Il futuro di PlayStation: dalla deriva multiplayer alla realtà virtuale

Il futuro di PlayStation le riserverà sfide da superare e scommesse da vincere, dai giochi multiplayer al successo nel settore dei giochi VR.

Il futuro di PlayStation
Speciale: PlayStation 5
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Se pensiamo agli ormai prossimi Game Awards, Sony Interactive Entertainment è riuscita ad aggiudicarsi ben 20 nomination, legate a pesi massimi come God of War Ragnarok (la recensione di God of War Ragnarok è a un click di distanza), Horizon Forbidden West e l'ambizioso corsistico di Polyphony Digital (qui la recensione di Gran Turismo 7). Se a questi aggiungiamo The Last of Us Parte 1 e le esclusive console, come Sifu, Stray e Ghostwire Tokyo, diventa difficile dirsi scontenti degli sforzi compiuti dal platform holder e dai suoi team per soddisfare i palati dei giocatori.

Al contempo, l'intera divisione PlayStation sta per entrare in una nuova era e all'orizzonte sono già ben visibili le sfide che presto si ritroverà ad affrontare. Dalla nuova attenzione al mondo dei titoli multiplayer e a quello della realtà virtuale, fino alla produzione di esperienze concepite esclusivamente per PlayStation 5 - la cui latitanza ha cominciato sicuramente a pesare - tanti sono i punti su cui vogliamo soffermarci.

... e i giochi next-gen?

È passato qualche tempo da quel "we believe in generations" pronunciato da Jim Ryan in relazione alla lineup di esclusive in sviluppo, eppure - col senno di poi - si è trattato di un'affermazione invecchiata un po' male. Nei mesi successivi al debutto di PlayStation 5 abbiamo scoperto che molti giochi, a cominciare da God of War Ragnarok, sarebbero usciti anche su PS4 ma al netto di questo il vero problema è da ricercarsi nella quasi totale assenza di produzioni in esclusiva per la nuova console.

Dopo averci incantato coi mondi brulicanti di dettagli di Ratchet & Clank: Rift Apart, gli studi interni di Sony ci hanno regalato degli indiscutibili spettacoli visivi, merito anche di soluzioni proprietarie in grande spolvero, ma che in ogni caso non rappresentano quel balzo generazionale che, viste le meraviglie di Unreal Engine 5, sappiamo essere possibile.

I framerate elevati, le migliori opzioni grafiche, i caricamenti e il supporto alle feature di DualSense, chiaramente consentiti dalle versioni PS5 dei giochi, sono tutti elementi apprezzabili, ma non possono soppiantare l'utilizzo di engine di nuova concezione e le possibilità creative/operative connesse al non doversi preoccupare di un hardware con quasi una decade sulle spalle.

Sia chiaro: Horizon Forbidden West, God of War Ragnarok e Gran Turismo 7 erano in sviluppo da anni e il fatto che siano usciti su PlayStation 4, soprattutto con la limitata reperibilità della nuova console, è più che comprensibile. Insomma, ancora una volta è l'assenza di giochi in esclusiva PS5 a pesare davvero e, detto con franchezza, l'immissione sul mercato di prodotti come The Last of Us Parte 1 difficilmente può considerarsi come la soluzione al problema. Al netto delle indiscutibili qualità della versione restaurata del viaggio di Ellie e Joel, di cui vi abbiamo parlato approfonditamente nella recensione di The Last of Us Parte 1, trattasi comunque di una produzione che - a fronte di qualche compromesso legato a grafica e frame rate - poteva tranquillamente debuttare anche sulle console della scorsa generazione, essendo basata sulle medesime tecnologie impiegate nella realizzazione di The Last of Us Parte 2. Memori delle parole del boss dei PlayStation Studios, Hermen Hulst, siamo proprio curiosi di capire quali generi i team andranno a esplorare in futuro per diversificare la loro proposta per la nuova generazione, così da affiancare a Spider-Man 2, Wolverine e le prossime grandi avventure in terza persona dal taglio cinematografico, anche dei prodotti d'altro tipo, pensiamo ad esempio a corsistici arcade, platform e sparatutto.

La svolta multiplayer

Un tratto certo della visione del futuro secondo PlayStation - e ce lo dice un meeting finanziario tenuto da Jim Ryan lo scorso maggio - è costituito dall'arrivo di ben 12 giochi live a supporto continuo entro la fine del 2025, con alcuni di questi che usciranno già nel prossimo futuro. In tal senso, vista la grande esperienza che Bungie ha accumulato in anni di vita dell'IP di Destiny, il fatto che Sony abbia deciso di acquisirla ha perfettamente senso.

Gli esperti dello studio che ha dato i natali a Halo infatti aiuteranno i colleghi delle realtà first party a realizzare prodotti live service di successo, un obiettivo che in ogni caso si preannuncia non facile. D'altra parte le software house del mondo PlayStation costituiscono gli ingranaggi di una macchina produttiva "single player-centrica", che potrebbe adattarsi non senza qualche difficoltà a questo nuovo assetto.

Nello specifico, Naughty Dog ha più volte dimostrato di poter confezionare componenti multiplayer di livello, da Uncharted a The Last of Us ma mai prima d'ora s'era impegnata nella gestazione di un'esperienza totalmente votata al multigiocatore, che peraltro dovrebbe vantare una dimensione narrativa ambiziosa.

Almeno stando ai suoi annunci di lavoro, Guerrilla Games si sta occupando della creazione di un gioco multiplayer standalone, forse basato sul mondo di Horizon, mentre - e questo è ufficiale - London Studio sta realizzando un multigiocatore co-op ambientato in una versione fantasy di Londra, popolata da draghi ed esseri magici. Insomma, tra lo sfruttamento di IP conosciute e l'avvento di nuove proprietà intellettuali, Sony sta scommettendo fortemente su questa tipologia di produzioni, sia in termini di risorse economiche che umane. Dar vita a simili prodotti infatti richiede anni e anche quando le strutture ludiche di base sono a fuoco è necessario stabilire un piano d'azione a lungo termine, così da gestire al meglio e in modo cadenzato il supporto post lancio di ciascuno di questi titoli o far fronte, in caso di necessità, a delle modifiche d'urgenza legate a specifiche esigenze dell'utenza. Mantenere alto l'engagement della platea videogiocante, vista anche la presenza nel settore dei grandi attori "sempreverdi", COD: Warzone, Fortnite e GTA Online, per citarne alcuni, non è affatto facile, anche perché - si pensi banalmente al semplice fattore tempo - per un giocatore è arduo potersi dedicare a un gran numero di giochi multiplayer in pianta più o meno stabile, soprattutto per fasce di pubblico un po' più adulte (dove effettivamente si trova buona parte degli aficionados alle esclusive Sony).

In definitiva, assieme all'aver volto lo sguardo verso il mercato PC, capiamo la volontà di PlayStation di voler mettere un piede, e forse più, nel campo dei giochi live service ma, specie considerando la quantità di produzioni in ballo, la strada per potersi affermare in tal senso potrebbe essere più tortuosa del previsto, come ben dimostra l'esempio di Electronic Arts, tornata negli ultimi anni a produrre una quantità significativa di videogiochi ambiziosi ma orientati al single player.

Il PlayStation VR2

In occasione del Tokyo Game Show abbiamo provato Resident Evil Village su PlayStation VR2 e, senza troppi giri di parole, ne siamo rimasti colpiti e affascinati. Sul fronte visivo, ci siamo ritrovati dinanzi a un concreto balzo generazionale, impreziosito peraltro dalla riproposizione delle feature del DualSense nel contesto della realtà virtuale, sia per quanto concerne i controller che lo stesso casco.

Da Horizon Call of the Mountain, fino ai tanti progetti in sviluppo presso le terze parti, Sony sembra volersi impegnare non poco in questo campo, che però la chiamerà ad affrontare delle sfide non da poco. La prima, che poi è la più evidente, riguarda proprio il prezzo del caschetto che, pur essendo commisurato alle tecnologie che offre in valore assoluto, potrebbe comunque risultare alto per diversi appassionati.

Un patito della VR che fino ad ora ha giocato su PS4 agli ultimi grandi titoli PlayStation infatti ha davanti a sé una spesa da oltre 1100 euro per portare a casa la console, il visore e almeno uno dei giochi di lancio. D'altra parte, come sappiamo, la "nuova" realtà virtuale di casa Sony resta legata indissolubilmente alla potenza computazionale di PlayStation 5, che peraltro in paesi come il nostro non è ancora così facile da acquistare al momento desiderato.

Anche da soli, caschetto e controller comportano un esborso non indifferente, a cui bisogna aggiungere una lineup di lancio che, tolto il nuovo Horizon, è composta da una selezione di prodotti non così invitante. Attenzione: non ne stiamo facendo un discorso qualitativo ma una questione di appeal.

Per intenderci, se un possibile porting di Half-Life Alyx avesse accompagnato il nuovo viaggio nel mondo di Aloy, l'acquisto al lancio di PlayStation VR2 sarebbe diventato tutto a un tratto ben più di un'opzione per certi appassionati. Ad ogni modo, per cercare di ampliare la base installata nel medio e lungo periodo, anche al netto dell'uscita di produzioni di livello a firma PlayStation Studios, Sony potrebbe pensare di sfruttare il tier Premium del suo servizio, in modo da prendere i proverbiali due piccioni con una fava.

Se dovesse offrire una sorta di VR Access, contenente un buon catalogo di produzioni per PSVR2, l'abbonamento "maggiore" al PlayStation Plus diverrebbe di colpo più appetibile per i fan del caschetto, che al contempo potrebbe attirare l'interesse di giocatori consci del fatto di non dover destinare decine e decine di euro all'acquisto di esperienze apposite. Esiste poi l'ipotesi - al momento remota - di un eventuale futuro approdo di PlayStation VR2 sui lidi del PC ma ciò comporterebbe ulteriori investimenti da parte della compagnia e l'entrata in un segmento affollato, con concorrenti d'indubbia qualità e dai prezzi più contenuti.

PlayStation 5 Tra il successo di PS5 e una lineup software con pochi eguali, PlayStation sta continuando a raccogliere i frutti di quanto compiuto nell’era “House-Layden” ma il prossimo futuro le riserverà sfide da superare e scommesse da vincere. Con l’adozione di un approccio in parte legato al concetto di “trial & error”, l’attuale dirigenza sarà chiamata a battere le direzioni più promettenti e a correggere il tiro quando necessario, e in tempi accettabili, perché solo così potrà riuscire a mantenere inalterata la potenza di un brand che ormai da tempo immemore è uno dei più luminosi sinonimi di videogioco.