eSport: Africa e sport elettronici, una reciproca scoperta

Quello tra il continente africano e gli eSport è un incontro destinato a regalare emozioni e reciproche scoperte.

eSport: Africa e sport elettronici, una reciproca scoperta
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Sport elettronici in Africa, pura e semplice utopia, avremmo detto un tempo, oggi una timida realtà.
Spesso ci si dimentica di questo straordinario continente, ricco di natura incontaminata, paesaggi meravigliosi, caratterizzato da svariate culture e religioni che nel giro di poche centinaia di chilometri hanno il tratto camaleontico di mutare rapidamente e completamente agli occhi dello spettatore.
Nel corso della storia l'Africa è stata dapprima la culla della nostra intera umanità e poi ha sviluppato nel corso dei secoli un carattere fortemente influenzato dalle varie conquiste e colonizzazioni avvenute da parte di altri Stati.
Non è questo il momento e il luogo adatto per regalare ai lettori una lezione di storia africana ma è giusto fornire una breve panoramica di tutto il contesto, all'interno del quale, si svilupperà il nostro discorso che cercherà di spiegare come nel corso degli ultimi anni gli eSport si stiano facendo prepotentemente largo in questo continente coinvolgendo le masse ed attirando spettatori e sponsor.

La questione geopolitica e tecnologica

Da un punto di vista geopolitico l'Africa è al momento estremamente instabile in molti dei suoi territori, questo non ha favorito sicuramente lo sviluppo di infrastrutture adeguate e il fatto che internet si sia sviluppato lentamente in circa il 90% degli Stati africani negli ultimi 10 anni dovrebbe fare assolutamente riflettere sulle condizioni in cui versa questo continente sotto il profilo informatico.
Gli Stati che superano i mille host si contano sulla punta delle dita e in molti paesi internet è del tutto assente o quantomeno non è alla portata delle masse.

Questo ha provocato nel corso degli ultimi anni una reazione da parte dell'International Telecommunication Union che nel 2007 all'interno del contesto dell'evento "Connect the World" promosso dal Ruanda a Kigali, ha cercato di sviluppare dei progetti concreti per tentare di superare quel concetto di "digital divide" che al momento crea enormi differenze anche e soprattutto a livello infrastrutturale e culturale tra i vari continenti.
Uno dei problemi principali che caratterizzano il forte rallentamento dello sviluppo digitale degli Stati africani è dettato dal monopolio delle infrastrutture che, spesso statali, non riescono ad essere sfruttate correttamente finendo per diventare più un peso in termini di costi per il paese che un reale beneficio attribuibile alle masse.

Il Marocco in questo senso ha investito molto creando nel 1998 un'autorità garante e permettendo alle aziende estere di sviluppare progetti su larga scala per il miglioramento delle reti nel paese del Nordafrica, riuscendo ad ottenere un rapidissimo sviluppo del settore che ha portato questa nazione ad essere una delle poche a poter vantare delle reti internet solide in quasi tutte le zone del paese nel 2018.
Altra nazione che ha sviluppato un mercato praticamente parallelo a quello del Marocco, in questo senso, è il Sudafrica che negli ultimi anni ha goduto di un "boom economico" senza precedenti che ha sensibilmente migliorato la qualità della vita dei cittadini ed ha permesso anche un corretto sviluppo delle reti internet nel paese, permettendo allo Stato africano di arrivare ad essere un'eccellenza, nel continente, in ambito informatico.

Il Sudafrica ha investito pesantemente negli ultimi anni sul miglioramento delle infrastrutture e gli ultimi dati, censiti 2011, ci permettono di capire come questa nazione sia oggettivamente quella più sviluppata dell'intero continente africano arrivando ad avere il 65% in più di host rispetto a tutti gli altri Stati africani.
Numeri davvero importanti e che hanno permesso anche agli sport elettronici di entrare prepotentemente nella scena africana, in particolare, grazie al lavoro svolto della South Africa eSports association che dal 2013 è anche parte integrante della International eSports Federation.

Sudafrica, traino per le altre nazioni

Grazie alla forte spinta dettata dal Sudafrica molti altri Stati africani stanno sviluppando dei progetti concreti per lo sviluppo delle reti internet e degli sport elettronici all'interno dei loro paesi.
In particolare Egitto, Tunisia e Namibia stanno cercando di creare un movimento di videogiocatori professionisti che potrebbe essere in grado di competere con le più importanti organizzazioni mondiali nel giro di qualche anno se il trend di crescita di questi paesi si dovesse mantenere costante.

Anche il Kenya e l'Uganda, nonostante la situazione geopolitica estremamente instabile, stanno cercando di portare avanti dei progetti esportivi con l'organizzazione di diversi tornei, in particolare di Call of Duty, e partite amichevoli che hanno l'obbiettivo di coinvolgere quanti più ragazzi ed appassionati per cercare di realizzare un movimento di giocatori su cui poggiare le basi di una futura organizzazione che possa sviluppare un vero e proprio settore videoludico competitivo in questi paesi.
Nonostante i numerosi sforzi, negli ultimi anni, la situazione africana riguardante gli sport elettronici risulta essere ancora molto indietro rispetto alla controparte europea o ancor peggio, asiatica.
La situazione geopolitica fortemente instabile di molti paesi africani non permette il corretto sviluppo di un movimento di giocatori in grado di poter competere a livello internazionale anche se le eccezioni sono spesso presenti ma c'è bisogno ancora di molto lavoro affinchè possano diventare la normalità.

Il problema dei server

Un problema che il resto del mondo non si pone è quello dei server di gioco che, spesso e volentieri, sono distanti poche migliaia di chilometri e permettono di godere di un'esperienza competitiva di altissima qualità con latenze praticamente inesistenti.

In Africa quello dei server è invece un vero e proprio problema e la loro quasi completa assenza nel continente pesa enormemente sullo sviluppo del settore esportivo anche nei paesi più stabili e tecnologicamente avanzati.
Spesso e volentieri per poter giocare dei tornei si utilizzano dei server privati ed allo stesso modo si preferisce giocare in lan piuttosto che online dando vita ad un circuito chiuso di giocatori, anche molto bravi, ma fondamentalmente sconosciuti alle masse.
Nel corso dei prossimi anni è molto probabile che vengano aperti i primi server nel suolo africano riguardo i giochi più popolari ed i progetti di investimento sembrano essere concreti e ben avviati anche se la strada da percorrere è sempre impervia e ricca di ostacoli che rendono tutto questo ancora un vero e proprio miraggio.

L'aumento dei videogiocatori competitivi africani sta portando le grandi aziende a valutare anche l'apertura di canali diretti con i paesi più sviluppati per fornire assistenza logistica e aiuti che possano favorire la partecipazione ad eventuali tornei zonali e successivamente internazionali.
Recentemente il WESG ha in questo senso avviato delle qualificazioni che hanno coinvolto anche il continente africano che ha risposto positivamente con una partecipazione numerosa a tutti i tornei online.

Africa culla di campioni

Nonostante i numerosi problemi di cui abbiamo ampiamente parlato, l'Africa è la culla di diversi importanti campioni che nel corso degli anni sono riusciti ad impreziosire il panorama videoludico competitivo internazionale con le loro giocate e con i loro risultati.
Il più importante giocatore africano è sicuramente Ilyes "Stephano" Satouri che pur vivendo in Francia da diversi anni conserva gelosamente la propria doppia cittadinanza ed in occasione del WESG ha partecipato alle qualificazioni africane con orgoglio, riuscendo sempre ad ottenere una agevole qualificazione alle fasi finali dell'evento.
Il giocatore di Starcraft II con i suoi 284,521$ è il giocatore africano più ricco e premiato della storia, capace di vincere nel 2012 il WCS: Europe.

Meno famoso ma ugualmente importante per risultati ottenuti è Youness "Nóliferqt" Dorqoch, cyber-atleta marocchino, che dal 2013 al 2016 ha calcato più volte i più prestigiosi palcoscenici mondiali ottenendo due secondi posti nel BlizzCon (2016 e 2015, ndr) per quanto riguarda il campionato del mondo di World of Warcraft riuscendo a portarsi a casa quasi 40,000$ di montepremi complessivi.
Altro giocatore molto interessante è Mohaned "Cherryo" Walied, egiziano e campione di Smite, attraverso diversi tornei internazionali giocati in giro per il mondo questo cyber-atleta è riuscito ad accumulare quasi 20,000$ di montepremi complessivi.
Tornando nell'ambito dei giochi 1vs1 da sottolineare anche la figura di Claude "Hurricane" Diboti, giocatore di Street Fighter V del Cameroon che nello scorso anno è riuscito a vincere una Gfinity Elite Series portandosi a casa 4,921$ di montepremi alla sua prima apparizione a livello internazionale.

Discorso completamente diverso per Sudafrica e Algeria che al momento sembrano essere le nazioni più organizzate sotto un profilo esportivo con campioni di buon livello su quasi tutti i principali titoli videoludici competitivi presenti nel panorama.
Ottime le loro formazioni di Counter Strike: Global Offensive che competono da diversi anni in tornei internazionali come le ESL African Championship ma anche diversi giocatori di Hearthstone, Starcraft II e Overwatch si sono distinti per la loro bravura a livello internazionale.
Ovviamente il numero di giocatori africani presenti sulla scena è nettamente inferiore rispetto a quello di altri continenti aventi una tradizione videoludica sicuramente ben più sviluppata, ma i miglioramenti, soprattutto recentemente, sono tangibili con una crescita del settore che sembra essere esponenziale ed inarrestabile.
Solo il tempo potrà regalarci un giudizio, al momento bisogna attendere e continuare a seguire questa strada che sta permettendo al continente africano di emergere anche al di fuori del proprio territorio garantendo sicurezza e sostegno a tutti quei ragazzi che, spesso con grande fatica, stanno seguendo il sogno di diventare professionisti.

Progettare il futuro, si può fare

Nonostante i grandi sforzi, l'Africa rimane al momento un continente ancora troppo lontano da quel concetto di esports che utilizziamo con disinvoltura nel nostro occidente.

In Africa non vengono realizzati grossi eventi di rilievo internazionale e questo rappresenta un problema serio per lo sviluppo di progetti a lungo termine che possano creare un'attività anche solo ricreativa legata agli sport elettronici.
Discorso medesimo per le organizzazioni che spesso si limitano a semplici associazioni dilettantistiche neanche minimamente paragonabili a società esportive ben più note e stabili.
Se in Italia si pensa di essere all'anno zero, realisticamente, in Africa, si è nell'avanti Cristo.
La realtà africana è sicuramente indietro ma ciò non significa che non abbia bisogno di investimenti che sarebbero altresì indispensabili per cercare di colmare questo gap, la progettazione del futuro è indispensabile per un continente che vuole creare un panorama videoludico competitivo partendo da quelle poche basi che spesso e volentieri sono in realtà delle pericolose sabbie mobili.
Investire nell'esport africano è possibile ma bisogna necessariamente capire di che numeri si sta parlando, il fatto che il circuito esportivo del continente sia oggettivamente chiuso e ancora molto frammentato rende tutto questo molto più complicato ed anche gli investitori sono spesso propensi a fare dei tentativi minimi per cercare di analizzare se ci possa essere effettivamente un ritorno in termini di visibilità o introiti.

Capita infatti che a differenza di altri tornei organizzati in Europa, Asia o America, quelli africani sono caratterizzati da montepremi molto più bassi e da una qualità del gioco neanche minimamente paragonabile a quella dei più importanti eventi internazionali.
Tuttavia bisogna anche ricordare che il movimento esportivo africano è solo all'inizio e che questi eventi devono essere interpretati come una punta di un iceberg che è destinato ad emergere con prepotenza se tutto andrà nella giusta direzione.
Oggi l'Africa può alzare la testa con orgoglio, in quanto è in grado di regalare al mondo una prova di grande coraggio e determinazione in un contesto difficile dove gli esport possono (o potrebbero) rappresentare una vera e propria motivazione di riscatto e un prezioso baluardo di stabilità.