Dal Game Boy alla PSP: storia delle console portatili aspettando Steam Deck

Ripercorriamo la storia e le caratteristiche principali delle più importanti console portatili realizzate da Nintendo, Sony, SEGA e altri colossi.

La storia delle console portatili
Speciale: PC
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In un'estate come quella attuale, priva di grandi sussulti, ci ha pensato lo Steam Deck a dare uno scossone a tutti gli appassionati. La bomba sganciata da Valve è stata improvvisa e inaspettata, ma forse proprio per questo ancora più rumorosa. L'idea di una console portatile che ci consenta di avere accesso al vastissimo catalogo di Steam (e non solo) ovunque vogliamo, ogni volta che desideriamo, ha fatto girare la testa a tanti giocatori che si sono subito fiondati a prenotarla. Certo, non tutto è andato per il verso giusto all'apertura dei pre-order di Steam Deck, ma abbiamo la certezza di come l'interesse nei suoi confronti sia concreto e tangibile.

Di certo la macchina di Valve sembra avere tutte le carte in regola per scrivere una nuova pagina nella storia delle console portatili, un tempo solida realtà del panorama videoludico che negli ultimi anni ha lasciato maggiormente il terreno ai dispositivi mobile e il loro bacino d'utenza sempre più in crescita. Un annuncio simile, unito al continuo successo di Switch, potrebbe ridestare interesse verso questo mercato andato incontro a innumerevoli evoluzioni nel corso dei decenni. Riscopriamo assieme i sistemi tascabili più importanti che hanno deliziato i giocatori con grandi giochi e piccoli prodigi tecnici.

Game Boy - 1989

Dove la storia moderna delle piattaforme portatili ha avuto inizio. Una piccola console grigia, dal look simile a quella di un mattone, iniziò a farsi strada sul mercato offrendo un nuovo modo di intendere i videogiochi. È il 1989 quando il Game Boy di Nintendo fa il suo esordio in Giappone, mentre Stati Uniti ed Europa aspettarono fino al 1990 inoltrato. Per chi ha vissuto gli anni '90, il Game Boy è stato (ed è ancora oggi) un oggetto di culto, desiderato dai ragazzi di tutto il mondo stregati dalla possibilità di poterlo portare ovunque assieme a una nutrita schiera di videogiochi originali e creativi.

Non aveva uno schermo a colori e la grafica dei suoi giochi era indubbiamente primitiva con quei filtri grafici giallo-verdi talvolta fastidiosi alla vista, ma forse erano proprio queste caratteristiche a renderlo così intrigante agli occhi del pubblico, che assaltò in massa i negozi pur di riuscire a mettere le mani sul piccolo capolavoro portatile firmato Nintendo.

Un successo planetario di fatto inarrestabile: si stima infatti che, nel corso del suo lungo ciclo vitale, il Game Boy sia riuscito a vedere oltre 118 milioni di unità, grazie anche alle varie revisioni avvenute nel corso del tempo. Accanto infatti alla produzione di svariate edizioni dai colori sempre più sgargianti (oltre all'intramontabile Game Boy trasparente), due sono stati i modelli aggiornati principali: il Game Boy Pocket, che riduceva ulteriormente le dimensioni della console offrendo uno schermo puramente in bianco e nero, e il Game Boy Light, esclusiva del Giappone con retroilluminazione.

Il vantaggio di questi due modelli era caratterizzato non solo dalle dimensioni più contenute, ma anche dal fatto che bastavano solo due pile per farli partire contro le quattro richieste per la console originale. La sostanza però non cambiava: divertimento assicurato grazie a centinaia di giochi di qualità racchiusi in piccole cartucce grigie. Tanti i classici che hanno fatto la storia del Game Boy, da Super Mario Land a The Legend of Zelda: Link's Awakening, senza dimenticare il travolgente fenomeno dei Pokémon. A tal proposito ecco secondo noi quali sono i miglior giochi per Game Boy. Se Nintendo è divenuta sinonimo di videogioco portatile, il merito è unicamente di questa console intramontabile.

Game Gear - 1990

In un mercato dominato da Nintendo con il suo "mattone grigio", riuscire ad emergere non era impresa certo semplice. Ci ha provato SEGA, all'epoca grande rivale della casa di Kyoto, che offrì la sua alternativa al Game Boy. Il Game Gear vide la luce nel 1990 in Giappone e l'anno successivo in occidente, e rispetto alla diretta concorrente si distingueva per dettagli non di poco conto: giochi a colori e una qualità sonora più elevata.

In termini di hardware il Game Gear era senza dubbio un bel passo avanti e, anzi, sembrava avere tutte le carte in regola per rivelarsi molto più intrigante del Game Boy. Eppure la realtà ha portato a un risultato ben diverso rispetto alle attese: oltre a dimensioni non esattamente perfette per il concetto di "portatile", il vero problema del Game Gear era quello di consumare batterie troppo velocemente, anche in sole tre ore, rendendola impegnativa da alimentare continuamente considerate le ben 6 pile AA richieste per avviarla.

Due limiti abbastanza pesanti che hanno minato il successo dell'unico sistema portatile di SEGA, che si è dovuta accontentare di sole 10 milioni di unità vendute e lasciare il grosso del mercato all'avversaria. Ciò però non nega le qualità tecniche del Game Gear, sorprendenti per l'epoca, senza dimenticare un parco titoli comunque piuttosto nutrito. Poche le esclusive vere e proprie, ma oltre alla presenza di diversi giochi dedicati a Sonic the Hedgehog non sono mancati altri classici SEGA convertiti in miniatura, come Streets of Rage, Wonder Boy e Shinobi.

Game Boy Color - 1998

La più importante revisione del Game Boy arriva verso la fine degli anni '90, periodo in cui il Game Boy Color fa il suo atteso debutto sul mercato. Di dimensioni simili a quelle di un Pocket, come si intuisce dal nome la grande innovazione del nuovo sistema handheld è l'offrire finalmente giochi a pieni colori, facendo così dimenticare gli schermi dai colori neutri delle passate versioni. Una sorta di "console mid-gen" che ancora non ha compiuto il definitivo salto verso il futuro.

All'inizio, infatti, la maggior parte dei giochi pensati per GBC (dalle cartucce di colore nero) potevano essere avviati anche sui modelli precedenti (pur non offrendo colori), senza dimenticare la totale retrocompatibilità del GBC con le vecchie cartucce. Tra i giochi pensati per questa nuova edizione troviamo alcuni importanti pezzi da novanta: Pokémon Oro e Argento sono i primi due nomi che vengono in mente, senza però dimenticare Wario Land 2, The Legend of Zelda: Link's Awakening DX e i Game & Watch Gallery.

La situazione cambia comunque nel giro di un paio d'anni, con la comparsa di software esclusivi per il nuovo modello rappresentati dalle cartucce verde trasparenti. Questi titoli, fin troppo sofisticati per un normale Game Boy, erano compatibili esclusivamente con il GBC: per giocare classici quali Super Mario Bros. Deluxe, Wario Land 3, Pokémon Cristallo, lo spin-off di Metal Gear Solid e la serie Oracle di The Legend of Zelda possedere questo Game Boy era una necessità dannatamente piacevole.

Game Boy Advance - 2001

Il vero successore del Game Boy diventa realtà all'inizio del millennio, segnando un'importante evoluzione tecnica di quanto già mostrato dai suoi predecessori. Il primo modello del GBA è stato caratterizzato da un design piuttosto atipico e la mancanza di retroilluminazione ha fatto storcere il naso a più giocatori a causa del suo schermo scuro che, in alcuni casi, rendeva anche complicato giocare alcuni titoli.

Ma con la successiva versione la console portatile a 16-bit di Nintendo inizia a fare sul serio: il Game Boy Advance SP arriva sul mercato nel 2003 con un look molto più moderno ed accattivante, offrendo finalmente una retroilluminazione convincente ed efficace. L'ultima revisione, il Game Boy Micro del 2005, non solo si distingue per dimensioni minuscole come suggerito dal suo nome, ma è a suo modo storica: si tratta infatti dell'ultimo sistema portatile di sempre a portare il nome "Game Boy", definitivamente abbandonato da Nintendo con l'avvento del Nintendo DS.

Un epilogo che comunque ha saputo regalare grandi momenti e momenti memorabili per i fan, con una produzione software imponente in grado di alternare sapientemente passato e presente. Alle tante conversioni da Super Nintendo viste nel corso degli anni (The Legend of Zelda: A Link to the Past e le serie di Super Mario Advance e Donkey Kong Country tra i nomi più importanti) non sono mancate produzioni inedite di eccellente fattura quali Mario & Luigi SuperStar Saga, WarioWare, Mario Kart Super Circuit, i giochi della terza generazione Pokémon e i vari Fire Emblem ed Advance Wars. Ancora oggi una console indimenticabile.

PlayStation Portable - 2004

Dopo anni di dominio Nintendo, arriva una grande e attesa sfida tra titani: Sony si lancia nel mercato delle console portatili con la sua PlayStation Portable, un prodotto ambizioso e tecnicamente all'avanguardia che avrebbe offerto un nuovo modo di intendere gli handheld.

La PSP ha attirato da subito le attenzioni dei fan PlayStation e si è dimostrata una solida alternativa al Nintendo DS: se quest'ultimo infatti ha puntato a un pubblico più casual oltre ovviamente agli affezionati fan di lunga data, la console Sony è stata rivolta principalmente a un pubblico maturo e ai giocatori "hardcore", con un parco titoli che ha offerto produzioni di ogni genere e anche alcuni classici di forte impatto: serie come Metal Gear Solid, Grand Theft Auto, God of War, Final Fantasy, Ratchet & Clank, Killzone, Resistance e LittleBigPlanet tanto per citare alcuni nomi hanno tutte avuto degli esponenti esclusivi su PSP (sebbene in alcuni casi convertiti poi sulle PlayStation casalinghe), che nel frattempo non ha disdegnato anche qualche simpatica sperimentazione inconsueta, come visto in brand come LocoRoco e Patapon.

Un solido parco titoli e un supporto costante da parte di studi first e third party hanno reso la PSP un successo: pur senza arrivare ai numeri da capogiro del DS, la prima console portatile Sony si è ritagliata la sua fetta di mercato arrivando a vendere più di 80 milioni di unità. Unico appunto, la mancanza di un secondo stick analogico e una disposizione dei comandi non perfetta, mancanze che hanno reso più complicato riuscire a giocare al meglio alcune produzioni e generi video ludici (i Picchiaduro in particolare).

Nintendo DS - 2004

Addio Game Boy, spazio alla rivoluzione. All'E3 2004 Nintendo ha alzato il velo sul futuro delle console portatili svelando al mondo il Nintendo DS, una console che si è distinta non solo per aver offerto un doppio schermo, ma anche per aver implementato un sistema di controllo tramite touch screen in aggiunta quello tradizionale. La Grande N era intenzionata a innovare e sperimentare strade mai percorse prima, abbracciando anche un pubblico di giocatori casual oltre ai fan di lunga data.

Proprio le strategie mirate ad attirare il più vasto pubblico possibile anche tra coloro che non giocano abitualmente sono state la chiave del successo del DS, che attraverso produzioni pensate appositamente per famiglie è riuscita ad allargare il suo bacino d'utenza come mai fatto prima di ora da nessun altro sistema portatile, nemmeno dal leggendario Game Boy. Il DS è stato capace di vendere oltre 154 milioni di unità in tutto il globo, numeri clamorosi e apparentemente irripetibili (il successivo 3DS non sfiorerà nemmeno tali risultati).

Sul lato tecnico perdeva magari il confronto con la diretta concorrente PSP, ma in termini di software ha saputo regalare produzioni indimenticabili a partire dal suo titolo più rappresentativo, quel New Super Mario Bros. divenuto il gioco più venduto per il sistema con più di 30 milioni di copie.

Ma tanti altri sono stati i classici intramontabili, dal remake di Super Mario 64 ai due The Legend of Zelda sulla scia di Wind Waker, passando per i nuovi episodi di Mario & Luigi, Mario Kart DS, una trilogia di Castlevania, i vari rifacimenti e giochi inediti legati a Final Fantasy e Dragon Quest e persino una riuscita conversione del primo Resident Evil. Senza dimenticare che ben due generazioni di Pokémon hanno trovato dimora sui due schermi dell'iconico DS e delle sue varie revisioni, tra cui il popolare DS Lite.

Nintendo 3DS - 2011

Con il successore del DS, Nintendo prova a innovare ancora: mantiene quanto fatto con la precedente console, ma implementa il 3D stereoscopico senza la necessità di indossare occhialini appositi per poterlo visualizzare. In un'epoca in cui l'interesse per gli effetti 3D era concreto, uscire con una simile "gimmick" era un grosso biglietto da visita.

Tuttavia, con il passare degli anni, l'interesse nei confronti di questa caratteristica è andato scemando, al punto che persino la stessa Nintendo sul finire del ciclo vitale del sistema smise di implementare le feature 3D nei suoi giochi (con una revisione, il Nintendo 2DS, che la eliminò direttamente). Bisogna riconoscere che la maggior parte dei giochi usciti su 3DS non sono comunque stati in grado di sfruttare in maniera convincente questa possibilità, al punto che risultava molto più comodo giocarli con il 3D disattivato.

Nonostante tutto, il 3DS ha ugualmente dominato il mercato risultando l'ennesimo successo commerciale della Grande N in quello che in fondo è da sempre il "suo" settore, mai scalfito da nessun concorrente. Super Mario, The Legend of Zelda, Metroid, StarFox, Pokémon, Kirby, Fire Emblem e tante altre grandi serie Nintendo e non solo hanno intrattenuto per anni I fan dell'ultima console portatile Nintendo in senso tradizionale, prima di lasciare il posto alla Switch.

PlayStation Vita - 2012

Per molti il capitolo PlayStation Vita è ancora oggi un tasto molto dolente da premere. La seconda console portatile Sony non è mai riuscita a spiccare il volo (soprattutto in occidente) nonostante in termini tecnici fosse un autentico gioiello. Menù all'avanguardia, un sistema touch sofisticato e funzionalità di rete assai efficienti lasciavano presagire un futuro roseo per Vita.

Ma la sensazione è che Sony non abbia davvero mai creduto fino in fondo nella sua creatura, arrivata sul mercato in un momento in cui il 3DS si era già ritagliato il suo grosso spazio e continuava a macinare record di vendita. PS Vita ha avuto difficoltà sin dai primi momenti, non riuscendo a raggiungere soddisfacenti risultati commerciali. Al 2018 la testata USGamer ha stimato che circa 16 milioni di unità sono state vendute: un dato non solo ben lontano dai quasi 76 milioni di 3DS venduti, ma che impallidisce anche di fronte alle oltre 80 milioni di PSP vendute. Il prematuro abbandono di Sony in termini di software non ha aiutato. Escludendo alcuni episodi di famosi brand PlayStation, come ad esempio Uncharted Golden Abyss, Resistance Retribution, Killzone Mercenary e LittleBigPlanet Vita, le produzioni rilevanti e in esclusiva per Vita sono state davvero poche e non hanno affatto aiutato la console a lasciare un segno più profondo. A questo proposito, ecco la nostra lista dei migliori giochi per PlayStation Vita.

Nonostante tutto diversi giocatori hanno ugualmente amato questo sfortunato sistema, e tanti sviluppatori indipendenti lo hanno supportato senza sosta con le loro produzioni. Resta tuttavia il rammarico per ciò che PS Vita avrebbe potuto essere con un supporto davvero concreto da parte dei suoi creatori.

Le console portatili meno conosciute

Di fronte a così tanti sistemi che hanno lasciato il segno ce ne sono altrettanti che sono rimasti ai margini senza mai riuscire ad emergere. Alcuni di questi una certa fama l'hanno comunque ottenuta divenendo sistemi di culto, mentre altri vengono ricordati in negativo per non essere riusciti a rispettare le attese.

Virtual Boy

Atari Lynx

Impossibile a tal proposito non citare il Virtual Boy, forse il solo fallimento di Nintendo in tale ambito: dal design folle e tutt'altro che "portatile" alla pochezza assoluta in termini di giochi, il Virtual Boy è durato il tempo di un battito di ciglia, venendo dimenticato nel giro di pochi mesi e sparendo velocemente dalla circolazione.

Già più interessante l'Atari Lynx, che tuttavia si è ritrovato schiacciato dalla concorrenza del Game Boy e del Game Gear restando all'ombra di questi due colossi, esattamente come il Neo Geo Pocket considerato una console fallimentare dal punto di vista commerciale. Il WonderSwan di Bandai è divenuto un pezzo ambito dai collezionisti, ma non ha mai goduto di particolare popolarità essendo rimasto nei confini giapponesi.

Una menzione d'onore la merita anche lo sconosciuto Game.com di Tiger Electronics: ancora prima del DS questa piccola macchina ha provato ad implementare comandi touch, sebbene all'epoca ancora troppo primitivi e limitati. Infine, anche Nokia ha provato la strada dei sistemi portatili offrendo un prodotto molto ambizioso: l'N-Gage, a metà strada tra un cellulare e una console. L'interessante idea di base non è stata però sviluppata al meglio e, complice anche una pochezza software generale, l'esperimento è fallito velocemente nonostante le promettenti premesse.