eSport e Call of Duty: un'introduzione al settore competitivo

Activision ha dato una struttura definitiva al settore eSport del suo sparatutto. Diamogli un'occhiata dal punto di vista di chi conosce questa scena.

eSport e Call of Duty: un'introduzione al settore competitivo
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Come giocatrice ho dedicato una larga fetta della mia "carriera" videoludica a Call of Duty. Sono sempre stata un'appassionata di shooter, dichiarando il mio amore per gli FPS quando, nel 1997, entrai in possesso della mia copia di DOOM. Quel videogame diede inizio ad una passione che vent'anni dopo vede ancora ardere la sua fiamma.
    L'escalation è stata inesorabile: su PC ho fraggato migliaia di avversari, ma la svolta è arrivata approdando su console: era l'inverno del 2011, io mi trovavo impossibilitata a giocare seduta al PC a causa di una grave frattura alla caviglia; decisi dunque di dare una chanche a quell'Xbox 360 acquistata quasi per caso ed abbandonata accanto alla TV per mesi. Da quel momento non sono più tornata indietro: nella community online di Call of Duty trovai una vera e propria famiglia ed il mio approccio al relativo settore competitivo è nato spontaneamente.
    Negli anni ho cercato di migliorare me stessa come giocatrice, le mie giornate erano divise tra ore di allenamento, tornei online e lo studio delle tattiche per approcciarmi in maniera sempre migliore alle mappe e al sistema di gioco.
    Con l'espandersi dei social network, anche il settore competitivo di Call of Duty inizia a farsi largo nel nostro paese, aumentano i giocatori interessati a questo ambiente e di conseguenza i tornei online ed offline dedicati: anche l'Italia è entrata a far parte del settore eSport di Call of Duty.
    In pochi anni abbiamo visto una crescita repentina: del resto si tratta di un titolo facilmente fruibile all'utenza e che per essere giocato necessita solo di console, monitor, cuffie e pad.
    Sebbene il settore eSport globale veda il PC come piattaforma regina grazie agli innumerevoli tornei e campionati giocati annualmente su decine di titoli, ad oggi le console fanno la loro parte e lo fanno con i titoli che ogni anno padroneggiano il mercato videoludico: Call of Duty e FIFA.

    Call of Duty World League e il nuovo approccio di Activision

    Il 2015 è stato l'anno della svolta del settore eSport di Call of Duty. Gli anni precedenti vedevano centinaia di tornei e campionati annuali dedicati altri FPS come Counter Strike: Global Offensive, mentre per Call of Duty tutto si concentrava in un unico, singolo evento: il Call of Duty World Championship.

    Uno scorcio del Call of Duty World League Championship 2017, Orlando, Florida

    Activision ha deciso di cambiare passo, investire in questo settore e dare il via in America alla Call of Duty World League, un vero e proprio campionato a punti, accumulabili dai team attraverso tornei online e diversi eventi dal vivo organizzati nell'arco della stagione.
    Il 2017 vede un ulteriore miglioramento nella struttura della World League, ormai concentrata sull'ultimo capitolo della serie, ovvero Call of Duty: World War II.
    L'inizio della stagione 2017/2018 è avvenuto proprio in concomitanza con la pubblicazione del titolo, e quest'anno vanta il più alto dei prizepool di sempre: ben 4,2 milioni di dollari distribuiti nell'arco della stagione, che vedrà il suo culmine con la finale durante il Call of Duty World League Championship.

    Quest'anno Activision ha però deciso di dare più opportunità a team e giocatori con diversi livelli di abilità, secondo quanto detto dal Direttore della sezione Esport di Call of Duty Kevin Flynn:

    "Sappiamo di avere una ricchezza di team e giocatori che ogni anno provano a competere per entrare a far parte dell'élite. Se questi giocatori non faranno parte dei team che si qualificheranno per le tappe della stagione, avranno l'opportunità di competere online. Quello che facciamo, insomma, è dare spazio alle aspirazioni dei giocatori. Questo meccanismo fa sì che team e utenti continuino a confrontarsi, sperando sperare di raggiungere la cima della CWL, continuando a creare competizione a livello mondiale"

    Il discorso di Flynn si riflette direttamente sulla struttura della Call of Duty World League. Activision ha creato un nuovo circuito Regionale diviso in Nord America, Europa ed Australia atto a coinvolgere anche i team amatoriali, invogliandoli a crescere per puntare sempre più in alto.

    La combinazione tra tornei online, eventi dal vivo e Circuiti Nazionali, tutti collegati alla CWL Pro League che avrà inizio a Gennaio 2018, farà sì che tutti i team che decideranno di darsi una chance avranno come obiettivo ultimo proprio il CWL Championship: un sistema insomma pienamente meritocratico, pensato per valorizzare anche chi non ha alle spalle un'associazione esportiva.
    Questo ulteriore passo compiuto da Activision, atto a "stuzzicare" anche i team in erba, dando loro l'occasione di mettersi in gioco realisticamente, è un'ottima strategia di marketing che lega ancor di più la fan base al gioco, ma crea soprattutto reali opportunità anche per i giocatori sconosciuti che vogliono farsi un nome e crescere in questo settore. Se pensate di avere delle chance, non vi resta che provarci.

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