Tante immagini e poche parole: voglio raccontarvelo così, il mio viaggio nella Russia post apocalittica di Metro Exodus. Non troverete spoiler degli eventi, solo descrizioni di alcuni luoghi e di chi (o cosa) li abiti. Rispetto ai miei recenti lavori, ho cercato di non imporre la mia personalità su questo mondo, ma di lasciare che ambienti e creature si raccontassero spontaneamente al mio obiettivo virtuale. Con poche eccezioni, ho adottato un linguaggio classico del reportage di viaggio: la fotografia in bianco e nero. Non ho eseguito nessuna post-produzione. Anche l'effetto stampa d'epoca è farina del Photo Mode, che su PS4 Pro mi sono goduto senza mod, con annessi limiti di zoom e movimento di camera. Per fotografare le più pericolose belve mutanti dovevo rischiare ad avvicinarmi. In questo modo, Metro Exodus si è trasformato a tratti in uno "stealth survival safari".
Un viaggio drammatico
È un viaggio angoscioso quello a bordo della locomotiva Aurora. Mostra una civiltà distrutta, una natura mutata, una fauna mostruosa. I vizi, gli abusi e i fanatismi di chi è sopravvissuto senza imparare la lezione. La fantasia detta le regole di questo mondo, ma il pensiero corre a fatti realmente accaduti. Su tutti, il disastro di Chernobyl, dai cui reportage mi sono lasciato ispirare. Ma è anche un viaggio di speranza, quello di Artyom e famiglia. Ogni prigione ha una finestra. Ogni binario una stazione. Ogni oscurità possiede una brace, una lampada, una candela. Ogni tunnel, prima o poi, un'uscita.
Quel treno da Mosca
Per andar via da Mosca e dal sottosuolo, Metro sostituisce metropolitana con la ferrovia. La locomotiva Aurora è insieme il mezzo e il simbolo di un esodo, alla ricerca di un luogo libero e incontaminato, dove iniziare una nuova vita. Veicolo, base operativa, alloggio e officina. Maestosa e rassicurante, l'Aurora è un castello errante che si insedia di volta in volta in un nuovo paesaggio.
Il ponte sul fiume Volga
Il bacino del Volga espande a perdita d'occhio le vestigia dell'URSS industrializzata. Centinaia di container affollano la zona ferroviaria. Hangar allagati, cantieri scoperchiati e treni ribaltati affiorano da un acquitrino contaminato.
Rive e specchi d'acqua sono percorsi da enormi specie crostacee che rendono pericolosa la navigazione a remi. Le aree asciutte sono dominate da mutanti quadrupedi a pelo scuro, fortemente territoriali, che sfruttano vagoni e carcasse di veicoli come tane e punti di vedetta. In caso di minaccia, emettono richiami e sferrano attacchi congiunti.
Un predicatore ha convertito la comunità locale a un credo luddista, apparentemente non violento ma intollerante e armato, che vede nella tecnologia, e in particolare nell'elettricità, il Satana che ha condotto l'umanità alla rovina. Il nuovo culto si celebra nelle rovine di una ex-chiesa ortodossa, di cui sopravvivono i simboli e le tradizionali icone lignee.
Nella post apocalisse, un orsacchiotto per continuare a essere bambini, gambe artificiali per "continuare a essere".
Mad Mar
La guerra atomica ha provocato l'abbassamento del Mar Caspio. Le navi giacciono arrugginite tra dune desertiche, come nel fermo immagine di uno tsunami di sabbia. Il petrolio è ancora prezioso, ma l'estrazione è inefficiente. Frequenti i pozzi a cielo aperto, che alla prima scintilla rischiarano la notte con fontane di fuoco.
La fauna desertica è schiva. I pipistrelli mutati sono animali diurni, normalmente inoffensivi, a volte giganteschi e letali.
Le radiazioni hanno ridotto i più sfortunati a una condizione bestiale. Gli "Humanimal" trascorrono la giornata immobili, mimetizzati con la sabbia o in agguato in qualche pertugio. All'occorrenza sono feroci lottatori e implacabili arrampicatori. La sabbia offre la tana anche a grossi roditori, che cacciano in branco alternando fulminei attacchi e ritirate sottoterra.
Qui la comunità è ostaggio di un boss criminale noto come il "Barone". Il lavoro si svolge in regime di schiavitù. Dietro abusi e violenze, le donne intrattengono gli sgherri al quartier generale del Barone.
Memorie dal sottosuolo
A Novosibirsk esplode la carica simbolica di questa serie: tunnel, oscurità, morte, mostruosità, luci improvvise e abbaglianti. "L'inferno esiste", sembra suggerire Metro Exodus. Ma in quest'incubo non siamo soli. E non è l'ultima stazione.
L'Autore: Cristiano Bonora
Cristiano Bonora è un fotografo virtuale. Realizza gallerie fotografiche per i publisher ed espone quadri di Game Art in tela e vetro acrilico. Potete seguirlo su Instagram e Facebook. La prossima mostra ad ospitare le sue opere sarà a Roma, Cinecittà, dal 10 al 12 maggio 2019. Per maggiori informazioni su foto, quadri ed eventi, potete contattarlo direttamente sui social.
Fotografando Metro Exodus: reportage d'autore dall'esodo della speranza
Cristiano Bonora torna sulle pagine di Everyeye.it con un reportage fotografico dedicato al nuovo Metro Exodus.
Tante immagini e poche parole: voglio raccontarvelo così, il mio viaggio nella Russia post apocalittica di Metro Exodus. Non troverete spoiler degli eventi, solo descrizioni di alcuni luoghi e di chi (o cosa) li abiti. Rispetto ai miei recenti lavori, ho cercato di non imporre la mia personalità su questo mondo, ma di lasciare che ambienti e creature si raccontassero spontaneamente al mio obiettivo virtuale. Con poche eccezioni, ho adottato un linguaggio classico del reportage di viaggio: la fotografia in bianco e nero. Non ho eseguito nessuna post-produzione. Anche l'effetto stampa d'epoca è farina del Photo Mode, che su PS4 Pro mi sono goduto senza mod, con annessi limiti di zoom e movimento di camera. Per fotografare le più pericolose belve mutanti dovevo rischiare ad avvicinarmi. In questo modo, Metro Exodus si è trasformato a tratti in uno "stealth survival safari".
Un viaggio drammatico
È un viaggio angoscioso quello a bordo della locomotiva Aurora. Mostra una civiltà distrutta, una natura mutata, una fauna mostruosa. I vizi, gli abusi e i fanatismi di chi è sopravvissuto senza imparare la lezione. La fantasia detta le regole di questo mondo, ma il pensiero corre a fatti realmente accaduti. Su tutti, il disastro di Chernobyl, dai cui reportage mi sono lasciato ispirare. Ma è anche un viaggio di speranza, quello di Artyom e famiglia. Ogni prigione ha una finestra. Ogni binario una stazione. Ogni oscurità possiede una brace, una lampada, una candela. Ogni tunnel, prima o poi, un'uscita.
Quel treno da Mosca
Per andar via da Mosca e dal sottosuolo, Metro sostituisce metropolitana con la ferrovia. La locomotiva Aurora è insieme il mezzo e il simbolo di un esodo, alla ricerca di un luogo libero e incontaminato, dove iniziare una nuova vita. Veicolo, base operativa, alloggio e officina. Maestosa e rassicurante, l'Aurora è un castello errante che si insedia di volta in volta in un nuovo paesaggio.
Il ponte sul fiume Volga
Il bacino del Volga espande a perdita d'occhio le vestigia dell'URSS industrializzata. Centinaia di container affollano la zona ferroviaria. Hangar allagati, cantieri scoperchiati e treni ribaltati affiorano da un acquitrino contaminato.
Rive e specchi d'acqua sono percorsi da enormi specie crostacee che rendono pericolosa la navigazione a remi. Le aree asciutte sono dominate da mutanti quadrupedi a pelo scuro, fortemente territoriali, che sfruttano vagoni e carcasse di veicoli come tane e punti di vedetta. In caso di minaccia, emettono richiami e sferrano attacchi congiunti.
Un predicatore ha convertito la comunità locale a un credo luddista, apparentemente non violento ma intollerante e armato, che vede nella tecnologia, e in particolare nell'elettricità, il Satana che ha condotto l'umanità alla rovina. Il nuovo culto si celebra nelle rovine di una ex-chiesa ortodossa, di cui sopravvivono i simboli e le tradizionali icone lignee.
Nella post apocalisse, un orsacchiotto per continuare a essere bambini, gambe artificiali per "continuare a essere".
Mad Mar
La guerra atomica ha provocato l'abbassamento del Mar Caspio. Le navi giacciono arrugginite tra dune desertiche, come nel fermo immagine di uno tsunami di sabbia. Il petrolio è ancora prezioso, ma l'estrazione è inefficiente. Frequenti i pozzi a cielo aperto, che alla prima scintilla rischiarano la notte con fontane di fuoco.
La fauna desertica è schiva. I pipistrelli mutati sono animali diurni, normalmente inoffensivi, a volte giganteschi e letali.
Le radiazioni hanno ridotto i più sfortunati a una condizione bestiale. Gli "Humanimal" trascorrono la giornata immobili, mimetizzati con la sabbia o in agguato in qualche pertugio. All'occorrenza sono feroci lottatori e implacabili arrampicatori. La sabbia offre la tana anche a grossi roditori, che cacciano in branco alternando fulminei attacchi e ritirate sottoterra.
Qui la comunità è ostaggio di un boss criminale noto come il "Barone". Il lavoro si svolge in regime di schiavitù. Dietro abusi e violenze, le donne intrattengono gli sgherri al quartier generale del Barone.
Memorie dal sottosuolo
A Novosibirsk esplode la carica simbolica di questa serie: tunnel, oscurità, morte, mostruosità, luci improvvise e abbaglianti. "L'inferno esiste", sembra suggerire Metro Exodus. Ma in quest'incubo non siamo soli. E non è l'ultima stazione.
L'Autore: Cristiano Bonora
Cristiano Bonora è un fotografo virtuale. Realizza gallerie fotografiche per i publisher ed espone quadri di Game Art in tela e vetro acrilico. Potete seguirlo su Instagram e Facebook. La prossima mostra ad ospitare le sue opere sarà a Roma, Cinecittà, dal 10 al 12 maggio 2019. Per maggiori informazioni su foto, quadri ed eventi, potete contattarlo direttamente sui social.
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