Final Fantasy XIV Fan Fest: a Parigi tra rockstar e groupie

Eorzea è un posto magico, ma anche Parigi, la città scelta da Square Enix per il Fan Fest europeo di Final Fantasy XIV, non è da meno...

Final Fantasy XIV Fan Fest: a Parigi tra rockstar e groupie
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  • Pc
  • PS4
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  • Esattamente due anni fa, sul palco della Frankfurt Festhalle, venivano ringraziati così i Legacy player (quei giocatori provenienti da Final Fantasy XIV Online che decisero di sottoscrivere per almeno tre mesi l'abbonamento di A Realm Reborn), i quali apparivano nei titoli di coda della produzione: "Senza quei nomi, non avremmo il gioco che abbiamo ora, ed è per questo che voglio dirvi grazie". Il sentimento comune della platea, allora come oggi, è che questa riconoscenza sia quantomeno reciproca: da quando Yoshida ha preso il timone gli utenti sono arrivati a quasi quindici milioni, che per un MMO con sottoscrizione mensile è un risultato eccezionale. Certo, quel numero non corrisponde all'effettiva popolazione giocante, ma è (insieme agli ottimi risultati finanziari che il gioco registra) un indicatore importante di come l'opera è percepita sia all'interno della sua bolla, sia al di fuori: quindici milioni, in sostanza, non è una quantità che si raggiunge all'interno di una nicchia...

    Parigi Mon Amour

    Questo terzo Fan Festival europeo (dopo Londra e Francoforte) è animato dal medesimo clima di appartenenza e voglia di condivisione degli altri due, e lo stesso - siamo pronti a scommetterci - vale anche per quelli americani e giapponesi. La community di Final Fantasy XIV è speciale, e viene premiata ogni anno con eventi di aggregazione nei quali è al centro di tutto.

    Il calendario è decisamente ricco: in apertura c'è stato il keynote di Yoshida in cui Shadowbringers si è svelato nelle sue informazioni essenziali (rivelando, tra l'altro, l'inattesa collaborazione con Yoko Taro per alcuni contenuti), a seguire si è svolto un interessante panel con Ayumi Nanae, character artist che ha creato gli outfit di tutti gli NPC principali del gioco. Dopodiché si sono susseguiti glamour e cosplay contest, fino ad arrivare al concerto per pianoforte di Benyamin Nuss e Susan Calloway, che ha chiuso la prima intensa giornata.

    Ogni intervento sul palco è sempre stato seguito con interesse dal pubblico, che transuma tra le due grandi aree della Grande Halle de la Villette proprio per seguire gli eventi on stage. Tutta la zona della venue è infatti divisa in due: da un lato si tengono gli eventi live, dall'altro ci sono le attività più da fiera. Si può cavalcare un Behemot (il gioco si chiama "Bucking Behemot" ed è davvero geniale), fare qualche buca di minigolf al Minion Golf, farsi fare un tatuaggio temporaneo, provare il gioco da tavolo Cactpot Party o scattare una foto di gruppo su green screen (grazie alla quale catapultarvi nel mondo di Final Fantasy).

    I Fan Festival alla fine sono proprio questo: un posto nel quale si è esattamente a metà tra una fiera primaverile in Kentucky e l'E3. E va benissimo così, perché il calore del pubblico nell'applaudire ogni volta Ayumi Nanae, evidentemente a disagio davanti a una sala così grande, è il metro esatto di quanto queste persone tengano al team di sviluppo.
    Non ci sono però solo abbraccio del pubblico e buoni sentimenti, perché in questi eventi gli appassionati si aspettano fondamentalmente di fare quello a cui tengono di più: giocare! Ed è per questo che ci sono diverse postazioni riservate a contenuti in anteprima, come ad esempio la trial Yojimbo (divertente, ma non troppo impegnativa), una roulette o Plot Twist, una challenge dedicata ai dungeon.

    La seconda giornata, come da tradizione, ha ritmi più blandi ed è dedicata soprattutto a compiere tutte quelle attività non completate il giorno prima: del resto, le sfide di cui vi parlavamo poco sopra hanno file che richiedono (e spesso superano) un'ora di attesa. Se poi desiderate acquistare un po' di merchandising della serie negli appositi negozi, armatevi di pazienza e sperate nella buona sorte: il sistema prevede una coda per scegliere cosa prendere, una per pagare e un'altra ancora per ritirare quello che avete comprato. L'esperienza, insomma, è al limite del punitivo.

    Torniamo allo svolgimento della seconda giornata: si apre solitamente con una Live Letter (sono gli appuntamenti in cui Yoshida illustra le novità delle prossime patch), e il Fan Festival di Parigi non ha ovviamente fatto eccezione. Insieme all'Eorzea Question Time, è un'occasione per il team di sviluppo di tastare con mano l'entusiasmo della community in base ai differenti argomenti affrontati: i boati del pubblico sono arrivati con due tipologie di contenuti estremamente diversi, come la fine della storia di Eureka, pensata per gli hardcore gamer e con l'annuncio dell'evento legato a Final Fantasy XV, che per inciso porterà su A Realm Reborn la Regalia, la prima mount a quattro posti del gioco. Accontentare sia gli utenti più assidui che quelli più casual è, ancora una volta, un risultato non da poco.

    Tra una foto con Soken, Koji Fox e Murouchi (sempre in giro per i vari stand a firmare autografi), un panel dedicato alle domande del pubblico e la proclamazione del vincitore del glamour Contest si arriva così all'evento di chiusura, l'ormai classico concerto dei Primals: si tratta, nello specifico, di una rockband (che ha anche inciso un disco) composta tra gli altri da Masayoshi Soken (il composer di tutta la colonna sonora di FFXIV), GUNN (un musicista professionista), e Michael-Cristopher Koji-Fox, responsabile della localizzazione e co-lead con Yoshida della lore di A Realm Reborn.

    Nel loro concerto di chiusura hanno cantato come di consueto alcune versioni ri-arrangiate della colonna sonora: il tema di Byakko ha visto persino Yoshi-P in veste di vocalist. Tre figure chiave di un gioco così rinomato che ogni anno si mettono a cantare come dei matti con la loro "band dell'ufficio" davanti a migliaia di persone è un'esperienza strepitosa. Ed è per questo che i fan in delirio sotto al palco colgono ogni singola occasione per tributare il loro amore a Naoki Yoshida. E lui - che ne è consapevole - esce sempre una seconda volta sul palco, da solo, per fare un profondo inchino e ricambiare quell'affetto.

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