FIFA Women's Football Summit: non è un traguardo, ma un punto di partenza

Siamo stati a Londra per partecipare al FIFA Women's Football Summit, evento organizzato e promosso da EA Sports.

FIFA Women's Football Summit: non è un traguardo, ma un punto di partenza
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  • Ciò che è avvenuto a Londra lo scorso 18 ottobre ha dell'incredibile. Siamo volati nel cuore della Big Smoke per partecipare al primo Summit dedicato al calcio femminile in FIFA 23 (qui la nostra recensione di FIFA 23), organizzato chiaramente da Electronic Arts. Parliamo di una serata interamente dedicata alla celebrazione di quello che è un importante traguardo per la rappresentazione delle donne in un videogioco di simulazione calcistica e ora siam pronti a raccontarvi come è andata.

    Un frutto maturato da un impegno costante e ostinato

    EA Sports ha speso da sempre le sue energie nella rappresentazione della categoria femminile all'interno della sua serie calcistica. Non dimentichiamoci che negli anni precedenti all'esplosione mediatica del fenomeno, quando in molti paesi, inclusa l'Italia, non venivano ancora trasmessi in diretta i campionati femminili europei, EA Sports stava già lavorando per includere diverse squadre femminili nel suo titolo del 2016.

    E ciò a cui abbiamo assistito al Women's Football Summit londinese è il frutto dell'impegno di un team che ci ha creduto fino in fondo e che continua ancora a farlo. Col suo FIFA 23 Electronic Arts non avrà rivoluzionato l'esperienza ludica, ma è innegabile che abbia compiuto un enorme passo in avanti sul fronte dell'inclusività. Oltre alle nazionali infatti risponderanno all'appello anche le squadre della Barclays Women's Super League inglese e della D1 Arkema francese. E non è finita qui. Il colosso del gaming non ha intenzione di rallentare e ha lasciato così anticipare ad Andrea Hopelain, SVP Brand Manager di EA Sports, qualcosa di estremamente importante. Prima di tutto la Hopelain ha dichiarato che Electronic Arts ha in programma di utilizzare 11 milioni di dollari in un fondo investimenti diretto alle atlete, alle leghe e ai club. Inoltre si impegnerà ad aggiornare costantemente le competizioni del suo titolo, senza attuare distinzioni di genere.

    Promessa immediatamente rafforzata dal fatto che già dai primi mesi del 2023, l'ultima iterazione della serie includerà la licenza ufficiale delle fasi finali della UEFA Women's Champions League, il che avrà come naturale conseguenza l'integrazione di tutte quelle squadre che arriveranno all'eliminazione diretta della competizione. Insomma, un grande momento per le donne e per il calcio.

    Ma è davvero di un traguardo che stiamo parlando?

    Non secondo Sam Kerr, attaccante australiana del Chelsea, che nel corso del suo panel ha più volte ripetuto che vorrebbe arrivasse il giorno in cui vedere un uomo e una donna sulla copertina di un videogioco di calcio non destasse scalpore e non fosse motivo di notizia da prima pagina di giornale. "Questo non è un traguardo" ha continuato "ma un nuovo punto di partenza", una vittoria, certo, che dovrà ora essere presa come esempio per incentivare chiunque a continuare la spinta verso il raggiungimento della parità, in uno sport che fin troppo a lungo è stato erroneamente considerato una disciplina esclusivamente per uomini.

    Durante l'evento abbiamo avuto modo di intervistare l'ex calciatrice e ora opinionista, Laure Boulleau. La donna ha visto la propria carriera fiorire nel Paris Saint-Germain e ci ha raccontato di come, nella sua crescita personale e professionale, non si sia mai lasciata scoraggiare dai pregiudizi, riversando anima e corpo in una passione poi tramutatasi in professione.

    Everyeye.it: "Possiamo concordare che questi sono gli anni dell'ascesa del calcio femminile, ma come hai vissuto nella tua infanzia e crescita i primi contatti con uno sport che è sempre stato considerato tutt'altro che adatto alle donne?"

    Laure Boulleau: "Ho iniziato a giocare a calcio quando nel 1998 la Francia vinse la Coppa del Mondo e fu per noi un momento fantastico. Mi innamorai istantaneamente di questo sport e iniziai a praticarlo a scuola. Ma chiaramente giocavo solo con i maschi, dal momento che io ero l'unica ragazza. Devo dire che per me è stata un'esperienza fantastica e motivante, volevo dimostrare a tutti che ero all'altezza di poter competere con loro.

    Nella mia crescita ho avuto solo esperienze positive perché tutti i ragazzi che si allenavano con me volevano proteggermi dal momento che io ero l'unica ragazza della squadra. Non sono mai stati cattivi, anzi mi hanno aiutata molto".

    Everyeye.it: "Parlando di FIFA 23, il titolo offre alcune feature innovative che rendono la simulazione calcistica ancor più simile alla realtà. Pensiamo all'Hypermotion 2 o al gameplay più corale e strategico. Da ex calciatrice, quale di queste aggiunte ti è piaciuta di più e perché?"

    Laure Boulleau: "Non sono una videogiocatrice esperta ma ricordo la volta che vidi il mio primo avatar in un titolo calcistico. Non ne fui molto contenta, lo trovai piuttosto ridicolo sia nelle movenze che in come ero stata rappresentata. Però sono estremamente felice di vedere come ora EA imprima la stessa energia nella realizzazione del calcio maschile e femminile. Ed è la prima cosa che ho pensato quando ho visto Sam Kerr affiancata a Kylian Mbappé sulla copertina del gioco.

    È un passo importante. E per quanto riguarda il fotorealismo e il motion capture, so che sono stati fatti molti più test sulle donne rispetto ad anni fa e non posso che apprezzare la spinta che EA sta dando con la sua serie al calcio femminile, soprattutto perché è un videogioco con una potenza mediatica non indifferente e che potrà arrivare a influenzare molti giovani d'oggi".

    Everyeye.it: "Secondo il triste pensiero di molti, il calcio è un mestiere per gli uomini, la moda è più adatta alle donne. Cosa diresti a qualsiasi bambina, ragazza o donna che si approccia a questa passione e professione consapevole del forte pregiudizio figlio del maschilismo che si è radicato in questo settore?"

    Laure Boulleau: "Direi ad ogni ragazza che se vuoi qualcosa, devi lavorare per ottenerla. Anche se non è semplice, anche se ti diranno che non fa per te. Dimostra loro che si sbagliano e che puoi farcela. Impiega tutte le tue energie per raggiungere il tuo sogno. Ti verranno dei dubbi ogni tanto, ed è normale. Ma rimani focalizzata, scegliti un buon ambiente, circondati di persone che ci sono per te quando pensi che nulla stia andando bene. E come ultima cosa, quando crescerai, ricordati cosa ti piaceva del calcio quando eri piccola.

    Quando mi chiedono perché amo il calcio racconto sempre della Coppa del mondo del '98, perché da piccola fu quella la mia epifania. E purtroppo quando si diventa professionisti, tensione e stanchezza proveranno a farti dimenticare il motivo per cui stai facendo tutto ciò. Tu non farlo, lascia che la piccola bambina lo ricordi sempre per te".

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