FIFA 19: il calcio come un film, l'ultimo Viaggio di Alex Hunter

Con la terza stagione de Il Viaggio in FIFA 19, Eletronic Arts conclude definitivamente la parabola sportiva di Alex Hunter...

FIFA 19: il calcio come un film, l'ultimo Viaggio di Alex Hunter
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  • Electronic Arts sa come rendere spettacolare il gioco del calcio. Ne riproduce la foga, l'adrenalina, lo spirito di competizione. E ne Il Viaggio, story mode smaccatamente cinematografico introdotto in FIFA 17, tutto è portato ai massimi livelli: un racconto che segue le logiche della narrazione filmica, presentandoci un protagonista a tutto tondo ed una cura per la messa in scena che, nelle cutscene realizzate con il Frostbite, a tratti fornisce l'illusione di assistere ad un film in CGI. Dopo gli eventi raccontati nella seconda stagione, Il Viaggio: Il ritorno di Hunter, contenuto all'interno di FIFA 18, lo studio statunitense cala il sipario sull'ascesa di una giovane stella della Premiere League che si è fatta le ossa, gol dopo gol, fino a raggiungere le vette del calcio mondiale. Il Viaggio: Campioni, terzo ed ultimo atto dello Story Mode presente in FIFA 19, ha dunque il compito di tirare le fila di una vicenda che prosegue, tra alti e bassi, ormai da tre anni. Consapevole del fatto che questo "season finale" dovrà rappresentare il climax conclusivo dell'epopea calcistica di Hunter, Electronic Arts fa le cose in grande, e sfrutta la licenza della Champions League per inscenare una storia che sia il più incalzante e coinvolgente possibile. Ebbene, ci riesce solo in parte...

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    I campioni di ieri e quelli di oggi

    Il Viaggio: Campioni inizia nel fango, tra il sudore e l'agonismo. Lontano dagli spotlight moderni, dalle pubblicità per le bevande, dai contratti multimiliardari, c'è un mondo racchiuso in un rettangolo verde, dove gli atleti si affrontano senza esclusioni di colpi. Lo Story Mode di FIFA 19 parte così, inquadrando il Calcio nella sua forma primigenia, più virile e potente, come lo era nella seconda metà del 900. E ci porta quindi sui campi in cui correva Jim Hunter, grande campione d'altri tempi, nonno del protagonista nonché modello di riferimento che ha permesso al nipote di intraprendere questo percorso sportivo, portandone avanti l'eredità. Giocheremo pochi minuti una partita dell'epoca passata, durante la quale la grana dell'immagine a schermo ci trasmette l'impressione di aver compiuto un "viaggio" a ritroso negli anni. La ricostruzione dell'atmosfera, ovviamente, è ai massimi livelli, ed il coinvolgimento del giocatore si muove di pari passo. Una volta insaccato il centesimo gol di Jim, un fast forward ci riporta al giorno d'oggi, focalizzandosi sul cammino di ascesa di tre promettenti atleti: Alex, sua sorella Kim, ed il suo migliore amico Danny Williams. Tutti, in qualche modo, condizionati dalla lezione di nonno Hunter. Una Superstar per la quale contava la prestazione in campo, prima dell'icona davanti alle telecamere. In alcuni frangenti, sembra quasi che FIFA 19 cerchi di stimolare un ritorno ad un calcio più "puro", meno imbellettato da tutti gli orpelli dello star system. Per inscenare diverse interpretazioni dello sport più bello del mondo, EA ha tripartito la narrazione, permettendoci di impersonare, di volta in volta, i tre protagonisti della storia.

    Ora la sceneggiatura non si concentra più esclusivamente su Alex, ma dedica largo spazio anche alla dimensione intima ed emotiva degli altri due personaggi che abbiamo imparato a conoscere negli episodi precedenti. Ognuno di loro porta con sé un modo tutto suo di intendere il "calcio". Ed è peculiare, ed anche un po' coraggioso, che sia proprio la storyline di Hunter a manifestare la visione più "decadente" della vita del calciatore. Alex, infatti, dopo aver ottenuto la fama internazionale tanto agognata, si ritrova circondato da un entourage che cura la sua immagine, la sua "apparenza".

    Così il nostro protagonista comincia a trascurare chi gli sta intorno, ad allontanarsi dall'anima più competitiva del suo mestiere. Esattamente l'opposto di quello che aveva fatto suo nonno. Dall'altro lato della barricata troviamo Danny, più sbruffone, vivace ed ingenuo che - a differenza dell'amico - ha appena iniziato a scalare la montagna del successo, e non è stato ancora accecato dalle luci del business. Williams è l'emblema del calcio come veicolo di autoaffermazione, di voglia di (stra)fare, mettersi in mostra non tanto sui cartelloni pubblicitari, quanto sul terreno di gioco. Per entrambi, la Champions League a cui ambiscono assume valori tanto simili quanto differenti: per Alex è la consacrazione definitiva, per Danny è la rivalsa dopo una vita da "eterno secondo". In mezzo, c'è Kim: appena 17enne, la ragazza ambisce già alla conquista della Coppa del mondo femminile.

    In lei si incarna la purezza di questo sport, intenso come un bellissimo sogno che si contrappone alla concretezza della vita reale. Nel corso della sua linea narrativa si scontrerà con la necessità di capire quale strada imboccare per il proprio futuro. D'altronde, scegliere la via del professionismo contro la solidità del collage è una decisione piuttosto ardua nel mondo del calcio femminile, che possiede una risonanza estremamente inferiore a quello maschile. Potremo vivere le tre trame seguendo l'ordine che preferiamo, sebbene il gioco ci suggerisca di volta in volta il corretto percorso da seguire per godere al meglio degli intrecci dello script: le vicende, del resto, finiranno costantemente per intersecarsi tra di loro, riuscendo addirittura ad influenzarsi a vicenda in base alle nostre scelte. Tra tutte, è quella di Kim l'esperienza narrativamente più soddisfacente: mentre Alex non va troppo oltre lo stereotipo della star che sta per perdere di vista i veri valori dello sport, Danny - benché più interessante rispetto all'amico - viaggia sui classici binari della rivalità familiare. La sorella del protagonista, invece, porta avanti una storia maggiormente originale, che ci fornisce anche uno sguardo sull'universo del calcio dalla prospettiva di una ragazza. Senza sfociare necessariamente in un manifesto della rivendicazione femminista, quella di Kim è la storia di un desiderio ardente che deve scontrarsi con le difficoltà di un futuro assai incerto.

    Allenarsi per vincere

    Se sul piano del racconto l'arco di Kim Hunter è il più gradevole, lo stesso non si può dire per quanto concerne il gameplay. L'atleta non è certo un prodigio del calcio, e riuscire ad esibirsi in una performance del tutto appagante, indossando i suoi scarpini, non sarà poi tanto facile, poiché, in termini di statistiche, Kim è senza dubbio la più scarsa del trio.

    Ludicamente, la terza stagione de Il Viaggio conserva le caratteristiche di quelle passate, in cui ci toccherà portare a termine specifici obiettivi in campo per ottenere i favori del mister e del pubblico. Ogni azione fallimentare o positiva sottrarrà o aggiungerà punti al nostro score di fine partita: maggiore sarà la valutazione, più alta sarà la possibilità di aumentare gli attributi a disposizione. In base alla struttura del gameplay, tenderemo a giocare ogni match in funzione del protagonista di turno, cercando di massimizzare il suo rendimento in campo. Vestire i panni di Alex e Danny, dal punto di vista della piacevolezza dei match, risulta indubbiamente superiore rispetto alle sequenze con Kim, considerata la più elevata maestria dei due calciatori palla al piede, un dettaglio che rende le partite più intense e tese. Tra un incontro e l'altro saremo poi chiamati ad effettuare svariate sezioni di allenamento, al fine di perfezionare le nostre skill ed aumentare le probabilità di entrare nella rosa dei titolari. Si tratta di mini sfide e gare di abilità che potranno anche essere simulate del tutto: il prezzo da pagare per la nostra pigrizia sarà un livellamento più lento rispetto al normale. Se nel complesso il sistema di follower e di obiettivi è rimasto pressoché il medesimo, nella storyline di Alex è stata aggiunta una nuova dinamica legata ai Mentori, ossia giocatori appartenenti al nostro stesso club con i quali instaurare un rapporto sempre più stretto, specializzandoci in un determinato stile di gioco e aumentando l'affinità con il partner. Quando l'intesa avrà raggiunto il massimo, potremo cimentarci anche in un "testa a testa" durante il quale sfidare il nostro mentore e dimostrare così chi è il vero campione. Nonostante una certa lentezza nell'avanzamento, avremo comunque un duplice incentivo per giungere ai titoli di coda: anzitutto, assistere alla gloria o al declino di Alex, Kim e Danny, ed in secondo luogo la possibilità di ottenere succose ricompense da utilizzare nelle varie modalità di FIFA 19, tra cui - chiaramente - anche l'immancabile Ultimate Team.

    Il prossimo viaggio

    Se Il Viaggio: Campioni scrive la parola "fine" sul cammino calcistico di Hunter, costellato di successi, cadute e apparizioni di grandi campioni, ciò non significa che la modalità sia destinata a scomparire in futuro. Nei piani di EA lo Story Mode di FIFA dovrebbe tornare anche nei prossimi episodi, sebbene al momento non ci è dato sapere in che forma. La prima ipotesi vedrebbe la presenza di un nuovo protagonista, forse di nazionalità diversa da quella inglese; non è da escludere, inoltre, che lo stesso tocco fortemente cinematografico possa mantenersi intatto anche con un personaggio con fattezze modellate secondo le nostre preferenze.

    È presumibile che, in quest'ultimo caso, la resa grafica complessiva potrebbe essere leggermente inferiore: il livello di motion capture, raggiunto digitalizzando modelli pre esistenti, è infatti eccellente, tale da imbastire un comparto visivo da applausi nel corso delle scene d'intermezzo. Un avatar creato da zero potrebbe ridurre in parte l'impatto del colpo d'occhio e dell'immersività generale: tuttavia, il Frostbite negli anni ci ha dato prova di grandi capacità, e chissà che nelle sue future versioni non ci riservi qualche bella sorpresa. Qualunque sia l'impostazione che Electronic Arts deciderà di dare all'impianto ludico e narrativo del prossimo The Journey, in ogni caso, l'importante è che si riveli un viaggio da vero fuoriclasse.

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