E3 2019: aspettative e nostalgie sull'evento di Los Angeles

Cosa possiamo aspettarci dall'evento videoludico più importante dell'anno? Scopriamolo in questo viaggio tra i ricordi e le speranze per il futuro.

E3 2019: aspettative e nostalgie sull'evento di Los Angeles
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Il primo E3, dicono, non si scorda mai.
Soprattutto se, come nel mio caso, l'edizione a cui hai partecipato per la prima volta è stata quella, letteralmente esplosiva, del 2005. Fu l'anno di PlayStation 3 e dell'infame "demo" di Killzone 2; l'anno di un Gears of War che, lasciando tutti a bocca aperta, avrebbe spianato la strada all'avvento di Xbox; e l'anno di una Nintendo che si preparava (ma senza annunciare giochi e specifiche) ad una rivoluzione bellissima e dolorosa che prese poi il nome di Wii.
All'epoca l'E3 si teneva a maggio, il clima era più mite di quello che ora ci accoglie un mese più tardi, e la Downtown di Los Angeles era una zona sostanzialmente impraticabile.

Il Convention Center che ancora ospita l'Electronic Entertainment Expo, assieme allo stadio dei Lakers e dei Kings, era un'oasi architettonica in un deserto di stradoni e asfalto. Poco dopo la chiusura della fiera, quando il sole spariva dietro le colline di Beverly Hills, dovevi salire in macchina e andare il più lontano possibile, verso Sunset Boulevard e Rodeo Drive: ovvero, nell'unica area della città in cui la vita notturna era contemplata e non pericolosa.
Tanti giornalisti della mia generazione (ma anche quelli con più anni e più esperienza) hanno imparato ad "amare" Los Angeles proprio così: correndo incontro alla luce obliqua del tramonto, stanchi dopo una giornata di lavoro, sulle freeway enormi eppure sempre troppo strette per smaltire il traffico imponderabile di La La Land.

Il passato di Sony e il futuro di Microsoft

Oggi le cose sono un po' diverse: ci sono grandi complessi residenziali in costruzione su tutti i lati della Figueroa (la strada principale che corre accanto al centro congressi, arrivando all'incrocio dove svettano le tre facciate dell'omonimo hotel, solitamente "addobbato" con l'artwork del videogioco più atteso), e i grandi brand fanno a gara per dare il proprio nome alla piazza di fronte allo Staples Center (che quest'anno si chiamerà Xbox Plaza, ma che per qualche tempo è stata pure dedicata alla sfortunata Nokia).

Eppure, nonostante il fermento che si respira fino a tarda sera dalle parti di L.A. Live, la storica edizione del 2005 ancora non si batte: è rimasta per tutti questi anni quella con il maggior numero di visitatori, e a farla scendere dal gradino più alto del podio non è bastata neppure la decisione di aprire al pubblico le porte della fiera.

Quando ripenso a quell'edizione - ormai lo saprete se seguite regolarmente le dirette di Everyeye - mi tornano in mente i party serali sui rooftop di qualche hotel, così come tutte le volte che mi hanno rimbalzato agli eventi in cui servivano alcolici perché non avevo ancora 21 anni, e poi l'attesa interminabile di fronte agli studios in cui Sony avrebbe svelato la sua nuova console.

È un po' ironico che mi ricordi così bene di quella conferenza, in cui mi presentai con tanto di giacca bianca e cappello da cowboy (!), proprio nell'anno in cui, per la prima volta, la casa della PlayStation se ne starà lontana dai palchi losangelini.

È innegabile che questa assenza abbia un impatto pesante sul profilo della fiera, che la renda un po' più vuota, o se non altro meno rappresentativa di quello che è il mercato attuale. Perché se è vero che Microsoft porterà una grande quantità di terze parti sotto i riflettori del suo annuale Media Briefing, è altrettanto palese che che la maggior parte del pubblico indossa ancora altri colori.

Quello che mi auguro sinceramente è che la casa di Redmond sappia sfruttare a proprio favore questo evidente vantaggio comunicativo, e non tanto per far capire ai giocatori quanto sarà brillante il suo futuro, ma quanto è luminoso il suo presente. Da diverso tempo Microsoft sta portando avanti una strategia che punta alla creazione di un meraviglioso ecosistema videoludico, e deve convincere gli utenti a visitarlo almeno per un po' (con la consapevolezza che potrebbero essere in molti, poi, a restare).

C'è bisogno di capitalizzare gli investimenti fatti con il Game Pass, di stupire con il Live Ultimate, e persino di ribadire che chiunque abbia un PC, di fatto, ha già accesso ad una fetta consistente dell'esperienza Xbox. Considerando che il tutto dovrebbe essere condito da due esclusive di peso (Gears 5 e il nuovo Ori), e magari da qualche altro annuncio a sorpresa (punto tutto su Banjo-Kazooie), direi che c'è ancora tempo prima di considerare concluso il ciclo vitale di One e One X.

Certo, qualche accenno sulla nuova console non farà male, ma non mi sembra che ci sia troppa fretta, visto che la concorrenza ha optato per un approccio morbido, con un non-reveal che ha glissato persino sul nome della piattaforma. E allora meglio cercare di recuperare terreno (e utenza), piuttosto che rimandare la battaglia alla prossima generazione. Stando però sempre in guardia: considerando che quest'anno AMD farà la sua conferenza, e che l'azienda ha già ribadito la sua vicinanza con Sony, potrebbe succedere che la nuova PlayStation (o la tecnologia che la sostiene) facciano inaspettatamente capolino in California.

Gli altri giocatori

Per chiudere il cerchio degli hardware manufacturer non ci resta che guardare a Nintendo, che ha escluso l'annuncio di una nuova versione del suo Switch, ma che potrebbe comunque stupire con uno dei direct più abbondanti di sempre. Se la presenza di Pokémon Scudo e Spada è sostanzialmente certa, c'è da chiedersi se sullo showfloor della fiera troveranno spazio anche Bayonetta 3, il nuovo Luigi's Mansion, Animal Crossing, Astral Chain, La Grande Alleanza 3, Fire Emblem, Daemon Ex Machina.

La speranza sarebbe quella di vederli tutti quanti, pronti a punteggiare un 2019 incredibile per la console ibrida, ma la logica mi fa pensare che, proprio com'è successo per Breath of The Wild e Super Smash Bros Ultimate, Nintendo voglia dedicare il suo spazio espositivo principalmente al suo prodotto di punta, lasciando un po' in disparte tutto il resto.

Per chiudere questo strano articolo, a metà fra una rievocazione nostalgica ed uno sguardo preliminare alla prossima edizione dell'E3, si potrebbero infine passare in rassegna tutte le terze parti, una per una, cercando di capire cosa aspettarsi dai vari publisher. Ne uscirebbe una sorta di complesso esercizio divinatorio, in cui spunterebbero i nomi che ormai si intravedono fra le righe di molti rumor.

Se dovessi espormi, punterei su qualche annuncio bello potente (dal nuovo di From Software al Progetto Avengers di Square-Enix), con sorprese inaspettate da Ubisoft e Bethesda. Resto scettico invece sulla possibilità che EA e Activision possano tirare fuori qualche nuovo brand, oltre a quelli che diamo per scontati. Senza entrare troppo nel merito delle varie conferenze (è un esercizio che lascerò volentieri ai miei colleghi), dirò solo che mi aspetto un E3 pieno ma paradossalmente poco concreto.

Mi spiego meglio: credo che la fiera losangelina sia ancora un palcoscenico imprescindibile per certi annunci, ma che non sia il luogo più adatto per approfondire la conoscenza di un prodotto appena svelato. Esordire in conferenza, lanciare un trailer roboante, stupire tutti con effetti speciali è una strategia potenzialmente vantaggiosa, visto che gli occhi dei videogiocatori e della stampa sono puntati sui palchi californiani.

Considerando però che l'attenzione del pubblico è generalmente incostante, e che la tendenza di portali e riviste è quella di accumulare un gran numero di contenuti, forse l'E3 non è il luogo migliore in cui incentivare un contatto più approfondito con il prodotto. Sarà per questo che in molti scelgono un reveal anticipato (come Ghost Recon Breakpoint) oppure rimandano di qualche mese un appuntamento più "intimo" con il loro gioco di punta.
Faranno eccezione, ovviamente, quei prodotti che si sono già giocati abbondantemente (Borderlands 3), quelli che non temono rivali a livello di esposizione mediatica (Cyberpunk 2077), o quelli che avranno con tutta probabilità l'onere di tenere in piedi un'intera conferenza (DOOM Eternal).

Molti altri altri titoli che si mostreranno per la prima volta si limiteranno invece a fare una capatina in quel di Los Angeles, fissando poi un secondo appuntamento per Colonia o addirittura oltre. Se pure questo pronostico dovesse rivelarsi esatto, comunque, non disperate. Le novità, come dicevo poco sopra, non mancheranno, anche se con molte di esse instaureremo un contatto solo preliminare.

Sapete già che ci basterà anche un rapido sguardo per innescare, come sempre, la curiosità e la partecipazione che contraddistinguono la nostra offerta editoriale, e che ci porteranno a scrivere e parlare (in diretta) per offrirvi un coverage completo e inarrivabile. Siamo convinti, del resto, che l'E3 resti un momento d'incontro per tutta la community di appassionati: una settimana in cui ritrovarsi tutti insieme per dare uno sguardo, anche fugace, al futuro di questa industria. Fatelo assieme a noi.