Sempre più importante per la crescita di Game Pass, della divisione stessa e perfino della scena di sviluppo indipendente, ID@Xbox è una punta di diamante dell'offerta Microsoft, un programma che permette ai collettivi di tutto il mondo di pubblicare i loro titoli senza l'ausilio di publisher intermediari e di godere del supporto del colosso del gaming in tutto il processo.
In estate ID@Xbox compirà dieci anni di attività e di recente abbiamo preso parte a una presentazione speciale dedicata a quattro ambiziose produzioni aderenti al programma e in uscita nel 2023, con lunghi video di gameplay annessi. Parliamo di The Last Case of Benedict Fox, Everspace 2, Planet of Lana e Lightyear Frontier. In sostanza, abbiamo molto da raccontarvi, quindi non perdiamoci in chiacchiere.
I numeri impressionanti di ID@Xbox
Prima dei segmenti dedicati ai quattro giochi abbiamo assistito all'introduzione di Guy Richards, l'Head di ID@Xbox, che ha dato il via alle danze con un dato impressionante: dal suo debutto ad oggi il programma ha generato oltre 2,5 miliardi di dollari di ricavi per i creativi indipendenti, a testimonianza della sua efficacia.
Le squadre di engineering, marketing e publishing di Microsoft forniscono utili consigli e aiutano concretamente gli sviluppatori, che possono ottenere alcuni dev kit in forma gratuita e partecipare ad eventi ad hoc per riunirsi e condividere le proprie idee coi colleghi. I partner al centro dell'appuntamento sono legati al territorio europeo ma in realtà ID@Xbox accoglie realtà creative da 95 paesi del mondo, con Microsoft che lavora con collettivi in Africa, India e Sud-est asiatico.
Per quanto concerne i territori EMEA, l'iniziativa coinvolge oltre 1200 creatori di videogiochi in 47 paesi, per un impressionante totale di più di 2000 titoli pubblicati. Il 2023 appena cominciato sarà un grande anno per Game Pass, anche grazie al contributo di ID@Xbox, che da tempo permette l'approdo sul servizio di opere tra i generi più disparati, realizzate da team legati a culture molto differenti tra loro.
Oltre alle nuove partnership, anche collettivi che in passato hanno collaborato con Xbox sono spinti a rifarlo, pensiamo ad esempio a Rockfish Games e al secondo capitolo di Everspace. Ciò lo si deve certamente anche a Game Pass, visto che i team coinvolti hanno la possibilità di avvicinarsi all'enorme pubblico di abbonati al servizio. Non dovendo investire decine di euro/dollari per singoli prodotti, infatti, i giocatori sono più inclini a provare esperienze a cui normalmente non si sarebbero mai avvicinati.
Il vasto catalogo di giochi legati all'abbonamento ospita produzioni di varie dimensioni, tra cui piccole perle come Vampire Survivors e Gang Beasts. Anche quando pensiamo al multiplayer, Game Pass riesce senza sforzi a riunire community di appassionati, come nel caso del Darktide di Fatshark, giunto sulla versione PC del servizio lo scorso novembre. Forti di queste certezze legate al bacino d'utenza, le piccole realtà sono più inclini a correre dei rischi creativi, a realizzare davvero i prodotti desiderati, anche tramite un apposito programma di sviluppo in cloud di recente introduzione: ID@Azure.
You Suck at Parking, Turbo Golf Racing e Valheim - tutti provenienti da sviluppatori europei - sono usciti grazie al programma e hanno debuttato su Game Pass per veder crescere le rispettive community cross platform più velocemente, possibilità queste che fino a qualche anno fa sarebbero state, semplicemente, impensabili.
The Last Case of Benedict Fox
In uscita il prossimo 27 aprile su Xbox Series X/S, PC e Game Pass, The Last Case of Benedict Fox (qui la nostra prova di The Last Case of Benedict Fox) ci ha messo molto poco a intrigare stampa e pubblico con le indagini dell'omonimo investigatore e del demone a cui è misteriosamente legato. Ben Fox, come i suoi creatori adorano chiamarlo, offre un'esperienza metroidvania dal sapore lovecraftiano e vede il protagonista (autoproclamatosi detective) far luce sulla dipartita del suo stesso padre.
Oltre a curiosare per la lussuosa villa al centro del racconto - sarà infatti il nostro HUB principale - il coraggioso giovane è in grado di esplorare i ricordi delle persone defunte grazie ai poteri del compagno demoniaco, così da scoprire preziosi indizi sul passato di questi individui e far luce sugli eventi più macabri e amari della loro esistenza. Legata alla seconda ora dell'avventura, la sezione di gameplay ci ha mostrato un Ben già dotato di alcune abilità e già entrato una prima volta nel Limbo del padre, una figura dai tanti misteri e dedita all'occulto, come ben sottolinea il ritrovamento di un Golem che l'uomo stava tentando di portare in vita. Proseguendo nell'indagine, Ben è tornato nel Limbo e ha rinvenuto un medaglione di sua nonna, un oggetto che emanava la rabbia e il risentimento di suo padre per gli abusi subiti dalla perfida madre. Più tardi il ragazzo è incappato in un altro ricordo doloroso, col genitore seduto col capo chino sul suo letto dopo l'ennesima sfuriata della donna. In seguito il protagonista si è avventurato nella cosiddetta Twilight Zone, un luogo privo di colori e pervaso dal male presente nel Limbo. Benedict ha trovato una sua fotografia di quando militava nell'Organizzazione, un gruppo di vigilanti dell'occulto, e il fatto che il padre la possedesse significava una sola cosa: sapeva che il figlio fosse ancora in vita e nonostante questo - a quanto pare - potrebbe non averlo mai contattato.
Oltrepassando crepacci e addentrandosi in foreste oscure attraversate da fiumiciattoli, il giovane si ritroverà a combattere con numerose creature e a ricorrere ai poteri del suo demone per sopravvivere. Dovremo infatti attendere il momento giusto prima di lanciarci in un'offensiva efficace e capire sia quando schivare un attacco - la cui direzione verrà indicata da un fascio di energia rossastra - sia quando emanare uno scudo violaceo, così da stordire l'avversario per poi bersagliarlo con alcuni fendenti della lama.
Potremo inoltre afferrare nemici umanoidi con fasci di energia demoniaca, per poi lanciarli in aria ed eliminarli a colpi di pistola, o tramutarci in pietra, così da incassare gli attacchi degli avversari senza conseguenze o addirittura travolgerli. Tornando alla villa, potremo sia raccogliere ulteriori indizi sul padre di Ben che interagire con degli NPC di vario genere. Il mercante di pozioni, intrugli e bombe ci permetterà ad esempio di potenziare strumenti come il Kogai Pin, necessario ad aprire porte mostruose dalle serrature dentate o a stordire gli opponenti, mentre l'affascinante tatuatrice ci invoglierà a spendere l'Inchiostro raccolto dai mostri sconfitti per potenziare i differenti poteri demoniaci.
Questi ci serviranno non solo contro le mostruosità ma per affrontare gli stessi membri dell'Organizzazione, all'apparenza più coriacei e furbi rispetto alle emanazioni oscure del Limbo.
Se a ciò aggiungiamo la presenza di puzzle ed enigmi utili non solo ad aprire nuove aree ma a fare scoperte legate alla trama, è lecito ipotizzare che Plot Twist sia riuscita a creare un'esperienza più profonda e stratificata del previsto, divisa in eguali misura tra scontri a base di poteri da combinare e misteri da svelare. Nell'ultima parte della presentazione, per intenderci, Benedict ha affrontato un mini-boss, rianimato il Golem del padre eseguendo un rituale con gli oggetti opportuni e lottato per la vita con un essere gigantesco, di chiara ispirazione Lovecraftiana, in uno scontro diviso in tre fasi di difficoltà crescente. Resta alta la curiosità di esplorare le intricate memorie dei defunti, sia per apprezzare pienamente la bontà di una direzione artistica che al momento ci è parsa francamente deliziosa, sia per sincerarci dell'efficacia di questa interessante ricetta ludica. A proposito delle fonti di ispirazione del gioco, il Creative Director Bartek Lesiakowski ha raccontato di non aver guardato solo alle opere di H.P. Lovecraft, ma anche ai film Noir degli anni '40 e '50, al mondo della musica jazz e ai classici della tragedia greca: con questi presupposti, il fatto che The Last Case of Benedict Fox abbia una personalità così spiccata stupisce ancora meno.
Everspace 2
Everspace 2 esce il 6 aprile su PC e Game Pass e in estate su Xbox Series X/S, è il più grande e ambizioso progetto di Rockfish Games, ed è in sviluppo da cinque anni. Al contrario del predecessore, che era un roguelike lineare, il nuovo gioco è un action RPG nel vero senso del termine e ci vedrà impersonare Adam, un pilota di navicelle spaziali.
Michael Schade, il CEO dello studio, si è detto molto felice della storia, che offrirà ben 4 ore di dialoghi e ci chiamerà a sperimentare una fragile pace tra alieni e umanità: temibili forze in gioco infatti faranno di tutto per infrangerla e Adam dovrà collaborare con sei compagni (potenziabili) per far fronte alle minacce in agguato.
Usando i jump gate per saltare a velocità inimmaginabili da un sistema stellare all'altro avremo l'opportunità di esplorare più di 100 location realizzate a mano, tra città futuristiche, pianeti ricoperti di lava o mari ghiacciati custodi di molti segreti (anche sott'acqua). Gli addetti ai lavori hanno riempito i mondi di punti di interesse, strutture aliene e puzzle da risolvere, così da regalare ai completisti diverse decine d'ore di contenuti.
Se la varietà e l'impasto ludico riusciranno a sostenere questo quantitativo smisurato di attività lo scopriremo solo in sede di recensione, ma possiamo dirvi che ciò che abbiamo visto ci ha lasciato sensazioni positive a riguardo.
Everspace 2 offre 9 differenti classi di navi (con rispettivi punti di forza e debolezza) colorabili a piacimento e personalizzabili con armi sempre più potenti e strumenti d'ogni sorta, in accordo con la natura looter shooter della produzione. Raggi laser, fasci d'energia elettrica e raffiche di proiettili: gli scontri tra i campi di asteroidi illuminati da stelle non sono avari di esplosioni e manovre evasive e potranno essere sperimentati anche con una visuale dal cockpit molto convincente. Pensate infatti che saremo in grado di interagire con la strumentazione - che funziona davvero! - e in generale vivere un'esperienza in soggettiva degna di questo nome. Gli oggetti acquisiti potranno essere smantellati o rivenduti a un prezzo più alto, e non manca nemmeno l'opzione di compararli ad altri, così da poter decidere più facilmente come impiegarli. Armi e strumentazioni avranno diversi livelli di rarità, con quello leggendario strettamente legato ai contenuti endgame (che si sbloccheranno dopo circa 30 ore di gioco). Citiamo a tal proposito i Rift con difficoltà selezionabile dal giocatore: più sarà alta, più il loot al loro interno sarà prezioso. Divise in quattro stage differenti con relativi boss, queste attività dovrebbero spingere a dare un assetto offensivo e difensivo sempre migliore al proprio velivolo spaziale.
Planet of Lana
La vita di Lana, una ragazzina di appena 11 anni, viene sconvolta quando il tranquillo villaggio di pescatori in cui abita subisce l'assalto di perfide macchine. La piccola quindi intraprende un viaggio per salvare gli abitanti del luogo e sua sorella maggiore, che la porterà a esplorare il pianeta che ha dato il titolo al gioco di Wishfully.
Questa esperienza definita come una cinematic puzzle adventure uscirà nella primavera del 2023 e chiamerà i giocatori a collaborare con Mui, una specie di cagnolina aliena dalle portentose abilità. I limiti dell'una verranno colmati dai talenti dell'altra e viceversa, così da dar corpo a una ricetta ludica che speriamo possa mantenersi sufficientemente varia per tutta la durata del racconto.
Ispirata a gioielli del calibro di Limbo e Inside, così come alle produzioni dello studio Ghibli - e ciò si evince soprattutto dalla sua direzione artistica - quest'avventura ci vedrà esplorare differenti ambientazioni, tra cui l'area paludosa al centro del gameplay mostratoci. È in questo luogo infatti che Lana realizza come Mui sia spaventata dall'acqua, al punto tale da non voler proseguire il viaggio.
Inizialmente la giovane non fa altro che tuffarsi nella pozza, per poi salire su una sporgenza e recuperare un tronco d'albero per far spostare la piccola compagna, ma la situazione si rivela ben presto più articolata. In primis, la pelosetta riesce a compiere balzi poderosi per giungere lì dove Lana non potrebbe, così da passarle una liana per permetterle di continuare la scalata.
Per ricambiare il favore, la bambina si avvicina a delle radici nere e senzienti che si trovano su una roccia nei pressi dell'acqua. Il vegetale quindi si ritrae e "produce" un ponte naturale all'altra estremità della roccia, che Mui usa per spostarsi. Le cose si complicano quando la coppia giunge nei pressi di un essere gigantesco dal corpo di medusa, che coi suoi tentacoli succhia via l'acqua dalle pozze. La fida compagna di Lana può ipnotizzare queste creature e quindi modificare in tempo reale il livello del liquido, con tutte le implicazioni del caso legate ai puzzle da superare. In buona sostanza, la varietà situazionale non sembra mancare, nemmeno sul fronte narrativo. Poco dopo infatti Lana e Mui si avvicinano a un'astronave abbandonata da centinaia di anni che nasconde numerosi segreti e la riattivano con una pietra di energia dai poteri misteriosi. I rumori dei macchinari che si riattivano producono delle sonorità sorprendentemente piacevoli ed evocative, proprio come quelle dei componimenti a firma di Takeshi Furukawa (non a caso è sua OST di The Last Guardian). Ogni aspetto del comparto sonoro - incluse le frasi di Lana pronunciate in una lingua sconosciuta creata da zero dagli sviluppatori - giocherà insomma un ruolo chiave all'interno del viaggio, che assumerà toni sempre più oscuri nelle fasi avanzate.
Lightyear Frontier
Lightyear Frontier è nato dalla creatività di tre studenti universitari, che nel giro di altrettanti anni sono ormai parte di un team - Frame Break - che ospita 14 persone. Il piccolo collettivo vuole rompere le barriere tra generi e riunire giocatori: da qui l'idea di ambientare un farming game su un pianeta alieno, pieno di strane rovine e neanche a dirlo risorse da raccogliere e sfruttare... alla guida di un mech.
A quanto pare nell'esperienza completa sarà possibile scendere dal mezzo bipede equipaggiato con gadget e armi, ma nel corso della presentazione nulla ci è stato mostrato al riguardo. Lightyear Frontier è stato pensato sia per la dimensione single player, sia per la co-op multiplayer, giacché prevede di poter invitare sino a 3 amici sul proprio pianeta. Coi compagni le risorse si accumuleranno più in fretta, a vantaggio dell'espansione della fattoria, che potrà essere decorata con carretti, barbecue, panchine e una moltitudine di elementi estetici.
Vitale in tal senso sarà la costruzione di strutture connesse all'ottenimento di specifiche risorse, che si potranno ricavare anche dalle care vecchie coltivazioni. Basterà sparare i semi giusti direttamente nel terreno con l'ausilio del mech per veder crescere piante e, di conseguenza, ulteriori risorse.
Una volta piazzata una torre radio inoltre si potranno contattare gli abitanti dei pianeti limitrofi, che permetteranno al protagonista di apprendere nuove conoscenze per migliorare la fattoria. I tramonti coloreranno le spiagge d'arancio e le piogge battenti getteranno un'ombra grigia sulle valli altrimenti verdeggianti: la vita in Lightyear Frontier non sarà delle più facili ma al contempo saprà regalare grandi soddisfazioni, vista la presenza di antiche rovine aliene sparse in tutto il pianeta. Coloro che lo vorranno insomma potranno conoscere la storia della popolazione che lo abitava ma per farlo dovranno superare ostacoli che al momento non conosciamo. Sta di fatto che la sci-fi farming adventure firmata da Joakim Hedstrom e i ragazzi di Frame Break merita di essere tenuta d'occhio, come vi avevamo già suggerito anche nella nostra prima prova di Lightyear Frontier.
Da Everspace 2 a Planet of Lana, la nuova generazione di giochi indie Xbox
Da The Last Case of Benedict Fox a Planet of Lana, il futuro della produzioni legate a ID@Xbox (in uscita anche su Game Pass) sembra luminoso!
Sempre più importante per la crescita di Game Pass, della divisione stessa e perfino della scena di sviluppo indipendente, ID@Xbox è una punta di diamante dell'offerta Microsoft, un programma che permette ai collettivi di tutto il mondo di pubblicare i loro titoli senza l'ausilio di publisher intermediari e di godere del supporto del colosso del gaming in tutto il processo.
In estate ID@Xbox compirà dieci anni di attività e di recente abbiamo preso parte a una presentazione speciale dedicata a quattro ambiziose produzioni aderenti al programma e in uscita nel 2023, con lunghi video di gameplay annessi. Parliamo di The Last Case of Benedict Fox, Everspace 2, Planet of Lana e Lightyear Frontier. In sostanza, abbiamo molto da raccontarvi, quindi non perdiamoci in chiacchiere.
I numeri impressionanti di ID@Xbox
Prima dei segmenti dedicati ai quattro giochi abbiamo assistito all'introduzione di Guy Richards, l'Head di ID@Xbox, che ha dato il via alle danze con un dato impressionante: dal suo debutto ad oggi il programma ha generato oltre 2,5 miliardi di dollari di ricavi per i creativi indipendenti, a testimonianza della sua efficacia.
Le squadre di engineering, marketing e publishing di Microsoft forniscono utili consigli e aiutano concretamente gli sviluppatori, che possono ottenere alcuni dev kit in forma gratuita e partecipare ad eventi ad hoc per riunirsi e condividere le proprie idee coi colleghi. I partner al centro dell'appuntamento sono legati al territorio europeo ma in realtà ID@Xbox accoglie realtà creative da 95 paesi del mondo, con Microsoft che lavora con collettivi in Africa, India e Sud-est asiatico.
Per quanto concerne i territori EMEA, l'iniziativa coinvolge oltre 1200 creatori di videogiochi in 47 paesi, per un impressionante totale di più di 2000 titoli pubblicati. Il 2023 appena cominciato sarà un grande anno per Game Pass, anche grazie al contributo di ID@Xbox, che da tempo permette l'approdo sul servizio di opere tra i generi più disparati, realizzate da team legati a culture molto differenti tra loro.
Oltre alle nuove partnership, anche collettivi che in passato hanno collaborato con Xbox sono spinti a rifarlo, pensiamo ad esempio a Rockfish Games e al secondo capitolo di Everspace. Ciò lo si deve certamente anche a Game Pass, visto che i team coinvolti hanno la possibilità di avvicinarsi all'enorme pubblico di abbonati al servizio. Non dovendo investire decine di euro/dollari per singoli prodotti, infatti, i giocatori sono più inclini a provare esperienze a cui normalmente non si sarebbero mai avvicinati.
Il vasto catalogo di giochi legati all'abbonamento ospita produzioni di varie dimensioni, tra cui piccole perle come Vampire Survivors e Gang Beasts. Anche quando pensiamo al multiplayer, Game Pass riesce senza sforzi a riunire community di appassionati, come nel caso del Darktide di Fatshark, giunto sulla versione PC del servizio lo scorso novembre. Forti di queste certezze legate al bacino d'utenza, le piccole realtà sono più inclini a correre dei rischi creativi, a realizzare davvero i prodotti desiderati, anche tramite un apposito programma di sviluppo in cloud di recente introduzione: ID@Azure.
You Suck at Parking, Turbo Golf Racing e Valheim - tutti provenienti da sviluppatori europei - sono usciti grazie al programma e hanno debuttato su Game Pass per veder crescere le rispettive community cross platform più velocemente, possibilità queste che fino a qualche anno fa sarebbero state, semplicemente, impensabili.
The Last Case of Benedict Fox
In uscita il prossimo 27 aprile su Xbox Series X/S, PC e Game Pass, The Last Case of Benedict Fox (qui la nostra prova di The Last Case of Benedict Fox) ci ha messo molto poco a intrigare stampa e pubblico con le indagini dell'omonimo investigatore e del demone a cui è misteriosamente legato. Ben Fox, come i suoi creatori adorano chiamarlo, offre un'esperienza metroidvania dal sapore lovecraftiano e vede il protagonista (autoproclamatosi detective) far luce sulla dipartita del suo stesso padre.
Oltre a curiosare per la lussuosa villa al centro del racconto - sarà infatti il nostro HUB principale - il coraggioso giovane è in grado di esplorare i ricordi delle persone defunte grazie ai poteri del compagno demoniaco, così da scoprire preziosi indizi sul passato di questi individui e far luce sugli eventi più macabri e amari della loro esistenza. Legata alla seconda ora dell'avventura, la sezione di gameplay ci ha mostrato un Ben già dotato di alcune abilità e già entrato una prima volta nel Limbo del padre, una figura dai tanti misteri e dedita all'occulto, come ben sottolinea il ritrovamento di un Golem che l'uomo stava tentando di portare in vita. Proseguendo nell'indagine, Ben è tornato nel Limbo e ha rinvenuto un medaglione di sua nonna, un oggetto che emanava la rabbia e il risentimento di suo padre per gli abusi subiti dalla perfida madre. Più tardi il ragazzo è incappato in un altro ricordo doloroso, col genitore seduto col capo chino sul suo letto dopo l'ennesima sfuriata della donna. In seguito il protagonista si è avventurato nella cosiddetta Twilight Zone, un luogo privo di colori e pervaso dal male presente nel Limbo. Benedict ha trovato una sua fotografia di quando militava nell'Organizzazione, un gruppo di vigilanti dell'occulto, e il fatto che il padre la possedesse significava una sola cosa: sapeva che il figlio fosse ancora in vita e nonostante questo - a quanto pare - potrebbe non averlo mai contattato.
Oltrepassando crepacci e addentrandosi in foreste oscure attraversate da fiumiciattoli, il giovane si ritroverà a combattere con numerose creature e a ricorrere ai poteri del suo demone per sopravvivere. Dovremo infatti attendere il momento giusto prima di lanciarci in un'offensiva efficace e capire sia quando schivare un attacco - la cui direzione verrà indicata da un fascio di energia rossastra - sia quando emanare uno scudo violaceo, così da stordire l'avversario per poi bersagliarlo con alcuni fendenti della lama.
Potremo inoltre afferrare nemici umanoidi con fasci di energia demoniaca, per poi lanciarli in aria ed eliminarli a colpi di pistola, o tramutarci in pietra, così da incassare gli attacchi degli avversari senza conseguenze o addirittura travolgerli. Tornando alla villa, potremo sia raccogliere ulteriori indizi sul padre di Ben che interagire con degli NPC di vario genere. Il mercante di pozioni, intrugli e bombe ci permetterà ad esempio di potenziare strumenti come il Kogai Pin, necessario ad aprire porte mostruose dalle serrature dentate o a stordire gli opponenti, mentre l'affascinante tatuatrice ci invoglierà a spendere l'Inchiostro raccolto dai mostri sconfitti per potenziare i differenti poteri demoniaci.
Questi ci serviranno non solo contro le mostruosità ma per affrontare gli stessi membri dell'Organizzazione, all'apparenza più coriacei e furbi rispetto alle emanazioni oscure del Limbo.
Se a ciò aggiungiamo la presenza di puzzle ed enigmi utili non solo ad aprire nuove aree ma a fare scoperte legate alla trama, è lecito ipotizzare che Plot Twist sia riuscita a creare un'esperienza più profonda e stratificata del previsto, divisa in eguali misura tra scontri a base di poteri da combinare e misteri da svelare. Nell'ultima parte della presentazione, per intenderci, Benedict ha affrontato un mini-boss, rianimato il Golem del padre eseguendo un rituale con gli oggetti opportuni e lottato per la vita con un essere gigantesco, di chiara ispirazione Lovecraftiana, in uno scontro diviso in tre fasi di difficoltà crescente. Resta alta la curiosità di esplorare le intricate memorie dei defunti, sia per apprezzare pienamente la bontà di una direzione artistica che al momento ci è parsa francamente deliziosa, sia per sincerarci dell'efficacia di questa interessante ricetta ludica. A proposito delle fonti di ispirazione del gioco, il Creative Director Bartek Lesiakowski ha raccontato di non aver guardato solo alle opere di H.P. Lovecraft, ma anche ai film Noir degli anni '40 e '50, al mondo della musica jazz e ai classici della tragedia greca: con questi presupposti, il fatto che The Last Case of Benedict Fox abbia una personalità così spiccata stupisce ancora meno.
Everspace 2
Everspace 2 esce il 6 aprile su PC e Game Pass e in estate su Xbox Series X/S, è il più grande e ambizioso progetto di Rockfish Games, ed è in sviluppo da cinque anni. Al contrario del predecessore, che era un roguelike lineare, il nuovo gioco è un action RPG nel vero senso del termine e ci vedrà impersonare Adam, un pilota di navicelle spaziali.
Michael Schade, il CEO dello studio, si è detto molto felice della storia, che offrirà ben 4 ore di dialoghi e ci chiamerà a sperimentare una fragile pace tra alieni e umanità: temibili forze in gioco infatti faranno di tutto per infrangerla e Adam dovrà collaborare con sei compagni (potenziabili) per far fronte alle minacce in agguato.
Usando i jump gate per saltare a velocità inimmaginabili da un sistema stellare all'altro avremo l'opportunità di esplorare più di 100 location realizzate a mano, tra città futuristiche, pianeti ricoperti di lava o mari ghiacciati custodi di molti segreti (anche sott'acqua). Gli addetti ai lavori hanno riempito i mondi di punti di interesse, strutture aliene e puzzle da risolvere, così da regalare ai completisti diverse decine d'ore di contenuti.
Se la varietà e l'impasto ludico riusciranno a sostenere questo quantitativo smisurato di attività lo scopriremo solo in sede di recensione, ma possiamo dirvi che ciò che abbiamo visto ci ha lasciato sensazioni positive a riguardo.
Everspace 2 offre 9 differenti classi di navi (con rispettivi punti di forza e debolezza) colorabili a piacimento e personalizzabili con armi sempre più potenti e strumenti d'ogni sorta, in accordo con la natura looter shooter della produzione. Raggi laser, fasci d'energia elettrica e raffiche di proiettili: gli scontri tra i campi di asteroidi illuminati da stelle non sono avari di esplosioni e manovre evasive e potranno essere sperimentati anche con una visuale dal cockpit molto convincente. Pensate infatti che saremo in grado di interagire con la strumentazione - che funziona davvero! - e in generale vivere un'esperienza in soggettiva degna di questo nome. Gli oggetti acquisiti potranno essere smantellati o rivenduti a un prezzo più alto, e non manca nemmeno l'opzione di compararli ad altri, così da poter decidere più facilmente come impiegarli. Armi e strumentazioni avranno diversi livelli di rarità, con quello leggendario strettamente legato ai contenuti endgame (che si sbloccheranno dopo circa 30 ore di gioco). Citiamo a tal proposito i Rift con difficoltà selezionabile dal giocatore: più sarà alta, più il loot al loro interno sarà prezioso. Divise in quattro stage differenti con relativi boss, queste attività dovrebbero spingere a dare un assetto offensivo e difensivo sempre migliore al proprio velivolo spaziale.
Planet of Lana
La vita di Lana, una ragazzina di appena 11 anni, viene sconvolta quando il tranquillo villaggio di pescatori in cui abita subisce l'assalto di perfide macchine. La piccola quindi intraprende un viaggio per salvare gli abitanti del luogo e sua sorella maggiore, che la porterà a esplorare il pianeta che ha dato il titolo al gioco di Wishfully.
Questa esperienza definita come una cinematic puzzle adventure uscirà nella primavera del 2023 e chiamerà i giocatori a collaborare con Mui, una specie di cagnolina aliena dalle portentose abilità. I limiti dell'una verranno colmati dai talenti dell'altra e viceversa, così da dar corpo a una ricetta ludica che speriamo possa mantenersi sufficientemente varia per tutta la durata del racconto.
Ispirata a gioielli del calibro di Limbo e Inside, così come alle produzioni dello studio Ghibli - e ciò si evince soprattutto dalla sua direzione artistica - quest'avventura ci vedrà esplorare differenti ambientazioni, tra cui l'area paludosa al centro del gameplay mostratoci. È in questo luogo infatti che Lana realizza come Mui sia spaventata dall'acqua, al punto tale da non voler proseguire il viaggio.
Inizialmente la giovane non fa altro che tuffarsi nella pozza, per poi salire su una sporgenza e recuperare un tronco d'albero per far spostare la piccola compagna, ma la situazione si rivela ben presto più articolata. In primis, la pelosetta riesce a compiere balzi poderosi per giungere lì dove Lana non potrebbe, così da passarle una liana per permetterle di continuare la scalata.
Per ricambiare il favore, la bambina si avvicina a delle radici nere e senzienti che si trovano su una roccia nei pressi dell'acqua. Il vegetale quindi si ritrae e "produce" un ponte naturale all'altra estremità della roccia, che Mui usa per spostarsi. Le cose si complicano quando la coppia giunge nei pressi di un essere gigantesco dal corpo di medusa, che coi suoi tentacoli succhia via l'acqua dalle pozze. La fida compagna di Lana può ipnotizzare queste creature e quindi modificare in tempo reale il livello del liquido, con tutte le implicazioni del caso legate ai puzzle da superare. In buona sostanza, la varietà situazionale non sembra mancare, nemmeno sul fronte narrativo. Poco dopo infatti Lana e Mui si avvicinano a un'astronave abbandonata da centinaia di anni che nasconde numerosi segreti e la riattivano con una pietra di energia dai poteri misteriosi.
I rumori dei macchinari che si riattivano producono delle sonorità sorprendentemente piacevoli ed evocative, proprio come quelle dei componimenti a firma di Takeshi Furukawa (non a caso è sua OST di The Last Guardian). Ogni aspetto del comparto sonoro - incluse le frasi di Lana pronunciate in una lingua sconosciuta creata da zero dagli sviluppatori - giocherà insomma un ruolo chiave all'interno del viaggio, che assumerà toni sempre più oscuri nelle fasi avanzate.
Lightyear Frontier
Lightyear Frontier è nato dalla creatività di tre studenti universitari, che nel giro di altrettanti anni sono ormai parte di un team - Frame Break - che ospita 14 persone. Il piccolo collettivo vuole rompere le barriere tra generi e riunire giocatori: da qui l'idea di ambientare un farming game su un pianeta alieno, pieno di strane rovine e neanche a dirlo risorse da raccogliere e sfruttare... alla guida di un mech.
A quanto pare nell'esperienza completa sarà possibile scendere dal mezzo bipede equipaggiato con gadget e armi, ma nel corso della presentazione nulla ci è stato mostrato al riguardo. Lightyear Frontier è stato pensato sia per la dimensione single player, sia per la co-op multiplayer, giacché prevede di poter invitare sino a 3 amici sul proprio pianeta. Coi compagni le risorse si accumuleranno più in fretta, a vantaggio dell'espansione della fattoria, che potrà essere decorata con carretti, barbecue, panchine e una moltitudine di elementi estetici.
Vitale in tal senso sarà la costruzione di strutture connesse all'ottenimento di specifiche risorse, che si potranno ricavare anche dalle care vecchie coltivazioni. Basterà sparare i semi giusti direttamente nel terreno con l'ausilio del mech per veder crescere piante e, di conseguenza, ulteriori risorse.
Una volta piazzata una torre radio inoltre si potranno contattare gli abitanti dei pianeti limitrofi, che permetteranno al protagonista di apprendere nuove conoscenze per migliorare la fattoria. I tramonti coloreranno le spiagge d'arancio e le piogge battenti getteranno un'ombra grigia sulle valli altrimenti verdeggianti: la vita in Lightyear Frontier non sarà delle più facili ma al contempo saprà regalare grandi soddisfazioni, vista la presenza di antiche rovine aliene sparse in tutto il pianeta. Coloro che lo vorranno insomma potranno conoscere la storia della popolazione che lo abitava ma per farlo dovranno superare ostacoli che al momento non conosciamo. Sta di fatto che la sci-fi farming adventure firmata da Joakim Hedstrom e i ragazzi di Frame Break merita di essere tenuta d'occhio, come vi avevamo già suggerito anche nella nostra prima prova di Lightyear Frontier.
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