Far Cry 6: Anton Castillo, la visione del dittatore e il Paradiso di Yara

Anton Castillo, interpretato da Giancarlo Esposito, è il crudele dittatore alla guida di Yara: scopriamo chi si cela dietro il villain di Far Cry 6.

Far Cry 6: Anton Castillo, la visione del dittatore e il Paradiso di Yara
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  • Con il sesto capitolo della saga, l'armata di folli e psicopatici villain di Far Cry accoglie tra le sue fila una nuova recluta. Anton Castillo, interpretato per l'occasione da Giancarlo Esposito (Breaking Bad; The Mandalorian), travolge i giocatori con l'oppressione del suo violento regime. Dittatore di un'isola tropicale ispirata per diversi aspetti a Cuba, El Presidente - così si presenta al popolo - ambisce a trasformare l'atollo in un idilliaco paradiso. Una definizione alquanto opinabile, se teniamo conto delle efferatezze e delle cruente brutalità che per suo ordine affliggono la quotidianità di Yara. Tra i campi di tabacco di questo immaginaria area del mondo scorrono infatti copiosi fiumi di sangue, alimentati da coloro che periscono in una civiltà frammentata, senza pietà né per i ferventi oppositori della dittatura né per coloro che si limitano a cercare di sopravvivere.

    In questo articolo ci avventureremo alla scoperta del regime instaurato da Anton Castillo: per ovvie ragioni, seguiranno moltissimi spoiler su Far Cry 6, siete avvertiti!

    Il paradiso ha un prezzo

    Quello che sta accadendo a Yara è evidente sin dalle prime battute di Far Cry 6: l'isola è l'unico luogo al mondo a possedere le conoscenze necessarie a produrre un miracoloso farmaco salvavita, in grado di contrastare il cancro. Si tratta del frutto di una ricerca condotta con metodi decisamente porco ortodossi, ma di questo parleremo più avanti. Per il momento ci basti sapere che l'elemento chiave della formula è rappresentato dal tabacco coltivato nelle sempre più ampie piantagioni dello Stato.

    Yara o Cuba?L'immaginario di Yara è innegabilmente figlio di Cuba, ma le vicende narrate da Far Cry 6 non ripercorrono la tormentata storia dell'isola. Alcuni rimandi sono piuttosto evidenti, in particolare l'embargo decennale imposto all'isola in seguito alla prima rivoluzione del 1967. Per il resto, tuttavia, l'atollo caraibico immaginario vanta una propria identità narrativa, laddove le ambientazioni e la direzione artistica rievocano invece con forza il mondo cubano.

    Piantagioni che richiedono un'immensa manodopera per essere adeguatamente coltivate. Ma mantenere un regime dittatoriale, si sa, ha i suoi costi: propaganda, sicurezza, contrasto ai rivoltosi e approvvigionamento di armi sono soltanto alcune delle voci di spesa del bilancio pubblico di Castillo. Come se non bastasse, le risorse disponibili sono poche, con Yara sprofondata nella povertà a causa dell'embargo che la affligge da 47 anni, il tempo trascorso dalla rivoluzione che la travolse nel 1967. Eppure per edificare il "paradiso" che l'uomo sogna, produrre il portentoso Viviro è essenziale. È così che emerge nella propaganda del regime l'immagine del "vero Yarano", il cittadino fedele al Paese prima che ad ogni altra cosa e che risponde con gioia alla chiamata alla ricostruzione della propria patria.

    Un'identità bidimensionale che si contrappone allo spregevole "falso Yarano", etichetta che nel glossario di El Presidente assume di volta in volta sfumature differenti.

    Falsi Yarani sono i guerriglieri di Libertad che contrastano il suo esercito, ma anche le giornaliste che pongono domande scomode, senza dimenticare comuni cittadini colpevoli di appartenere ad una delle molteplici declinazioni possibili dell'espressione "minoranza". Ma in cosa si traduce concretamente questa distorta (di)visione della società Yarana?

    A spiegarlo è sufficiente la sequenza introduttiva di Far Cry 6. In un solenne discorso alla nazione, Anton Castillo proclama l'istituzione di una vera e propria lotteria, tramite la quale, periodicamente, saranno selezionati i fortunati Yarani destinati a contribuire alla nascita del suo paradiso. Nella teoria, la sorte può chiamare chiunque, persino Diego, il tredicenne figlio di El Presidente, ma nella realtà le cose sono ben diverse. Tanto in pieno giorno quanto con il favore delle tenebre, l'esercito di Castillo mette in atto un violento rastrellamento volto a reclutare con la forza i futuri schiavi delle piantagioni di tabacco destinato a diventare Viviro. Opporre resistenza? Chiaro atteggiamento da Falso Yarano: la punizione è un'esecuzione sommaria.

    La "Coscrizione del Paradiso" non colpisce ovviamente con casualità, ma è accuratamente pilotata in direzione degli oppositori del regime, che siano politici, docenti, contadini, industriali o giornalisti. Il sogno del paradiso si abbatte con altrettanta ferocia anche su coloro che si trovano ai margini della società: orfani, reietti e vagabondi sono i mattoni perfetti sui quali edificare una società prospera e realizzata. Del resto, nel discorso tenuto al momento della sua elezione, Anton Castillo lo aveva dichiarato: "Yara non mi ha eletto per fare ciò che è facile, ma per fare ciò che è giusto".

    Il Viviro

    Dietro la nascita del miracoloso farmaco per la lotta al cancro non vi è il genio degli scienziati di Yara, quanto piuttosto la loro spregiudicatezza. Il Viviro funziona, certo, se non altro almeno fino a che il corpo del paziente non cessa di rispondere al trattamento. Tuttavia, dietro la sua scoperta c'è qualcosa di molto differente dagli standard di ricerca e approvazione dei processi farmaceutici che caratterizza il mondo contemporaneo.

    Responsabilità sociale d'impresaImmaginando una sostanza con effetti tossici calata in grande quantità su campi agricoli, Far Cry 6 non si allontanatroppo dalla cruda realtà di diverse aree del mondo reale. È sufficiente prestare ascolto ai report diffusi periodicamente dalle grandi associazioni internazionali per i diritti umani per ritrovarvi - ad esempio - storie di minori che lavorano in piantagioni trattate con pesticidi e fertilizzanti dagli effetti tossici. Privi di adeguate protezioni, sviluppano negli anni gravi problemi cutanei e respiratori.

    Anton Castillo dipinge così il frutto della ricerca realizzata sull'isola: "Il più efficace trattamento per il cancro della storia del mondo. Cresce nel nostro prezioso tabacco, modificato con il più puro dei fertilizzanti. Il Viviro è la chiave per ricostruire il paradiso". Ma nel corso della storia di Far Cry 6, i giocatori possono scoprire quanto poco sia calzante tale descrizione. Abbiamo già parlato di come cittadini poveri, emarginati e oppositori finiscano per essere utilizzati come schiavi nelle piantagioni di tabacco di Yara. Al quadro possiamo ora aggiungere un ulteriore dettaglio: il "più puro dei fertilizzanti" non è altro che un potente veleno, noto come PG-240.

    Nonostante la forte tossicità, quest'ultimo viene sparso in grande quantità sulle piantagioni dell'isola, intossicando sia coloro che vi lavorano sia chi vive in prossimità degli impianti di produzione. Avete avvistato una scenografica nuvola rossa nella sequenza di apertura di Far Cry 6? Bene, fate attenzione a chi indossa una maschera filtrante, ma anche e soprattutto a chi non la indossa, e con quali conseguenze.

    Ma potremmo anche parlare di come è stato scoperto il Viviro. Nessun protocollo, nessun vincolo etico o legale: per accertarsi dell'effettiva efficacia della prodigiosa scoperta la strada scelta dal regime di Yara è stata quella dei test clandestini. Condotti tra prigionieri politici, persone sole o indigenti, questi ultimi hanno fatto risuonare di orrore laboratori nascosti e strutture protette dalle autorità militari.

    L'uomo dietro El Presidente

    Da dove ha avuto origine la ferocia di Anton Castillo? In verità, nel tratteggiare i personaggi di Far Cry 6, l'avventura open world non ci ha offerto molti dettagli sul passato di El Presidente. Sappiamo però che il padre, giunto in passato alla guida di Yara, aveva condotto il Paese alla rovina, scatenando così la violenta rivolta del 1967. All'apice del movimento di protesta, i guerriglieri avevano fatto prigioniero sia il Presidente Castillo sia suo figlio tredicenne Anton. Imprigionato e sottoposto a torture, il capo di Stato era infine stato assassinato, mentre il figlio, prigioniero nella cella accanto, era riuscito a sopravvivere. Nella parte di mandato che viene dipinta dall'avventura videoludica, El Presidente è ormai prossimo alla morte.

    Colpito da una letale forma di leucemia, ha potuto usufruire per circa sei mesi degli effetti curativi del Viviro, prima che il suo corpo cessasse di rispondere alla terapia yarana. Consapevole del fatto che non gli resta ormai molto tempo, l'uomo dietro al dittatore desidera che il figlio Diego sia pronto a prendere il suo posto e portare avanti la ricostruzione del suo paradiso in terra. Il tredicenne, tuttavia, non condivide i metodi brutali del padre né la sua ideologia. Combattuto tra il legame di sangue e le sue convinzioni, il ragazzo non riuscirà a prendere una posizione davvero netta nel corso della vicenda, anche se contribuirà con le sue azioni a salvare la vita della protagonista Dani Rojas.

    Con la guerriglia di Libertad che ottiene sempre più successi, la vita che spira e il suo erede sempre più lontano, Castillo non si fa scrupolo a utilizzare i metodi più meschini e violenti per persuadere Diego ad apprendere l'arte del controllo autoritario. Tra gli esempi più lampanti troviamo una delle sequenze più riuscite del titolo, che vede - nelle fasi iniziali - il tentativo del ragazzo di abbandonare l'isola e fuggire negli USA.

    I voli della morteLa violenza della scena che vede gli Yarani in fuga condannati all'oblio degli abissi ci ha riportato alla mente l'efferatezza della dittatura militare che ha terrorizzato l'Argentina tra 1976 e 1983. Tra gli episodi più cruenti messi in atto dal regime, si ricordano i cosiddetti "voli della morte", con i quali centinaia di oppositori trovarono la fine. Sedati e drogati, questi ultimi venivano infatti gettati in mare, ancora vivi, da aerei ed elicotteri militari, andando ad aggiungersi ad una schiera di migliaia di desaparecidos.

    L'imbarcazione usata dal ragazzo, ovviamente travestito per non svelare la sua reale identità, è colma di altri profughi in cerca di salvezza oltremare. Scoperta dalle forze speciali, la nave viene tuttavia assaltata dall'esercito, con Anton Castillo in persona a fare il suo ingresso nella stiva. Per punire il figlio della sua disobbedienza e mettere a tacere ogni eventuale testimonianza sull'accaduto, El Presidente dà l'ordine di affondare la nave, per seppellire e celare per sempre tra le acque tutti i presenti.Dopo aver vissuto l'intera parabola della caduta di Anton Castillo, i sentimenti del dittatore restano un mistero non del tutto svelato. L'uomo teneva a Diego come ad un figlio oppure vedeva il ragazzo come una mera estensione della sua persona, destinata a completare la sua missione di edificare un paradiso in terra yarana?

    Chiuso il sipario, ci sentiamo di propendere per la seconda opzione. Una volta raggiunto nella sua roccaforte ad Esperanza dai guerriglieri di Libertad, El Presidente chiede inizialmente protezione per il ragazzo.

    Nonostante le rassicurazioni offerte in tal senso da Dani Rojas, che eppure più volte si era esposta per salvare Diego nel corso di Far Cry 6, Anton Castillo decide invece di uccidere personalmente il ragazzo con un colpo di pistola, per poi togliersi la vita. L'atto di un padre che teme che il figlio possa essere sottoposto a tortura da parte degli oppositori, direbbe qualcuno. Oppure l'azione politica di un dittatore folle, che desidera infliggere un ultimo colpo al movimento di guerriglia, cercando di far ricadere su Dani Rojas la responsabilità della morte di un innocente tredicenne. Per approfondire, ricordatevi di leggere anche la recensione di Far Cry 6.

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