God of War Fallen God: la condanna di Kratos nella nuova serie a fumetti

God of War diventa (ancora una volta) un fumetto e ci porta a conoscere il destino di Kratos dopo aver fatto fuori l'intero Pantheon greco.

God of War Fallen Gods
Speciale: PlayStation 5
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS4
  • PS4 Pro
  • PS5
  • In attesa di saperne di più sull'attesissimo secondo capitolo di God of War, che per quanto ci riguarda potrebbe benissimo non chiamarsi "Ragnarok", torniamo a parlare del guerriero cinereo che tutti abbiamo imparato ad amare. Di recente infatti è entrato in scena nel primo volume di God of War: Fallen God, la miniserie a fumetti di Dark Horse Comics ambientata in quel lungo "periodo buio" che lo spartano ha vissuto dopo aver sterminato suo padre e il resto degli olimpici. Dallo scrittore Chris Roberson all'artista Tony Parker, il team di creativi che ha firmato il fumetto prequel del capitolo del 2018 - di cui abbiamo già parlato nel dettaglio sulle nostre pagine - si è riunito per raccontarci una storia di dolore e solitudine, di quando il cammino di Kratos non era illuminato dalla luce di Faye e Atreus. Incuriositi dalle premesse narrative, ci siamo fiondati sul volume introduttivo per poi produrne un dettagliato riassunto, a cui abbiamo affiancato, come da tradizione, le nostre considerazioni. Nel frattempo, vi lasciamo anche la nostra recensione di God of War.

    Sopravvivere ai propri peccati: la condanna di Kratos

    Gli eventi di Fallen God hanno inizio in un mondo martoriato, dove il Sole non splende più e il mare in tempesta ha inghiottito quelle che un tempo erano le città della grande Grecia. Per soddisfare un'insaziabile sete di vendetta, Kratos non ha esitato a sacrificare migliaia di vite innocenti ma quando le acque hanno lavato via dal suo corpo l'ultima goccia di sangue di Zeus, la furia del cinereo spartano ha lasciato spazio a un'insostenibile consapevolezza.

    I suoi tremendi poteri e la sua natura divina, caratteristiche che gli avevano permesso di trionfare in battaglia, hanno assunto i tratti di un vero e proprio castigo: la condanna a sopravvivere ai suoi stessi peccati. Le tante nefandezze compiute non avrebbero potuto che essere rappresentate dalle Lame del Caos, le spade incatenate di cui il guerriero - nella prima caotica scena del fumetto - vorrebbe liberarsi a tutti i costi. Mentre il cielo emette boati terrificanti, il dio della guerra maledice le sue armi e le getta nel mare agitato, nella speranza di non vederle mai più. Sapendo di non poter morire, si mette in cerca della cosa più vicina a una tomba in cui riposare, finché non trova una buia caverna dove regnano silenzio e solitudine. Il sonno dello spartano viene interrotto dal crepitio di un fuoco che non aveva mai acceso ed è così che quando apre gli occhi viene colto da un misto di rabbia e sgomento: le lame, la sua maledizione, i suoi peccati, sono tornati da lui e non vogliono abbandonarlo.

    Intenzionato a trovare l'agognata solitudine, Kratos compie l'unica scelta possibile. Fuggire da ciò che resta del suo passato, affrontare l'ira dei mari e raggiungere una terra che non aveva mai esplorato. I giorni e le notti si susseguono velocemente mentre la divinità vaga senza meta in questo mondo fatto di oasi verdeggianti e aridi deserti ma le spade fiammeggianti continuano ad apparirgli dinanzi, ancora e ancora, impedendogli di trovare anche un solo attimo di pace.

    Giunto al limite della sopportazione, lo spartano continua il suo viaggio, finché - incredulo - non raggiunge un villaggio di uomini. Egli conosce bene la paura e non fa fatica a leggerla negli occhi e nei volti di coloro che incrocia ma ormai è troppo lontano da casa e non riesce a spiegarsi il loro terrore.

    A rispondere alla domanda ci pensa uno strano vecchio dai capelli lunghi e dai vestiti variopinti, che sembra conoscere molto bene le sue terribili imprese. A quanto pare anche gli abitanti del villaggio le conoscono ma, stando alle parole del vecchio, non sanno quale sia il motivo della sua presenza nella terra dei faraoni. L'anziano gli confessa che è stato proprio il fato a condurlo in Egitto ma il guerriero, stufo delle sue parole, lo spinge a terra e torna sulla sua strada, intimandogli di non disturbarlo più.

    Mentre si rialza con fatica, il vecchio dice un'ultima cosa al torreggiante individuo: "ciò che è scritto accadrà e nessun dio o uomo può fermarlo. Neanche tu puoi sfuggire al tuo destino, o' dio della guerra, non importa quanto tu riesca a correre veloce". Dopo aver udito quelle parole Kratos non ribatte in alcun modo ma non può fare a meno di rifletterci mentre scala le montagne, abbatte i lupi o viene illuminato dalla luce dell'imbrunire. I giorni si trasformano in settimane e le settimane diventano mesi. Il Fantasma di Sparta è stremato e infine decide di fermarsi nei pressi di una pozza d'acqua per dissetarsi. Colui che tutto ha affrontato resta di stucco quando un babbuino poco distante gli fa discorsi sull'ineluttabilità del destino e, dubitando della propria sanità mentale, preferisce avventurarsi nel deserto.

    Lo ritroviamo a cibarsi dinanzi a un fuoco, visibilmente affaticato e bisognoso di dormire dopo mesi di veglia perenne. Infine il sonno ha la meglio su Kratos, che però al risveglio scopre con orrore che le lame sono tornate. Sopraffatto dall'ira e stufo della propria condanna - a causa della quale non può nemmeno togliersi la vita - emette un urlo di disperazione e, rivolgendosi alle antiche armi, chiede loro quale sia il potere che le spinge a tornare al suo fianco. Nel tentativo di non assopirsi più, il dio della guerra scala montagne, attraversa fiumi a nuoto e tempeste di sabbia incessanti, a qualsiasi ora del giorno e della notte, perché provando fatica e dolore riesce a restare sveglio e concentrato. Ferito, trasandato, e ormai al limite delle forze, il combattente si imbatte in un ibis nel bel mezzo di un campo di giunchi e non crede alle sue orecchie quando questi comincia a parlargli.

    Le parole del volatile sacro assomigliano molto a quelle del vecchio e della scimmia che aveva incontrato in precedenza ma stavolta Kratos - deciso a non soccombere alla follia - gli risponde, chiedendogli quando potrà finalmente trovare la pace. Pur tentando di restar sveglio per ottenere le risposte che cerca, lo spartano stramazza al suolo esausto e l'ibis, che non è affatto il frutto della sua immaginazione, chiude le vicende del primo volume con un'enigmatica frase: "riposa bene Kratos, perché avrai bisogno di tutte le forze per affrontare ciò che ti attende".

    Un racconto che ha ancora tutto da dimostrare...

    God of War: Fallen God parrebbe avere le carte in regola per raccontare una storia interessante, potenzialmente anche più delle vicende narrate nel precedente fumetto di Chris Roberson e Tony Parker. Al pari del Kratos attempato, lo spartano post disfatta degli olimpici è impegnato in una dura lotta contro sé stesso ma bisogna dire che il periodo "egiziano" potrebbe celare molte altre sorprese e forse perfino degli scontri contro delle divinità.

    Immagine 1 proveniente dal primo numero del Digital Comic Book

    Immagine 2 proveniente dal primo numero del Digital Comic Book

    Al tempo stesso però il primo numero del Digital Comic Book ci è sembrato più completo e a fuoco, non solo perché introduceva i temi del racconto senza rinunciare all'azione ma anche perché - sia per utilizzo dei colori che per gli stessi disegni - ha colto perfettamente il tono e le atmosfere del capolavoro del 2018.

    In sua difesa, Fallen God è ambientato in un mondo completamente inedito per gli appassionati della serie, che quindi andava immaginato di sana pianta dagli artisti, ma ciò non toglie che al momento non sia riuscito a catturarci pienamente. Vuoi per la fugace scena al villaggio o per l'elemento naturale onnipresente ma anche piuttosto generico, la terra dei faraoni può e deve colpirci maggiormente sul fronte estetico, un discorso che estendiamo tranquillamente alla trama stessa.

    Secche e prive di spunti interessanti, le riflessioni di Kratos e il suo girovagare senza meta hanno restituito solo in parte il "senso del viaggio", che ci auguriamo possa emergere con forza nei prossimi volumi, al pari di ambientazioni degne di God of War. Detto questo, il capitolo introduttivo di Fallen God ci ha regalato alcune scene di grande effetto, mostrandoci il dramma di un dio ormai divenuto il guscio vuoto di sé stesso e non ha mancato di riservarci qualche piccola sorpresa sul fronte dei personaggi.

    Il vecchio con la tavoletta in mano, il babbuino e l'ibis parlante - coi due animali che tra l'altro ripetono le sagge parole dell'anziano - non lasciano spazio a dubbi: sono in realtà lo stesso essere e cioè il dio egizio Thot. Divinità della saggezza, della medicina e della scrittura - ecco perché viene raffigurato con una tavoletta in mano - Thot è lo scriba di Ra e a volte è stato rappresentato con la testa di ibis o di babbuino.

    Chiarita la sua identità, moriamo dalla voglia di scoprire che ruolo andrà a giocare nel destino dello spartano e quale terribile minaccia l'abbia spinto a chiedere aiuto al dio della guerra. Al momento è impossibile pronunciarsi oltre al riguardo e anzi, più ci pensiamo e più la nostra mente viene assalita dagli interrogativi. Quale sarà la missione di Kratos e perché le lame del caos continuano a tornare da lui?

    E ancora, se le Sorelle del Fato sono state sconfitte, esiste un altro essere in grado di influenzare il destino altrui? Fallen God in ultima analisi potrebbe offrire un racconto molto più sfaccettato e valido del previsto, ecco perché non vediamo l'ora di leggere il prossimo numero e di cominciare a scoprire alcuni dei suoi segreti. Dark Horse Comics ha già pubblicato un fumetto di God of War, questa volta ambientato poco prima gli eventi del gioco: qui troverete la nostra recensione del fumetto prequel di God of War.

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