, tigre!

Ho come la vaga impressione che questo Spider-Man possa rivelarsi il miglior videogioco sui supereroi che sia mai stato realizzato. Sì, anche più dei Batman di Rocksteady. Non saprei dirvi perché, ma è quello che mi suggerisce il mio "senso di ragno". Ho trascorso ore intere ad visionare estasiato il gameplay e a centellinare una pletora enorme di informazioni nel corso dei mesi. Tutto mi sembra esattamente al posto giusto: nulla di eclatante o stravolgente per il genere di riferimento, bensì una concreta evoluzione dei meccanismi tipici dei tie-in dedicati all'Arrampicamuri.

Dal dondolamento tra i grattacieli della Grande Mela fino al rinnovato free flow durante gli scontri con i nemici: ogni aspetto del gioco risulta rifinito fin nel minimo dettaglio, mettendo in scena un impatto visivo "stupefacente" e "spettacolare". In più, al timone del progetto ci sono quei geniacci di Insomniac, che hanno addirittura dato vita ad un "ragnoverso" videoludico tutto nuovo. Cosa volere di più? Nella mia trasferta losangelina, spero dunque vivamente di restare intrappolato nella tela del nostro amichevole Uomo Ragno di quartiere.

Prince of Persia: Tesori d'Oriente

Quanto mi mancano le sabbie del tempo! Come vorrei poter riavvolgere i secondi e contare i granelli luminescenti che fluttuano nell'aria, arrampicarmi sugli arabeschi, fermarmi a fissare il panorama stellato dalla sommità di una cupola persiana. Un nuovo Prince of Persia lo bramo da anni: non un remake, non un sequel del "dimenticabile" Le Sabbie dimenticate, bensì un "nuovo inizio", che segua il modello qualitativo di The Sands of Time, con le sue atmosfere mitiche e leggendarie, la sua eleganza raffinatissima, con i suoi orizzonti onirici, con le sue architetture esotiche, immerse nel blu "fra le spezie e i bazar".

Non voglio un open world, né una reinterpretazione in salsa ruolistica della saga: immagino piuttosto un titolo lineare, altamente focalizzato sulla narrazione e sulla costruzione di un level design strabiliante, che trasudi magia in ogni arazzo mosso dal vento. Chissà che Ubisoft non mi legga nel pensiero, e tra Odyssey e Beyond Good and Evil 2 non trovi un piccolo spazio durante la sua attesissima conference per esaudire questi miei sogni partoriti nelle notti d'Oriente.