Fable: storia ed evoluzione della serie aspettando il gioco per Xbox Series

Dopo l'annuncio del nuovo Fable, riscopriamo le caratteristiche della serie Lionhead che non dovranno mancare nel gioco per Xbox Series X.

Fable storia della saga
Speciale: Multi
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • Xbox One X
  • Xbox Series X
  • Assieme a quella di Scalebound, la cancellazione di Fable Legends, con conseguente chiusura del compianto studio Lionhead, è ancora oggi una ferita aperta per i fan storici e per i possessori della console di Xbox, che durante l'attuale generazione di console hanno effettivamente visto colare a picco il numero di esclusive presenti sulla macchina di Redmond, soprattutto per quel che concerne il genere RPG. Sin dal 2004, del resto, il brand di Fable aveva accompagnato la prima Xbox e l'indimenticabile Xbox 360, divenendo a tutti gli effetti - e al pari di Halo - uno dei principali portabandiera della console verdecrociata.

    Auspicato dai fan e rumoreggiato per anni, il ritorno del franchise appariva come una specie di chimera, almeno finché Microsoft, in occasione del Xbox Games Showcase atto a presentare al pubblico una piccola parte dei titoli previsti dalla line-up di Xbox Series X, non ha confermato che il nuovo episodio della serie è attualmente in via di sviluppo presso Playground Games. Non avendo potuto ammirare da vicino il prodotto, di cui effettivamente non sappiamo ancora nulla, vi proponiamo un viaggio retrospettivo alla riscoperta di Fable e delle peculiari caratteristiche che speriamo vengano riproposte anche nel gioco confezionato dai creatori della saga di Forza Horizon.

    Una fiaba senza limiti

    Ci sembra ancora ieri quando gli sviluppatori, attraverso il sito ufficiale di Big Blue Box (un team satellite di Lionhead), provarono a spiegare l'obiettivo e i limiti di Fable. Stando ai testi, lo scopo principale dell'episodio originale della saga era quello di far sviluppare al giocatore il proprio personaggio ideale, indipendentemente dal fatto che questo desiderasse il più classico degli eroi o un depravato signore della guerra.

    Dopotutto, le scelte effettuate dall'utente sin dai primi capitoli della campagna alteravano in maniera significativa il mondo di gioco, che a differenza della stragrande maggioranza degli RPG al tempo in commercio non era assolutamente predeterminato. Questo significa che, nonostante il titolo avesse una storia ben definita, il fittizio e simulato mondo di Albion aveva invece un ciclo di vita completo che l'utente, con le proprie azioni, poteva sconvolgere in vari modi: acquistare terreni e locali, impossessarsi del carico di una nave (alterando poi i prezzi dei beni distribuiti secondo le leggi della domanda e dell'offerta) erano infatti solo alcune delle infinite possibilità offerte al giocatore.

    La caratteristica più accattivante e distintiva di Fable era dunque incarnata dall'allineamento potenzialmente benevolo o, al contrario, totalmente maligno del protagonista, che a lungo andare si ripercuoteva persino sull'aspetto fisico del personaggio:

    se il candido e luminoso eroe acclamato dal popolo conservava i tratti di un essere umano, la cui rettitudine era addirittura accentuata da una vistosa aureola e da sciami di farfalle, un individuo corrotto e votato a omicidio e distruzione assumeva man mano le caratteristiche tipiche dei demoni, come ad esempio le corna da satanasso, gli occhi infossati e insanguinati, la pelle pallida, e così via. Non per nulla, Fable poneva costantemente il giocatore dinanzi a scelte morali all'apparenza insignificanti, come derubare e aggredire gli NPC invece di guadagnare onestamente il denaro e risolvere le dispute col dialogo, ma che a lungo termine assumevano una portata assai maggiore e soprattutto andavano a impattare sul modo in cui il protagonista era visto e approcciato dal popolino di Albion, con conseguenze spesso inaspettate e non proprio pacifiche.

    Del resto, la storia del protagonista, che nelle prime ore dell'avventura diveniva un orfano, per poi ricevere un addestramento completo nei pressi della cosiddetta Gilda degli Eroi, si sviluppava in maniera realistica e coinvolgente in ambedue i casi, invogliando i giocatori a sperimentare ambedue gli approcci, al fine di "vivere" in prima persona tutti i possibili e radicali mutamenti narrativi provocati dalle tante decisioni adottate lungo il percorso.

    Nel segno di Enrico VIII

    Presenti anche nel primo e controverso Fable, alcune delle più memorabili meccaniche del brand vennero comunque sviluppate e ampliate a dovere soltanto dai suoi ben più meritevoli seguiti, che non a caso valsero alla serie un posto nell'Olimpo del gioco di ruolo occidentale. Tra queste non possiamo non menzionare la ricerca della fama e soprattutto le interazioni sociali col vasto universo di NPC, che portavano persino alla creazione di una o più famiglie sparpagliate in tutta Albion.

    Se nel Fable originale era possibile abbandonarsi ad attività sessuali soltanto dopo il matrimonio col partner, il secondo e terzo episodio donarono al giocatore una libertà incondizionata e, ludicamente parlando, ammaliante: non solo il giocatore poteva ora concedersi dei rapporti sessuali con qualsiasi personaggio sedotto, ma il mondo di Fable si apriva alla poligamia, all'omosessualità, al sesso non coniugale o extraconiugale, e persino alla necessità di praticare del sesso protetto. Anche perché, in caso contrario, le scorribande tra le lenzuola potevano portare malattie sessualmente trasmesse o al concepimento di figli a proprio carico, con conseguenze potenzialmente gravi sulle finanze del giocatore (o dei giocatori, nel caso la prole fosse il risultato di uno "scambio di attenzioni" su Xbox LIVE)

    Come se la "varietà" degli intrallazzi non fosse già abbastanza memorabile, soprattutto per l'epoca, i mattacchioni di Lionhead non esitarono neanche per un istante a sublimare la suddetta componente con la loro squisita e indimenticabile vena umoristica.

    A distanza di tanti anni, è infatti impossibile dimenticare alcune delle attività richieste per ottenere determinati trofei di Fable II e Fable III: "Lo schiaccianoci", per esempio, imponeva al giocatore di colpire ben 25 vittime all'inguine, mentre "Enrico VIII" chiedeva di sposarsi addirittura sei volte dopo essere saliti al trono e di togliere la vita ad almeno due coniugi. Un comportamento un po' macabro e discutibile, ma che tra le altre cose contribuiva a delineare la personalità dell'avatar, soprattutto nel caso in cui questo fosse malvagio e corrotto.

    Da straccione a sovrano di una nazione

    Proseguendo con l'analisi delle meccaniche fondamentali e più apprezzate di Fable, è tempo di parlare dei mestieri e soprattutto dell'attività immobiliare, che negli ultimi due episodi avevano assunto un'importanza primaria, soprattutto nelle fasi avanzate dell'avventura. Questo perché, se nel primo Fable il denaro era ottenibile perlopiù come ricompensa per il completamento delle quest, nei successivi le cose cambiarono parecchio.

    Già a partire da Fable II, infatti, per rimpinguare le proprie tasche divenne necessario dedicarsi a lavori onesti, come quello del fabbro, del barista o del taglialegna, oppure portare avanti delle attività talvolta riprovevoli, come il cacciatore di taglie, l'assassino e il commerciante di schiavi. La compravendita o comunque l'appigionamento di immobili rimase l'attività remunerativa più divertente ed efficace, soprattutto nelle fasi di endgame, dove la necessità di mettere le mani su equipaggiamenti costosi e i doveri verso le varie famiglie (specie se numerose) in ogni dove richiedevano un notevole sforzo economico.

    Dal momento che Fable III rappresentava la naturalissima estensione del secondo episodio, ai fan della saga i due capitoli pubblicati su Xbox 360 avrebbero potuto sembrare quasi identici, se non fosse per una trovata geniale e ben contestualizzata. Nel corso della campagna, che era divisa in due parti ben distinte, al giocatore era affidato il compito di detronizzare il corrente sovrano di Albion, per poi prenderne il posto nella seconda metà dell'avventura, con tutte le conseguenze e le responsabilità dovute alla corona.

    Nei panni del re, l'utente aveva infatti il delicato compito di ascoltare il popolo e amministrare la giustizia, in modo tale da punire i criminali, abolire o consentire lo sfruttamento minorile, assegnare incarichi di rilievo a persone fidate e mantenere le promesse fatte durante la rivoluzione; in caso contrario, il protagonista si sarebbe trasformato a sua volta in un tiranno temuto e disprezzato dai suoi stessi sudditi, con ripercussioni sulla trama permanenti e assai più gravi di quelle viste nelle prime due incarnazioni del brand.

    Anche perché l'intreccio narrativo, ad un certo punto, poneva tutto il peso del mondo sulle spalle del giocatore, che per poter fronteggiare un imminente minaccia aveva appena un anno di tempo per accumulare 6.500.000 monete d'oro nelle casse statali e finanziare completamente la difesa di tutto il regno di Albion, al fine di minimizzare le vittime civili. Un compito non facile e che alle volte, al fine di non sprecare denaro, costringeva il sovrano a scendere a compromessi non facili e a prendere decisioni malviste dal popolo.

    Il nuovo Fable di Playground

    Annunciato con un breve teaser trailer in occasione del recente Xbox Game Showcase, il nuovo Fable in via di sviluppo presso Playground Games potrebbe essere in realtà qualsiasi cosa, tant'è che in rete vi è addirittura chi sostiene si tratti di un MMO (rumor poi smentito). In attesa che Microsoft o il team di sviluppo parli in maniera dettagliata del progetto, il nostro sincero augurio è che il prossimo Fable sia invece un action RPG single player - magari con modalità mutiplayer, come la trilogia originale - che possa ereditare e preservare tutte le caratteristiche che abbiamo amato dei titoli Lionhead.

    Poco importa se questo si chiamerà Fable 4 o se invece sarà una ripartenza integrale, anche perché, dal momento che i Fable originali non erano troppo collegati tra loro (segnaliamo che il secondo e terzo episodio erano ambientati rispettivamente 500 e 550 anni dopo il capostipite), tra le due potenziali soluzioni non vi sarebbero importanti differenze narrative.

    Reboot o meno, è quindi essenziale che il prodotto mantenga gli elementi caratteristici che hanno segnato indelebilmente la storia di Fable, come la grande libertà di scelta con impatto spesso grave sul mondo di gioco, l'aspetto e il peso del personaggio modificato non solo dall'età o dalla quantità di cibo ingerito, ma anche dall'allineamento e dalla moralità, per non parlare della compravendita di edifici e terreni, del ciclo giorno/notte che altera il comportamento e la routine dei paesani, senza dimenticare le meccaniche legate al sesso, al matrimonio e alla gestione della prole.

    Assolutamente indispensabile è infine la conservazione dell'esilarante vena comica della serie, da sempre capace di generare situazioni di irresistibile ilarità. Dopotutto, Fable non sarebbe Fable senza i rutti, le ballate e tutti gli altri gesti necessari ad irritare o divertire gli NPC, per non parlare dell'immancabile costume da pollo indossabile dal protagonista. A giudicare dai toni assunti dal teaser trailer, in cui la storia di una graziosa e dettagliatissima fatina felice e spensierata termina inesorabilmente tra le fauci di un simpatico rospo, almeno la carica squisitamente spiritosa del franchise sembrerebbe essere rimasta la stessa, il che ci fa ben sperare circa le intenzioni dello sviluppatore e della stessa Microsoft circa l'eredità della serie.

    Sebbene Fable sarà in tutto e per tutto il primo action RPG sviluppato da Playground Games, l'esperienza che il team britannico ha accumulato in materia di open-world potrebbe portare al concepimento di un mondo incredibile, suggestivo e sempre attento ai vari fattori in grado di influenzare la luminosità e l'ambiente naturale, come ad esempio la diversità di precipitazioni e gli effetti del vento sul paesaggio. Certo è che questa, per lo studio, sarà una scommessa importantissima e senza precedenti, poiché sarà chiamato a dimostrare la propria validità e versatilità in un campo finora inesplorato e ben lontano dai circuiti automobilistici che gli sono valsi fama e rispetto in tutto il globo.

    Quanto attendi: Fable

    Hype
    Hype totali: 119
    81%
    nd