Speciale FIFA Ultimate Team

Ripercorriamo la storia dell’innovazione più importante degli ultimi dieci anni nei giochi di calcio: da semplice minigioco, questa modalità del titolo EA Sports è riuscita a imporsi al grande pubblico, conquistando milioni di appassionati.

Speciale FIFA Ultimate Team
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Era il 23 marzo del 2007, ormai otto anni fa. Erano gli anni in cui si cambiava ancora una volta "generazione", passando dall'era della PlayStation 2 a quella di PS3 e Xbox 360. Erano gli anni in cui Electronic Arts decise di affiancare al solito FIFA anche un gioco speciale dedicato alla Champions League, con licenza ufficiale della UEFA. Un'idea che andò avanti per un paio d'anni, ma che non ebbe grande seguito: la casa americana decise di non rinnovare l'accordo con la UEFA, la quale poi come sappiamo finì per accordarsi con Konami. Oggi la Champions League è probabilmente la licenza più importante tra quelle presenti in Pro Evolution Soccer. Ma in queste righe non vogliamo parlare di licenze e accordi sottobanco, bensì del perché Uefa Champions League 06-07 è probabilmente il gioco di calcio più importante degli ultimi dieci anni.

    La nascita di un mito

    Di tutti i generi di videogame, le simulazioni sportive - e in particolare quelle di calcio - sono di solito quelle più lente a cambiare. Se ci pensate bene, tra carriera, online, Diventa un Mito e varianti, giochiamo più o meno le stesse modalità da oltre dieci anni. Ogni tanto, capita però che qualcuno abbia un'idea, un'intuizione, che finisce per stravolgere il nostro modo di giocare. Quel qualcuno lavorava in Electronic Arts e si chiama Matt Prior. "Il problema dei giochi sportivi è che di solito si giocano moltissimo i primi giorni, magari subito dopo l'uscita, ma poi si abbandonano. Quello che cercavamo era un'idea per convincere i nostri appassionati a giocare a lungo, a godersi FIFA tutto l'anno e non solo per due o tre settimane. Questo era l'obiettivo, ma non ci saremmo mai aspettati di ottenere un successo simile", racconta Prior in una recente intervista. Ultimate Team però inizia in sordina. La sua prima apparizione è in quel Uefa Champions League 06-07, in esclusiva su Xbox 360 per un accordo che EA aveva siglato con Microsoft per la fornitura di contenuti extra per la sua console. L'impatto però non è dei migliori, ma la colpa, più che dell'idea in sé, è del gioco: le vendite scarseggiano. L'idea comunque è ancora in una fase embrionale, sembra quasi che sia stata inserita in quel gioco per fare un esperimento, per testare la risposta degli appassionati. Risposta un po' tiepida, a dire il vero, così Electronic Arts decide di tornare alla lavagna. Passano due anni e arriva FIFA 09. Ultimate Team arriva qualche tempo dopo, come DLC a pagamento. Nasce Ultimate Team come lo conosciamo oggi. E niente sarà più lo stesso.

    Ce l'ho, mi manca

    Ultimate Team è una modalità semplice e geniale, che parte dai vecchi album di figurine. Bisogna formare una squadra pescando i giocatori da bustine virtuali Bronzo, Argento o Oro a seconda della qualità e della rarità dei calciatori presenti. Sono passati circa sei anni, eppure già allora Ultimate Team aveva tutto quello a cui siamo abituati oggi. Giocatori, stadio, allenamenti, bonus speciale, contratti: nelle carte si poteva trovare tutto il necessario per costruire la squadra dei nostri sogni e provare a sfidare i migliori giocatori online oppure il computer in tornei per guadagnare altre monete e comprare così nuove bustine. Il risultato va oltre ogni previsione: in appena cinque anni, Ultimate Team conquista oltre quindici milioni di giocatori, che hanno speso complessivamente circa un miliardo e mezzo di ore davanti alla tv (e i dati non comprendono FIFA 16 appena uscito). La risposta del pubblico insomma è entusiasta: da FIFA 09 in poi FUT diventa una delle modalità fisse di FIFA. In FIFA 10 e FIFA 11 è ancora un DLC a pagamento, ma successivamente viene inglobato nell'offerta principale. Con FUT, Electronic Arts trova la più classica delle galline dalle uova d'oro: grazie all'introduzione dei FIFA Coins come valuta virtuale, i fan possono acquistare nuovi pacchetti investendo soldi veri.

    Una lenta evoluzione

    FUT è rimasto fondamentalmente invariato nelle sue meccaniche base nel corso di questi anni. Sono state aggiunte nuove feature, aumentato il numero di giocatori, migliorata l'interfaccia. Ci sono ancora più carte bonus e oggi è possibile modificare diversi elementi della propria squadra, per farla diventare davvero nostra. Ci sono stati affinamenti nella gestione degli acquisti, delle aste, del mercato: sono stati introdotti i FIFA points, nuova moneta virtuale proprietaria del gioco, prima su PC e poi su console. Dando uno sguardo più generale a FUT 16, la sensazione è di un sistema parecchio sbilanciato per convincere i giocatori a spendere soldi per avere i calciatori migliori. Non che non si possa ottenere tutto semplicemente giocando, ma il tempo richiesto in teoria per avere i top player si conta nelle decine di ore per un singolo calciatore. Se poi volete arrivare a Messi o Ronaldo, si parla di cifre realmente inavvicinabili.

    Tutta l'impostazione di FUT è fatta in modo tale da spingere i giocatori ad aprire il portafogli: se volete competere ai massimi livelli, sborsare qualche euro extra sarà indispensabile. È la forza di FUT: un sistema perfettamente bilanciato, un album di figurine virtuale che ti spinge costantemente a volere sempre qualcosa in più. Per alcuni, però, potrebbe essere troppo: le pubblicità di FUT nel menu principale di FIFA 16, i tabelloni a bordo campo, è come se il gioco ti volesse ricordare che FIFA, ormai, è soprattutto Ultimate Team. Tutto questo però da al gioco anche uno spessore ancora maggiore: le aste e la compravendita di giocatori sono una delle parti meglio riuscite di FUT. La sensazione che si prova quando si apre un pacchetto e si riesce a vendere un giocatore guadagnando più monete di quante ne avevamo spese per acquistarlo è davvero unica: sentirsi dei Galliani digitali, insomma, è una delle parti più divertenti di FUT e, se non ci fossero soldi veri di mezzo, probabilmente non avrebbe lo stesso impatto. Ma la novità più importante di FUT 16 è sicuramente la modalità Draft, che vuole mischiare un po' le carte in tavola e offrire un tipo diverso di sfida agli appassionati di FUT. L'idea è semplice: si acquista un biglietto di ingresso, per 15000 coins o 300 FIFA Points, e si forma una squadra scegliendo tra una rosa di giocatori per ogni ruolo. I giocatori a disposizioni sono ovviamente casuali, ma avrete sempre la certezza di avere un giocatore d'oro per reparto: quindi tutti, in Draft, potranno avere un Messi o un Ronaldo nella loro squadra (e questo, per molti, potrebbe anche essere un difetto). La scelta dei giocatori va fatta in maniera oculata, perché una della novità di FUT 16 è nella presenza di un valore che indica l'affiatamento della squadra. Più i giocatori sono affiatati, meglio giocheranno in campo. Per creare affiatamento è bene scegliere di far giocare calciatori della stessa nazionalità o che magari militano nello stesso club. Più sarete bravi a creare affiatamento, migliore sarà il vostro team. Finita la squadra, potrete giocare online contro altri avversari. L'obiettivo è arrivare a quattro vittorie senza nessuna sconfitta: ottenendo quattro vincite di fila avrete accesso ai premi più sostanziosi, comprendenti pacchetti e altri bonus. Ma basta una sconfitta, una sola, per andare a casa. Qualcosa di simile, se vogliamo, alle prove di Osiride di Destiny: Draft è insomma pensato per dare ai giocatori più forti e navigati di FUT uno stimolo in più, una sfida più impegnativa. Ci sono però alcuni problemi. Il primo e principale è che il biglietto di ingresso è salatissimo: 15000 monete o 300 FIFA Points (equivalenti a circa 3 euro e qualche cent) sono un patrimonio, considerato soprattutto che i premi non sempre sono all'altezza dei soldi spesi.

    Ci vorrebbe maggiore bilanciamento da questo punto di vista. Il secondo è più un discorso di gusti personali: l'altro giorno parlavo con un amico, grande appassionato di FUT, che da quando è uscito FIFA 16 ha già speso diverse decine di euro in FUT. Per lui e per i giocatori più "puristi" di FUT, il Draft non convince perché appiattisce la competizione, tende a contrapporre squadre tutte molto simili tra loro. Una cosa necessaria per bilanciare il gioco, ma che viene mal digerita da chi è alla costante ricerca del giocatore super raro per avere una squadra più forte delle altre. In altre parole, è bene ribadirlo, è uno stile di gioco molto diverso dal solito FUT, che richiede un approccio diverso. Potrebbe non piacere a tutti, ma ricordate che è totalmente facoltativo: nessuno vi obbliga a giocarlo, è solo una modalità in più per chi passa il proprio tempo su FUT.

    FIFA 16 FIFA Ultimate Team si conferma come l’innovazione più importante degli ultimi dieci anni nei giochi di calcio. Anche Konami, con il suo myClub, ha cercato di rispondere a FIFA e la modalità “colleziona figurine virtuali” ha invaso anche altre simulazioni sportive, come la serie NBA 2K. Ma FUT rimane l’originale, è inimitabile e per questo FIFA 16 si presenta con tanti miglioramenti e soprattutto la nuova modalità Draft: un piacevole diversivo rispetto al solito, ma che, a nostro avviso, ha un biglietto d’ingresso davvero troppo salato, soprattutto rispetto alle possibili ricompense. Sono passati quasi dieci anni da quel lontano marzo del 2007, quando FUT fece la sua prima, timidissima comparsa. Oggi ne celebriamo la forza e la qualità: c’è gente che nella diatriba PES vs FIFA nemmeno ci entra, perché per loro l’importante non è giocare a FIFA, ma giocare a FUT. Electronic Arts ha fatto davvero centro, creando una modalità che fa gioco a sé, e che spinge i giocatori a rimanere incollati davanti alla tv o allo schermo dello smartphone (organizzare la squadra tramite la companion app è uno dei miei passatempi preferiti) per tutto l’anno, almeno fino all’uscita del prossimo FIFA.

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