FIFA FUT Champions Cup: il torneo eSport di Electronic Arts incanta Barcellona

eSport spettacolo a Barcellona: la FIFA FUT Champions Cup ha riservato interessanti sorprese agli amanti del calcio virtuale.

FIFA FUT Champions Cup: il torneo eSport di Electronic Arts incanta Barcellona
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  • Pc
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  • Xbox One
  • Switch
  • È il 1990 quando a Barcellona, in cima alla collina Montjuïc, si costruisce il Palau Sant Jordi, un'imponente arena polivalente che sarà una delle principali basi operative per i Giochi Olimpici spagnoli del ‘92. Basket, nuoto, persino tennis: da oggi anche gli eSports.
    Per i tre giorni dell'ultimo weekend di gennaio il Sant Jordi ha ospitato il primo evento dal vivo della stagione competitiva di FIFA18, il videogioco di calcio più giocato e seguito al mondo. Il titolo targato Electronic Arts è presto diventato in Europa uno degli eSports che ha maggiormente catturato l'attenzione di investitori esterni al settore grazie alla sua immediata fruibilità per l'accostamento al calcio giocato. Sempre più club europei (ma non solo) hanno inaugurato la propria sezione eSport con focus principale su FIFA. La stessa Federazione Internazionale, la FIFA appunto, ha dato il suo benestare promuovendo in prima persona il campionato del mondo virtuale: la FIFA eWorld Cup che ha inaugurato la stagione con la prima FUT Champions Cup di Barcellona. Che di virtuale, in realtà, ha davvero poco.
    Le partite si giocano su uno schermo collegato a PlayStation 4 e Xbox One; tramite il joypad i videogiocatori guidano i propri calciatori sul manto erboso alla ricerca di una rete in più dell'avversario. Eppure le emozioni suscitate dal seguire da vicino o da casa i migliori player di FIFA sono identiche a quelle di una partita reale. Il tifo che si scatena è tangibile, le urla dei vincitori sono vere. Così come le lacrime dei perdenti, ragazzi che inseguono un sogno e vedono infrangerlo per un palo o una deviazione. Esattamente ciò che si prova ogni domenica allo stadio o da casa seguendo la propria squadra del cuore.
    È così che, ad esempio, si vive ogni partita dell'italiano Daniele "IcePrinsipe" Paolucci, campione europeo nel 2017. Assistere ai suoi incontri è uno spettacolo ma guardare il suo volto durante i match è un privilegio raro: calmo, composto, sereno, mentre attorno a lui tifosi e amici (per seguirlo a Barcellona hanno addirittura preso le ferie) si muovono freneticamente, ansiosi, esultando o disperandosi per un gol del loro beniamino o dell'avversario di turno. L'appellativo di "Ice", ghiaccio, non è stato scelto a caso, d'altronde. Di tutt'altro avviso Fabio Denuzzo, il secondo dei due azzurri qualificatisi per la FUT Champions Cup di Barcellona. Focoso, impetuoso e appassionato: il carattere mediterraneo esce spesso allo scoperto per il giocatore tarantino che si fa sentire sia nei momenti di gioia che in quelli di delusione. E che infiamma i propri tifosi dal vivo e sui social. Un'altra differenza è la piattaforma su cui giocano: mentre Daniele compete su PlayStation 4, Fabio esprime tutto il proprio talento su Xbox One.

    Il torneo

    Il torneo è infatti composto da due rami differenti per console: 128 partecipanti di cui 64 sulla piattaforma Sony e altrettanti sulla console Microsoft. Le due divisioni viaggiano separate fino alla Grand Final in cui si scontrano i vincitori dei rispettivi tabelloni: un match su PS4 e uno su Xbox One. Il torneo generale è stato strutturato con una prima fase a gironi con modalità svizzera e una seconda a eliminazione diretta. Per superare il girone è necessario ottenere quattro vittorie su sette partite, mentre con lo stesso numero di sconfitte si saluta l'evento. Dieci i minuti a disposizione per ogni partita: doppi perché contro ciascun avversario si gioca un match d'andata e uno di ritorno. È la somma totale che consente a uno dei due di conquistare la vittoria o meno.

    Per gli italiani il torneo è stato un'altalena di emozioni contrastanti. Il primo giorno si chiude con Daniele vittorioso in entrambi i confronti mentre Fabio non riusce ad adattarsi nell'immediato allo stile di gioco dell'avversario. Il sabato sembra però partire con i migliori auspici: il Prinsipe, rappresentante del team eSport Mkers tutto italiano (tra i cui soci figura anche Thomas De Gasperi, voce del duo degli Zero Assoluto), vince altre due partite portandosi a quattro vittorie su quattro e conquistando l'accesso alla fase a eliminazione diretta; anche Denuzzo conquista due vittorie su due e pareggia i conti sulle partite giocate. Non riesce, però, a vincere le successive, terminando il torneo con quattro sconfitte su sei match, tra l'amarezza generale per un'occasione sfumata a pochi minuti dalla fine. La frustrazione è palese, complice lo stress dettato dai troppi ritardi vissuti durante l'evento e dai tempi quasi biblici trascorsi tra una partita e l'altro. Lo stesso Daniele subisce psicologicamente l'attesa, non riuscendo più a vincere e chiudendo 4-3 nel computo generale.
    È su Daniele che pesa adesso il fardello di un'intera nazione che tifa coesa per lui. Arrivare ai quarti del torneo, tra l'altro, significa ottenere il pass per le Global Series di giugno che daranno l'accesso al mondiale. Per raggiungerlo, però, servono altre due vittorie. La prima arriva contro Krabbe dopo una rimonta spettacolare. La seconda, invece, non arriverà mai: il tedesco Testotier vince grazie al 4-2 dell'andata tagliando Daniele fuori dalla corsa al titolo. Tanta amarezza per un ottavo di finale che sembrava poter essere alla portata. Ancora una volta, però, è la freddezza del Prinsipe la protagonista. Un solo, unico, gesto di rammarico per la sconfitta e poi subito ad analizzare il perché, pronto a rimettersi in gioco.
    "È stato un brutto colpo, lo ammetto. Vieira (uno dei giocatori utilizzati da Daniele ndr) ha compiuto in automatico un movimento che ha favorito il gol dell'avversario. Devo immediatamente capire come evitare che accada nuovamente. Anche perché già da da febbraio devo ritornare a competere nella Weekend League per ottenere il pass alla prossima FUT Champions Cup: niente pause, si lavora sodo."

    Tanti i nomi nuovi

    Prinsipe non è l'unico nome importante che saluta il torneo. L'intero evento ha visto perdere nomi altisonanti della scena competitiva. Fuori già ai sedicesimi (al termine di un risicato 4-3 nel girone) Shaun 'Shellzz Unilad' Springette, numero uno nel ranking, e Benedikt "Salz0r" Saltzer, il migliore su PlayStation 4 che aveva anche avuto l'onore di vincere sul Prinsipe nei gironi. Eliminato al primo turno anche uno dei giocatori più iconici e seguiti di FIFA: l'olandese August 'Hashtag Agge' Rosenmeier, del team Hashtag. Anche l'unico rappresentante della AS Roma, l'inglese Sam "Poacher" Carmody, ha dovuto fare i bagagli prima del previsto, chiudendo già nella fase di svizzera. Forse l'unico nome ad aver proseguito nel torneo è stato Spencer "Gorilla" Ealing, detentore del titolo mondiale conquistato ad agosto 2017 e arrivato fino alla semifinale della divisione Xbox One (a conferma che un evento senza Gorilla è come un kebab senza cipolla, ovvero senza quell'ingrediente non indispensabile ma che insaporisce il tutto).

    Per il resto tanti nomi nuovi, tra cui quello del più recente acquisto dei Mkers: il brasiliano Guilherme Gonzaga. Dato per spacciato dopo l'1-3 nel girone, sconfitto anche da Fabio Denuzzo in una partita emozionante, ha vinto tre partite di fila che gli hanno consentito di conquistare il passaggio del turno. E non ha importanza se al primo turno eliminatorio ha perso, vincendo però l'andata, contro Lukas 'Sakul' Vanderheide, altro nome nuovo e unico della divisione Xbox a vincere sette partite su sette: ha in ogni caso dimostrato di essere un giocatore che merita rispetto.
    Tra le sorprese anche Wendell "Pikil7" Lira che magari qualcuno ricorderà come vincitore del premio Puskas: è l'ex calciatore che nel 2016 fu insignito dalla FIFA con il trofeo per il più bel gol dell'anno. Davanti a un fenomeno come Messi e al romanista Florenzi, giunto terzo. Dopo una serie di infortuni, Lira nel 2017 aveva annunciato che avrebbe appeso gli scarpini al chiodo ad appena 28 anni per dedicarsi a tempo pieno a competere su FIFA, il videogioco. Per lui non solo il passaggio del girone con un 4-3 conquistato in extremis, ma anche la soddisfazione di raggiungere gli ottavi del torneo, affermandosi tra i migliori 16.

    Tra le novità, non assolute, del torneo vanno inseriti anche i due finalisti su PlayStation 4: l'argentino Nicolas "nicolas99fc" Villalba e Tim "TheStrxngeR" Katnawatos, indicati fin dalla vigilia come i più probabili aspiranti al titolo.
    Nessuno di loro, però, è riuscito a interrompere il percorso della vera sorpresa del torneo, un outsider di appena sedici anni: è il ragazzino inglese Donovan "DhTekKz" Hunt. L'incoscienza dell'essere giovani o del non aver nulla da perdere: difficile dire quale aspetto lo abbia aiutato di più ma è indubbio affermare che Donovan sia un fenomeno con il joypad tra le mani: Kurt, Ryan, Megabit e NRaseck, tutti nomi di prima classe, si sono dovuti inchinare davanti al nuovo re di FIFA. Per ultimo ha dovuto farlo anche Nicolas Villalba, l'argentino con lo sguardo da serial killer vincitore della divisione PlayStation: il 9-3 finale, tra andata e ritorno, in favore del ragazzino terribile ha sancito il dominio del calcio inglese su quello sudamericano.

    Luci e ombre

    Tra le note positive dell'evento due in particolare hanno catturato l'attenzione. La prima è, senza alcun dubbio, la location: assistere a un evento eSport all'interno di un palazzetto sportivo è un colpo d'occhio, e d'immagine, che da lustro all'evento. Non è un caso per gli sport elettronici la scelta di luoghi storicamente dedicati agli sport tradizionali. Si inserisce infatti nel percorso di parificazione degli eSports tra le discipline sportive, anche attraverso l'utilizzo degli stessi spazi. Nel 2017 la finale mondiale di League of Legends si è disputata allo stadio Nido d'Uccello di Pechino, utilizzato per le Olimpiadi cinesi del 2008; nel 2014 i Worlds si erano invece disputati a Seul nello stadio teatro dei mondiali di calcio del 2002.

    La stessa Electronics Arts, con FIFA, ha una lunga tradizione di eventi simili con i tornei più importanti disputati negli stadi in parallelo a partite di importante risonanza mediatica. Un modo per unire anche di più il calcio reale con quello virtuale.
    Un altro aspetto positivo è la babele di partecipanti: giocatori di una fascia d'età compresa tra i 16 e i 30 anni provenienti da tutto il mondo con particolare presenza di Europa e Sud America. Tra gli altri anche un giapponese, presentato come non favorito ma che ha stupito tutti superando la fase a gironi. Tra tutti i giocatori, poi, da sottolineare la grande sportività. Rivali durante i match ma mai nemici: strette di mano, complimenti e consigli sono stati sempre all'ordine del giorno in un ambiente in cui i giocatori si conoscono quasi tutti e da cui nessuno viene escluso. L'emblema è Poacher, il già citato rappresentante della AS Roma: terminato il suo torneo, è rimasto per seguire e consigliare come coach l'amico e compagno d'allenamento Donovan Hunt, guidandolo fino alla conquista del trofeo.
    Tuttavia non tutto si è svolto come gli organizzatori avrebbero voluto. L'evento non è stato esente da problematiche anche gravi, non sempre dipendenti da Electronic Arts. Da imputare a loro sono i ritardi dei primi due giorni dovuti a erronei abbinamenti nel girone della divisione Xbox One. Il problema principale per entrambe le divisioni resta però la poca attenzione alle esigenze dei giocatori. Organizzazione impeccabile nel far sentire i partecipanti a casa propria con tutti i comfort possibili. A livello di gioco, però, in molti hanno lamentato la mancanza di account già pronti e programmati per il torneo: ogni giocatore ha sì avuto tutti i personaggi disponibili ma ha dovuto passare anche più di un'ora per preparare la squadra sugli stili e i moduli di gioco, alcuni di questi non direttamente disponibili. L'idea è che la problematica nasce, presumibilmente, dall'impiego di personale inesperto sul lato competitivo: figure, cioè, che non sono informate su quali siano le reali e più strette esigenze di un giocatore professionista. Affiancare un ex-giocatore o un esperto conoscitore dell'ambiente sarebbe in tal senso una mossa saggia.
    Una questione ben più grave ha però catalizzato l'attenzione: i problemi relativi al PlayStation Network che hanno pesantemente condizionato l'evento. Se inizialmente ha creato solo ritardi, successivamente ha costretto l'organizzazione a prendere una decisione difficile e impopolare ma necessaria per proseguire nel torneo. Le semifinali e la finale della divisione PS4 di domenica, accertata l'impossibilità di disputarle correttamente, sono state giocate su Xbox One con l'accordo dei giocatori.

    Così come la Grand Final che avrebbe voluto il match d'andata su una console e il ritorno sull'altra. Inesistenti in questo caso le colpe degli organizzatori a cui anzi va riconosciuto il coraggio di prendere tale decisione per tutelare il prosieguo della manifestazione e garantire uno spettacolo al pubblico accorso per seguire le finali.
    Electronic Arts conferma quanto sia importante la componente eSport del proprio titolo campione d'incassi. Non è ancora la forma perfetta e la stessa EA ne è a conoscenza. Le continue modifiche al format, come i gironi alla svizzera, indicano che la ricerca non è ancora terminata, anzi. Anche la possibilità di poter utilizzare senza limiti tutti i giocatori è un questione da affrontare che non trova d'accordo tutti i partecipanti e rappresenta soprattutto un'arma a doppio taglio per lo spettacolo. Da un lato vedere insieme i due Ronaldo, il portoghese Cristiano e il Fenomeno brasiliano, con Gullit e Maldini nella stessa squadre è un piacere per gli occhi.  A lungo andare, però, può diventare anche ripetitivo assistere a incontri in cui entrambe le squadre utilizzano gli stessi 8-9 giocatori con pochissime differenze: oltre ai già citati, anche Marcelo, Versaljko, Van Der Sar (o De Gea in alcuni casi), Henry e Messi sono praticamente sempre presenti da una parte e dall'altra del campo. Tornare al sistema del 2017, con limitazioni di utilizzo a seconda delle proprietà e del punteggio dei calciatori, potrebbe non essere un'ipotesi azzardata.

    In ogni caso il sostegno in prima persona della FIFA, la Federazione Internazionale del Calcio, è un ulteriore segnale che il lavoro compiuto fino a oggi è apprezzato e va proseguito ma con criterio. L'impressione è che, con la prima tappa della FUT Champions Cup, EA abbia realizzato un evento-cavia per prendere le misure e capire quali siano le esigenze di tutti gli attori in gioco: giocatori, squadre, club, pubblico, regia. Un dispiegamento di mezzi imponente che fa ben sperare per i prossimi impegni competitivi su FIFA. Tra cui figurerà anche la Virtuelle Bundesliga, il campionato tedesco di FIFA18 che, come annunciato domenica, farà parte del circuito della eWorld Cup diventando uno degli eventi di qualificazione alle Global Series 2018.
    Le tre giornate di Barcellona, in definitiva, hanno dimostrato quanto FIFA possa trasformarsi rapidamente da semplice videogioco a un più complesso eSport, capace di attirare club, investimenti, pubblico e un'ampia varietà di giocatori. Non è un mistero che la competizione negli anni abbia sempre raggiunto un numero altissimo di partecipanti: nel solo 2013 furono 2.5 milioni in tutto il mondo, record che finora resiste.

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